Non ho tempo per queste FREGNACCE!

copertina non ho tempo per queste fregnacce

Eh ma io non ho tempo per ste cose. …però l’algoritmo si! Ecco come spendi i soldi per regalare il tuo cliente al tuo concorrente senza nemmeno accorgertene Oggi ti parlo del fatto che non hai tempo. Sei sempre impegnato, il tuo lavoro ti stressa, e poi ci sono i fornitori, e poi la mail del commercialista, e alla fine la famiglia e quindi… come fai a fare tutto? So bene di cosa stiamo parlando: se tu mi avessi conosciuto qualche anno fa ti avrei detto: mi spiace, non ho tempo per queste cose. Credimi, QUALUNQUE cosa mi avresti potuto proporre, io ero FERMAMENTE CONVINTO che non avrei avuto tempo di farla. So che capita spesso (o sempre?) anche a te. E ti capita anche con la Comunicazione. Ora devo spiegarti perché questa cosa è pericolosa per il tuo business, come fare a evitare errori invisibili ma gravissimi e… dove trovare il tempo che credi di non avere! Per farlo ti racconto cosa mi è successo la settimana scorsa e prendo anche in prestito le parole di un grande uomo. Seguimi perché oggi il Sarto è… romantico! Devi sapere che a me piace fare regali. Non solo ai miei gatti, ma anche ad amici e persone importanti. Non lo faccio spesso, ma ogni tanto mi tolgo questa soddisfazione. Ecco quindi che la settimana scorsa ho deciso di fare un bel regalo ad una coppia di amici che festeggiaun traguardo importante. E per farlo sono COSTRETTO ad usare Google. perché costretto? Mica mi spiace eh, io a Google voglio molto bene. Ma è perché so che non appena io digito qualcosa su Google, questo segnalerà a TUTTO IL MONDO che io sono interessato a quella cosa. E da quel momento, per un periodo indefinito, io sarò bersaglio della pubblicità altrui. Anche qui: mica mi da fastidio la pubblicità. Solo che spesso è talmente fatta male che mi prende lo sconforto e se non coccolo i gatti per 15 minuti divento nervoso. Ma torniamo a noi: vado su Google e digito, tremante: fuga romantica con spa e cena. Come immaginerai, ho commesso un errore: non ho scritto DOVE. Riproviamo: fuga romantica con spa e cena toscana. Ecco, molto meglio. Ci sono una MAREA di risultati, la maggior parte non interessanti. Inizio a spulciare. Ne trovo tre potenzialmente validi. E scrivo a tutti e 3 via WA. Avevano una vetrina dove offrivano pacchetti particolari, ma il Sarto è esigente: voglio costruire IO il pacchetto per i miei amici, quindi voglio parlare direttamente con qualcuno. Un maledetto essere umano che ascolti le mie esigenze e faccia il necessario per prendere i miei soldi! Quindi scrivo e… … …aspetto, inutilmente. Aspetto invano una risposta da giorni. Ora… soffermiamoci intanto qui. Tu hai un sito. Sopra hai un numero WA da contattare. Io ti scrivo. Tu non mi rispondi.              Ma io… boh A parte il fatto che meriteresti di essere scuoiato e messo sotto sale per mostrare ai posteri il volto scarnificato dell’ignoranza, ma io mi dico… tu ti rendi conto di QUANTI DANNI ti crei semplicemente NON RISPONDENDO ad un messaggio di un potenziale cliente? Ora mi dirai che non hai tempo per rispondere. Che TRE SU TRE dei siti contattati NON HANNO TEMPO DI RISPONDERMI. Ed io però devo dirti che non è così. Loro hanno il tempo e lo hai anche tu, solo che non lo hanno ancora trovato. Tu, per tua fortuna, lo troverai appena finito di leggere questo articolo. Quindi quei tre non mi rispondono. Io giuro che non me lo aspettavo. Sarà che sono abituato con i clienti dei Sarti che se fanno una cosa del genere il Tutor gli fa una testa così, ma non me lo aspettavo proprio. Tre su tre è un record terrificante. Prova ad immaginare quanto il mio senso di sconforto ci abbia messo a trasformarsi in rabbia… Te lo dico io: il tempo di accedere a Facebook. Perché è così che funziona: se non sei tu a rispondere ai clienti, lo farà… l’algoritmo! Dopo quella ricerca, come ho fatto accesso al mio account Facebook… mi sono trovato INVASO di sponsorizzate di cene, serate, fughe romantiche, spa, saune, terme, spiagge per coppie e chi più ne ha più ne metta. Sembrava San Valentino. SEMBRA TUTTORA SAN VALENTINO maledettissimo algoritmo! E per quanto io fossi arrabbiato… beh, l’algoritmo sa fare il suo lavoro e mi ha portato a guardare una ad una tutte quelle sponsorizzate che mi hanno invaso la vista. Fino a trovare altri posti niente male, con le condizioni che volevo io. Mando 1 messaggio su WA. Risposta immediata. Pacchetto acquistato. Pagamento anticipato. Mi hanno pure “upsellato” la suite mega e una cena da 90 euri, bravi loro! (su questo punto ti faccio una nota in calce all’articolo, perché merita un discorsetto) E quei tre che non mi hanno risposto da giorni? Purtroppo so con certezza che non leggono i miei articoli. Altrimenti non sarei ancora qui ad aspettare. Tu, invece, sei qui. Ora non hai scuse. Anzi, se non vuoi rischiare di scordarti qualche articolo, ti conviene iscriverti subito alla mia newsletter cliccando qui: un articolo ogni giovedì e un video ogni domenica! Ma torniamo a quei tre. Quello che so con certezza è che tutti e tre hanno SPESO SOLDI su Google per farsi notare e poi semplicemente non agendo hanno REGALATO I LORO SOLDI alla concorrenza diretta. Ora magari tu dirai: vabbè si sono persi un cliente, che saranno mai poche centinaia di euro? A parte che se sputi sui soldi abbiamo un grosso problema, ma mettiamo in conto che tu abbia un motivo per farlo. Magari hai l’hotel pieno. I posti al ristorante prenotati. Ti sembra di non aver bisogno di altri clienti. Tuttavia… Non rispondendomi hai fatto una serie di errori enormi che ti elenco subito: Mi hai creato un’esperienza pessima. Lo sai che l’84% dei clienti scontenti ha voglia di raccontarlo in giro? E io sono un cliente scontento. Anche se non ho pagato nulla, mi ricorderò

Facebook, io ti voglio bene… ma ogni tanto devi stare zitto

copertina facebook ti prego stai zitto!

CI SONO CASCATO DI NUOVO! No Facebook… ancora non ci siamo! Sei un ottimo strumento, ma ti prego stai zitto! Hai presente quando vai a quella serata con gli amici, al tavolo c’è gente che conosci mischiata a perfetti sconosciuti, fai due chiacchiere, qualche battuta, poi vedi quella persona e BAM! Forse è la bellezza, forse il fascino, forse il magnetismo dello sguardo… Non puoi resistere. Allora ti avvicini, cerchi un modo per rompere il ghiaccio, vuoi assolutamente farti notare, scambiarci due parole e capire chi è, dove sta, se è possibile uscirci da soli… E a questo punto ti guarda, sorride, ti parla e… DEI DEL CIELO, NO!!! Infila una serie di tempi verbali sbagliati/osservazioni idiote/ha una risata orribile/una cosa qualunque che ti fa scendere la catena a terra… Che tragedia immane! Tutto quel fascino demolito appena ha aperto bocca! Ecco, questo è ciò che succede al Sarto più o meno una volta a settimana, e dall’altra parte c’è Facebook. Bello, performante, pieno di clienti pronti a comprare, denso di opportunità per tutte le aziende! Ma quando apre bocca è davvero una delusione… Eppure ogni volta io ci credo! Te lo assicuro. L’altro giorno ad esempio mi compare questa notifica: Oh dai! che figata, penso fra me e me… magari è qualcosa di utile! Che ingenuo, ci casco ogni volta. Ci clicco, pieno di belle speranze come un pupo che si avvicina all’albero il giorno di Natale… Che BEL REGALO avrà preparato per me Zio Zucky? Finisco su questa pagina Wow! Un piano di marketing personalizzato! Che bbbbbello! Chissà che meravigliosa diavoleria s’è inventato zukkino mio: in fondo ha a disposizione l’algoritmo più potente dell’universo! La frase “Non tutti gli account pubblicitari sono idonei” è più che normale. Non mi ha stupito: i Social sono “monetocratici”, per essere notato da qualcuno in questo mondo devi SPENDERE, e i Sarti per fortuna spendono un bel po’! Seleziono quindi l’account dei Sarti per fare una prova e procedo Mi compare questa domanda: Quale è il mio obiettivo? E sotto compaiono 5 opzioni generiche… Ma intendo GENERICHEche più generiche non si può: lì dentro potrebbero starci vagoni e vagoni di variabili, situazioni differenti, sogni, pretese, domande e chi più ne ha più ne metta! Mi costringo a tornare sul pezzo. Calmati Sarto, magari migliora dopo! …ma già sentivo puzza di bruciato. Seguono una serie di domande ancor più generiche, mi gira la testa, mi sale il sangue agli occhi! Con timido timore clicco sul mouse per scoprire il verdetto e… AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ma cos’è? COSA STRACAZZACCIO È STA COSA?!? Di nuovo Facebook? DI NUOVO?!? Io ti lancio la mia fiducia e tu me la riduci a brandelli così? Io offro a te il mio cuore e tu lo infilzi con una lama rovente? Perché Facebook, perché? Nulla da fare, i cervelloni d’oltreoceano non si smentiscono… Per sicurezza ho rifatto il quiz rispondendo in maniera diversa per vedere quali fossero le altre risposte. Nulla di eccitante. Delle minchiate pazzesche! Ma ti pare che la soluzione sia LA stories? – LA sponsorizzata? – IL post? – IL parolaaccccaso? E imparerò ad usarla con la paginetta scarsa di istruzioni che ho trovato su quel bottone? Ma per cortesia! Ascolta… non sei più negli anni 80 dove bastava aprire un locale per averlo pieno! Ora hai una cosa che si chiama CONCORRENZA SU STRADA, basta fare due passi e si trova qualcuno che ti fa concorrenza. E a quello si è aggiunta la CONCORRENZA ONLINE che riesce ad essere ancora più densa, terrificante ed agguerrita! In questo contesto non basta alzare la mano e urlare “sono qui! Sono qui! Vi prego venite! Vendo cose!” perché è la stessa identica cosa che dicono gli altri! Non serve che ti dica io cosa succederà, vero? È ovvio che Facebook ti dia suggerimenti così: facili, immediati, che sembrano la soluzione rapida ed efficace a qualunque problema. È il suo lavoro: prende i tuoi soldi perché tu credi che una sponsorizzata (o delle stories su Instagram) sia la chiave di svolta della tua attività… e non è colpa tua! La risposta alla domanda come posso usare i Social per far crescere la mia attività? È talmente complessa che se Zucky ti dicesse la verità tu NON GLI DARESTI UN CENTESIMO. Se ti dicesse: caro imprenditore, devi imparare ad usare uno strumento tecnologico avanzato e applicare tecniche complesse facendo numerosi test e investendo denaro in quantità, con una varietà di funzioni e modalità da testare in maniera incrociata per un periodo di tempo lunghissimo, con una articolata strategia a lungo termine… …di la verità, non ci proveresti neanche! È per questo che Facebook te la fa facile: per le sue casse. Ed è per questo che non puoi muoverti in questo mondo senza una strategia precisa: perché se ti muovi a caso, riempi solo le casse di Facebook e non le tue! Tu devi far crescere la tua attività e puoi usare i Social per raggiungere obiettivi che senza non potresti nemmeno sognare. Tuttavia… Non puoi farlo come ti dice Zio Zucky! Devi fare esattamente l’opposto: parola di Sarto. Non devi affidarti ad un’unica semplice soluzione, ma attuare una strategia articolata per raggiungere il tuo Cliente Su Misura e tenerlo legato a te! Devi investire il tuo tempo, il tuo denaro e le tue energie in un progetto di Comunicazione che porti un risultato tangibile: una reale crescita del tuo fatturato! E ricorda… a Facebook interessano i tuoi soldi, farà di tutto affinché tu ne spenda un botto da lui. Ma il ritorno? Vuoi spendere soldi o INVESTIRLI? Buttarli o farli crescere? Quindi prima di tutto: non fidarti di chi ti vuol far credere che esista un modo semplice per ottenere grandi risultati… e clicca qui per iscriverti alla mia NewsLetter e non perderti mai un mio articolo o video: riceverai ogni settimana informazioni utili per non sprecare il tuo tempo e i tuoi investimenti. Oppure puoi scegliere di guardare oltre questi specchietti per le allodole e osservare il mercato e

Perché lavorare così tanto e guadagnare così poco?

copertina ha senso lavorare così tanto?

Un altro triste primato italiano che sarebbe ora di affrontare Nel Laboratorio dei Sarti si lavora tanto e si studia anche di più. Davvero… se non studi, se non persegui con costanza il miglioramento, qui non puoi entrare. Il perché te lo spiego oggi, e sono sicuro al 100% che sarà utile anche alla tua azienda. Come già accennato da qualche parte, lavoro dalle elementari. Nella riviera romagnola era la normalità quando ero piccolo, poche pippe e muovi il culo che la pappa non è gratis e la famiglia tiene l’attività… Era così, davvero! Da allora son passati più di 30 anni e posso dire di aver incontrato dei tori capaci di lavorare ore ed ore di fila senza fare un lamento, con le mani spesse e robuste come pneumatici. Persone dedite al lavoro duro, che tirano avanti la loro azienda a testa bassa senza mai fermarsi, che non staccano mai dal lavoro, neppure quando sono malati. Sono il sangue di questa nazione, a loro va tutta la mia stima …e tutta la mia amarezza! Si, perché i tempi sono cambiati.E questo genere di mentalità non funziona più. Ti porta alla morte della tua azienda! Altro che beati i puri di cuore perché loro sarà il regno dei cieli… qui bisogna cambiare rotta velocemente, prima che sia troppo tardi. Per spiegarmi meglio userò le parole di un articolo dell’espresso di pochi giorni fa: “Come è possibile?” dirai tu… Seguimi nel ragionamento, perché quando ho capito questa cosa anni fa, l’ho fatto pretendo bastonate che non ti auguro. Se puoi, evitale. Allora: I dipendenti lavorano un tot al mese ed in cambio ottengono uno stipendio. Possiamo dividere gli euro in busta paga per le ore lavorate più le tasse ed avremo il costo all’ora. E per chi fa impresa? È la stessa cosa! Tutti noi barattiamo il nostro tempo per denaro, chi con una leva maggiore e chi meno. Chi fa impresa può aggiungere ANCHE il valore dato dai dipendenti, trasformando le loro ore di lavoro in denaro. E fin qui ci siamo, tutto chiaro. Ora viene il tasto dolente. Perché siamo tutti convinti (mi ci metto anche io perché lo ero sino a qualche anno fa) che imparando un mestiere il gioco sia fatto, basta, finita, da ora in poi è una pacchia. Sbagliato! SBAGLIATISSIMO! Il gioco è appena iniziato! Eccoti un grafico per rendere l’idea ancora meglio: Cosa stiamo guardando? Il guadagno per ora lavorata di ogni nazione. Ascoltami perché queste cose mi fanno scappare la pazienza… più guardo questo grafico e più prenderei a morsi la scrivania! Capiscimi: io sono romagnolo e perdere contro francesi e tedeschi mi da un fastidio tale che te lo puoi immaginare solo nei peggiori incubi dopo aver mangiato peperoncino crudo e peperoni. Siamo abituati a pensare che un mestiere si impara copiando qualcun altro. Affianchi il cuoco… diventi cuoco, affianchi il parrucchiere… sei un parrucchiere, fai la gavetta in una azienda ed ecco che sei un professionista… E questo pensiero ci ha condannato ad anni di mortale stagnazione. Ma non te e me, o tuo cugino o il mio amico. TUTTA L’ITALIA! Leggi qua: Assemblea della Banca d’Italia: «L’obiettivo dello sviluppo richiede una crescita dell’efficienza produttiva non diversa da quella degli altri principali Paesi europei». Apertura degli Stati Generali dell’economia: «I ritardi di produttività accumulati non possono essere colmati con le sole politiche monetarie e di bilancio espansive». Accademia dei Lincei: «Una crescita della produttività è nelle nostre capacità ma serve un importante sforzo collettivo». Sono grossi paroloni che stanno a significare “L’Italia è ferma al palo da 20 cazzo di anni!” Sono 20 lunghi anni che la crescita della nostra nazione è prossima allo ZERO! Zero virgola qua, zero virgola là, a volte ADDIRITTURA SCENDE di qualcosa… mentre le altre nazioni crescono di punti percentuale e ci fan mangiare la polvere. E in palio non c’è una coppa, l’onore o cazzate del genere… c’è il sopravvivere o il morire! C’è lo stare bene tuo e della tua famiglia, c’è la prosperità o la rottura della tua azienda! La nostra è una malattia che risiede nelle nostre aziende e nelle nostre teste, la maledetta idea che una volta imparato il mestiere sei a posto! Che una volta appresa la tecnica BASTA LA RIPETIZIONE… Ho sentito persone dire “ho dieci anni di esperienza e…” SBAGLIATO! Hai UN ANNO di esperienza! Gli altri 9 hai semplicemente RIPETUTO IL PRIMO ANNO in un cerchio infinito! Se tanto mi da tanto sto parlando con qualcuno che non si tira indietro di fronte al lavoro, che non si fa problemi a rimanere di più in azienda, a farsi il culo… Lo so che se leggi il mio blog hai le spalle larghe. Lo so perché nessuno regge questi discorsi se non ha voglia di darsi da fare per vivere al meglio delle proprie possibilità. Come dice Brunello Rosa, economista della London School of Economics:«In effetti è un luogo comune dal quale bisogna assolutamente liberarsi quello che gli italiani lavorino meno degli altri. Anzi, l’anno scorso, secondo le statistiche dell’Ocse ogni italiano ha lavorato in media 1723 ore, contro le 1520 di un francese, le 1433 di un olandese (il “Paese frugale”), e addirittura le 1363 di un tedesco». Ma allora cosa succede? E nel frattempo il debito pubblico ci mangia, la corruzione nelle alte e medie sfere ci rende la vita lenta e difficile, qualcuno ci dice che la colpa è di qualcun altro… Ma ora ti alzi, vai allo specchio e ti guardi dritto negli occhi! Lo faccio anche io, insieme a te. Ascolta… non voglio fartene una colpa. Mi trovavo al tuo posto anni fa. Stavo semplicemente lavorando. E POI E poi ho capito, carta e penna alla mano, che potevo ALZARE il guadagno da ogni ora del mio lavoro. Ed ho capito che potevo alzare ANCHE il guadagno per ogni ora di ogni persona che lavorava per me. E continuo a farlo, ogni giorno. Perché? Per dimostrare a me stesso e a chi

Ti piacciono i tuoi clienti? e tu piaci a loro?

Copertina ti piacciono i tuoi clienti?

[estratto di una conversazione segreta in un ufficio molto importante] Ogni tanto penso che vorrei infilarmi di nascosto nell’ufficio di qualche top manager e ascoltare i suoi incontri con il reparto comunicazione della sua azienda. Fantastico di essere lì, dietro una tenda, a cogliere quanto reale sia l’attenzione che viene messa da chi dirige un’azienda enorme sulla Comunicazione. So già che sentirei cose che mi fanno salire talmente tanta rabbia che anche i gatti vanno a nascondersi. Comunque, non potendo facilmente nascondermi dietro una tenda, ho voluto comunque riportarti in questo articolo quello che sono certo sia avvenuto in un caso molto famoso. Oggi uso in fila: – uno spot – una uscita infelice – un veloce dietrofront Uso tutto questo per farti una metafora su quello che succede a te e alla tua azienda. Oggi è proprio uno di quei giorni in cui ti toccherà riflettere… Partiamo dal grande e poi scendiamo al piccolo… Via! LO SPOT Mi è tornato sotto mano questo spot della Barilla. L’avevi mai visto? Un po’ atipico rispetto a quelli a cui siamo abituati     “È pronto”, dice Sophia Loren sul finale, tenendo una pentola piena di pasta al sugo pronta per essere servita. I costumi, i colori e la scenografia richiamano l’America degli anni ’60 ma dell’immagine della donna e della famiglia di quel momento storico non c’è proprio nulla Anzi! Lo spot finisce con una tavolata dove siedono persone di diverso genere, aspetto e orientamento sessuale! Una cena molto diversa a quelle a cui l’azienda di pasta ci aveva abituati negli anni scorsi…ricordi? La famiglia canonica, stucchevole, zuccherosissima che al Sarto ci veniva una carie a Spot! Ma perché questo cambiamento? ‘scolta il Sarto che ti racconta come sono andate le cose… L’USCITA INFELICE È di pochi anni prima uno scivolone di Mister Guido Barilla: Puoi leggere questo articolo qua, ma è un po’ lunghetto quindi te lo riassumo. Intervistato da una radio, il Boss di Barilla se ne esce con questa frase: “Non faremo pubblicità con omosessuali, perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli altri” E si è scatenato il putiferio! Ora… questo è un blog che parla di comunicazione per le aziende, quindi prendiamo questo evento ed analizziamolo dal punto di vista della Comunicazione. In questo articolo non parliamo della questione morale, che comunque è stata gravosa e il pubblico ha picchiato MOLTO FORTE la Barilla. Parliamo di cosa è successo dopo e perché. È successo che la gente si è incazzata perché il Boss Barilla ha preso in giro una minoranza priva di diritti… Ma SOPRATTUTTO è successo questo: Tocktock! Chi è? Boss Barilla, buon salve, qui è l’amministrazione. Ah! E c’è pure il reparto Comunicazione ed i ragazzi della Pubblicità… ha un momento? Possiamo scambiare due parole? Si si va bene, ma sbrigatevi che ho da fare cose serie io! Certo certo… senta Boss, che caos eh? Un bel putiferio Massì, un po’ di caciara, due o tre strilli ma cosa vuoi che sia? Noi siamo la Barilla, non ci ammazza nessuno! Certo, ah ahah… certo… proprio in merito a quello… come dire. Boss, li ha letti i report della Comunicazione? I cosa?!? I report della Comunicazione, gliene inviamo uno ogni giorno, il riassunto ogni settimana ed il totale con gli schemi ogni mese! Ah! Quella roba lì! Massì, certo… dove sono finiti? Eccoli qui, sotto la gamba del tavolo che balla. Quindi? Che volete? Non ditemi che devo leggerli eh? Ah guardi Boss, che non li aveva letti ci era molto chiaro. Altrimenti non avrebbe fatto quella cazzata. Che? Ma cosa sono questi toni? Non vi permettete! No guardi Boss che lei ci paga profumatamente per fare il nostro lavoro NONOSTANTE lei sia un coglione, quindi ora torni a sedere e ci ascolti. Sa chi è il nostro Cliente su Misura? Ma di che diavolo state parlando? Su Misura de che?!? Peggio che andar di notte… IL CLIENTE SU MISURA RAZZA DI VECCHIO RIMBAMBITO! Il cliente perfetto per la Barilla, il cliente che compra la nostra pasta sempre e comunque! Ma che ne so, devo tirare a indovinare? Così su due piedi… ma certo! La famiglia tradizionale! NO RAZZA DI SCIMUNITO TROGLODITA CON L’ARTERIOSCLEROSI! La famiglia tradizionale la trova giusto negli spot che ci ordina di fare! Fra divorzi, separazioni, lutti, adozioni e situazioni varie più del 60% degli italiani è tutt’altro che una famiglia normale! Ah si? Ma che cosa bislacca… e da quando? Da più di trent’anni, e lo saprebbe se si degnasse di leggere i nostri report… in più la Barilla è un prodotto che risiede nella fascia di prezzo medio alta. UN PRODOTTO DI LUSSO per intenderci! E sai che le famiglie in genere VANNO A RISPARMIARE SUL CIBO, razza di petauro dello zucchero deficiente? Devo ammettere che è un insulto talmente articolato che non so come reagire… va bene ragazzi, sono molto confuso, vi chiedo di arrivare al dunque in fretta. C’è rimasto poco da dire. Il compratore omosessuale in genere è single, lavoratore, laureato e specializzato quindi una figura dall’alto salario ed alto spendente. È lui il Cliente su Misura della Barilla… Ah… Ah… AH! IL VELOCE DIETROFRONT Questa è l’immagine su un pacco di pasta Barilla Oggi, a qualche anno di distanza da quell’uscita infelice, l’azienda ha cambiato totalmente volto e modo di comportarsi. Altro che spot soltanto con mamma e papà. Sui pacchi degli spaghetti numero cinque, prodotto iconico della Barilla, ora campeggiano sensuali scene saffiche dai colori pop in omaggio alla tolleranza e al rispetto delle differenze. A firmare gli imballaggi da collezione, presentati lo scorso ottobre al Pasta World Championship di Milano, è la designer Olimpia Zagnoli. La stessa illustratrice era trai capofila della furiosa campagna di boicottaggio contro il pastificio. Ma oggi Barilla è un’azienda diversa. Ad assicurarlo è Kristen Anderson, la Chief Diversity Officer del gruppo industriale, che vigila sul rispetto

Quella volta che mi ha chiamato Google ma non era Google!

Copertina Quella volta che mi ha chiamato Google ma spoiler non era google

L’Italia è piena di malfattori che vogliono sfruttare la scarsa cultura generale sulla Comunicazione Web. E a volte chiamano la persona sbagliata. Ti ricordi com’era prima che tu iniziassi a leggere i miei articoli e vedere i miei video? Il Web ti incuriosiva. I Social, poi, ti sembravano l’arma segreta contro le forze del male. Avevi un po’ di confusione, ma sembrava facile capire come muoversi tra questi strumenti fantastici e ricavarne tanti clienti e bei soldoni. Poi, un passo alla volta, articolo dopo articolo, video dopo video, mi sono preso la briga di “sbatterti in faccia la realtà”: il Web funziona, ma solo se “ti vesti bene e lo prendi a mazzate”. Ho deciso di non tenermi nulla. Raccontarti, mostrarti tutto. Il motivo è presto detto: mi ero definitivamente rotto i cogl**ni di vedere in giro miei “colleghi” (le virgolette qui sono d’obbligo) che, forti della scarsa cultura generale, si approfittano e offrono soluzioni improbabili a prezzi ridicoli con promesse di risultati incredibili. Se mi mettessi qui a contare quante persone ho conosciuto che sono state truffate con questi stratagemmi, ne verrebbe fuori un numero sconcertante. Invece oggi ti racconto di quella volta che hanno avuto il coraggio di provarci CON ME. È andata così: Mi chiama un numero che non conosco. Il Sarto non concede il numero personale facilmente, chissà chi è! Esordisce una voce femminile Buon giorno signor Enrico, sono Martina e la chiamo per conto di Google! E qui ho già capito dove stiamo andando a parare! Ma reggo il gioco per vedere sin dove arriva… a fine articolo ti spiego il perché… “Buon giorno, mi dica!” Volevo farle sapere signor Enrico che Google le mette a disposizione un servizio TOTALMENTE GRATUITO che le permette di far comparire la sua attività come PRIMA fra le ricerche scegliendo 3 parole per cui verrà solo lei come prima scelta! “Wow, interessante. Continui, la seguo.” Come ben sa ogni giorno vengono fatte centinaia di ricerche su google… E io penso, “si, sono 3,7 milioni al minuto, non centinaia al giorno, non parlare di quel che non sai capra ignorante…” ma nascondo il dentino avvelenato e tengo il pensiero per me E risultare come primo significa ricevere tante richieste dai clienti quindi google le mette a disposizione uno spazio che compare quando viene fatta una ricerca! Col nostro servizio basterà cercare ANCHE SOLO UNA DI QUESTE TRE PAROLE e verrà trovato in un secondo… E continua così per un po’ sin che non ce la faccio più e la interrompo “Bene! Mi fa vedere un esempio pratico?” Certo! Accenda il pc e cerchi su google LA CASCINA – SPA – [NOME PAESINO] (che non ti sto a dire qui perché poveretti mica è colpa loro, non voglio fargli cattiva pubblicità) cosa trova? Mi compare la scheda Google My Business ed il sito di questa attività, però protesto con la ragazza al telefono “Ho trovato l’attività del vostro cliente ma il paesino è piccolissimo, è ovvio che ci sia solo questo come risultato della ricerca… un esempio più specifico?” La ragazza si riprende subito Certo! Digiti questa parola e quest’altra… Perdonami se non ricordo esattamente quali erano quelle parole, ero quasi furioso e cercavo di non farlo capire al telefono. Le digito e il teatrino salta. “Signorina… compare prima la scheda di Tripadvisor, poi quella di Booking e solo dopo quella del vostro cliente. Non mi sembra un gran servizio!” Al che lei, forse temendo di perdere una vendita, mi rincorre Ma no guardi! Probabilmente è un problema tecnico temporaneo che risolveremo subito ma per lei c’è uno sconto del 50% se acquista subito. 350 €uro se… La interrompo nuovamente “Ma come? Non diceva che era un servizio gratuito offerto da google?” Lei balbetta una frazione di secondo, poi riprende. Si, certo! Ma per impostare il servizio c’è un costo una tantum del tecnico che… La interrompo lapidario “A chi è intestata la fattura?” Come? “Le ho chiesto a chi è intestata la fattura che devo pagare!” Mi dice il nome di un’azienda… al che non mi tengo più e mi scappa da ridere per il nervoso “Quindi mi sta dicendo che vendete l’apertura della scheda Google my Business a 700 euro promettendo che fa risultare l’attività come prima fra le ricerche? Ma siete dei truffatori!” Tu che stai leggendo devi sapere che: – Ho posseduto un call center e so che con i loro software puoi far apparire il numero che vuoi, quindi ho intuito che questa persona ha scelto un prefisso di Bologna per “tranquillizzarmi” – Col lavoro che faccio, IL VERO Google mi ha chiamato già una dozzina di volte, ogni volta con un numero della California. Che bisogno avrebbe mai di far apparire un numero di Bologna? – È successo più volte che questi tizi (o altri tizi che usano la stessa furbata) abbiano chiamato dei miei clienti in giro per l’Italia confondendogli non poco le idee, ma non avevo mai avuto la “fortuna” di esser contattato di persona! La scheda Google My Business è uno strumento utilissimo per tutte le attività, soprattutto per quelle con un negozio fisico, ma: Aprirla è gratis, il settaggio è un po’ complicato in qualche punto e per venire incontro ai nostri clienti gliela apriamo noi Sarti Non è ASSOLUTAMENTE uno strumento in grado di farti comparire in alto nelle ricerche! Per una cosa del genere serve una SEO di ferro perpetrata nel tempo E una spesa costante in Google Ads, altro che una spesa una tantum! E comunque, anche se quando ho a che fare con dei truffatori perdo le staffe, io con quella signorina sono stato GENTILISSIMO. Non esiste versione più gentile del Sarto, credimi. E il bello è che ha avuto il coraggio di incazzarsi! Lei con me… quando di diritto avrei dovuto prendermela IO CON LEI! Quando le ho fatto notare che non è professionale spacciarsi per Google quando in realtà sei un’azienda di Brescia, mi ha risposto Ho detto che chiamo PER CONTO di google,

I manuali dei Sarti

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