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Andiamo a lavoro o al lavoro?

Questione di preposizioni 

Che lavoro fai? Ma soprattutto… ti piace il tuo lavoro?

 

La parola da cui nasce l’articolo di oggi rappresenta una cosa fondamentale nella vita  di tutti noi: il lavoro. 

Sapevi che quando incontriamo qualcuno per la prima volta e iniziamo a conversare, di solito la domanda “che lavoro fai?” spunta nei primissimi minuti di conversazione? 

 

Questo accade perché spesso ci identifichiamo nel nostro lavoro: ogni giorno ci investiamo talmente tanto tempo e tante energie, fisiche e mentali, da poterlo definire una parte di noi.

 

Il vocabolario Treccani lo definisce 

 

l’applicazione delle facoltà fisiche e intellettuali dell’uomo rivolta direttamente e coscientemente alla produzione di un bene, di una ricchezza, o comunque a ottenere un prodotto di utilità individuale o generale.

 

Per alcuni è una vera e propria vocazione, per altri un semplice mezzo di sostentamento; c’è chi lo ama, chi lo detesta, chi vorrebbe cambiarlo, chi sogna il posto fisso…

 

… e chi ne fa una filosofia di vita, come gli imprenditori!

 

Ed ecco perché sicuramente ti sarà capitato di dirlo, e magari di scriverlo: “Sto andando al lavoro”… e in quel momento ti è venuto il dubbio: ma si dice a lavoro, o al lavoro?

 

E perché ti è sorto questo dubbio? Continua a leggere e lo scopriremo insieme…

 

Ma prima, se non l’hai ancora fatto CLICCA QUI per iscriverti alla newsletter e non perdere neanche un articolo della Penna Rossa: insieme, ogni settimana, andiamo a scoprire come scrivere bene e quali sono gli errori da non fare nei testi della comunicazione online della tua azienda!

 

E ora…

Andiamo a scoprire se si dice andare a lavoro oppure andare al lavoro!

 

“Al lavoro, al lavoro, Cenerella…” (cit.)

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Cenerentola, lungometraggio animato Disney, 1950

 

A O AL?

Analizziamo le alternative che abbiamo di fronte:

 

  • A: preposizione semplice


  • Al: preposizione articolata

Le preposizioni articolate sono quelle che nascono dall’unione della preposizione semplice a con un articolo determinativo:  al, allo, alla, ai, agli, alle.

 

 

A o al possono svolgere diverse funzioni:

 

  • Essere parte di una locuzione avverbiale
    a poco a poco; a caso; ecc.

 

  • Collegare tra loro due elementi della stessa frase, introducendo diversi tipi di complementi indiretti
    Abito vicino a Reggio Emilia (stato in luogo); Voglio regalare questo libro a Irene (termine); Gandalf arriverà all’alba (tempo); Andrò a cavallo fino a Gondor (mezzo); ecc.

 

  • Collegare tra loro due frasi distinte, introducendo diversi tipi di preposizione
    Ho fatto bene a studiare questo libro; Sei andato a controllare il cantiere?; ecc.

 

Ma quale delle due è corretta in questo caso?

AL.

 

La regola in questo caso è inequivocabile: si deve scrivere “vado al lavoro”.

 

 

Perché?

In questo caso, la risposta è “perché sì”. Punto.

 

In questo caso, si tratta di una regola d’uso affermatasi e cristallizzatasi nel tempo, senza particolari logiche linguistiche; l’uso di a al posto di al è semplicemente un errore.

 

Quindi, avremo frasi come

  • Sto andando al lavoro.
  • Dobbiamo metterci al lavoro sul nuovo progetto.
  • Non posso rispondere ora, sono al lavoro.
  • Domani non devo andare al lavoro, possiamo uscire a pranzo.

 

Però attenzione: se vuoi invece usare la forma del verbo all’infinito, come in tutti questi casi, occorre usare a: Andiamo a lavorare!

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DA DOVE NASCE L’ERRORE?

L’uso errato di a lavoro al posto di al lavoro è di fatto una sovraestensione dell’uso della preposizione semplice (ovvero si usa anche quando andrebbe usata la forma articolata) e si verifica in contesti informali e in parlate regionali.

 

Non solo: in parlate centro e centro-meridionali, spesso a prende il posto non solo di al, ma persino di il!

 

Forme come “Oggi vado a studio” anziché “Oggi vado in studio” sono diffusissime, ad esempio nella parlata romana, ma tecnicamente errate, specialmente in contesti formali e controllati.

Sempre in questa parlata, anche tra parlanti colti e consapevoli, troviamo spesso forme come “Ci vediamo a piazza Venezia” al posto del formalmente corretto “Ci vediamo in piazza Venezia”.

 

Tuttavia…

esiste effettivamente una doppia possibilità, in un certo senso.

 

Pensa a forme tipo

  • Andiamo a teatro.
  • Torniamo a casa.
  • Domani torni a scuola.

 

Sono tutte ugualmente corrette! Capisco che questo possa generare confusione, ma in questo caso dobbiamo prenderlo come un dato di fatto…

e se siamo in dubbio, consultare un dizionario!

 

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Thought Catalog on Unsplash

 

QUINDI…

Ecco cosa abbiamo imparato oggi:

 

GRAFIA ERRATA

Andiamo a lavoro.

GRAFIA CORRETTA

Andiamo al lavoro.

 

E su questo, possiamo avere una granitica certezza!

 

Ora tocca a te!

 

Affila la penna e preparati a redigere i tuoi testi nella maniera più corretta possibile: scrivere bene porta sempre risultati. Un testo poco curato e pieno di refusi genera un’impressione di sciatteria e superficialità; al contrario, uno ben curato e corretto fa sì che il lettore capisca di avere a che fare con un vero professionista, esperto e degno di fiducia. Trasforma i tuoi testi nel tuo biglietto da visita più efficace, curandoli al meglio!

 

Sei impaziente di metterti alla prova?

 

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E per scoprire altri errori da NON fare…

… ci vediamo lunedì prossimo!

 

La Penna Rossa

 

BIBLIOGRAFIA

BARATTER P., Il punto e virgola. Storia e usi di un segno, Carocci, Roma 2018.

BECCARIA G.L., Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi, Torino 2004.

BERRUTO G., Corso elementare di linguistica generale, UTET, Torino 2012.

CANNAVACCIUOLO A., Manuale di copywriting e scrittura per il web, Hoepli, Milano 2019.

CERRUTI M., CINI M., Introduzione elementare alla scrittura accademica, Laterza, Roma-Bari 2010.

D’ACHILLE P., L’italiano contemporaneo, Il Mulino, Bologna 2006.

DEL BONO G., La bibliografia, Carocci, Roma 2000.

DELLA VALLE V., PATOTA G., Piuttosto che: cose da non dire, cose da non fare, Sperling&Kupfer, Milano 2013.

FANCIULLO F., Introduzione alla linguistica storica, Il Mulino, Bologna 2007.

EDIGEO (a cura di), Manuale di redazione, Editrice Bibliografica, Milano 2013.

GHENO, V., Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi), Franco Cesati Editore, Firenze 2016.

GIUNTA, C., Come non scrivere, Utet, Milano 2018.

MARTINUCCI A., Guida alla bibliografia internazionale, Editrice Bibliografica, Milano 1994.

MIDDENDORP J., TWOPOINTS.NET, Type Navigator. The Independent Foundries Handbook, Gestalten, Berlin 2011.

MORTARA GARAVELLI B., Prontuario di punteggiatura, Laterza, Bari-Roma 2020.

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SCALA F., Piccolo manuale del correttore di bozze, Modern Publishing House, Milano 2011.

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SERIANNI L., Italiano, Garzanti, Torino 2000.

 

SITOGRAFIA

Accademia della Crusca – accademiadellacrusca.it

Campagna a sostegno dell’uso corretto di Piuttosto che – piuttostoche.com

Treccani online – treccani.it

Zanichelli online – dizionaripiu.zanichelli.it

 

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