Chiudi
12 errori 2

12 errori di ortografia che minacciano i tuoi post [2 di 3]

Accenti, spazi e apostrofi

Quali sono gli errori di ortografia che ti danno più fastidio?

E tu sei sicuro di non commetterne mai…

soprattutto nei testi della comunicazione della tua azienda?

 

La settimana scorsa abbiamo visto insieme il primo capitolo di questa guida: I 12 errori di ortografia che minacciano i tuoi post (CLICCA QUI per rileggerlo), e abbiamo analizzato i primi 4 temibili errori da evitare:

 

  • Qual è scritto con l’accento
  • Piuttosto che usato al posto di oppure
  • Un po’ scritto con l’accento al posto dell’apostrofo
  • I pronomi gli/le/loro usati in maniera errata

 

Ma questi non sono che i primi 4: ne abbiamo altri 8 da scoprire, ma soprattutto imparare a evitare, insieme: quindi, per prima cosa, CLICCA QUI per iscriverti alla newsletter e non perderti l’ultima puntata!

 

Oggi è il turno di altri 4 bruttissimi errori che devi evitare a tutti i costi:

 

  • si scritto al posto di
  • perchè
  • la confusione tra centra e c’entra
  • daccordo e avvolte

 

So che potrebbero sembrare minuzie, ma… non lo sono.

 

Perché ricorda: non fare l’errore di pensare, come fanno tantissime persone che non vedono più in là del loro naso, che l’ortografia e la grammatica siano solo “roba da grammar-nazi”.

 

Non è assolutamente così, e te lo dimostro in due righe.

 

Tu, per un’operazione al cuore, ti fideresti di un chirurgo che si presenta in ciabatte, con i guanti sporchi e strappati?

Non credo proprio.

 

La stessa cosa succede per i tuoi clienti: perché loro decidano di comprare da te e non dai concorrenti, devi mostrare TUTTA la tua competenza, tutta la tua professionalità fin dalla prima impressione…

 

che nella stragrande maggioranza dei casi avviene tramite un testo scritto, che sia la tua insegna, un post su Facebook, un articolo di blog, una newsletter o persino un volantino.

 

Perciò preparati che continuiamo con la nostra guida: andiamo a scoprire quali sono i 12 terribili errori di ortografia che devi evitare nei tuoi testi!

 

pexels pixabay 261806

5. SÌ O SI

Quanta pazienza che ci vuole. Veramente tanta.

La questione, di per sé, è semplicissima: e si sono due parole diverse, quindi l’accento non è qualcosa da mettere a piacere, o per estetica, o solo nei giorni dispari.

 

In questo caso l’accento è un segno distintivo, che serve a distinguere due parole dal significato diverso, con buona pace della stragrande maggioranza dei form online, degli sms e via dicendo.

 

Chiariamolo come si deve:

 

Se vuoi fare un’affermazione, scrivi con l’accento.

Se ti serve il pronome riflessivo di 3a persona, niente accento.

 

Che poi, la questione ridotta ancora più all’osso è semplicissima: se vuoi dire, affermare qualcosa, metti sempre l’accento.

Fine.

 

Non è un vezzo, non è qualcosa di opzionale: è necessario… e ti aiuterà a distinguerti dalla massa che si ostina a ignorarlo!

 

(Sei curioso di approfondire la questione fin nei minimi dettagli? Vai a rileggere QUESTO ARTICOLO!)

pexels tara winstead 8850721

 

6. PERCHÉ

Anche qui, la prendo molto sul personale.

 

Perché questo è un errore banalissimo, causato di solito da pura noncuranza, o peggio… dalla pigrizia, perché sulla tastiera del computer la e maiuscola accentata non c’è.

 

Ma non sono motivi validi; che sia maiuscolo o minuscolo:

 

Si scrive sempre PERCHÉ, con l’accento acuto.

 

Punto.

 

Non si usa l’accento grave, (perchè), e tantomeno l’apostrofo: lo so che è comodo in caso di maiuscolo scritto dal pc, ma è SBAGLIATO.

 

Un accento non è un apostrofo: segni diversi, funzioni diverse.

E un accento acuto non è un accento grave: i suoni che indicano sono diversi.

 

Quindi, perché si scrive in un solo modo: gli altri sono errori. 

Lo stesso discorso vale per parole come perché, affinché, poiché, giacché, finché, né, sé: come vedi, tutti bellissimi accenti acuti!

 

(Sei curioso di approfondire la questione fin nei minimi dettagli? Vai a rileggere QUESTO ARTICOLO!)

pexels andrea piacquadio 3760043

7. CENTRA/C’ENTRA

Qui devo fare una confessione. Questo errore l’ho commesso anche io, anni fa, e mi ricordo ancora perfettamente la conversazione e la persone che me lo ha fatto notare.

Ma da lì in poi non è più successo!

 

Qual è il punto?

Il verbo *c’entrare NON esiste.

 

A seconda di cosa vuoi comunicare, puoi scegliere tra entrare o centrare:

 

  • Centrare: colpire nel centro, individuare con precisione, fissare al centro
  • Entrare: passare da fuori a dentro (che sia un luogo fisico o una faccenda in cui si è coinvolti)

 

Perciò, avremo frasi come:

  • Robin centra il bersaglio al primo colpo OPPURE Robin non c’entra nulla con la rivolta.

 

Ovvero, dobbiamo sempre distinguere quando è in gioco il centro fisico di qualcosa, il centrare, oppure l’essere inerente a qualcosa, l’entrarci… e ricordare che c’entrare/c’entrarci sono sempre errori!

Quindi, per ribadire:

 

Non vedo cosa possa c’entrare la tua idea con il progetto -> SBAGLIATO

Non vedo cosa possa entrarci la tua idea con il progetto -> GIUSTO

 

(Sei curioso di approfondire la questione fin nei minimi dettagli? Vai a rileggere QUESTO ARTICOLO!)

 

pexels pixabay 416760

 

8. D’ACCORDO E A VOLTE

Premessa: d’accordo e a volte sono solo due esempi di un fenomeno molto più ampio, ovvero parole che vengono scritte tutte attaccate quando in realtà vanno scritte staccate tra loro.

 

Partiamo mettendolo bianco su nero:

 

Si scrive d’accordo e non daccordo.

Si scrive a volte e non avvolte (a meno che tu non intenda la forma femminile plurale dell’aggettivo avvolto, ovviamente).

 

Gli esempi di questo fenomeno sono moltissimi: a posto e non apposto (di cui abbiamo parlato diffusamente in QUESTO ARTICOLO), d’altronde e non d’altronde, a proposito e non approposito, a fianco e non affianco e via dicendo.

 

Come si spiega questa tendenza?

Molto semplicemente, deriva dal parlato, in particolare di alcune regioni (indicativamente nel centro-sud d’Italia), dove è frequente il raddoppio delle consonanti, come nel caso di avvolte.

Così accade che nei parlanti più inconsapevoli la differenza tra parlato e scritto viene meno, portandoli a imitare raddoppi e unioni tipici appunto della forma orale.

 

Ma…

è un errore!

 

Come si evita? Innanzitutto, facendo molta attenzione quando si scrive… e in caso di dubbio, consultando un dizionario!

 

pexels pixabay 207700

 

QUINDI…

Oggi abbiamo vistola seconda serie di  orrori ortografici da evitare a tutti i costi quando scrivi i tuoi post, quindi ricorda; 

 

Si afferma con SÌ e non con SI

PERCHÉ e non PERCHÈ, e nemmeno PERCHE’

C’ENTRARE non esiste

D’ACCORDO e non DACCORDO; A VOLTE e non AVVOLTE

 

Ne mancano altri 4 per completare la nostra lista, che vedremo insieme lunedì prossimo, perciò preparati ad affrontarli.

 

Intanto, tocca a te!

 

Sii preciso e scrupoloso quando scrivi: un testo ben scritto, senza refusi o errori di grammatica, è un elemento differenziante più potente di quanto pensi, per catturare l’attenzione dei tuoi clienti e strapparli alla concorrenza mostrando quanto tu sia più competente!

Vuoi capire cos’altro ti serve, oltre all’ortografia, per strutturare comunicazione online della tua azienda?

 

Allora non aspettare: 

è uscito da pochissimo il SECONDO libro del Sarto: COMUNICAZIONE SU MISURA: la STRATEGIA DIGITALE che porta la tua azienda al SUCCESSO!

Sei pronto a imparare le tecniche del Sarto per impostare la strategia in grado di portare alla tua azienda il fatturato che hai sempre sognato?

 

Clicca qui per acquistare subito la tua copia!

 

E per scoprire altri errori da NON fare…

… ci vediamo lunedì prossimo!

 

La Penna Rossa

 

BIBLIOGRAFIA

BARATTER P., Il punto e virgola. Storia e usi di un segno, Carocci, Roma 2018.

BECCARIA G.L., Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi, Torino 2004.

BERRUTO G., Corso elementare di linguistica generale, UTET, Torino 2012.

CARRADA L., Paroline & Paroloni; Zanichelli, Bologna 2018.

CANNAVACCIUOLO A., Manuale di copywriting e scrittura per il web, Hoepli, Milano 2019.

CERRUTI M., CINI M., Introduzione elementare alla scrittura accademica, Laterza, Roma-Bari 2010.

D’ACHILLE P., L’italiano contemporaneo, Il Mulino, Bologna 2006.

DEL BONO G., La bibliografia, Carocci, Roma 2000.

DELLA VALLE V., PATOTA G., Piuttosto che: cose da non dire, cose da non fare, Sperling&Kupfer, Milano 2013.

FANCIULLO F., Introduzione alla linguistica storica, Il Mulino, Bologna 2007.

EDIGEO (a cura di), Manuale di redazione, Editrice Bibliografica, Milano 2013.

GHENO, V., Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi), Franco Cesati Editore, Firenze 2016.

GIUNTA, C., Come non scrivere, Utet, Milano 2018.

MARTINUCCI A., Guida alla bibliografia internazionale, Editrice Bibliografica, Milano 1994.

MIDDENDORP J., TWOPOINTS.NET, Type Navigator. The Independent Foundries Handbook, Gestalten, Berlin 2011.

MORTARA GARAVELLI B., Prontuario di punteggiatura, Laterza, Bari-Roma 2020.

PENSATO R., Manuale di bibliografia, Editrice Bibliografica, Milano 2007.

SCALA F., Piccolo manuale del correttore di bozze, Modern Publishing House, Milano 2011.

SCALA F., SCHIANNINI D. (a cura di), Piccolo manuale di editing, Modern Publishing House, Milano 2009.

SERIANNI L., Italiano, Garzanti, Torino 2000.

 

SITOGRAFIA

Accademia della Crusca – accademiadellacrusca.it

Campagna a sostegno dell’uso corretto di Piuttosto che – piuttostoche.com

Treccani online – treccani.it

Zanichelli online – dizionaripiu.zanichelli.it

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.I campi richiesti sono marcati *

© 2024 I Sarti del Web | Tema WordPress: Annina Free di CrestaProject.
Apri la chat
Hai bisogno di aiuto?
Ciao 👋
Hai bisogno di aiuto?