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2022

Duemilaventidue o venti ventidue?

Mode linguistiche e inglesismi

Se ti chiedo in che anno siamo, cosa rispondi?

Nel duemilaventidue…
o nel venti ventidue?

 

Qualche giorno fa ho iniziato a cercare la mia nuova agenda per il 2023: dovevo pianificare una scadenza per aprile e mi sono resa conto che la mia attuale agenda finisce a dicembre.

 

Posso forse vivere senza programmare tutto il programmabile con più anticipo possibile?

 

Ovviamente no!

 

Da brava Penna Rossa, precisione e programmazione sono per me sacre: che sia programmare ogni singolo pasto della settimana prima di andare a fare la spesa o le consegne di progetti, non riuscirei a vivere senza.

 

Ed è stato proprio durante questa ricerca della mia prossima agenda (che ovviamente deve avere delle caratteristiche molto ben precise), che ho trovato qualcosa di interessante:

 

“Scopri la nuova agenda venti ventitré!”

 

Avevi mai letto 2023 scritto in quel modo?

 

La domanda sorge spontanea: da dove deriva…
ma soprattutto, è corretto?

 

Non vorrei mai che tu stessi preparando un meraviglioso evento nella tua azienda per festeggiare il capodanno e ti ritrovassi a scrivere l’anno venturo in modo errato!

 

Perché, ricorda, i testi per la comunicazione online della tua azienda sono il primo biglietto da visita con cui ti presenti ai clienti: se sono pieni di errori, sembrerai un incompetente, e loro andranno da un’altra parte.

(Ecco perché, se ancora non l’hai fatto, ti consiglio di CLICCARE QUI per iscriverti alla newsletter e non perderti neanche un articolo della Penna Rossa.)

 

E ora…

andiamo a scoprire come si scrivono gli anni!

 

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COME SI SCRIVONO GLI ANNI

Spesso abbiamo a che fare con i numeri quando scriviamo e le opzioni sono due: scriverli in cifre, oppure in lettere.

 

Ovviamente, ci sono delle regole: ne abbiamo parlato approfonditamente in QUESTO ARTICOLO.

 

Oggi ci concentriamo soltanto su come si scrivono gli anni!

 

In lettere

  • Decenni e secoli
    Attenzione, perché in questo caso la maiuscola è obbligatoria.

Esempi: I ruggenti anni Venti.
Il Settecento fu un secolo di trasformazioni.

 

  • Date storiche importanti
    Attenzione: anche in questo caso è obbligatoria l’iniziale maiuscola.

Esempi: Il Primo Maggio è la festa dei lavoratori.
Chi non conosce le rivoluzioni del Sessantotto?

 

In cifre

  • Date precise
    Sia giorno che anno vengono scritti in cifre, mentre il mese si scrive in lettere.
    Attenzione: i nomi dei mesi vanno scritti con l’iniziale minuscola!
    Eccezione: il primo giorno del mese di solito si scrive in lettere con il numero ordinale.

Esempi: Sono nata il 10 gennaio 1989.
Il primo gennaio inizia l’anno nuovo.
Questa azienda fu fondata nel 1964.
Il 25 aprile è festa.

 

Attenzione: quando scriviamo in cifre gli anni, non dobbiamo mai inserire il punto come separatore delle migliaia (che si usa solo per i numeri dal 10.000 in poi; quindi, parlando di anni non ne avrai mai bisogno).

 

Numeri romani

Non dimentichiamo i numeri romani, che possiamo usare ancora oggi quando parliamo di secoli.

Esempi: Oggi siamo nel XXI secolo.

 

Stando a ciò che abbiamo appena detto, quando parliamo dell’anno in cui ci troviamo, di norma dovremmo scriverlo in cifre.

 

E allora…

da dove nasce la questione “venti ventidue”?

 

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VENTI VENTIDUE

Abbiamo appena detto che normalmente gli anni vanno scritti in cifre, ma può capitare che tu decida di scriverlo in lettere: magari per creare una grafica accattivante, un volantino, un poster e via dicendo.

 

Ed ecco che 2022 diventa duemilaventidue (con la lettera minuscola, di norma).

 

Ma, se cerchiamo un po’ su Google (o magari ti ricordi dell’episodio!) scopriamo che, durante il festival di Sanremo di quest’anno, Amadeus si è servito della formula “Sanremo venti ventidue” mentre presentava la classifica finale.

 

Allargando le ricerche, scopriamo che è poi stato ripreso dai giornali, che hanno usato grafie come VentiVentidue e venti-ventidue.

 

Ma perché? Da dove deriva questa formula?

 

Le motivazioni sono due:

  • Economia linguistica

Venti ventidue rispetto a duemilaventidue risparmia due sillabe nel parlato e due lettere nello scritto: non molto, in effetti, ma la lingua tende a risparmiare.

  • Calco dall’inglese

La vera e principale ragione però è il calco dell’inglese!

In inglese, infatti, 2022 si legge twenty twenty-two, perché i nomi degli anni vengono spezzati in due blocchi e letti in questa maniera.

 

La diffusione di questo modo di dire inizia a partire dal 2020 (complici anche dei meme diffusi online, come ad esempio twenty twenty too quasi a dire che il 2022 fosse una ripetizione del tremendo 2020, anno iniziale della pandemia).

 

Cercando ancora più a fondo, scopriamo che qualche giornale aveva già usato saltuariamente formule come venti diciassette e venti sedici.

 

Un’altra osservazione interessante è la tendenza a eliminare del tutto le prime due cifre, che non è certo estranea alla nostra lingua (e va sempre nella direzione dell’economizzare).

 

Pensa ad esempio a espressioni come il Sessantotto o il Ventidue (per intendere il 1968 e il 1922); ma di fatto, è ancora troppo presto per poter parlare di Ventidue intendendo solo il 2022 e dimenticandosi del 1922.

 

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QUINDI…

Come è meglio scrivere l’anno in cui ci troviamo?

 

Seguendo la norma, è meglio in cifre.

 

Ma se hai delle ragioni pratiche per doverlo scrivere in lettere (come ad esempio voler preparare una grafica particolare), ti trovi di fronte a entrambe le opzioni: duemilaventidue o venti ventidue.

 

Sicuramente, la prima è più corretta dal punto di vista del nostro sistema linguistico.

 

Perciò, pensa bene al tuo target, al tuo Cliente Su Misura, e chiediti come lo scriverebbe lui: in questo modo, sarai sicuro di scrivere un testo che colpisce dritto il suo obiettivo!

 

Ora tocca a te!

 

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E per scoprire altri errori da NON fare…

… ci vediamo lunedì prossimo!

La Penna Rossa

 

BIBLIOGRAFIA

BARATTER P., Il punto e virgola. Storia e usi di un segno, Carocci, Roma 2018.

BECCARIA G.L., Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi, Torino 2004.

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CANNAVACCIUOLO A., Manuale di copywriting e scrittura per il web, Hoepli, Milano 2019.

CERRUTI M., CINI M., Introduzione elementare alla scrittura accademica, Laterza, Roma-Bari 2010.

D’ACHILLE P., L’italiano contemporaneo, Il Mulino, Bologna 2006.

DEL BONO G., La bibliografia, Carocci, Roma 2000.

DELLA VALLE V., PATOTA G., Piuttosto che: cose da non dire, cose da non fare, Sperling&Kupfer, Milano 2013.

FANCIULLO F., Introduzione alla linguistica storica, Il Mulino, Bologna 2007.

EDIGEO (a cura di), Manuale di redazione, Editrice Bibliografica, Milano 2013.

GHENO, V., Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi), Franco Cesati Editore, Firenze 2016.

GIUNTA, C., Come non scrivere, Utet, Milano 2018.

MARTINUCCI A., Guida alla bibliografia internazionale, Editrice Bibliografica, Milano 1994.

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MORTARA GARAVELLI B., Prontuario di punteggiatura, Laterza, Bari-Roma 2020.

PENSATO R., Manuale di bibliografia, Editrice Bibliografica, Milano 2007.

SCALA F., Piccolo manuale del correttore di bozze, Modern Publishing House, Milano 2011.

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SITOGRAFIA

Accademia della Crusca – accademiadellacrusca.it

Campagna a sostegno dell’uso corretto di Piuttosto che – piuttostoche.com

Treccani online – treccani.it

Zanichelli online – dizionaripiu.zanichelli.it

Setti R., Ancora sul plurale dei nomi uscenti in -co e -go, redazione Consulenze Linguistiche Accademia della Crusca, 7 maggio 2010 (https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/ancora-sul-plurale-dei-nomi-uscenti-in-co-e-go/272)

Coveri L., In che anno siamo? Nel venti ventidue o nel duemilaventidue?, redazione Consulenze Linguistiche Accademia della Crusca, 24 agosto 2022 (https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/plurale-dei-nomi-in-co-e-go/39)

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