Anatomia di un’automazione – parte 2

Ciao e bentornata/o sulla rubrica del Fabbro, L’articolo di oggi è la seconda parte di un argomento più ampio. Puoi fare click qui per leggere la prima parte ora. La scorsa settimana ti ho descritto quali sono le 3 fasi di ogni automazione: condizione di avvio, svolgimento e fine. Ora che hai compreso le basi delle automazioni è giunto il momento di arricchire le tue conoscenze in materia. Oggi andrò infatti ad approfondire la più complessa delle 3 fasi, nonché il cuore di ogni automazione: lo svolgimento. Tra le funzioni più comuni di questa fase troviamo sicuramente l’invio di una o più mail (o “sequenza mail”) ma, come vedremo, le possibilità sono molte di più. Com sempre, ti renderò tutto più semplice utilizzando degli esempi e una terminologia basilare, perciò non spaventarti: questo articolo è alla portata di qualsiasi imprenditore. Sappi però che, se non hai letto la prima parte introduttiva, questa guida ti risulterà incomprensibile. Se invece l’hai fatto, sappi che grazie alla guida di oggi sarai in grado di rendere più sofisticate le tue automazioni con l’utilizzo di alcune funzioni delle quali non potrai più fare a meno! Adesso basta perdersi in chiacchiere: afferra una tazza del tuo caffè preferito e cominciamo! Lo svolgimento di un’automazione Quando il trigger di un’automazione è soddisfatto, quest’ultima si attiva ed esegue lo svolgimento (fase 2). Di solito le prime automazioni che crea chi è alle prime armi sono piuttosto simili: invio di una mail; timer di attesa X ore; invio di una mail; timer di attesa X ore; invio di una mail e così via, in base al numero di mail nella sequenza. Va benissimo, non c’è nulla di male ad iniziare così, però ti renderai conto presto di quanto possa essere semplice perdere traccia di quello che sta succedendo e di non capire se l’automazione sta funzionando oppure no. Quello che sei costretto a fare quando realizzi delle automazioni di questo tipo è entrare costantemente in Active Campaign per capire se i contatti si stanno iscrivendo al tuo form, se stanno aprendo le tue mail e se stanno acquistando i prodotti/servizi proposti. Possibile non ci sia un modo migliore? E invece esiste. Anzi, ne esistono tanti, ma andiamo per gradi. Gestione delle notifiche all’interno di un’automazione C’è una prima operazione basilare che devi effettuare per assicurarti che l’automazione funzioni senza dover entrare ogni due secondi in Active Campaign. Devi inserire un passaggio tra la condizione di avvio e la prima email da inviare ai contatti. Questo passaggio si chiama “Notifica”. Se su Active Campaign fai click su “+” per aggiungere un passaggio all’automazione e poi su “opzioni di invio” troverai la voce “Invia un’email di notifica”. Questa funzione ti permetterà di ricevere una mail da Active Campaign ogniqualvolta un contatto farà il suo ingresso all’interno dell’automazione, cioè dopo aver fatto scattare il trigger di avvio. In questo modo sarai certo che l’automazione sta funzionando e riuscirai anche a farti un’idea basilare di come sta performando. Mi spiego meglio: se dopo 3 giorni che hai attivato l’automazione non hai ricevuto neanche una notifica via mail, le cose sono 2: l’automazione non funziona; il metodo che stai utilizzando per fare in modo che i contatti compilino il tuo form non è efficace (d’altronde se non l’ha compilato nessuno…). Active Campaign ti permette di inviare una notifica mail a 5 indirizzi diversi, perciò puoi decidere di avvertire anche i tuoi collaboratori/dipendenti. Ma questo non è l’unico motivo per cui dovresti utilizzare le notifiche. Facciamo finta tu abbia creato un modulo per richiedere un contatto telefonico da parte della tua azienda. La persona compila il modulo e gli invii in automatico la mail: “Grazie per aver compilato il modulo con i tuoi dati. Ti ricontatteremo telefonicamente appena possibile”. A questo punto tu o qualcun altro all’interno della tua azienda avete bisogno di ricevere una notifica mail per poter richiamare la persona. Come agite? Entrate all’interno di Active Campaign ogni 10 minuti e controllate le date per capire quale persona chiamare prima? No, imposti una notifica, così puoi richiamarlo subito! Sai che puoi ricevere i dati delle persone che compilano i tuoi form direttamente all’interno della notifica mail? In questo modo non dovrai neanche accedere per forza ad Active Campaign! Ti basta spuntare l’opzione: (screenshot) Ma la cosa ancor più sconvolgente è che puoi addirittura impostare “oggetto” e “corpo del testo” della mail di notifica. Nella mail di notifica puoi infatti scrivere cose tipo: “oggetto” -> nuovo contatto acquisito; “corpo del testo” -> un utente ha appena compilato il modulo X. Questa funzione ci servirà per effettuare una combo devastante di cui sto per parlarti, ma prima afferra un’altra tazza del tuo caffè preferito se puoi! Come esportare tutti i contatti di un’automazione su un file Excel Sì, lo so, il titolo è un mega-spoilerone, ma se non lo metto Google si arrabbia. Come avrai capito è possibile esportare tutti i contatti che entrano in un’automazione su un file Excel. Per essere più precisi, su un Foglio Google (che è un file di calcolo a tutti gli effetti, come i file Excel). Hai mai utilizzato Google Fogli? Se hai un account Google, di conseguenza hai l’accesso a Google Drive. All’interno di Google Drive, tra le altre cose, puoi creare dei fogli Google. OFF TOPIC: se non capisci cosa sto dicendo fammelo sapere nei commenti e ti prometto che scriverò un articolo dettagliato sulla questione. Spiegarti qui cos’è Google Drive e cosa sono i fogli Google mi è impossibile. Torniamo a noi. A questo punto forse ti starai chiedendo: “Per esportare i contatti su Google Drive mi basta fare click sulla voce Esporta dalla lista Active Campaign, giusto? E capirai, la scoperta dell’acqua calda!” Ok, ma se ti dicessi che puoi farlo fare ad Active Campaign automaticamente? La musica cambia, no? Quanto sarebbe bello leggere i dati dei tuoi contatti su un file Excel con solo le colonne che ti interessano senza sorbirti per forza 10 schermate di Active Campaign e una sfilza di dati
Come creare il pubblico perfetto!

Eccoci qua nella rubrica dell’arciere! Preciso come una freccia, anche oggi esploreremo la foresta oscura dei social e affileremo la tua comunicazione per fare sempre centro e portare fiumi di clienti nella tua impresa! Qualche settimana fa abbiamo parlato dei diversi tipi di pubblico che puoi usare per le sponsorizzate della tua azienda. Un argomento importante che può generare confusione: qual è il pubblico giusto da usare in ogni situazione? Come usarli nel modo corretto per ogni tipo di comunicazione? Per rispondere a questa domanda, oggi ho deciso di esplorare la differenza tra i diversi pubblici di Facebook, per capire come usare sempre il pubblico giusto al momento giusto! Prima di cominciare, ti invito a recuperare QUI l’articolo che ho scritto in precedenza sui tipi di pubblico, perché sarà fondamentale per capire quello di cui parliamo oggi. Bene, ora che hai recuperato l’articolo… è il momento di scoprire le differenze tra i vari tipi di pubblico! Partiamo dalla distinzione principale: il pubblico salvato e personalizzato lo realizzi tu. Il pubblico Look-alike (o LaL per gli amici) lo realizza direttamente Facebook tramite i suoi strumenti. Questo significa che non puoi creare un pubblico LaL se non hai almeno un pubblico precedente salvato nei tuoi archivi. E di conseguenza, non potrai mai partire con il tuo lavoro sulle sponsorizzate concentrandoti su questo tipo di pubblico: prima dovrai per forza concentrarti sugli altri due! Quindi, ora entriamo nei dettagli della differenza tra pubblico personalizzato e salvato. Non è un caso che li abbia messi in quest’ordine, perché il secondo può inglobare il primo, ma non viceversa. La differenza principale tra questi due tipi di pubblico infatti è la modalità di creazione. Il pubblico personalizzato si crea tramite le origini di Facebook, non c’è altro modo. Non posso crearlo a caso o tramite altre impostazioni. È più generico, e serve a colpire un numero maggiore di persone. Il pubblico salvato invece è molto più preciso, e quindi colpisce un numero minore di persone, ma con maggior attenzione. Per usare una metafora possiamo dire che il pubblico personalizzato è un’arma gigantesca, mentre il pubblico salvato è il cecchino professionista. Con il pubblico salvato inoltre hai un vantaggio, perché puoi indirizzare il pubblico personalizzato verso il vero obiettivo della tua campagna, e in un secondo momento grazie al pubblico salvato potrai creare un pubblico LaL molto più accurato, avendo la certezza di parlare a un numero più alto di Clienti su Misura. Ma forse in questo modo ti sembra un discorso estremamente generico. Perciò… andiamo con un esempio più pratico! Sei una scuola di inglese che lavora in provincia di Bologna. Hai una pagina Facebook, hai un tuo CRM ben avviato con alcuni contatti all’interno e hai questa attività da tempo, perciò sai che tipo di clienti portano fatturato nella tua azienda. A un certo punto decidi di portare l’attività al livello successivo, e di iniziare a creare inserzioni per pubblicizzare la tua azienda, creando un pixel per tenere sotto controllo i tuoi contatti. Negli anni, hai analizzato la tua clientela, e sai che i tuoi Clienti su Misura sono principalmente maschi dai 20 ai 25 anni e donne dai 34 ai 42 anni. Dato che hai un CRM, possiedi anche la maggior parte delle loro email, quindi volendo potresti creare un pubblico personalizzato usando come origine la fonte “elenco di clienti”. Se hai difficoltà a trovare questa voce, non ti preoccupare! Ti basterà cliccare sulla sezione “pubblico”. Una volta che sarai entrato in questa sezione, clicca il tasto blu “Crea Pubblico” e poi sulla voce “Pubblico Personalizzato”, per poi infine cliccare sull’apposita voce “Elenco di clienti”! Adesso, a seconda del CRM che hai in uso, ti consiglio di scaricare il tuo elenco dei clienti (email/nome/cognome/numero di cellulare) in .csv (è un’impostazione che hanno tutti i CRM) e successivamente, ricaricare in questa schermata il tuo file, per avere tutti i dati più importanti sotto controllo. Quest’elenco non sarà ultrapopolato, quindi sarà necessario procedere a creare un pubblico LaL per riuscire ad intercettare più persone simili al tuo target. Dopo averlo creato, ci saranno uno sproposito di persone pronte a vedere la tua sponsorizzata. Magari ti sembra una cosa buona… ma in realtà è esattamente il contrario! Rischi di buttare il tuo budget, e di non riuscire ad aumentare il tuo numero di clienti. Fortunatamente, hai la soluzione a portata di mano: invece di lavorare solo con il pubblico LaL, potrai collegarlo a un pubblico salvato! In altre parole, non lavorerai con la tua vera lista clienti, ma creerai un pubblico salvato costruito su misura, scegliendo tutte le impostazioni che ritieni più importanti per il tuo pubblico su misura. Per esempio, puoi dividere il pubblico personalizzato per il genere degli utenti, creare sponsorizzate ad hoc per donne con figli che vogliono fare attività in lingua con i loro bambini, oppure corsi per studenti universitari che hanno bisogno di prendere una certificazione in lingua. Lavorare con il pubblico salvato ti permetterà di investire nel modo migliore il tuo budget, e in questo modo ottenere il massimo risultato da ogni sponsorizzata. Il tuo CRM in questo modo diventerà una vera e propria miniera di diamanti, perché ti aiuterà a costruire sponsorizzate potentissime, in grado di trasformare in poco tempo qualsiasi pubblico freddo in un cliente caldo e pronto a comprare da te! Ma capire come attirare Clienti su Misura nella tua azienda non è facile, e il rischio di avere una comunicazione poco affilata è sempre dietro l’angolo. Fortunatamente… il Sarto ha la soluzione giusta per te! Nel suo secondo libro, Comunicazione su Misura – La strategia digitale che porta la tua azienda al successo, troverai tutto il necessario per costruire la base della perfetta strategia attira clienti, per far lievitare il tuo fatturato e lavorare sempre e solo con i clienti migliori per la tua impresa. Per acquistare la tua copia (e avere accesso a tutti i bonus inclusi con il tuo acquisto) non devi fare altro che CLICCARE QUI! Se
Trasforma le tue parole in soldi 29 – A che serve la Scrittura Persuasiva?

Oggi sento il bisogno di fare chiarezza. Perché mi rendo conto che c’è una questione “didattica” attorno alla Scrittura Persuasiva che può creare problemi sia a chi sta imparando a scrivere per vendere per la propria azienda, ma anche a chi sta pensando di ACQUISTARE testi da uno scrittore professionista. (e anche a chi sta studiando Scrittura Persuasiva per VENDERE i propri testi ad altre aziende!) Perché, vedi, per agevolare l’insegnamento, la didattica, la Scrittura Persuasiva viene presentata come una tecnica a sé stante, un semplice strumento da utilizzare per vendere. E nulla più. Un po’ come se la Scrittura Persuasiva fosse semplicemente “lo schermo” su cui proietti, in parole scritte, la tua azienda, il tuo prodotto o servizio, il tuo valore. Come se la Scrittura Persuasiva fosse lo strumento magico per vendere qualunque cosa, a chiunque, in qualunque momento. Le cose, invece, non stanno affatto così. E oggi, in questo articolo, farò una cosa difficile: cercherò di mostrarti come la Scrittura Persuasiva e le sue tecniche debbano “insinuarsi” nella tua azienda. Non solo come supporto alla vendita o alla strategia digitale, ma come MOTORE della tua attività e dei tuoi progetti di successo. Quindi ti chiedo di prestare la massima attenzione e, stavolta, mettere via carta e penna: facciamo un po’ di teoria! Se dovessi dare una definizione della Scrittura Persuasiva direi: “quell’insieme di tecniche che si utilizzano affinché un testo scritto porti il lettore ad acquistare un prodotto o servizio”. E non sarei minimamente contento della definizione! Allora, spremendomi le meningi, direi: “quell’insieme di tecniche che si utilizzano per stimolare le persone a leggere un testo e spingerle a compiere un’azione” E anche questa volta non sarei soddisfatto! Anche se entrambe le definizioni sono corrette, nessuna rappresenta il concetto di Scrittura Persuasiva inserito in una strategia, in un progetto di business. Come vedi, sono definizioni che trattano questo strumento, appunto, come uno strumento che si limita a lavorare sui testi. Ed è qui che, allora, mi viene in mente quella che vorrei fosse la definizione ufficiale, quella che vorrei trovare sui libri: “La Scrittura Persuasiva è il linguaggio-macchina della Comunicazione” Ecco. Questa la adoro. Solo che se la scrivo così, so di per certo che la maggior parte dei lettore non coglierà al 100% il senso delle mie parole. Ecco perché scrivo questo articolo oggi: sono certo che tu, rispetto alla media delle persone, sia molto più interessato a comprendere cosa sia e a cosa ti serva davvero conoscere la Scrittura Persuasiva! Cosa intendo per linguaggio-macchina della Comunicazione? Per spiegare questo concetto occorre fare una riflessione su cosa significhi, oggi e in Italia, fare impresa. Noi siamo la nazione delle micro, piccole e medie imprese. La nostra economia si basa quasi completamente su questo tessuto imprenditoriale. E abbiamo una vastissima percentuale di imprese familiari: moltissime di queste vengono tramandate, a volte da generazioni, di padre in figlio. Non sto dicendo che non nascano aziende nuove! Ma segui il mio ragionamento, vedrai che ti porterà a capire perfettamente cosa intendo con la mia definizione. Quando un’azienda passa da padre a figlio “dovrebbe” modernizzarsi. In un qualche modo, ci si aspetta che le nuove generazioni migliorino il lavoro fatto dalle precedenti. Tuttavia, questo accade in una percentuale irrisoria dei casi. La maggior parte delle volte, chi eredita un’azienda lo fa senza il pensiero di cambiarla, ma semplicemente con l’idea di “portare avanti l’attività di famiglia”. Senza cambiare una virgola. Teniamo buono questo punto: la maggior parte delle aziende sono familiari e tendono a non cambiare nel tempo. Andiamo avanti. E le aziende che aprono ora (o hanno aperto da poco, senza una storia familiare dietro)? Purtroppo anche qui, il più delle volte le cose vengono fatte “come si faceva una volta”. Il motivo è presto detto: la cultura sul fare impresa in Italia è così scarsa che ognuno non fa altro che riproporre modelli già visti, perché sono gli unici che conosce. Il quadro che emerge è disarmante: vecchie e nuove aziende che, seppur volenterose di crescere e prosperare, ripropongono modalità di lavoro antiche, non più efficienti, e si chiedono come sia possibile che il proprio business si sia andato ad arenare, senza dare segni di crescita (e, anzi, quasi sempre perdendo fatturato anno dopo anno). Come comprenderai, ho personalmente una grande esperienza proprio su questo tipo di aziende. Questo perché – fortunatamente – alcuni imprenditori e alcune imprenditrici si “svegliano” dal torpore e si rendono conto che le cose così non potranno che andare male, malissimo. Quando vengo contattato per una consulenza mi trovo quasi sempre di fronte a situazioni del genere: persone illuminate, che hanno compreso che è ora di cambiare le carte in tavola e darsi da fare! Tuttavia… C’è sempre un grande ostacolo da superare: tutti si aspettano che la Comunicazione e la Scrittura Persuasiva siano tutto ciò che serve per far decollare il fatturato dell’azienda! Purtroppo la realtà è ben diversa. E qui viene, probabilmente, la parte più difficile di qualunque Consulenza. Prova ad immaginarti la scena: dopo una lunga intervista, una ricerca ossessiva fatta dal Laboratorio dei Sarti del Web, una quantità importante di materiale raccolto dal mio cliente… Quello che devo fare è dire al cliente cosa deve cambiare DELLA SUA AZIENDA, non semplicemente della sua Comunicazione. Mi rendo conto che è un discorso contorto. Ma tra poco sarà tutto più chiaro. Ti porto un esempio per capirci, sarò generico così da darti lo spazio per immaginarti in questa situazione: Azienda X, con una bella storia alle spalle, un bel prodotto, un bel rapporto con i clienti, che però ultimamente vede il fatturato calare e i clienti allontanarsi. Il titolare mi chiede di migliorare la Comunicazione e di usare la Scrittura Persuasiva per incrementare il fatturato. Svolgo con il cliente e con la mia squadra una ricerca approfondita. Raccolgo materiali, dati, scavo come uno speleologo nell’azienda che ho di fronte. In ogni sua caratteristica. Porto al cliente un’idea molto precisa di cosa bisogna fare. Il
La realtà non esiste!

È una bella serata estiva, e sei a cena con una tavolata di amici. Va tutto bene, la serata è piacevole, e come è normale che sia improvvisamente nasce un dibattito: meglio posto fisso, o meglio lavorare come libero professionista? La discussione si accende, e la tavolata si divide in modo netto. Da una parte ci sono quelli che la pensano come te: usano i fatti per supportare la vostra idea, e il loro modo di pensare ti sembra perfettamente logico. Insomma, sono quelli che sanno come stanno le cose. Ma dall’altra parte… quelli che non hanno capito nulla, e che continuano a vedere la realtà in modo completamente sbagliato! Tutto quello che dicono per te non ha senso, e anche se provano a convincerti sei certo che non abbiano ragione. Non è la prima volta che ti succede una cosa del genere. La stessa situazione è quella che in cui ti trovi quando sei davanti a un potenziale cliente, indeciso se comprare da te oppure no. Anche in questo caso, per te i fatti sono evidenti: il tuo prodotto è esattamente la soluzione giusta per risolvere il suo problema! Ma nonostante questo, molto spesso la persona con cui stai parlando esce dalla porta della tua attività a mani vuote. E in entrambi i casi mentre torni a casa, puoi fare a meno di domandarti: “ma perché gli altri sono così ciechi? Non vedono che la realtà è questa?” La risposta alla tua domanda… è no. Non la vedono. Ma lascia che ti dia una notizia sconvolgente: neanche tu! La verità è che quella che noi chiamiamo realtà è una semplice interpretazione del mondo che ti circonda. E nel prendere le nostre decisioni, sfruttiamo un sistema che in inglese viene chiamato modello FIRE, il protagonista dell’articolo di questa settimana! Non sottovalutare nemmeno uno dei tasselli di questo schema. Ogni parte è essenziale per capire come interpretiamo la realtà, e diventa fondamentale per comprendere a fondo il tuo modo di pensare… e quello dei tuoi clienti. Sei pronto? Allora è il momento di scoprire il modello FIRE, e come ognuno di noi vede nel modo diverso lo stesso fatto! Partiamo dalla F, che sta per Fatti. Sono il dato oggettivo, senza opinioni di alcun tipo. Questo è lo strato iniziale, in altre parole la realtà per come è esattamente. Sfortunatamente, nessuno riesce a vedere i Fatti nella loro forma più semplice. Il motivo? Tra di noi e i fatti c’è la seconda lettera: I, ovvero le Interpretazioni. Ognuno di noi vive ogni esperienza in modo diverso, a seconda della sua crescita personale o delle convinzioni con cui è cresciuto. È il motivo per cui alcuni pensano che aprire un’impresa sia una cosa da folli, e altri temono più di qualsiasi altra cosa al mondo il lavoro da dipendente. A questo punto, a seconda delle interpretazioni, ci sono le Reazioni. Questo è il piano in cui iniziano gli scontri e si generano le obiezioni. A seconda dell’interpretazione, uno stesso fatto può essere visto come una cosa positiva o come una cosa negativa. Questo è il motivo per cui i tuoi clienti possono avere due reazioni molto diverse alla stessa cosa. Per esempio, un cliente potrebbe essere molto rassicurato da sapere che hai già venduto molte copie dello stesso prodotto o servizio che vuole acquistare, mentre un altro potrebbe essere deluso perché cerca qualcosa di più esclusivo. Interpretazioni e reazioni sono la nostra guida attraverso il mondo che ci circonda: per questo è fondamentale conoscere a fondo il modo di pensare del tuo cliente, per anticipare il suo comportamento in una particolare situazione. Ma a questo punto… che cosa manca? L’ultima lettera, in inglese Ends, in italiano possiamo tradurre come Obiettivi. In altre parole: dove ci porta la nostra reazione? A seconda degli obiettivi, potresti trovarti davanti un cliente entusiasta, o un cliente indeciso. Allo stesso modo, potresti trovarti a cambiare idea su una cosa, oppure restare saldamente fermo sul tuo punto di vista. Attraverso il modello FIRE e una profonda conoscenza del tuo Cliente su Misura, diventerà sempre più facile capire come le persone intorno a te interpretano la realtà. Maggiore la tua capacità di prevedere le loro reazioni, migliore sarà la tua capacità di rimuovere le loro preoccupazioni, distruggere i loro timori e alimentare le loro speranze. E in questo modo, il loro obiettivo passerà dal non voler cambiare le cose a volere subito il tuo prodotto o servizio nella loro vita. Ma la persona per cui questo modello può portare la più grande differenza… sei proprio tu. Il modello FIRE infatti è l’alleato più prezioso a tua disposizione per costruire un atteggiamento mentale orientato verso il successo. Fino a questo momento, hai pensato di riuscire a vedere la realtà esattamente per quello che è. Ma analizzando il mondo che ti circonda, ti renderai subito conto che le tue convinzioni granitiche sono semplicemente interpretazioni della realtà, nate dalla tua esperienza personale. Magari fino a oggi eri convinto che creare un blog fosse completamente inutile per il successo della tua azienda. Ma la realtà è davvero questa… o le tue convinzioni su questo argomento ti stanno impedendo di fare il passo necessario per iniziare questo nuovo progetto? Ora che sai che la realtà è fatta delle tue Interpretazioni del mondo e le tue Reazioni a quello che ti circonda, modifica gli Obiettivi: non confermare di avere ragione, ma accetta i cambiamenti fondamentali per riuscire a portare la tua azienda al livello successivo, e per raggiungere la vita che meriti! Per conoscere sempre di più su come creare la perfetta mentalità per il successo, non devi fare altro che CLICCARE QUI e iscriverti subito alla nostra newsletter per non perdere neanche uno dei miei articoli! Se invece vuoi scoprire come creare la perfetta strategia di comunicazione digitale per affascinare i tuoi clienti… non devi fare altro che comprare il secondo libro del Sarto! CLICCA QUI per ottenere subito la tua copia di Comunicazione su Misura – La strategia digitale che porta la
Anatomia di un’Automazione – parte 1

Ciao e bentornata/o sulla rubrica del Fabbro, Ho deciso di scrivere l’articolo di oggi per cercare di semplificare un argomento in grado di spaventare anche gli imprenditori più coraggiosi ma che, come poi vedremo, è una bestia facilmente domabile se destrutturata e schematizzata. Mi riferisco all’automazione, uno strumento in grado di far evolvere la tua comunicazione online al livello di sofisticazione che i tempi di oggi richiedono. Molti aziende, grandi e piccole, stanno già utilizzando con successo le automazioni e se non ci credi ho pubblicato un po’ di tempo fa dei dati che puoi andare a consultare facendo click qui. potresti non credere ai tuoi occhi! Le automazioni, infatti, sono fondamentali per ogni tipo di attività. Anche noi Sarti le utilizziamo da anni e con ovvi benefici! Gestire un’attività imprenditoriale di successo senza considerare le automazioni oggi è impossibile e quindi devi comprenderne i meccanismi e le possibilità. Se al momento l’argomento ti appare ostico, don’t panic: giuro che farò il possibile per semplificare tutto al massimo. Visto che nelle scorse settimane ti ho parlato di Active Campaign, il miglior CRM e software di automazioni per gli imprenditori, ti spiegherò qual è la logica delle sue automazioni e perché puoi iniziare ad implementarle con facilità da subito. Prima di iniziare però raccogli tutta la concentrazione che puoi e afferra una tazza del tuo caffè preferito! Come si avvia un’automazione e come si ferma La vita di ogni automazione ha un inizio e una fine. Da ciò ne consegue che ogni automazione ha una “condizione di inizio” e una “condizione di fine”, che si tratti di una semplicissima sequenza di due o più mail o di un funnel più avanzato. Naturalmente sei tu a decidere come avviare l’automazione e come terminarla. Per meglio chiarire questo concetto, ti mostro vari esempi di come può iniziare un’automazione: un utente si iscrive alla newsletter della tua attività; un utente ti scrive un messaggio su un modulo del tuo sito; un utente acquista un prodotto specifico sul tuo e-commerce. Questi 3 sono esempi di avvii “automatici”. Per farla breve, una volta realizzata l’automazione, questa si avvierà automaticamente quando accadrà uno dei 3 eventi mostrati nell’elenco sopra. Vuoi creare un’automazione che invii una mail di ringraziamento quando un utente ti scrive un messaggio sul modulo del sito? Tipo: “Grazie per averci contattati. Un membro del nostro staff ti risponderà non appena possibile.” Molto bene. Si tratta del tipo di automazione più semplice che esiste. In questo caso dovrai soltanto scegliere la giusta condizione di avvio e includere l’invio di una mail di ringraziamento nell’automazione. E la condizione per terminarla? In questo caso è implicita: l’automazione termina quando l’utente riceve la tua mail di ringraziamento. Prendiamo invece in oggetto la condizione di avvio “un utente acquista un prodotto specifico sul tuo e-commerce”. Qui puoi creare un’automazione per spingere l’acquirente ad effettuare l’acquisto di un altro prodotto ancora, tipo: “Ciao, dato che hai acquistato questo prodotto, pensiamo potresti trovare utile anche quest’altro e abbiamo deciso di offrirtelo con uno sconto del 20%”. Nota bene: sono soltanto esempi e non dovresti mai scrivere le mail con queste esatte parole. Se hai bisogno di affinare la tua scrittura per comunicare al meglio consulta la rubrica del Modellista. Lui è l’esperto assoluto in materia! Torniamo all’automazione. Non è detto che ti basti una sola email per convincere l’utente ad effettuare un secondo acquisto, perciò in questo caso dovresti utilizzarne più di una. Quello che devi fare è inserire una “sequenza di più email” all’interno dell’automazione. Facciamo finta tu decida di inserirne 3, ognuna a distanza di 48 ore dalla precedente (questa operazione è semplicissima da configurare all’interno di Active Campaign e te la mostro all’interno del videocorso Automazione su Misura). A questo punto, così come nell’esempio di automazione precedente, il termine dell’automazione sarà implicito e, apparentemente, da parte tua non ci sarà bisogno di specificarlo: l’automazione terminerà non appena l’utente avrà ricevuto la mail finale della sequenza. Fai attenzione però, ho scritto “apparentemente” per un motivo: in realtà dovrai necessariamente impostare anche un’altra condizione per terminare l’automazione. Quale? Dovrai fare in modo che l’automazione termini anche se l’utente effettua l’acquisto dopo aver ricevuto la prima o la seconda email della sequenza. Per chiarirti meglio quest’ultimo concetto ti faccio un esempio: io, Il Fabbro, acquisto un prodotto sul tuo e-commerce; la tua automazione si avvia e ricevo una mail che mi chiede di acquistare un altro prodotto; la tua mail mi ha convinto, perciò effettuo un secondo acquisto sul tuo e-commerce; 48 ore dopo ricevo una tua mail che mi chiede nuovamente di acquistare lo stesso prodotto che ho acquistato due giorni prima; 48 ore dopo ancora ricevo un’altra tua email che mi chiede di nuovo di acquistare lo stesso prodotto che ho già acquistato 4 giorni prima. Adesso avrai capito che così non va bene e all’interno di un’automazione di questo tipo deve essere specificata per forza una condizione per terminarla. Ti riassumo tutto lo schema dell’automazione: condizione di avvio (acquisto di un prodotto specifico sull’e-commerce); svolgimento (invio della sequenza email); fine (l’utente ha acquistato il secondo prodotto oppure l’utente ha ricevuto tutte e 3 le mail ma non ha effettuato l’acquisto del secondo prodotto). Ecco: ogni automazione (semplice o complessa che sia) si sviluppa in queste 3 fasi. Non esistono automazioni infinite a meno che non siano programmate male. Ad un certo punto, così come comincia, dovrà pur finire! Ho scritto “a meno che non siano programmate male” perché, teoricamente, esiste il modo di creare un’automazione infinita, ma non avrebbe senso. Invieresti automaticamente un’infinità di mail finché l’utente non si incazza e ti blocca dalla sua casella di posta elettronica: a quel punto game over, non potrai più comunicargli nulla. Se ogni automazione si sviluppa in sole 3 fasi perché viene percepita come una cosa complicata? Perché la fase di svolgimento (fase 2) può comprendere al suo interno non soltanto una mail o una sequenza di più mail, ma tante altre operazioni. Può, ad esempio, compilare in automatico
I contenuti che ti fanno vendere – Persuadere

Esistono delle parole magiche in grado di ipnotizzare le persone e convincerle a darti i loro soldi? La risposta ovviamente è no, ma possiamo andarci molto vicini utilizzando le 8 leve più potenti della Comunicazione Online! Parliamone assieme… Ciao imprenditore! Ciao Imprenditrice… io sono Enrico Cecchini, responsabile dei Sarti del Web. Il mio lavoro è portare clienti alle attività tramite la gestione delle loro pagine social aziendali grazie al Metodo Comunicazione su Misura! Non sai bene quando è successo ma ormai è chiaro a tutti… PRIMA il cliente comprava praticamente da solo! Ora lo devi CONVINCERE Per molta gente è stato un vero shock ma ormai son passati più di dieci anni! È ora di abbandonare il vecchio modo di fare e capire cosa funziona davvero… Perché ci sono delle Aziende che della crisi se ne fregano e aumentano il loro fatturato vendendo online! Per farti capire quali metodi utilizzano, oggi vediamo una ricerca di Google fatta su più di 310’000 acquisti online! la piattaforma di ricerca numero uno li ha analizzati, soppesati, ed ha estrapolato le 8 leve che hanno convinto quelle persone a comprare! Il mercato si è fatto complicato, farsi pagare il giusto è sempre più difficile… devi assolutamente affrontare la vendita con gli strumenti più efficaci Nell’articolo di oggi capiremo perché il cliente sembra così confuso ed ha bisogno del tuo aiuto per capire cosa acquistare Vedremo il quarto ed ultimo quadrante della tabella dei contenuti per darti tutti gli elementi necessari a trasformare la tua pagina social aziendale in un magnete attira clienti Esamineremo le 8 leve più utili per convincere le persone online partendo da quella meno efficace sino ad arrivare a quella più devastante Perché come diceva Bill Bernbach, “La pubblicità non è una scienza. È persuasione. E la persuasione è un’arte.” Ne ho parlato anche in questo video! I Social sono l’enorme opportunità per tutte le piccole e medie imprese che vogliono lasciare il segno e raggiungere i propri obiettivi Con la Comunicazione Online anche un’azienda che non dispone di enormi capitali può crearsi un canale per attirare clienti ed aumentare costantemente il proprio fatturato! Vai su www.isartidelweb.it/newsletter e iscriviti! Ti invieremo ogni settimana i consigli più utili su come puoi usare il digitale per arrivare là dove hai sempre desiderato essere Detto questo, procediamo con l’articolo di oggi che va a concludere la serie i Contenuti che ti fanno Vendere! È il quarto di una serie indispensabile per capire cosa pubblicare Online per attirare e fidelizzare nuovi clienti al giorno d’oggi! L’ho preparato in maniera che tu possa trovarlo utile anche senza aver letto quelli precedenti ma se non l’hai fatto ti consiglio vivamente di recuperali il prima possibile Per capire al meglio l’argomento di oggi dobbiamo guardare il mercato da una prospettiva differente, dobbiamo entrare nei panni del cliente Immagina una persona che ha un problema e cerca una soluzione… come fanno tutti oggi, sblocca il suo cellulare e cerca online Non trova una proposta, non ne trova due e nemmeno dieci, ne trova a migliaia! Tutte uguali, tutte identiche, tutte che promettono la stessa cosa… Quale potrà mai essere la sua reazione? Come ti senti tu quando ti trovi nella sua situazione? Ovviamente estrema CONFUSIONE! Il potenziale cliente non ha le tue competenze, la tua esperienza o le tue conoscenze quindi questa ricerca per lui è quasi dolorosa Nel momento in cui non sa che pesci pigliare, e ovviamente non vuol passare per scemo, gira automaticamente sull’unica opzione comprensibile per tutti: il prezzo Se due cose mi sembrano uguali, comprerò quella che costa meno E se stai pensando che sia colpa sua, del potenziale cliente, devi ricrederti immediatamente! È colpa tua! I dati lo dimostrano in maniera chiarissima Se andiamo a vedere l’insieme delle ricerche degli utenti italiani dal 2004 ad oggi, la parola “MIGLIORE” viene cercata dalle tre alle quattro volte di più rispetto alla parola “ECONOMICO”! E questo dato ha un unico significato… Le persone vogliono intensamente il prodotto e il servizio migliore per loro, per la loro situazione specifica… e sono disposti a spendere per averlo! Ma se non sono in grado di comprendere cosa fa per loro, questo desiderio verrà frustrato, non può esserci un lieto fine La gente ha bisogno di informazioni e soprattutto ha bisogno di una guida che li conduca per mano sulla strada per comprenderle! E il premio per questa fatica sono i soldi dei loro acquisti ripetuti nel tempo… Come facciamo accadere questa cosa meravigliosa? Pubblicando i giusti contenuti sulla tua pagina social aziendale E soprattutto inserendo l’ingrediente di cui ti sto per parlare! Ora concentriamoci sulla griglia dei contenuti e scopriamo cosa ci riserva il quarto quadrante! Prendi un bel foglio bianco e traccia una riga orizzontale dividendolo a metà. A sinistra di questa riga abbiamo l’Attenzione, a destra abbiamo l’Azione! Ora traccia una nuova riga, questa volta verticale, dividendo sempre il foglio a metà, in alto abbiamo l’Emozione, l’irrazionalità, in basso abbiamo la Logica, il pensiero critico, la razionalità… molto bene, abbiamo suddiviso la nostra tabella degli Argomenti in quattro quadranti… A sinistra avremo i contenuti che attirano l’attenzione del pubblico, che provocano in lui un coinvolgimento, a destra avremo i contenuti che lo spingono al movimento, a compiere l’azione che ci interessa. In alto avremo contenuti che fanno leva sui sentimenti, sulla parte irrazionale delle persone e in basso quelli che fanno leva sul loro ragionamento tramite dati, fatti e argomenti concreti! Come abbiamo già visto nelle puntate precedenti, queste 4 sezioni rispondono a problemi innati di tutte le persone presenti sul pianeta terra, è per questo che la griglia degli argomenti ti garantisce una grande efficacia a prescindere da quale sia il tuo settore, a prescindere da quale sia il prodotto o servizio che offri! Nella
L’inventario delle sponsorizzate – Volume VII

Quale modo migliore di iniziare Aprile… se non leggendo l’articolo dell’Arciere? Come ogni mese, ecco l’inventario delle sponsorizzate più interessanti per la tua strategia di comunicazione! Oggi andremo ad analizzare alcune tra le inserzioni che mi sono passate sotto mano… o meglio, sotto schermo! Le protagoniste di questo articolo hanno tutte una caratteristica in comune: sono poco potenti. Errori di targetizzazione, immagini sbagliate, testi poco accattivanti: sono davvero molte le cose che possono trasformare una sponsorizzata potente in un testo inutile, che ti fa solo bruciare il budget da investire sui social. Quindi mi raccomando: leggi con attenzione per scoprire gli errori da evitare per rendere la tua Comunicazione su Misura affilata e irresistibile, in grado di conquistare clienti e portare fatturato nella tua azienda! Sei pronto? Allora procediamo con la prima sponsorizzata! La sponsorizzata ha dentro un video, narrato dalla voce di Iginio Massari, uno chef famoso apparso più volte sul programma televisivo Masterchef. Basta vedere la primissima immagine e leggere il testo per capire immediatamente quale sia l’obiettivo della sponsorizzata in questione: promuovere lezioni di cucina fatte direttamente da alcuni dei migliori chef in circolazione! A livello di testo e video niente da dire, tutto fatto bene. Aprendo il video ho notato che non c’è la figura di Iginio che si muove, ma solamente una sua immagine fissa. Ma in questo caso non è un problema: il pasticciere è molto conosciuto, e chi è appassionato del settore può riconoscerlo anche solo ascoltandolo. Andiamo a vedere invece il dietro le quinte della sponsorizzata! Il problema principale è uno solo: il target immenso. Il nome tecnico in questo caso è pubblico libero: in altre parole, le persone sono selezionate senza interessi o targetizzazioni specifiche. Semplicemente, la sponsorizzata si rivolge a chiunque sia in Italia e abbia tra i 18 ed i 55 anni. Per quanto l’algoritmo sia intelligente e Masterchef abbia sicuramente aumentato il numero di appassionati di cucina non si tratta del 100% della popolazione, e questo rende la sponsorizzata meno efficace. Forse l’azienda non puntava su dei clienti, ma su chi deve fare un regalo. Mi spiego meglio. Hai un amico appassionato di cucina, che ama cucinare, provare delle combinazioni strane per poi far gioire tutta la tavola? Quasi tutti abbiamo qualcuno così nella nostra vita. E forse la sponsorizzata punta su tutti perché spera di attirare l’attenzione di chi potrebbe fare questo regalo a un suo conoscente. Se così non fosse l’algoritmo ha preso un palo, perché personalmente rischio di far saltare in aria la casa quando mi preparo una piadina, figuriamoci fare qualcosa di più complicato! In sintesi: una strategia che forse ha senso per un’azienda così grande… ma che sicuramente avrebbe ottenuto risultati migliori se fossero stati inseriti più interessi specifici. E che ovviamente devi evitare nella tua attività! E ora via con la seconda sponsorizzata! Poco testo, immagine che colpisce e mano con il pollice in su in basso a destra: questa sponsorizzata vuole far ottenere “mi piace” alla pagina. Il testo in allegato è semplice ma ben fatto: presenta la pagina, e include anche una piccola CTA “segui la mia pagina per vedere altri video”, che è sempre una buona aggiunta per guidare il cliente verso l’azione desiderata. A livello di aspetto, trovo ottima l’idea di metterci la faccia, fondamentale soprattutto per piccole aziende. L’unico problema è la scritta nell’immagine: sarebbe stato meglio inserire un terzo riferimento all’azione che deve fare , come “Clicca Mi Piace e seguici!” o più semplicemente “Clicca per rimanere sempre aggiornato su nuovi video!” Però, in ogni caso, è una scritta che sicuramente non fa danni, quindi non va a rovinare la sponsorizzata! Andiamo ora ad analizzare la targetizzazione. Anche in questo caso, il pubblico selezionato è molto generico. La pagina si rivolge a persone che hanno comunicato in italiano, quindi ha specificato la lingua. Cosa fondamentale, per il tipo di prodotto offerto a chi segue la pagina. Per lo stesso principio, è una buona idea indicare come luogo di residenza del pubblico l’Italia. L’età impostata è dai 18 in su, senza limiti. E come sai, non è mai il massimo: per ottenere un risultato migliore sarebbe importante conoscere l’età media di chi ti segue. Ma l’errore più grave è che anche in questo caso mancano gli interessi. Va bene che con il nuovo aggiornamento e le nuove indicazioni dagli esperti marketing di Facebook (i famosi “poteri forti”) non bisognerebbe inserire più di 6 interessi per pagina… ma io sono dell’idea che selezionare le persone da colpire in base agli interessi resterà sempre una cosa buona e giusta! Ma andiamo oltre, e concludiamo il trittico delle sponsorizzate di questo mese! Devo essere onesto: appena ho visto questa sponsorizzata ci ho messo qualche minuto per riprendermi. Ma facciamoci forza. Domus. Nessuna scritta. Nessuna CTA. Niente di niente. Solo alcuni cartelli che riportano il simbolo della famosa catena di supermercati “LIDL”, e che quindi fanno pensare a tutt’altro tipo di prodotto! Non si capisce a cosa serva, probabilmente l’unica cosa che mi viene in mente è la sponsorizzata sia stata creare per aumentare l’engagement e l’interesse per la pagina. Poi però, andando dietro le quinte, le cose diventano leggermente più chiare. La sponsorizzata è rivolta alle persone che “Hanno mostrato interesse per progettazione”. Sono andato a farmi una ricerchina su Google (perché andare a visitare la pagina lì per lì non mi sembrava il caso) e scopro che Domus è una rivista digitale per appassionati di architettura/design. Quindi, o la conosci e quindi capisci l’immagine e vai sulla pagina, condividi l’immagine e tutto quello che puoi fare per supportare la rivista… oppure come me, fai un bello screen e preghi di non incontrare altre sponsorizzate come queste! Oltre a creare un testo con una CTA, sarebbe stato fondamentale aggiungere altri interessi, invece che puntare su un pubblico ampio di cui probabilmente meno del 10% conosce l’azienda di riferimento! Anche questo mese, hai potuto vedere come pochi step possono rovinare la potenza della tua comunicazione. Ma ricorda che riconoscere