Fidarsi è bene?

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“Formazione gratis, facile, veloce e soprattutto EFFICACE!” Quando le cazzate fanno danno…   Il Sarto non è tale per elargizione divina. Dietro ad una figura professionale come questa c’è tantissimo studio, applicazione… e poi ricerca!   La gente ha questa malsana idea che basta fare la scuola dell’obbligo e ci si sveglia belli pronti per andare a lavorare, ma poi si lamenta che prende poco e non arriva a fine mese.   Se vuoi guadagnare tanto devi formarti SEMPRE, non smettere mai di imparare, approfondire, testare e superare i tuoi limiti… Quindi il Sarto, che di strada ne vuole fare tantissima, ha un piano di studio che segue settimanalmente: videocorsi, libri, ed ha anche una serie di ore allocate per l’analisi della concorrenza.   Vuoi servire il cliente nel migliore dei modi? Tieni d’occhio gli avversari e SUPERALI SEMPRE!   I migliori insegnamenti arrivano dalla concorrenza in America, qualcosa di carino dalla concorrenza nel resto del mondo… dall’Italia poco o nulla. Purtroppo.   Ma non per questo si abbassa la guardia!   L’altro giorno trovo una sponsorizzata che parla di Comunicazione Online e promette un successo mirabolante! Clicco, sleggiucchio un po’, c’è un video di mezzora da guardare per scoprire il segreto-della-vita-che-quando-lo-scopri-non-puoi-capire-cosa-ottieni-fidati-di-me…   Ero curioso di sapere cosa ci avrei trovato ma non avevo tempo da investirci, quindi ho scelto l’opzione più intelligente a mia disposizione: ho delegato.   Mando quindi il link a Gianluca, risorsa del Laboratorio dei Sarti del Web dedicata alle sponsorizzate sui Social (probabilmente presto te lo presenterò) e gli chiedo di guardarlo e comunicarmi le parti salienti.   Questo è una parte dello scambio di messaggi seguente alla visione:         Mi è tornata alla mente una citazione di Tennessee Williams     “Peggio di un bugiardo c’è solo un bugiardo che è anche un ipocrita”     E in questo discorso usiamo proprio la definizione basilare del termine     IPOCRITA /i·pò·cri·ta/ sostantivo maschile e femminile Simulatore di atteggiamenti o sentimenti esemplari; anche . “un discorso i.”     Quindi vediamo cosa mi ha fatto arrabbiare e portato a scrivere questo articolo, qualè il problema di fondo e soprattutto come puoi difenderti da certe pericolose CAZZATE ATOMICHE dei ciarlatani di questa società informatica 4.0   Ormai Internet pullula di sponsorizzate che promettono rimedi miracolosi per ormai qualsiasi cosa, dall’alluce valgo alla calvizie, dai problemi di erezione a quelli di fatturato…   Non è sicuramente una situazione nuova, qualche settimana fa abbiamo parlato dei truffatori che vendevano olio di serpente nel vecchio e pericoloso west. Queste persone purtroppo sempre ci sono state e sempre ci saranno…     Andiamo avanti   La situazione attuale in Italia attorno alla Comunicazione Online è, purtroppo, di enorme ignoranza. Ce n’è un gran bisogno ma non la insegnano a scuola, non è una scienza di uso comune.   In questo contesto si inseriscono figure di dubbia affidabilità che ti propongono LA SOLUZIONE   Ah! Meraviglia della mente umana…   Potrà mai esserci una sola, singola e soprattutto SEMPLICE soluzione che può risolvermi il problema? Lo speriamo profondamente tutti, ci cascano i gonzi, è sempre la stessa storia…   Nello specifico, nel video di cui ti parlavo prima, l’agenzia in quei 30 minuti rilascia una serie di indicazioni vaghe su come si gestisce una pagina social, e come indicazione finale (per far funzionare meglio il tutto) consiglia l’utilizzo della loro applicazione.   Bada bene, non c’è nulla di male nel dare delle informazioni gratuite e poi proporre l’acquisto di qualcosa, lo faccio anche io.   La rabbia mi sale quando queste informazioni sono palesemente errate!   È qui l’ipocrisia! Nel mostrarsi bravi, appassionati e generosi… mentre ti rifilano un cappuccino preparato con caffè finto e latte scaduto!   Le informazioni false sono più semplici da produrre e più veloci da preparare, semplicemente perché non serve preparazione, studio, ricerca e applicazione per generarle.   Generano un mercato fiorente, redditizio e diffusissimo! Non ci credi? Leggi qui:     Ti prendo un pezzo dell’articolo:   “Uno dei fenomeni più inquietanti sono le cosiddette “paper mill”, o cartiere, vere e proprie fabbriche di scienza di carta completamente inventata e basata su dati falsificati. Le cartiere sono specializzate nel vendere ai ricercatori chiavi in mano gli articoli scientifici, garantendone la pubblicazione anche su riviste scientifiche di buona reputazione. Sono organizzazioni specializzate nella produzione sistematica di ricerca falsificata.   Le “paper mill” hanno rapidamente preso piede a partire dalla Cina, ma anche in Russia e Iran sarebbero in attività alcune di queste società. Il Ministero della Scienza e Tecnologia cinese è più volte intervenuto per combattere il fenomeno che tuttavia non è semplice contrastare. Il ricorso alle cartiere sembra particolarmente diffuso nei ricercatori nel settore di clinica medica negli ospedali cinesi. Per fare carriera infatti i medici cinesi devono necessariamente pubblicare articoli scientifici ma non ne hanno fisicamente il tempo visto l’impegno nell’attività ospedaliera. In questo caso ricorrere alle cartiere è una possibile soluzione…”   Capisci?   Le false informazioni possono servire a tantissimi scopi: come a far carriera in un determinato settore, depistare la concorrenza…   E nel caso del video che ho fatto vedere a Gianluca, possono servire come cavallo di troia per farti comprare un’applicazione!   Se io sono un imprenditore ignorante in materia di Comunicazione Online ed arriva Ciro con una serie di informazioni gratis, automaticamente otterrà fiducia e apprezzamento… e a quel punto posso anche prendere in considerazione l’idea di darglieli, quei soldi.   Non lo so se quell’applicazione in vendita è buona o no, non mi interessa e non ho intenzione di indagare.   Al momento quello che mi preoccupa è l’emissione incontrollata di informazioni errate che possono fare danno. Anzi, CHE FARANNO danno perché verranno utilizzate.   E il mercato Online è una landa spietata dove se fai le cose a caso perdi soldi e non li rivedi più!     Gianluca lavora sulle sponsorizzate giorno e notte, ne controlla a decine ogni giorno. Ha una conoscenza approfondita dell’argomento e non si lascia infinocchiare.   Ma tu che non sei al suo

Vendere mentre dormi

ragazza che dorme felice

E altre cose che puoi fare con un CRM Bentornato/a sulla rubrica del Fabbro, nei giorni scorsi sia io che il Sarto abbiamo parlato tantissimo della trasformazione digitale e ti abbiamo suggerito i primi passi da compiere in questa direzione. Abbiamo menzionato anche le aziende “Data Driven”, ma vorrei ampliare ulteriormente il discorso su queste pagine, perciò prepara una bella tazzona del tuo caffè preferito e partiamo con la tua prima domanda! “Ehy Fabbro, cosa vuol dire esattamente Data Driven?” Cosa vuol dire essere Data Driven Il termine “Data Driven” è difficile da imprimere nella memoria, perciò te la spiego facile: vuol dire farsi guidare dai numeri. Per te che sei imprenditore non esiste approccio migliore per fare azienda, garantito! Infatti se ti fai guidare dai numeri sei in grado di prendere decisioni basate su fatti oggettivi, non su sensazioni personali (o a casaccio). Prendere decisioni oggettive in ottica aziendale vuol dire fare meno fatica, essere più veloci e soprattutto vendere di più! Vuoi adottare questo approcio anche tu? Immagino di sì! A chi non piacerebbe vendere di più e fare meno fatica? Molto bene. Allora devi assolutamente prendere un CRM al più presto. PS: se non vuoi adottare questo approccio per vendere di più anche tu allora sappi che sei un tipo strano, ma tivvibì lo stesso e ti invito a leggere fino in fondo l’articolo: (SPOILER) potresti cambiare idea e ritrovare il contatto con la realtà! Grazie al CRM puoi raccogliere tutti i dati che ti servono per conoscere a fondo il tuo pubblico e comprendere come reagisce alle tue campagne di comunicazione. Ora tu potresti dire: “Fabbro ma chemmenefregaamme di conoscere il mio pubblico e capire come reagisce alle campagne, io voglio solo che comprino i miei prodotti/servizi.” e io potrei rispondere: “Wuagliò, lo so bene quello che vuoi, perciò riesco sempre a pubblicare contenuti che ti interessano. Se tu conoscessi il tuo pubblico così come io conosco il mio riusciresti a vendergli quello che vuoi nel momento che ritieni più opportuno.” E io secondo te come faccio a conoscere bene il mio pubblico? Grazie ai dati che raccoglie il mio CRM. Proprio così. Svelato l’arcano. Ma questo non è l’unico modo in cui il mio CRM semplifica la mia vita e quella dei miei collaboratori. Ok, la tua domanda echeggia nelle mie pareti neuronali: “Ma esattamente cosa cavolo è un CRM?” È un programma potentissimo che si aggancia: al tuo sito web; al tuo blog; al tuo e-commerce; alle tue pagine social aziendali (Facebook, Instagram, LinkedIn; Twitter ecc.); ai servizi che utilizzi per farti pagare online (PayPal, Stripe ecc.) ai tuoi indirizzi email; ai tuoi calendari (Google Calendar e compagnia); a tutte le altre app che utilizzi ogni giorno (ne parleremo poi nel dettaglio). E perché si aggancia a tutte queste cose? Per permetterti di: immagazzinare tutti i dati dei tuoi clienti; immagazzinare tutti i dati dei potenziali clienti – ovvero utenti che non sono ancora tuoi clienti ma hanno dimostrato interesse verso i tuoi prodotti/servizi; segmentare i tuoi pubblici (tranquillo: non li fa a pezzi con la motosega! Vuol dire che ti permette di dividere i tuoi pubblici per interessi, fasce d’età, sesso e pizza preferita); calcolare i profitti di tutte le vendite che chiudi online e offline; calcolare la spesa media di ogni tuo cliente; tracciare quante visite hai sul tuo sito; scrivere direttamente ai tuoi clienti tramite e-mail o SMS; visualizzare se le tue campagne Facebook (e social in generale) e Google stanno performando; organizzare il lavoro di tutti i tuoi collaboratori grazie alla creazione di procedure… … ma la cosa che preferisco è: vendere ai tuoi clienti mentre dormi mentre sei spaparanzato sul divano a guardare il tuo sport preferito tv, mentre hai le chiappe in ammollo al mare, mentre stai grigliando carne o pesce con gli amici, mentre stai giocando ai videogames, mentre i tuoi concorrenti si stanno letteralmente ammazzando di fatica per chiudere una trattativa! Ebbene sì. Con il CRM puoi vendere in modo automatizzato: senza muovere un mignolo. È una roba che se non l’hai mai provata prima d’ora fai fatica a comprendere. Io stesso, la prima volta che è successo, sono letteralmente impazzito. Ti invito a provare questa sensazione una volta sola: non potrai più farne a meno, è più potente della caffeina! Solo che la caffeina fa male (N.B.: al Fabbro no. Recenti studi hanno dimostrato che quando assume un alto quantitativo di caffè diventa brillante e tivvibì di più), aumentare le vendite mentre non stai lavorando invece fa bene alla tua salute fisica e mentale! Ti fa guadagnare più tempo per fare quello che devi fare: portare avanti la tua azienda. Se ci pensi in fondo il tuo compito è praticare le attività più importanti per far crescere la tua azienda. Smettila di perdere tempo dietro alle cose che può fare il CRM! Il CRM tivvibì! Ma voglio essere il più onesto possibile con te e darti un avvertimento: non è una cosa che può accadere dall’oggi al domani, dovrai raccogliere dati giorno per giorno, essere costante. Un ottimo modo per iniziare è iscriverti subito alla newsletter del Fabbro! Pubblicherò ogni settimana un articolo utilissimo per permetterti di raccogliere dati con gli strumenti più potenti sul web (senza dover spappolare il tuo pc in terra urlando). Conclusioni Se vuoi saperne di più su come basare il funzionamento della tua azienda sulla raccolta dei dati ti consiglio di leggere questo articolo che ho pubblicato un po’ di tempo fa. Non ti basta? Vuoi iniziare a raccogliere i dati sui visitatori del tuo sito sin da oggi? Puoi farlo grazie a Google Analytics seguendo questa guida. Hai già installato Google Analytics sul tuo sito e ti stai chiedendo se è possibile agganciarlo al CRM? Certo che sì! Come ti avevo accennato più su, puoi agganciare tranquillamente il CRM alla maggior parte (se non alla totalità) delle app che utilizzi quotidianamente. In questo articolo ho spiegato come è possibile sbloccare tutti i superpoteri di Infusionsoft, il CRM più

Davvero la gente NON legge?

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L’annosa diatriba tra testi lunghi e testi corti non smette mai di avere un certo peso.   È successo ancora. E sono sicuro che non sarà l’ultima volta.   Arriva, prevedibile e fastidiosa come le bollette, la mitica considerazione dell’esperto di turno che viene DA ME a dirmi come fare il mio lavoro. Giuro, succede. Ci sono persone, lì fuori, nel mondo reale, che DAVVERO si ritengono esperte di Comunicazione perché hanno studiato due corsi online da 19 euro fatti dal guru in Lamborghini noleggiata o, meglio ancora – e questi sono i migliori – perché usano MOLTO i Social, seguono gli Influencer e quindi NE CAPISCONO UN SACCO.   Stronzo io che studio, investo, faccio vagonate di test da centinaia di euro dietro e mi ci spacco la testa tutti i giorni!     Ma andiamo avanti, se no mi sale una rabbia che mi fuma la tastiera.   La frase della settimana è: SCRIVI TROPPO.   Secondo questo sedicente esperto sbucato dal nulla a regalarmi opinioni non richieste, i miei testi sono lunghi. Tutti. I post, gli articoli, anche i video. Tutto troppo lungo. Se scrivi troppo nessuno ti si caga, perché la gente ha fretta, non ha tempo, si annoia, ecc.   E quindi come me la giustifichi l’azienda in crescita costante dal giorno 1?   Calmo Sarto.   Partiamo dalle basi: la scrittura persuasiva è uno strumento che serve per VENDERE.   La sua efficacia non si misura in numero di parole, bensì in soldi che ci fai. E nemmeno la tua (o la mia) opinione ha alcun valore. Contano i soldi che hai in cassa a fine giornata. Punto.   La vendita può avere tante forme: uno-a-uno, come nelle trattative con un dirigente d’azienda o come il commesso del negozio d’abbigliamento con un cliente; uno-a-molti, come in un evento dal vivo in un’aula congressi o in una presentazione domiciliare di prodotti per la casa; ancora uno-a-molti, ma a distanza, come ad esempio un webinar online o una pubblicità in tv o alla radio; di nuovo uno-a-tanti, ma in forma scritta.   Qui, su quest’ultimo punto, va fatta una specifica.     Ci sono molti strumenti per fare vendita per iscritto: Social; Mail; Landing Page; Riviste; Blog; Lettera di vendita cartacea; Cartoline offerta; Eccetera…   E ovviamente NON PUOI usare lo stesso testo copiandolo su ogni strumento che usi. Né le stesse parole… né la stessa lunghezza!   Ma c’è una regola che determina quanto deve essere lungo un pezzo scritto? Si, c’è, ma non ti illudere: non ti dice esattamente quante parole devi scrivere.   La risposta te la do tra poco, intanto segui il ragionamento.   Quando vendi, quante parole usi? Quando sei dal vivo col tuo cliente, parli poco e dici frasi di massimo sette parole se no si annoia? Hai mai visto un BRAVO commesso in silenzio? Ci sono trattative che durano ore. Noi dei Sarti ne abbiamo fatte di lunghissime. Una volta c’è stata una trattativa divisa in 4 incontri, per un totale di 8 ore. Ti sembra così assurdo?     Beh, non lo è. E ti spiego subito perché: generalmente il Cliente, prima di aprire il portafogli e darti i suoi soldi, vuole essere sicuro che: Quello che vendi sia adatto a lui; Il prezzo sia giusto; Il tuo prodotto/servizio non gli causerà problemi; Tu non lo stia truffando.   Per togliersi questi dubbi generalmente osserva, ascolta, fa domande, ci pensa… poi ne parla con la moglie o il marito, con l’amico o l’amica, col socio o la socia… e poi magari torna da te a fare le stesse domande!   Se la tua idea di vendita è parlare il meno possibile, immagino tu non stia portando a casa grandi successi.   Ora, se ci spostiamo dall’incontro dal vivo al testo scritto… cosa cambia? Il tuo potenziale Cliente è ancor più sull’attenti. Già aveva tutti quei dubbi, ma il fatto di non poterti vedere/parlare, gli abbassa AUTOMATICAMENTE il livello di fiducia percepito. Non è questa la sede per spiegarti il motivo, ma per adesso fidati: mostrarti dal vivo è MEGLIO.   Ma ovviamente non puoi andare da migliaia di persone al mese a far vedere quanto sei degno di fiducia, quindi… La tua Comunicazione deve fare questo lavoro per te!     E siccome spessissimo la Comunicazione è scritta… anche il testo deve fare questo lavoro per te!   In definitiva quindi, che funzione ha un testo scritto per vendere un prodotto o servizio? Dissipare i dubbi del Cliente; Mostrare la tua competenza e affidabilità; Rispondere alle domande più importanti; Vendere!   Io lo so che tu vuoi vendere. Tutti vogliamo farlo, chi più direttamente e chi meno. Ma so anche che non hai tanta voglia di dedicarti a tutto il resto. Lo so, hai tanto da fare, il tuo prodotto è perfetto, la gente DOVREBBE comprarlo semplicemente guardandolo.   MA NON FUNZIONA.   Se vuoi arrivare al momento in cui il tuo cliente paga, devi fare TUTTO il resto, oltre a vendere!     I venditori, compresi i commessi che hanno tutta la mia stima per tutta la gente che devono incontrare ogni giorno e la loro incredibile capacità di non insultare nessuno, lo sanno benissimo: non basta dire “compra!” al cliente, perché così è SICURO che non comprerà nulla. I venditori sanno che spesso al cliente bisogna dedicare tempo, attenzione e tecnica per trasformarlo in cliente pagante.   E sicuramente lo sai anche tu, fetente d’un Guru in Lamborghini che dice cazzate!   Mi spieghi allora perché dal vivo devo parlare col Cliente e se sto scrivendo un testo devo dirgli “Compra!” e poco più se no si annoia?   Delle volte mi chiedo se abbiamo qualche percentuale di DNA in comune o no…   A questo punto ti sarà chiaro: se la Apple può scrivere semplicemente È USCITO L’11 e attrarre centinaia di migliaia di clienti in tutto il mondo, pronti a fare le rate per il nuovo giocattolino, è perché la Apple è la Apple.

Ecco perché la tua azienda deve avere una mail aziendale

vecchia cassetta postale

Nel video della scorsa domenica il Sarto ha parlato di digitalizzazione, un argomento fondamentale da comprendere per far crescere a dismisura il fatturato della tua azienda! Non l’hai ancora visto? Fallo adesso. Ora! È utilissimo non solo per comprendere cosa facciamo nel Laboratorio dei Sarti, ma anche come tu stesso puoi sviluppare da oggi un approccio mentale vincente, in grado di farti essere sempre un passo avanti alla concorrenza. Come il buon Sarto ha detto: trasformazione digitale non vuol dire che devi diventare un robot o installare un microchip nella tua testa (perlomeno non ancora). Ho realizzato la Rubrica del Fabbro proprio per aiutarti a compiere questo percorso un passo alla volta e senza dover prendere a sberle il tuo pc. Iscriviti alla newsletter del Fabbro oggi stesso per ottenere le mie guide gratuite in anteprima ogni settimana! Se finalmente hai deciso di mettere online la tua attività è arrivato il momento di acquistare un dominio. Non sai ancora cos’è un dominio? Allora questo articolo è per te: clicca qui. Leggilo per bene e poi torna qui. “Ma Fabbro, non ho ancora sviluppato un sito web per la mia attività. A cosa mi serve un dominio?” Anche se non hai ancora sviluppato un sito web, scommetto che possiedi uno o più indirizzi email. Molto probabilmente questi indirizzi email che possiedi terminano con @gmail, @yahoo, @hotmail o @libero e li stai usando per scrivere ai tuoi clienti. Ne ho anche io di simili, però non mi sognerei mai di utilizzare questi indirizzi email per comunicare con i miei clienti o i miei lettori, e sai perché? Perché se domani ti scrivessi con mittente ilmiticofabbro@libero.it mi prenderesti per un bimbominchia che vuole giocare a fare il professionista! E no, non va bene neanche ilnomedellatuaazienda@gmail.com, perché sarebbe come tirare fuori un biglietto da visita con su scritto Google. Che cacchio c’entra Google con la tua azienda? E poi, scusa, chi mi impedisce di registrare gratuitamente un indirizzo email con il nome della tua azienda e spacciarmi per te? Tipo ilnomedellatuaazienda@libero.it . Ti piacerebbe? Non credo proprio. Smettila subito di contattare i tuoi clienti con indirizzi email di questo tipo o non sarai mai credibile ai loro occhi. Immagina se qui al Laboratorio pubblicassimo i nostri contenuti su “isartidelweb.wordpress.com” o “isartidelweb.wix.com”. Prenderesti davvero sul serio quello che ti diciamo? Ma non è ancora finita. È anche e soprattutto una questione di controllo. Hai dei dipendenti? Che indirizzi email utilizzano per comunicare con i tuoi clienti? Lo so, è una brutta immagine, però è mio dovere esporti a tutti i rischi che corri, perciò ti farò un’ulteriore domanda: se i tuoi dipendenti (per qualsiasi motivo) lasciano la tua azienda come fai a recuperare tutte le conversazioni aperte con i tuoi clienti? Te lo dico io come: non puoi. Clienti persi per sempre. È vero, puoi sempre chiedere ai tuoi ex dipendenti di inoltrarti tutte le conversazioni mail attive con i tuoi clienti. Ma se questi decidono di non farlo? Puoi dire addio per sempre ai tuoi soldi. E tutto perché non hai un dominio! Se invece avessi un dominio, potresti assegnare ai tuoi dipendenti un indirizzo email del tipo: nomedipendente@nomedellatuaazienda.it. Così potrai avere sempre accesso allo storico delle mail e non rischierai mai più di perdere un cliente per questioni del genere. Ma non è solo per questo che dovresti acquistare subito un dominio e aprire delle caselle mail aziendali. Come ha detto il Sarto nel video di questa domenica (se non l’hai ancora visto non mivvibì) viviamo nell’era 4.0, quella dell’informazione. A proposito di questo ti svelo un segreto: io ho una marea di indirizzi email tipo gmail.com, libero.it ecc. E li uso quotidianamente tutti! Ho tanti hobby e passioni e sono iscritto a tantissime newsletter riguardanti argomenti eterogenei e che fanno a cazzotti tra loro. Se utilizzassi questi indirizzi anche per lavorare non ci capirei più nulla e mi perderei tutte le comunicazioni di lavoro importanti. Scommetto che sei bombardato anche tu ogni giorno da notifiche Facebook, Instagram, il sito dei gattini, il negozio di abbigliamento, il ristorante sotto casa, chi più ne ha più ne metta! La soluzione è la seguente: utilizza questi indirizzi mail gratuiti per iscriverti a tutti i tuoi siti e social preferiti e tieni pulita la tua email aziendale. “Hai ragione Fabbro, devo assolutamente comprare un indirizzo email aziendale. Come faccio?” Devi solo acquistare un dominio. In questo modo avrai la possibilità di aprire tutte le caselle di posta elettronica che vorrai. E il bello è che tutte queste termineranno con @ilnomedellatuaazienda.it! A questo punto hai capito che il dominio è davvero uno strumento potentissimo, in grado di trasformarti da imprenditore/professionsita principiante ad esperto. Infatti forse stai pensando: “Oddio Fabbro, ho paura di quanto costi uno strumento del genere.” Circa un euro all’anno. Non sto scherzando! Collegati su OVH se non ci credi. Ecco perché non dovresti perdere altro tempo e comprare non uno, ma due domini al più presto! Perché due? Perché se compri soltanto ilnomedellatuaazienda.it rischi che qualcuno domani acquisti al tuo posto ilnomedellatuaazienda.com. I motivi possono essere molteplici, lì fuori non è proprio un bel mondo, soprattutto sul web! Il .com costa qualche eurino in più, ma con meno di 10€ all’anno hai fatto un investimento che ti ripagherà 10.000 volte tanto. Apri subito l’indirizzo info@ilnomedellatuaazienda.it per comunicare con i tuoi clienti e otterrai: Più autorità. Non sembrerai più uno scappato di casa ma un’azienda che fa sul serio. Più controllo. Non lasciarti scappare mai più un cliente a causa di un problema con il tuo dipendente. Più precisione e meno mal di testa. Non mischiare più le mail importanti con le notifiche Facebook e del sito dei gattini. Conclusioni Il primo passo verso la trasformazione digitale della tua attività è l’acquisto di un dominio e l’apertura di una o più caselle mail aziendali. Se sei deciso ad acquistare un dominio ma non sai quale potrebbe essere il sito migliore per acquistarlo io ti consiglio di collegarti su OVH. Personalmente ho acquistato centinaia di

Se Facebook chiudesse domani?

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E altre tristi storie di aziende non preparate…   La leggenda narra che a casa di Zio Zucky ci sia un grosso tasto rosso che, una volta premuto, spegne in un battibaleno Facebook, Instagram, WhatsApp… e migliaia di aziende chiudono i battenti.   Dovesse succedere domani, tu cosa faresti?   Daresti la colpa a Zio Zucky? Eh no…   Se Facebook domani chiude e tu chiudi con lui, non è colpa di Facebook, ma solo tua.   Si, lo so, in questo Blog e nei miei Video io parlo continuamente di Social e di quanto i Social abbiano definitivamente annullato le distanze tra te e il tuo cliente. Tranquillo, non ho cambiato idea!   Tuttavia, venerdì scorso mi è arrivata una mail che mi ha fatto riflettere. Eccotene un estratto:   “ho un vecchio sito vetrina fatto anni fa, ma va bene quello, mi serve solo la pagina Facebook per avere più visibilità”     Lo senti lo scricchiolio dell’equilibrio precario che va a farsi benedire?   Appena ho letto mi sono innervosito. No, non è l’argomento. È la parola “visibilità” che mi fa saltare i nervi. No, davvero, la visibilità è una cazzata pazzesca. Andiamo avanti che è meglio.   Dicevo, leggo queste parole e mi ricordo di un fatto che ogni tanto rischio di dimenticare: la Comunicazione Su Misura è un fatto complesso, difficile da spiegare, imparare e applicare, ed è facilissimo fermarsi alla superficie. Ma il mio compito è spingerti ad andare più a fondo, capire e conoscere la Comunicazione web in tutti i suoi fondamenti.   Allora oggi ho deciso di spiegarti cosa succede alla tua percezione quando ti approcci ad una campagna web e perché se ti affidi solo a Facebook rischi di non realizzare mai i tuoi sogni.   Facciamo quindi un passo indietro e, tranquillo, Facebook non chiude domani. Però sono certo che se annunciassero la chiusura dei Social del caro Zio Zucky, anche a te verrebbe un bel brivido.   Qualcuno si chiuderebbe nel bagno a piangere! Fidati…   Per fare un parallelo nel mondo OFFLINE, è come quando al bar sotto casa mia hanno aperto la strada di fronte per piazzare non so che tubi… i lavori sono andati avanti per quasi 4 mesi e in quel periodo il proprietario del bar ha visto calare drasticamente i suoi incassi! Le arterie di approvvigionamento clienti sono tanto importanti quanto date per scontato…   Tornando alla chiusura dei Social, anche uscendo dall’ambito professionale, il problema sarebbe prima di tutto PERSONALE. Tutti i tuoi contatti, le amicizie vere o virtuali, le pagine che segui o i gruppi con cui condividi le tue passioni… tutto scomparso, in un istante, per sempre.     Si attiverebbe un sistema psicologico interno che rientra nell’ambito del lutto. Una perdita importante di una fetta della propria vita, in particolare sociale, che ha uno stretto legame con l’immagine che ognuno di noi ha di sé, con i propri livelli di autostima e con la percezione del proprio ruolo in società.   Si, ok, sono paroloni, ma il senso è importante per capire cosa stai rischiando e perché.   In definitiva, se chiudessero i Social ci sentiremmo persi perché i Social sono importanti per la nostra vita psicologica e relazionale.   Sono utilizzati moltissime ore al giorno (con un tasso di crescita importante, come ho scritto in questo articolo) e sono considerati un “fatto personale”.   Questa percezione viene spesso spostata proprio sul piano lavorativo, dove invece le cose stanno diversamente.   Se il nostro gruppo di amici si “trova” sui Social e lo perdiamo, se sono veri amici troveranno altre vie per contattarci.   Se i nostri clienti possono avere a che fare con noi solo sui social e i Social chiudono… si dimenticheranno di noi per sempre in un batter d’occhio!   Si, lo so, è brutto sentirselo dire, ma i clienti davvero fedeli rimangono fedeli fino a che tu continui a rimanere costantemente in contatto con loro.   Come li perdi di vista… addio.   ma quanto mi piace l’immagine traballante di questa roccia…   Cosa succede quindi? Dando troppa importanza al Social tendi a non curare gli strumenti esterni per tenere legato il cliente. E questa cosa è il MALE.   Ti faccio un esempio molto pratico: sulle pagine Social dei Sarti del Web trovi numerose pubblicazioni. Video, Articoli Blog, Rubriche, Podcast e così via.   Ognuno di questo prodotti è SIA su ognuno dei Social che utilizziamo (Facebook, Instagram, LinkedIn, Twitter), sia su canali esterni (YouTube, Blog dei Sarti, Spotify, Spreaker, ecc).   E tutto convoglia direttamente nel nostro sito www.isartidelweb.it   e non solo: ogni contenuto gratuito prodotto viene inviato automaticamente ad ogni nostro contatto in Newsletter.   Cioè: domani Zucky potrebbe chiudere tutto. O potrebbe farlo qualcun altro. Che sia YouTube o Twitter.   Non sarebbe un problema perché: Ogni canale è curato giornalmente I contatti mail ci permettono di raggiungere direttamente i nostri iscritti Tutto è archiviato e raccolto su un sito di MIA proprietà …cioè, sto portando le persone FUORI dai Social!   E come mai?   La spiegazione è semplice: Facebook è casa di Zuckerberg. Lui fa le regole, le crea e le distrugge a suo piacimento, e tu ci stai perché ti fa comodo… ma devi stare alle tue regole.   Se domattina si sveglia e trova sua moglie a letto con Bezos e per il nervoso pigia quel tasto rosso… né io né te possiamo farci nulla.     Si lo so, stai pensando che è impossibile. Ma prova ad immaginare che succeda MOLTO MENO.   Per esempio, Facebook potrebbe da un istante all’altro decuplicare, centuplicare i costi della pubblicità. Può tranquillamente permetterselo.   Oppure l’ultimo aggiornamento dell’algoritmo vieta di vendere, per chissà quale motivo al mondo, proprio quel prodotto o servizio che vendi tu. Così, perché gli va.   Magari hai un locale che si chiama “il bianco e il nero” perché tifi Juve ma l’algoritmo lo prende per razzismo. Non pensare sia così assurdo.   Ad

Prendi tutti i dati dei tuoi clienti e mettili su Infusionsoft.

rete di contatti

Guida rapida del Fabbro Ciao e bentornato/a alla rubrica del Fabbro! Oggi torniamo a parlare di Infusionsoft perché voglio condividere con te un metodo infallibile per importare tutti i tuoi contatti all’interno del software. In che modo stai raccogliendo i dati dei tuoi clienti? A mano? Con file Excel? Col CRM della scimmia o altri CRM? (se non lo stai già facendo consulta questa guida) Va tutto bene. Qualunque sia il tuo metodo hai la possibilità di importare tutti i tuoi contatti all’interno di Infusionsoft. Afferra al volo una tazza col tuo caffè preferito perché stai per leggere quali operazioni effettuare, caso per caso! Importare dati di contatti raccolti a mano Se stai raccogliendo i tuoi dati a mano sei un tipo strano ma il Fabbro tivvibì lo stesso. Puoi scegliere tra due soluzioni: Importi manualmente (uno per uno) i contatti dentro Infusionsoft. Saresti un folle a farlo, però questa possibilità esiste, perciò non te la nascondo per onestà. Devi collegarti sulla scheda contatti dal menù e fare click su “New Contact”. Compila tutti i dati in tuo possesso nelle caselle appropriate. Se i campi di default Infusionsoft non ti bastano puoi creare “Note”, “Tag” e “Campi personalizzati” per segmentare al meglio i tuoi contatti. Crei un file Excel e ci trascrivi dentro tutti i dati dei tuoi clienti. E questa è la giusta punizione per aver sempre scritto a mano ogni dato finora. Ebbene sì: se oggi Dante fosse vivo starebbe già lavorando alla versione 2.0 della Divina Commedia per implementare un girone dell’inferno in cui i dannati sono costretti a compilare file Excel a mano per sempre. Lo so, è una tortura. Però è indispensabile tu lo faccia. Metti la moka sul fuoco. Hai finito di trascrivere i dati nell’Excel? Bene. Adesso apri il file e fai click su “File” -> “Salva con nome” e salva una copia del tuo file in formato CSV (comma separated value). Perché? Perché Infusionsoft ha il palato fine, non gli piacciono gli Excel se non sono in formato CSV. Importa il CSV dentro Infusionsoft. Attendi. Ok! Se hai fatto tutto bene adesso Infusionsoft ti chiederà a quale “campo” corrisponde ogni cella di Excel. Non aver paura, andrà tutto bene. Ti faccio l’esempio di un contatto che ha questi dati: nome “Pinco”, cognome “Pallino”, email “pinco.pallino@gmail.com”, telefono “3333333333”. “Pinco” andrà nel campo “FirstName”, “Pallino” nel campo “LastName”, “pinco.pallino@gmail.com” nel campo “Email address”, “3333333333” nel campo “Phone”. Cosa succede invece nel caso tu abbia la data di nascita di Pinco Pallino? Devi scriverla nell’excel nel formato “Date”, quindi tipo “03/04/1984” (sono numeri a caso, non esiste nessun Pinco Pallino nato in quel giorno e non c’è alcun significato esoterico dentro); dopodiché scegli su Infusionsoft l’opzione per creare un “Custom Field (o campo personalizzato)” con formato “Date”. Se Pinco Pallino lavora nell’azienda “Fratelli Pallini” inserisci nel campo “Company” il dato “Fratelli Pallini”. Dai fuoco a tutti i foglietti dove hai annotato finora i dati dei tuoi clienti. Ti stai chiedendo se esistono altri modo per sbarazzarti della carta accumulata finora? Sì, ma per sicurezza dai fuoco a tutto. Importare dati di contatto raccolti su fogli Excel La procedura è identica a quella precedente, solo che puoi saltare direttamente al punto 3. Il punto 5 differisce leggermente: 5. Stampa tutti i tuoi fogli Excel e poi dagli fuoco. Importare dati di contatto raccolti sul CRM con la scimmia e simili E qui sono costretto a rischiare l’overdose di caffeina perché sto per scrivere l’elenco di tutti i software compatibili con questa procedura. Stai migrando i tuoi sistemi da: MailChi… aaaaahhhh… non ce la faccio! Vabbè dai, hai capito, il software con la scimmia. Active Campaign; Zucchetti; altri CRM simili. Cosa devi fare: Esporta i dati direttamente in formato CSV. Segui poi il punto 4 indicato precedentemente Il punto 5 è problematico… non so come si faccia a dare fuoco ad un CRM, altrimenti l’avrei già fatto dopo averli provati tutti. Se lo scopri lascia un commento sotto l’articolo e illuminami. Te ne sarò grato a vita. Suggerimenti vari Prendi questa sezione un po’ come una FAQ. “Aiuto Fabbro! Quando importo un file Excel Infusionsoft mi dice che il file non è supportato. Cosa faccio?” Molto probabilmente hai skippato il punto 3. Devi convertire il file Excel in formato CSV. “Argh Fabbro! Ho importato il mio file CSV ma Infusionsoft vede tutto sotto un’unica cella.” Questa cosa mi è capitata soltanto una volta finora. Mi spiace, sei un po’ sfigato perché si tratta di un eventualità assai rara. Io personalmente l’ho risolta così: ho scaricato la suite di OpenOffice (sarebbe una suite simile a quella Microsoft, però gratis) e ho creato un file di tipo OpenDocument (sarebbe la versione OpenOffice di Excel). Ho copiato tutti con un click tutti i dati del file Excel e li ho incollati sul file OpenDocument. Ho salvato il file in formato CSV. Ho importato il nuovo file CSV su Infusionsoft. Non so spiegarti perché accade, perciò ti invito a sposare la filosofia di Woody Allen nel film “Basta che funzioni”. Così, giusto per non impazzire. “Uoooh Fabbro! Ho tantissimi dati da inserire in campi che di default non esistono in Infusionsoft e sono molto diversi tra loro.” Ok, niente paura. Sono convinto che la maggior parte dei tuoi dati vadano sotto questi formati di “Custom Fields”: Textname. “Nome”, “Cognome” e “Pizza preferita” vanno in un campo personalizzato sotto questo formato. Quando il dato è composto da poche lettere e parole scegli questo. TextArea. Questo è molto simile a quello sopra, però va usato per dati testuali più lunghi. Però accetta un consiglio: inserisci questi dati sottoforma di note dopo aver finito l’import di contatti. Email. Se possiedi più indirizzi email dello stesso cliente, aggiungi un “Custom field” e chiamalo “Altro indirizzo email”, o qualcosa del genere; quindi associagli il formato “Email”. Date. Va bene per date di compleanno e ricorrenze così. Tags. I tag sono delle etichette che servono a segmentare i tuoi contatti. Non approfondirò questo tema qui perché

L’importanza di esser CHIARI

Blog del Sarto

Comunica in maniera chiara al tuo Cliente, altrimenti farà come vuole lui… e la pagherete entrambi!   Lo sai, il Sarto non parla mai di politica. Solo che oggi due cose mi tocca dirle, proprio sulla politica.   ATTENZIONE: non parlerò di scelte di governo, ma solo di COMUNICAZIONE! (che possiamo dirlo, è il MIO campo)   Mentre scrivo è il giorno di PASQUA, una Pasqua molto strana rispetto a come la conosciamo da sempre. E con alle spalle un lunghissimo anno di privazioni. Una domenica di festa in cui ci hanno detto: NON USCITE – POTETE USCIRE. E quindi…   Più o meno TUTTA L’ITALIA se ne sta andando in giro per case di amici e parenti, con migliaia e migliaia di piccoli assembramenti casalinghi!   Merito di comunicazioni come questa:     E perché? È giusto? È sbagliato?   Non sto scrivendo questo articolo per sparare giudizi. Però una cosa la so: è statisticamente probabile, con un RT nazionale a 0.98, che i contagi aumenteranno.   E chi pagherà? La pagheremo noi e la pagherà la politica, dovendo gestire numeri peggiori e ciò che ne consegue.   Questo è esattamente ciò che succede quando la tua Comunicazione è poco chiara: qualcosa andrà storto.   La pagherai tu perdendo clienti e la pagherà il tuo cliente non comprando da te, che magari eri la soluzione migliore per lui!   Ora, tralasciamo un attimo animosità e sentimenti, guardiamo la situazione da esterni e vediamo cosa possiamo imparare.   E per farlo scendiamo alle basi, le fondamenta.     Cosa vuol dire “Comunicazione”? Citando Wikipedia: Comunicazione (dal latino cum = con, e munire = legare, costruire e dal latino communico = mettere in comune, far partecipe) si intende il processo e le modalità di trasmissione di un’informazione da un individuo a un altro (o da un luogo a un altro), attraverso lo scambio di un messaggio elaborato secondo le regole di un determinato codice comune.   Trasmissione di un’informazione da un individuo a un altro. Semplice no?   Io ti dico una cosa, te la COMUNICO, e siamo a posto. Eh, magari!   Tra quello che io dico e quello che capisce chi mi ascolta c’è UN ABISSO NERO E PROFONDO, dove nella stragrande maggioranza dei casi si affossano le cose più importanti e passano al massimo le più superficiali, spesso frammentate o confuse.   Cioè: tu Comunichi, cerchi di inviare un messaggio, ma mediamente la persona di fronte a te NON CAPISCE, oppure NON TI DEGNA DI ATTENZIONI…   O, ancora più probabile: NON HA ALCUN INTERESSE AD ASCOLTARTI.   Non pensare sia così raro. Questo è quello che avviene QUASI SEMPRE quando fai Comunicazione per la tua Azienda. Il tuo potenziale cliente è letteralmente BOMBARDATO di pubblicità in ogni istante. Non ha voglia di ascoltarti. Non ti dà attenzione… …e non capisce. Ora magari tu puoi metterti lì a scandagliare il fondale di questo abisso e cercare le colpe del cliente. Dopotutto lui avrebbe dei vantaggi a comprare da te, perché non ti ascolta?   Bene, fallo pure. Ma se ti fermi qui, chiudi. Sicuro.     Se invece scegli la strada della Comunicazione Su Misura, le cose possono andare diversamente.   I princìpi fondamentali della Comunicazione Su Misura sono essenzialmente due: Scegli bene A CHI parlare Scegli bene COME parlare   Il primo punto lo devo tralasciare: non è questa la sede per parlare di Clienti Su Misura. Ma se vuoi essere sempre aggiornato e scoprire chi sono i TUOI Clienti Su Misura, iscriviti alla mia newsletter cliccando qui: avrai tutte le informazioni che ti servono per scovarli tutti!   Sul secondo punto… beh, permettimi una breve digressione. Di chi è la responsabilità della Comunicazione? Di chi Comunica o di chi riceve il messaggio?   Se Comunicare significa trasferire un’informazione da un individuo a un altro, se questa informazione risulta fallace, distorta o semplicemente compresa male… È colpa di chi parla o di chi ascolta? Bel dilemma.   Ma tranquillo, c’è una soluzione ed entro al fine dell’articolo ti sarà tutto più chiaro!     Se tu non stessi facendo Comunicazione per vendere potremmo aprire un bel dibattito filosofico-scientifico, probabilmente divertente. Ma lo scopo di questo blog è un altro.   Nel momento in cui decidi di utilizzare la Comunicazione per vendere… …devi assumerti TU tutta la responsabilità del messaggio che invii, del modo in cui lo fai e anche di ciò che capisce il tuo cliente!   Eh, lo so. Non è bello. Ma ti tocca. Stacce.   E quindi, se la responsabilità è TUTTA TUA, e il cliente continua a non capire… cosa vuol dire? Che non stai tenendo in considerazione LE BASI della Comunicazione utilizzata per vendere.   Nel caso della Comunicazione di governo per le vacanze pasquali è evidente e sotto gli occhi di tutti la poca chiarezza. Si vede talmente tanto che la gente ci scherza da giorni. Bene, ridiamoci sopra, ma l’effetto è tutt’altro che divertente.   Qui, ok, il governo non deve vendere. Ma deve fare qualcosa di decisamente più importante che è SALVAGUARDARE LA SALUTE DEI CITTADINI.   E con un messaggio così confuso non ottiene nessun risultato: tutti ci ridono sopra e poi FANNO COME GLI PARE. Da una parte interpretano, dall’altra se ne approfittano.   E cosa c’entra con la tua attività?     Te lo spiego subito: la Comunicazione Su Misura è quello strumento che ti permette di INDICARE con precisione le azioni che dovrà fare il tuo potenziale cliente per comprare. Dare prescrizioni, come farebbe un medico col paziente (o un legiferatore col popolo, in teoria).   Devi farlo perché questo è IL BENE per il tuo Cliente Su Misura.   E devi essere chiaro. Lineare. Preciso. Semplice. Non fraintendibile. Non devono esserci possibili interpretazioni. Non puoi lasciare al tuo cliente la responsabilità di capire come comportarsi: devi indicargli tu la retta via, passettino per passettino.   E se non capisce? Beh… è colpa tua. Anche quando non ti sembra. Perché è tuo DOVERE farti capire senza nessuna difficoltà!   Ma come? Ora attento: quanto sto per scriverti non è detto che

Un po’ di rispetto!

lente ingrandimento su volti persone

Ecco come aggiungere la Privacy Policy ai tuoi siti WordPress e rispettare le leggi Hai sentito sicuramente parlare almeno una volta di privacy policy e dei rischi cui potresti imbatterti se non ne aggiungi una sui tuoi siti web. Si tratta di un argomento molto importante e proprio per questo motivo ho deciso di parlartene oggi su queste pagine. Naturalmente ti mostrerò il modo migliore per affrontare la questione e cercherò di chiarire tutti i tuoi dubbi. Ebbene si, è arrivato il momento di afferrare una tazza del tuo caffè preferito. Ma partiamo dall’inizio. Che cos’è una privacy policy? È una pagina web di politica sulla privacy, un documento richiesto dalla legge. Serve a rivelare ai tuoi utenti come userai le informazioni raccolte su di loro. In tantissimi paesi – e l’Italia non fa eccezione – i siti web e le landing page sono tenute per legge a divulgare pubblicamente il modo in cui le informazioni vengono raccolte e utilizzate. Oggi i siti web hanno tantissimi modi per raccogliere informazioni sui propri visitatori. Tra i più comuni (utilizzati anche dai Sarti) abbiamo: Form (o moduli) di contatto Al primo posto della lista perché il più utilizzato all’interno delle strategie di acquisizione contatti. È estremamente raro imbattersi in una landing page sprovvista di questo elemento web. In questo momento stai leggendo un articolo di blog e hai la possibilità, scorrendo in fondo alla pagina, di lasciare un commento. Ecco: anche il box dei commenti è a tutti gli effetti un form di contatto, in grado di immagazzinare informazioni su te e altri utenti. Se ti sei iscritto alla newsletter del Fabbro l’hai fatto attraverso un form di contatto. Se non l’avessi ancora fatto shame on you e rimedia subito! Immagino tu abbia effettuato almeno un acquisto nella tua vita su Amazon, il colosso e-commerce. Se non l’hai fatto sei un tipo strano. Nel caso contrario, quando ti sei registrato su Amazon, gli hai lasciato i tuoi dati attraverso un form di contatto. Anche quando effettui degli acquisti su altri e-commerce compili un form di contatto per inserire informazioni quali il tuo nome, il tuo cognome, l’indirizzo di spedizione e l’indirizzo email. Google Analytics (o strumenti analoghi). Quando visiti un sito web lasci un’impronta, una traccia. Gli strumenti come Google Analytics utilizzano quella traccia per elaborare grafici e statistiche come il numero di visite giornaliere, settimanali o mensili del sito web oppure la percentuale di frequenza rimbalzo. Se è la prima volta che senti parlare di Google Analytics o strumenti del genere ti suggerisco di leggere questo articolo approfondito. Scoprirai un modo di fare comunicazione online molto più semplice ed efficace. Facebook Pixel. La tecnologia del Pixel di Facebook è molto simile a quella degli strumenti di Analytics e consente al proprietario del sito web di indirizzare gli annunci sponsorizzati a utenti più interessati e di creare dei pubblici simili. Non starò a dilungarmi su questo strumento potentissimo qui poiché merita un approfondimento a parte. Tra l’altro, il Sarto ne parla ampiamente all’interno della sua rubrica e ti consiglio di leggerla ogni settimana per capire come dovresti gestire la tua comunicazione online per renderla efficace e profittevole. Google Adsense. È la tecnologia che permette di inserire dei banner pubblicitari all’interno dei siti web. I proprietari dei siti guadagnano centesimi per ogni click o impressione (visualizzazione senza click), ragion per cui anche questo metodo ha bisogno di raccogliere informazioni sugli utenti per funzionare. Devo avere per forza una privacy policy? Assolutamente SI. Lo impone la legge e non puoi fare a meno di implementarne una sul tuo sito se non vuoi rischiare pesanti sanzioni. Devi conformarti al GDPR, il regolamento generale sulla protezione dei dati, e tenerti sempre aggiornato quando cambiano le leggi di tutela della privacy. Ma tranquillo, non devi stare a impazzire: ti basta iscriverti alla newsletter del Fabbro per restare sempre aggiornato e non perderti neanche una novità! Spacca il link a furia di click! Come dicevo, questa legge si applica a tutte le aziende e comprende tutti i blog, quindi se il tup sito ancora non ce l’ha devi correre ai ripari al più presto. Cosa devo scrivere nella pagina sulla privacy policy? In teoria è semplice: devi elencare tutte le modalità con cui raccogli (o hai pianificato di raccogliere) le informazioni degli utenti all’interno del tuo sito web. Spesso una privacy policy comprende: Il tipo di informazioni che il sito raccoglie. Come ad es. il nome, il cognome e l’indirizzo email degli utenti, nel caso in cui tu abbia un form contatti con questi campi. Tutti i metodi utilizzati per raccogliere i dati: form di contatto, cookie, form di registrazione, Analytics, Facebook Pixel ecc. Come tratti i dati che raccogli attraverso il tuo sito. Se li utilizzi per creare delle offerte personalizzate o per tenere aggiornati gli utenti sui tuoi prodotti/servizi attraverso una newsletter. Il metodo attraverso cui gli utenti possono bloccare i cookie e annullare la pubblicità di terze parti. Le tue informazioni di contatto, in pratica il tuo nome completo e il tuo indirizzo email. In questo modo gli utenti possono contattarti per richiedere l’eliminazione dei loro dati all’interno dei tuoi sistemi. È tanta roba, lo so. Infatti non ti consiglio assolutamente di scriverla a mano. “In che senso Fabbro? Come posso fare altrimenti?” Puoi utilizzare Iubenda per generare in automatico la privacy policy adatta al tuo sito! Come generare una privacy policy gratis con Iubenda Collegati al sito di Iubenda e fai click su “Inizia la generazione”. Seleziona “sito web” nella schermata successiva e inserisci il nome a dominio del sito per cui vuoi generare la privacy policy. Scegli “privacy e cookie policy”, dopodiché potrai aggiungere altri elementi al tuo documento. Iubenda è persino in grado di analizzare il tuo sito e capire, in base ai plugin e alle funzioni WordPress che utilizzi, di cos’altro hai bisogno per rispettare il GDPR. Una volta finito, ti verrà chiesto in che modo vuoi implementare la privacy e cookie policy all’interno del sito. È assolutamente indifferente, quindi

il RE è sempre LUI, che ci piaccia o no!

Blog del Sarto il re e sempre lui

E se ancora non fosse chiaro, il Re è uno solo. Facebook piglia tutto e non sembra abbia intenzione di tirarsi indietro!   Oramai ho deciso che almeno una volta all’anno mi metto qui, scaldo la tastiera, e ti inondo di dati numerici che distruggono in un attimo ogni voce fuori dal coro. Perché ancora oggi, e forse più di prima, c’è quel manipolo di persone che urla a gran voce “Facebook è morto! Sono tutti su Instagram! Viva Tic Toc! Viva (quella cagata di) Clubhouse!” e altre amenità.   Ma a me le OPINIONI hanno sempre fatto ribrezzo. Io per primo non mi fido delle mie, specialmente se si parla di lavoro.   Capiamoci, è come quando un cliente del Laboratorio dei Sarti ci da indicazioni precise sul lavoro da fare basandosi unicamente sui suoi gusti e sul suo modo di usare il Web.   Sulla sua percezione.   Io lo capisco, amico, ma quel che fai tu non è MAI la media di quello che fa il mondo. MAI, punto. Quello che vedi tu, è solo un minuscolo spicchio di ciò che accade.   E io non voglio avere nulla a che fare con le opinioni. A me interessano i fatti, i numeri, i dati oggettivi.   E i dati sono chiari, chiarissimi, per chi sa trovarli e leggerli.     Posso dirti con sicurezza che nel corso del 2020: C’è stata una media di 1,84 MILIARDI di persone attive su Facebook al giorno; Mediamente ci sono state 2,93 MILIARDI di persone attive al mese su Facebook; Il gruppo di Zuckerberg (Facebook, Instagram, WhatsApp) ha avuto un ammontare medio di 3,7 MILIARDI di persone al mese.   Sono tutti numeri IN AUMENTO rispetto al 2019. E scommetto le crocchine dei gatti che nel 2022 sarà ancora in aumento!   Nonostante stravolgimenti climatici, epidemie, asteroidi, guerre mondiali, le cose proseguono esattamente come previsto. Facebook è duro a morire.   Questi sono i dati aggiornati a gennaio 2021:     Eccolo lì Facebook, sempre fermo al primo posto fra tutti i Social, alla faccia di tutte le voci che lo danno per morto.   Aspetta aspetta… sento già qualcuno lì alle ultime file che urla: “si ma lo usano solo i vecchi!” Seguimi che ti smonto anche questa, ma non subito.   Prima vediamo qualche altro numero: La presenza di Facebook nella vita delle persone è indiscutibile. Il 60.6% degli utenti di Internet utilizza Facebook. Sono quasi i 2/3 terzi di tutti gli utenti su Internet. Due persone su tre sono su Facebook. D U E   S U   T R E Davvero, c’è altro da dire?   Ah si, giusto, c’è chi pensa che sono solo i vecchi! E anche qui le opinioni vanno a fare un frontale ai 180 all’ora con le statistiche!     Lasciando da parte i minorenni, che giustamente sono tutelati e difficilmente li puoi colpire con le tue campagne, dai 18 ai 55 anni la risposta è calda, decisa, massiccia.   Facebook non molla un millimetro! E quindi se ancora hai in mente la domanda “perché dovrei pubblicizzare il mio prodotto o servizio su Facebook?” ecco la risposta   PERCHÉ SU FACEBOOK CI SONO TUTTI, TUTTI, TUTTI!   I nostri clienti, e i tuoi, sono tutti qui! Hanno un cellulare e stanno cercando cose, gattini, stanno cazzeggiando sulla piattaforma più grande del mondo. Quella più familiare, più conosciuta, più “socievole” se mi passi il termine, più facile da utilizzare per gli utenti. (perché per gli Esercenti no, non è facile per nulla, maledetto Zio Zucky)   Credevi avessi finito con i numeri? Te l’ho già detto: oggi ne sparo una valanga! Ecco qui, giusto per darti una panoramica di chi sono, i tuoi clienti, ecco due dati carini:     Su 60.41 milioni che sono, gli italiani, abbiamo 77.71 milioni di connessioni da cellulari mobili. IL 130% …CAPISCI? Ripeti con calma: centotrenta percento. Per darti un’idea di che significa, è come se tutti gli italiani avessero in mano un cellulare connesso a internet, anche i neonati e i vecchietti ultranovantenni allettati, e un terzo di tutti gli italiani ne avesse un secondo. Il che, se ci pensi, è impossibile. Escludiamo allora chi è troppo vecchio e chi è troppo giovane… Rimane quindi che la maggior parte di noi italiani in forza lavoro ha più di una connessione a internet! I più ne usano una per il lavoro e una per la vita privata.   Pensaci: sei anche tu uno di questi? Quante persone conosci che vivono sempre connesse?   Il dato strabiliante è il terzo: l’83,7% della popolazione è un utilizzatore d’internet. Tradotto in termini di opportunità di vendita: TUTTI I POTENZIALI CLIENTISONO SU INTERNET   E non si tratta di una moda passeggera o di un “trend” destinato a scomparire.     Non c’è via di fuga. Le chiacchiere stanno a zero. La crescita è spaventosa! Il numero di utilizzatori dei social tra il 2020 e il 2021 è cresciuto del 13,2%! E come mai? Perché internet è divertente, è rilassante, è veloce ed è utile. Molto meglio della vita reale! Infatti gli utilizzatori di internet e social crescono molto più velocemente dell’incremento della popolazione… guarda qui     La popolazione aumenta dell’1%, gli utilizzatori dei Social aumentano del 13,2%!   Sarà una realtà sempre più importante, sempre più reale del reale!   Quante volte ti ho detto che se non sei su Internet non esisti? Ecco il motivo! Perché se qualcuno ti cerca… lo fa su Internet! E se non ti trova, cerca qualcun altro.   Questo è ancora più valido quando si parla di Social, specialmente di Facebook… perché è lì che la gente passa la maggior parte del proprio tempo libero!   Facebook è un’azienda in gran salute, che tra le altre cose sta assumendo a un ritmo record.   Il personale ha toccato la vetta di 44,942 elementi al 31 dicembre 2020, un aumento del 30% rispetto all’anno precedente.   Giusto per darti qualche altro numero, casomai non fossero abbastanza: Ogni minuto 400 nuovi utenti

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