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Te, tè o the?

Una bevanda da re e regine!

Il tè è una bevanda amatissima e diffusissima, quasi iconica in alcuni luoghi del mondo tanto da vantare una serie di usanze e tradizioni che la circondano: pensa ad esempio il tè pomeridiano in Inghilterra, servito con il latte e accompagnato da dolcetti e sfiziosità, rito ideato nel 1800 dalla Duchessa di Bedford, amica della Regina Vittoria, per placare la fame prima di cena (il pranzo non era usanza).

 

Oppure alla cerimonia del tè in Giappone: un rito sociale e spirituale, una vera e propria arte tradizionale zen che prevede diversi stili, diverse forme e cambia a seconda delle stagioni; ogni singolo passaggio della preparazione del tè è estetico e meditativo.

 

Per non parlare poi del tè alla menta marocchino, simbolo di ospitalità, il chai indiano, il tè al burro di yak (po chai) tibetano, il samovar russo… e chi più ne ha più ne metta!

 

Inoltre, dopo  l’articolo della scorsa settimana sul cioccolato (CLICCA QUI per rileggerlo), non poteva certo mancare questo sul tè: ma tranquillo, non sto trasformando il nostro appuntamento settimanale in una rubrica di cucina! 

Il nostro obiettivo rimane sempre il solito: andare a esaminare insieme, ogni settimana, “come scrivere bene”, ovvero gli errori da NON fare nei testi della comunicazione online della tua azienda per far sì che questi conquistino i tuoi clienti e li tengano attaccati allo schermo fino all’ultima parola… evitando che scappino dal primo refuso!

Se non l’hai ancora fatto CLICCA QUI per iscriverti alla newsletter!

 

Quindi, cosa impariamo oggi? 

 

Sappiamo cos’è il tè e sappiamo che è diffuso in tutto il mondo… ma non tutti hanno le idee chiare su come si scrive questa parola!

 

Tè, thè, thea, tea, te: il caos e il dubbio regnano sovrani, ma noi non possiamo permetterlo!

 

Andiamo a fare ordine e scopriamo insieme perché esistono così tante varianti ma soprattutto qual è quella giusta per scrivere ed evitare le bacchettate!

 

mike kenneally x0t6DiAg118 unsplash

Mike Kenneally on Pixabay

 

 

UN PO’ DI STORIA

Come sempre, come prima cosa apriamo il vocabolario:

 

tè s. m. [dal fr. thé, che è dal cinese (dialetto di Amoy) t’e (forse attrav. il malese)]. – 1. a. Pianta asiatica delle teacee (Camellia sinensis, sinon. Thea sinensis), con foglie sempreverdi, coriacee, dentate, e fiori grandi, bianchi, che odorano di gelsomino; la pianta è coltivata da tempi remoti in India, Cina e Giappone, in parecchie varietà e razze colturali: la coltivazione, la produzione del tè. b. Le foglie essiccate della pianta, contenenti in proporzioni varie caffeina, teofillina, teobromina, tannino, un olio essenziale, usate per la preparazione di una bevanda: un pacchetto di tè; tè in foglie, in bustine; tè di Ceylon; tè nero, essiccato all’aria, fatto fermentare e quindi torrefatto, di uso più comune tra gli occidentali; tè verde, nel quale l’imbrunimento è stato impedito mediante un rapido riscaldamento, usato soprattutto in Asia. c. La bevanda aromatica preparata per infusione delle foglie del tè.

 

Da dove arriva quindi questa parola?

 

Per capirlo, dobbiamo andare a indagare nella storia: il tè ha origini cinesi, e le prime attestazioni certe di consumo del tè in Cina risalgono al III secolo. 

Probabilmente, questa bevanda venne portata in Europa dai portoghesi, ma la prima importazione ufficialmente documentata avvenne a opera della Compagnia delle Indie Orientali all’inizio del 1600.

 

Il suo consumo esplose dapprima in Francia e nei Paesi Bassi, poi in Gran Bretagna e infine in tutti gli altri Stati, arrivando in Italia verso la metà del 1800… 

la parola di riferimento per indicarlo deriva quindi dal francese thé (che a sua volta derivava dal cinese ).

 

Thé però è una parola francese, che venne adattata in italiano in diverse forme: , the, thè alle quali si aggiunse successivamente tea, ripreso dall’inglese.

 

Ma qual è quella corretta oggi?

 

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“Alice nel Paese delle Meraviglie”, lungometraggio animato Disney, 1951

 

 

TE, TÈ, THE, THÈ O TEA

Partiamo da una prima grande distinzione: te o ?

 

TÈ. 

 

Per indicare la bevanda/la pianta/le foglie essiccate te NON va assolutamente bene: si tratta di un’altra parola!

 

Te e tè sono due parole omofone: si pronunciano allo stesso modo, ma indicano due cose diverse.

 

  • : bevanda
  • TE: pronome tonico singolare maschile e femminile, utilizzato come complemento diretto o indiretto. Essendo una forma tonica, si usa per dare risalto al pronome, in questo caso la seconda persona singolare “tu”. (Abbiamo parlato della differenza tra te e tu in questo articolo: CLICCA QUI per rileggerlo.)

 

Perciò, il primo dubbio è sciolto: la forma corretta in italiano per scrivere è appunto

.

 

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Alisa Anton on Unsplash

 

Ma allora… da dove arrivano tutte le varianti? Sono tutte errate?

 

THE/THÈ: queste varianti derivano direttamente dalla grafia francese thé; sono due tentativi di italianizzazione. Sono considerate varianti accettabili, anche se meno comuni.

 

I principali dizionari riportano in merito:

  • Treccani: «(meno com. the o thè
  • De Mauro: «s.m.inv. dal cin. dial. t’e, cfr. fr. thé»
  • Sabatini Coletti: «meno freq. the s.m. inv.»

 

E l’Accademia della Crusca: «indica la bevanda (ed è preferibile a the e thè).»

 

 

THÉ: è la grafia francese non adattata, pertanto è meglio non usarla.

 

 

TEA: questa è la grafia inglese, ripresa pari pari da quella lingua. Sarebbe strano infilare in un testo scritto in italiano una parola inglese, soprattutto quando l’equivalente italiano esiste ed è diffuso e usato stabilmente da anni, pertanto è altamente sconsigliata.

 

Nota interessante: in inglese, the non indica affatto la bevanda, in quanto si tratta dell’articolo determinativo generico. Quindi, che non ti passi mai per la testa di scrivere qualcosa come “English the” perché sarebbe un bruttissimo erroraccio!

 

Perciò…

Senza dubbio, la forma migliore e da preferire è la grafia italiana tè!

 

 

ERRORI DA NON FARE

Forme che sono e saranno sempre ERRATE sono:

 

  • te (che abbiamo visto essere un pronome)

 

  • : l’accento acuto NON è corretto in questo caso, il suono non è quello.

 

  • the’: per carità divina, l’apostrofo non è un accento!

 

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Thought Catalog on Unsplash

 

 

 

QUINDI…

Ricapitolando quel che abbiamo visto oggi:

 

  • TÈ: grafia corretta e preferibile
  • THE E THÈ: varianti meno preferibili ma non errate
  • THÉ: nome francese
  • TEA: nome inglese

 

In caso di dubbio, il vocabolario è sempre a tua disposizione!

 

Ora tocca a te!

 

Questo è il momento di metterti in gioco e di prendere in mano il destino dei testi per la comunicazione online della tua azienda: vuoi che siano superficiali, banali e sciatti… o che si trasformino in magneti attira-clienti grazie al loro essere interessanti, curati e corretti?

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E per scoprire altri errori da NON fare…

… ci vediamo lunedì prossimo!

 

La Penna Rossa

 

BIBLIOGRAFIA

BARATTER P., Il punto e virgola. Storia e usi di un segno, Carocci, Roma 2018.

BECCARIA G.L., Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi, Torino 2004.

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CANNAVACCIUOLO A., Manuale di copywriting e scrittura per il web, Hoepli, Milano 2019.

CERRUTI M., CINI M., Introduzione elementare alla scrittura accademica, Laterza, Roma-Bari 2010.

D’ACHILLE P., L’italiano contemporaneo, Il Mulino, Bologna 2006.

DEL BONO G., La bibliografia, Carocci, Roma 2000.

DELLA VALLE V., PATOTA G., Piuttosto che: cose da non dire, cose da non fare, Sperling&Kupfer, Milano 2013.

FANCIULLO F., Introduzione alla linguistica storica, Il Mulino, Bologna 2007.

EDIGEO (a cura di), Manuale di redazione, Editrice Bibliografica, Milano 2013.

GHENO, V., Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi), Franco Cesati Editore, Firenze 2016.

GIUNTA, C., Come non scrivere, Utet, Milano 2018.

MARTINUCCI A., Guida alla bibliografia internazionale, Editrice Bibliografica, Milano 1994.

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MORTARA GARAVELLI B., Prontuario di punteggiatura, Laterza, Bari-Roma 2020.

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SCALA F., SCHIANNINI D. (a cura di), Piccolo manuale di editing, Modern Publishing House, Milano 2009.

SERIANNI L., Italiano, Garzanti, Torino 2000.

 

SITOGRAFIA

Accademia della Crusca – accademiadellacrusca.it

Campagna a sostegno dell’uso corretto di Piuttosto che – piuttostoche.com

Treccani online – treccani.it

Zanichelli online – dizionaripiu.zanichelli.it

Matilde Paoli (redazione Consulenza linguistica dell’Accademia della Crusca), Cioccolata o cioccolato?, sito dell’Accademia della Crusca, 13 febbraio 2009
https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/cioccolata-o-cioccolato/212

 

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