FUORI TUTTO!

Copertina FUORI TUTTO

Perché con me, queste cose non funzionano… Hai presente quell’amarezza che ti si incolla e non ti vuole mai abbandonare? Ecco, questa è una storia amara che parla di una scritta, di una giacca costosa e di sogni abbandonati nel cassetto. È andata così: mattina presto, la gente fa colazione nei bar e va al lavoro. Io torno a casa da Palestra e vedo la vetrina di un negozio di abbigliamento. A caratteri cubitali, verniciati, leggo la scritta:“FUORI TUTTO!” Bianca, storta, imponente su una grande vetrina. E mi coglie la tristezza. Magari non ti piace il Sarto triste, ma continua comunque a leggere: questa storia ha una lezione importante nascosta dentro. Ed è una storia comune. Magari è successo anche a te! Magari ti sta succedendo proprio ora. Per capire dobbiamo fare un salto indietro nel tempo. 88 miglia orarie. Torniamo a più di 3 anni fa. Il progetto Sarti non era ancora partito, era appena un germe nella mia mente inquieta. Insieme ad un collaboratore torno a casa e vedo questa scritta “FUORI TUTTO!” sulla vetrina. Si, proprio la stessa che ti ho descritto a inizio articolo. Il bianco si staglia bene, pure troppo, contro l’interno del negozio scuro, con i capi di abbigliamento senza marca, di quelli con molti zeri sui cartellini che ti chiedi il perché. Però ci sono dei vestiti interessanti, ed una giacca che da nonancoraSarto ho adocchiato da tempo. Entriamo entrambi, io ed il collaboratore. All’interno troviamo due ragazzi che ci servono dall’inizio alla fine con cortesia e competenza. Provo i vestiti, si chiacchiera, si rompe un po’ il ghiaccio. Ed è a quel punto che appiccico un nome a quei volti visti di sfuggita tante volte e scopro che hanno una storia personale, due vite intense fatte di passione e professionalità. Una vita a decidere e infine quel mettersi in proprio come scommessa in cui puntano tutto. Il loro negozio è il loro sogno. “Niente male” mi dico “Può funzionare!” Acquisto quella giacca che per miracolo mi sta, guarda la fortuna! Ultimo numero e così grande è difficile che stia bene a qualcuno… Aspetto di pagare, poi gli racconto che lavoro faccio io. Ancora, a quei tempi, mi capitava di avere tempo libero. Ah, la gioventù! Quindi parlo, spiego, emozionato. Cosa realizzo per i miei clienti, le potenzialità della Comunicazione sui Social! Mi rispondono vaghi e con cortesia ma è palese quanto la cosa non gli interessi. O magari c’è altro? Nella voce… quel tono, già sentito. Quel fare da gente vissuta che ha già visto come va a finire quella storia. Non è bello, ma capita… Non me la prendo, scavo più a fondo. Un motivo per comportarsi così lo dovranno pur avere! E scopro che “ci hanno già provato ma con loro non funziona”. Testuali parole PER NOI NON FUNZIONA Mi dessero un euro per ogni volta che l’ho sentita, sta frase, potrei comprarmi la villa sui colli di Bologna con tre piscine e un cucciolo di drago in cantina! Ci hanno già provato, dicono. Una ragazza, brava eh? Un’esperta, MOLTO esperta, che lo fa già in una grande azienda (?) ed è amica di un amico e gli ha fatto un buon prezzo (!!!) ma davvero… scarsi risultati, neanche il ritorno sull’investimento. Al tempo ero meno Sarto di oggi, lo ammetto. Ad ascoltarla adesso questa storia perdo le staffe… ma al tempo no, dovevo farmi ancora le ossa. E poi mi era rimasto quel briciolo di pazienza che ora è andato disperso. Scavo, insisto, voglio saperne di più. Non mi do pace: l’amica, la grande azienda, il buon prezzo… da brividi lungo la schiena. Viene fuori che: – Avevano fatto un po’ di Instagram, che la moda funziona solo lì (e infatti si sono visti i risutatoni, eh?) – Avevano investito fra i 50 ed i 200 €uro al mese (che non ci paghii manco la manica di sto cappotto che ti ho comprato, ti sei sprecato eh?) – Avevano resistito BEN 3 mesi, poi basta (aspetta che ti asciugo il sudore…) Da quel momento erano tornati alle strategie di sempre: un po’ di passaparola, le foto inviate agli amici, e poi due o tre mesi all’anno fanno lo svuota tutto. Proprio così, scrivendo “FUORI TUTTO!” sulla vetrina e aspettando che i clienti entrino. Me ne andai, dispiaciuto per loro e per quelle belle storie che non sarebbero state mai ascoltate da nessuno, per quelle belle speranze troncate da una spessa miopia. Quanto può un’esperienza mal gestita distruggere per sempre i tuoi progetti, i tuoi sogni? Quanto può una pozza di pantano fermare quello che sembrava un esercito all’attacco? Oggi, anni dopo, quella scritta “FUORI TUTTO!” non se ne va quasi mai. Da che la usavano un paio di mesi all’anno, oggi è diventata una vista fissa. E un po’ mi fa male il cuore. Ci passo spesso. Ed è sempre lì. A ricordarmi che il mondo è un postaccio e che la cultura su ciò che faccio è così scarsa da avere il potere di distruggere delle brave persone, coraggiose, che vogliono solo vivere bene facendo un lavoro che amano… Ora non entro più in quel negozio. Non reggerei un discorso come quello di tre anni fa. Perché? Perché tutto questo oramai l’ho visto troppe volte. E mi fa arrabbiare… MI FA INCAZZARE COME UN TORO E, bada bene: non do la colpa a quelle due brave persone. Nemmeno all’amica dell’amico che gli ha fatto Instagram tre mesi. Ora lo so. La colpa è MIA. Mia e di tutti quelli che fanno il mio lavoro bene. (perché ce ne sono eh, pochissimi ma ce ne sono) La colpa è mia perché ANCORA non ho portato la cultura a quel livello che fungerebbe da ANTIDOTO al male dei nostri Business: la Comunicazione A Caso. Sono forse arrivato tardi? Quante persone, se avessero capito PRIMA di pagare come funziona la Comunicazione Social avrebbero potuto evitarsi sperperi di denaro, sfiducia in uno strumento fantastico e FUORI TUTTO tristissimi? Quanti imprenditori e

Non è che aspetti ancora la mamma?

Copertina Che fai? Aspetti la Mamma?

Scopri come liberarti da quella fastidiosa abitudine che tiene ancorato il tuo culo al pavimento… e fai finalmente sbocciare la tua Azienda! Come ti accenno di tanto in tanto, lo studio è una mia passione. Alcuni direbbero ossessione! Ho una curiosità maledettamente sfrenata. Questo mi ha portato a leggere ed approfondire gli argomenti più disparati. Ora che ho la responsabilità dei Sarti la maggior parte del mio tempo libero la dedico alla Comunicazione, ma ho scoperto che integrare con nozioni apprese in altri campi rende il mio lavoro molto più performante! Tridimensionale, ecco la parola giusta. L’articolo di oggi ha ovviamente un consiglio per migliorare la Comunicazione della tua Azienda ed aumentare il tuo fatturato. Ci arriviamo, eh? Ma per capirlo dovrai seguirmi in questa riflessione. Non è che aspetti la mamma? Siamo stati tutti neonati, ognuno di noi è stato inerme fra le braccia di un adulto che si è dovuto occupare totalmente di ogni nostro bisogno e necessità. Cibo, pulizia, sicurezza… Poi si cresce, si ottiene l’indipendenza attraverso tutta una serie di passaggi e si approda nell’età adulta! Però (c’è sempre un però) nel profondo della mente di tutti noi rimane sempre un certo desiderio di inseguire la “mamma”. Uso un termine virgolettato perché può anche essere il papà, lo zio o la zia, il nonno o la nonna… insomma. La figura che nella tua infanzia ha rappresentato la sicurezza e la protezione. Il rinomato “punto fermo” della vita. Il luogo sicuro in cui rifugiarsi. La colonna portante delle proprie certezze… e così via. Inutile, negarlo. Quella figura ci rasserena, anche solo il pensiero. Come i miei gatti che cercano sempre di dormire nella stessa stanza in cui lavoro. Quella di poco fa era una semplice domanda, la riflessione vera e propria è: “Quando l’Italia smetterà di aspettare la mamma?” Non è una teoria, è una constatazione dovuta dopo l’osservazione degli avvenimenti contemporanei e odierni… L’imprenditore medio attende che lo Stato “faccia qualcosa”. È evidente dagli avvenimenti precedenti al nostro presente, è ancor più evidente per come il tessuto imprenditoriale ha reagito agli effetti del Covid-19. Da alcune recenti statistiche si evince che la maggioranza delle imprese italiane non ha una strategia per uscire dalla crisi. Ma perché? Cioè… sono tempi bastardi, come diceva un comico anni fa, ed è nei momenti duri che bisogna dare il massimo per uscirne indenni! Eppure come ho letto poco tempo fa in una analisi sull’economia italiana: “Presupposto fondamentale perché ci possa essere una sana crescita del Paese è quello di ricostruire la fiducia delle imprese verso una prospettiva positiva a medio termine, che non passi solamente dalle riforme, pur necessarie per la ripartenza”. Cioè le aziende non hanno fiducia nel futuro e, invece di darsi da fare per creare un piano e combattere la crisi, restano inerti in attesa che arrivi una riforma, un sussidio, una soluzione dall’alto! Che arrivi lo Stato a salvare tutti. MA CE LA SMETTIAMO DI ASPETTARE LA MAMMA? Non so di quale tifoseria sei, di destra o di sinistra, simpatizzante del governo o dell’opposizione… in entrambi i casi ho una bruttissima notizia per te: LA POLITICA ITALIANA NON SA COSA FARE! Il problema è proprio radicato nel modo di fare politica che noi italiani abbiamo in testa: ad ogni problema reagiamo invocando “più stato”. Più Stato! Perché dentro di noi, piangiamo e chiamiamo la mamma. Vogliamo qualcuno che ci dica cosa possiamo fare e cosa non possiamo fare, che ci indichi la strada e con cui arrabbiarci quando le cose vanno male. Perché è colpa sua! Brutta notizia in arrivo: questo è il motivo principale per cui l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa! Economicamente siamo uno schifo, una vergogna. Tifi a sinistra? I tuoi beniamini stanno progettando tutta una serie di sussitenzialismi per “aiutare” la gente ad arrivare a fine mese. Curioso che anche un bambino sappia dire a memoria “Dai ad un uomo un pesce e lo sfamerai per un giorno, insegnagli a pescare e lo sfamerai per tutta la vita”… e loro che fanno? Sussistenzialismo! Da secoli la pratica politico economica che riesce a sprecare più soldi in assoluto! Tifi a destra? I tuoi eroi non hanno fatto una proposta sensata che sia una! Riescono a dire bianco e nero nella stessa frase senza vergogna, il livello più alto di retorica è “togliamo a questi per dare ad altri” che tradotto significa “non ho idea di cosa fare, promettiamogli un contentino irrealizzabile e speriamo che abbocchino”. MA CE LA SMETTIAMO DI ASPETTARE LA MAMMA? Siamo adulti, la responsabilità È NOSTRA! Se arrivano degli imprevisti È NORMALE! Ti sembra che io esageri? Queste sono le parole del Presidente Mattarella di qualche giorno fa: “Le prossime generazioni guarderanno come sono state amministrate le risorse. In caso di inattività o scarsa azione, si chiederanno perché generazioni che hanno avuto un lungo periodo favorevole, con condizioni così propizie, vedi i tassi d’interesse a zero, non siano riuscite a realizzare infrastrutture essenziali per la crescita e riforme strutturali necessarie all’efficienza del sistema sociale ed economico, accrescendo solo la massa del debito.” Traduzione: “siamo in un momento storico propizio per creare una situazione economica favorevole alla crescita. Vi date una mossa invece che farvi le pippe tutto il tempo?” Ma è una speranza vana. L’italiano medio vuole la mamma ed il politico medio lo sa, quindi dice “Si tesoro mio… sono qui! Ora ti do il contentino ed in cambio tu mi voti ancora, va bene?” MA CE LA SMETTIAMO DI ASPETTARE LA MAMMA? Anche se dovessero arrivare dei miracolosi aiuti dal cielo, non sarebbero sufficienti per tirarti fuori dal fango! Un dipendente può permettersi di aspettare la mamma. Per lui ci sono tutta una serie di ammortizzatori sociali che gli parano il culo, come la cassa integrazione e la disoccupazione. Se la cava anche se rimane col naso all’insù a pigolare… Ma tu? Puoi permetterti questo lusso? E la difficoltà in cui navighi c’era anche PRIMA! Gli ultimi avvenimenti sono stati solo una spallata alla già fragile struttura economica

Google apre la sua università

Copertina ...ma a che serve esattamente?

Ma qualcuno davvero si stupisce? È una notizia freschissima che, diciamocelo, darà un bel calcio dove non batte il sole alle università di tutto il mondo! Per ora questi corsi arrivano solo in America, ma quanto ci metteranno a prendere piede ovunque? Un soffio, sicuro! E saranno calci nel didietro per tutti. Anche stavolta Google non scherza! Andiamo con ordine Qui nel Laboratorio, bisogna dirlo, siamo felici di questa cosa. Google ha annunciato dei corsi di formazione che partiranno da ottobre, costeranno poche centinaia di euro, dureranno 6 mesi e, udite udite… avranno la valenza di una laurea! Ora, questa ultima affermazione è ovviamente buttata lì per fare arrabbiare qualcuno, in maniera da far caciara, far girare i chitarrini a più gente possibile e fare da tamtam pubblicitario. Una tecnica di Comunicazione molto semplice ed efficace. Ma ripeto, qua ne siamo tutti molto felici. Anche perché quelli di Google non sono nati ieri e stanno usando la tecnica della Controversia con tutta la forza possibile. Stanno DAVVERO attaccando le Università! Tutto il loro programma, dal primo all’ultimo punto, è un assalto armato diretto al mondo dell’istruzione accademica. Dice chiaramente: “per poche centinaia di euro, in solo sei mesi, impari un lavoro ed appena terminato puoi iniziare a lavorare in aziende grandi e sicure. Ed hai un bel foglio di carta a certificare che è tutto vero.” Si chiama Google Career Certificate, un bel nome altisonante. Qui siamo tutti contenti per due motivi: primo perché è sempre bello vedere quanto la Comunicazione possa essere la vera anima di un progetto. E secondo perché… qui abbiamo un’opinione comune sull’istruzione istituzionale! Lo sai, ad esempio, che nessuno fra i Sarti fa quello per cui ha studiato? Lo sai che non esiste una università che prepari una persona per quello che serve a noi? Ognuno di noi ha fatto un percorso di studi diverso: filosofia, regia, lingue, psicologia… ma nessuno fa quello che per cui ha fatto esami e sborsato fior di quattrini. Ognuno di noi ha RICOMINCIATO a studiare e speso ancor più quattrini per fare quello che fa nel Laboratorio! Ci hai mai parlato con una persona che ha studiato per una vita una cosa… e ti tocca dirle che no, le cose si fanno in maniera diversa? Io l’ho fatto. Almeno una volta per ognuno dei Sarti del mio Laboratorio. Tocca disimparare tutto e ricominciare quasi da zero… Come diceva Moshé Feldenkrais, “dimenticare per imparare meglio”. Allora… non nascondiamo la testa sotto la sabbia. La scuola è passata, è vecchia, è defunta. Il modello, la struttura, il metodo… non saprei neppure da dove cominciare!Eppure quando si parla di riformarla, tutti ad alzare scudi. Probabilmente costerebbe una follia e ai piani alti lo sanno molto ma molto bene! Ed un sacco di fannulloni perderebbero il posto, sospetto la maggior parte, quindi puoi immaginare con quanta forza intendano difendere la situazione attuale. Quindi per tanto tempo si è scelto di lasciarla così com’è, istituendo di tanto in tanto dei corsi fantoccio come Scienza della Comunicazione che… Lasciamo stare, dai. E nel frattempo il mondo è cresciuto, è cambiato, si è evoluto. Ed oggi le aziende che funzionano hanno bisogno di figure totalmente nuove.Gli studenti, una volta usciti da scuola, devono trovare la loro strada in un mondo sconosciuto, vittime di una forma mentis totalmente sballata, obsoleta! La scuola è oramai una cariatide,specialmente se applicata al Business. Ora magari starai pensando: ma io conosco un sacco di gente che fa quello per cui ha studiato! E sicuramente hai ragione. Ma su questo ho ben due cose da dirti: Ne parliamo tra mezza generazione. Quando chi ora fa, per esempio, la terza media, cercherà di creare un futuro per sé e per la propria famiglia con una laurea E BASTA. Un medico specialista fa un lavoro di un’importanza incalcolabile per la società, senza il quale saremmo estinti. Ma l’imprenditore che ha fondato la ditta che gli produce guanti e camici guadagna molto di più. Lo trovi ingiusto? Benvenuto nel mondo della scuola applicato al business! Quel medico ha studiato decenni, ha investito cifre spaventose e si è spaccato la schiena per guadagnare molto meno di un Imprenditore che ha solo un buon prodotto ed il giusto sistema di Comunicazione! Un mio amico programmatore di computer ha trovato lavoro il giorno dopo essersi laureato. Tuttavia, mi ha confidato che è stato solo grazie alla sua passione, che lo portava A STUDIARE ALTRO DOPO LE LEZIONI, che ha trovato subito “un buon lavoro”. Chiaro? Gli è andata bene per quello che ha fatto lui OLTRE la scuola! Mentre a lezione si annoiava, nel tempo libero si costruiva autonomamente una figura professionale di tutto rispetto. Faticosamente e a spese proprie. Ma allora che senso ha il nostro apparato scolastico? Potremmo dire che forma la mente, che apre la visione, ma anche qua ci prendiamo in giro! Io ho fatto tutto il percorso scolastico e ricordo solo 2 professori in grado di accendere l’entusiasmo su ciò che insegnavano. In tutta la scuola dell’obbligo, dalle elementari all’ultimo anno del liceo. Due su… quanti? Ma chi prendiamo in giro? La scuola non serve a nulla, è una tradizione come tante, giusto un pelo più ingombrante, mantenuta in vita da grigi burocrati e maestri e maestre che ancora covano un poco di speranza e ci danno l’anima, ma quanti sono davvero? E perché, poveretti, devono farsi venire i capelli bianchi dietro a tutto questo schifo? Lo so, ci sono persone eccezionali all’interno delle scuole. Magari non sono tantissime, ma valgono come un esercito. Solo che… sono chiusi in un sistema senza speranza. Le loro grandi capacità, le loro motivazioni, non potranno più salvare ciò che è clinicamente morto. E loro non potranno nemmeno mai monetizzare davvero il loro impegno! Questo è quello che più di tutto mi disturba. Mi disturba perché è talmente evidente e sotto gli occhi di tutti che ci vuole POCHISSIMO a fare davvero qualcosa. E Google non si è fatta scappare l’occasione. Certo, ora l’offerta è limitata

Ma quanto è stupido Facebook?

Copertina Ma quanto è stupido Facebook?

Ma io gli voglio bene come se fosse normale… Probabilmente usi Facebook in due modi: o cazzeggi (come tutti) o lo usi per lavoro, visto che segui questo Blog. In tutti e due i casi devi sapere due cose importantissime: Facebook è imperfetto Facebook è stupido Detto da uno che lo usa per lavoro può sembrare un po’ strano, ma se ci pensi bene… Chi può conoscere meglio Facebook di chi lavora notte e giorno… proprio su Facebook? Se segui il Blog dei Sarti saprai che non sono nuovo a queste uscite nei confronti del Social Media più utilizzato al mondo. L’ultima la puoi leggere qui se ti è scappata. “Quella volta che era meglio se Facebook se ne stava zitto” Già sai quindi che il rapporto tra me e il prodigioso figliolo di Zio Zucky è di odio-amore-odio, e che spesso rimango basito dalla superficialità di alcune sue dinamiche. Ma quel che ho visto la settimana scorsa mi ha turbato ancora più del solito! Andiamo con ordine. Spesso incontro persone convinte di saper usare Facebook. A volte sono persone normali, altre volte sono imprenditori con attività alle spalle, anche più di una, ed un sano appetito finanziario che li porta a desiderare di più. Legittimo, apprezzabile. Adoro le persone ambiziose che vogliono costruire qualcosa! Ma è mio dovere far capire loro che una cosa è l’utilizzo saltuario e dilettantistico, un’altra è saper integrare i Social in una strategia di comunicazione efficace! Perché Facebook, Instagram, Linkedin, TikTok e compagnia bella sono così: trasmettono un forte senso di semplicità, familiarità. Ci passi tante ore ogni giorno… e dopo un po’ TI FIDI ARGH GRANDE, GRAVE, GRANDISSIMO ERRORE! E la sua gravità te la spiego con un esempio fresco fresco che usa SEMPRE il Responsabile Tutor dei Sarti: LA TUA AUTOMOBILE. Presuppongo che tu abbia un’auto, la patente e che oltretutto sappia anche guidare. Guidi mediamente 1 o 2 ore al giorno solo per andare a lavoro. Poi ci metti il giro per la spesa, l’uscita serale, i bambini a nuoto… quanti Km fai ogni giorno? Ogni mese? Ogni anno? E soprattutto… quante ore passi a guidare? Sapresti quantificarlo con precisione? E quante volte usi il cambio, o il freno, o le frecce in un giorno, un mese, un anno? Ovviamente non puoi rispondere con precisione a queste domande. Magari puoi fare delle supposizioni o dei calcoli approssimativi, ma non lo sai con certezza. Il motivo è presto detto: guidare è un movimento automatico. Come camminare: lo si impara e poi non si ha bisogno di riflettere ogni momento, ogni curva o ogni frenata. Guidiamo tutti in maniera automatica, quasi senza pensarci. Perché guidare è FACILISSIMO. Ora pensa a quando cambi auto o guidi un’auto non tua: per un pochino devi “prenderci le misure”, poi vai spedito anche con quella. Hai “conosciuto” lo strumento che usi e via, sei libero. In breve puoi sentirti un vero pilota! Questo perché ci vuole davvero poco a SAPERE TUTTO della tua auto. Impari in un attimo a gestire la sensibilità del volante, la presa dei freni, la tenuta di strada… Praticamente sei il maggior esperto al mondo della TUA auto! E poi… si rompe la guarnizione di testa. O la coppa dell’olio. O il cambio. E in un secondo scopri che in realtà TU DELLA TUA AUTO NON SAI UN BEL NIENTE! Sai usarla perfettamente (e anche di questo dovremmo parlarne), ma non hai la più pallida idea di come funzioni. Quindi se non va… vai dal meccanico. È normale. Magari non lo vorresti, ma non hai scelta. Senza un esperto, quel mezzo che sai usare perfettamente… NON FUNZIONA! Facebook è uguale. Lo usi ore e ore al giorno. Non sai calcolare quanto. Non sai quanti like metti, quanti commenti scrivi. E non sapresti dire quante volte hai scorso la home, distrattamente, col pollice. Solo che è FATTO APPOSTA per sembrare talmente facile… che dà l’idea di poter davvero fare tutto da soli! Magari in maniera intuitiva. E infatti sono moltissimi che usano Facebook per il proprio business in modo amatoriale. È colpa loro? Si stanno sopravvalutando? Magari anche tu usi Facebook per il tuo lavoro senza conoscerlo perfettamente… eppure… Non è colpa tua. È tutta colpa di Zio Zucky! Perché LUI, nella sua perfidia imprenditoriale, ha creato una macchina che stampa soldi OGNI MALEDETTO ISTANTE proprio grazie al fatto che l’ha resa facile e fruibile – all’apparenza – per tutti. È LUI che vuole che tu spenda soldi… quindi ti dice che è facile farlo! Anzi, non solo te lo dice. Ti crea funzioni specifiche per… spenderli malissimo (ma con gran facilità!) Ora seguimi nel ragionamento… ad usare male un Social per la Comunicazione della tua Azienda, le cose possono andare Malino, Male e Malissimo: Malino Rovini la tua immagine in maniera temporanea Male Rovini la tua immagine in maniera durevole Malissimo Rovini la tua immagine in maniera durevole e ci perdi un sacco di soldi! Un mio conoscente, per esempio, si è visto di punto in bianco con il profilo rubato da un hacker e la sua carta di credito collegata ad una sponsorizzata che gli stava per succhiare ben 3.000 euro AL GIORNO! La sua vera fortuna è stata nel mio intervento tempestivo, appena mi ha avvertito, che gli ha permesso di bruciare in poche ore “solo” qualche centinaia di euro… Ho scritto un articolo su questo, vai a questo link per leggerlo! Ora forse starai pensando: Sarto, ma vuoi per caso dirmi che Facebook punta a farmi usare i soldi male? Ecco, questa è la nuova funzione che ho trovato stamattina: Automatico? Automatizza le tue cose, grazie! Che le mie me le gestisco da solo! Clicco sul “change”… Ed ecco le vecchie opzioni che c’erano prima. Quindi Facebook s’è inventato una nuova funzione, bella lì, in alto, già selezionata così una persona non attenta va avanti senza accorgersene e l’algoritmo fa quello che vuole… E ti dice, implicitamente: guarda come è facile, fa tutto il mio intelligentissimo algoritmo! Ti devo

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