Come Falene attratte dal Fuoco!

Copertina Come falene nel fuoco

In natura le falene inseguono le fiamme. Non gli fa bene, si bruciano! Però per loro è inevitabile. Lo fanno per istinto. Si avvicinano troppo e muoiono. Anche l’uomo insegue le cose che brillano. Legioni di persone si sono trucidate per gemme o granelli d’oro. Ed è nato un detto: “non è tutt’oro ciò che luccica”! Ecco, oggi parliamo di qualcosa che brilla, luccica forte, ma farà bruciare te, la tua immagine e soprattutto la tua cassa alla velocità della luce e, questo è il peggio, senza il ritorno che speravi. Oggi parliamo di cosa NON è la Comunicazione. Di quando la Comunicazione usa le leve e gli stratagemmi che noi Sarti conosciamo molto bene… ma lo fa fuori luogo! Oggi sono in vena di parlare di cose allegre e leggere. Tipo i funerali. A tutti è capitato di vederne uno. Ad alcuni di organizzarlo per qualcuno di caro. È un momento terribile della vita di ognuno con cui, purtroppo, bisogna fare i conti. Ora rispondi con sincerità a questa domanda: hai mai visto qualcuno ridere a crepapelle mentre organizza un funerale? Facciamo un passo indietro. Se dai un’occhiata alla tua memoria ricorderai sicuramene pagine Social che ti hanno fatto ridere. Spesso sono pagine o gruppi gestiti da ragazzi il cui unico scopo è farti ridere. Bellissime, alcune le seguo addirittura io! Ma magari te ne viene in mente una in particolare… che si chiama Taffo. Taffo è un’Agenzia di Pompe Funebri localizzata a Roma che, grazie all’agenzia creativa (ho i brividi anche a scrivere questa parola) che ne segue la Comunicazione, è diventata famosa in tutta Italia… e all’estero. Hanno anche fatto un libro! Un vero fenomeno del Web. L’Ironia applicata ad un settore come quello dei funerali ha colpito molto il pubblico, facendo schizzare alle stelle la notorietà dell’Agenzia funebre. Per un certo periodo Taffo è stata sulla bocca di tutti… e anche ora non se la passa male da questo punto di vista. Tutto molto bello. Vero? Tuttavia… non è tutt’oro ciò che luccica. Prima di mettermi qui a mazziare l’Agenzia che segue la Comunicazione di Taffo ti faccio vedere perché sono qui a mazziarla. Voglio che ti sia chiaro un concetto fondamentale: ANCHE IO RIDO AI SUOI POST. L’ironia che fanno è gradevole e senza dubbio attira una enorme quantità di pubblico. Ma qui non contano le risate, e nemmeno i Like o le Condivisioni. Così come non conta il gusto personale. Né il mio né il tuo. Qui contano solo TECNICA E NUMERI. Quindi vediamo prima di tutto i numeri. Oltre a Like e Condivisioni, cosa ha portato la Comunicazione di Taffo? Guarda questo schemino interessante. Come puoi notare già a prima vista, l’azienda Taffo è in perdita costante. (se non sapevi che questa cosa è fattibile e soprattutto LEGALE, sappi che posso trovare anche il TUO bilancio… basta pagare!) La realtà è che ci sono ben DUE aziende a Roma con lo stesso nome, ma nessuna delle due sta raccogliendo un granché dalle campagne Social. E chi ci sta guadagnando quindi? Ho il sospetto che… Lo stia facendo solo la sua Agenzia di Comunicazione! e come? È qui che iniziano a girarmi i chitarrini. Sarto stai calmo. Respira… Conosco giornalmente imprenditori che per la prima volta nella loro carriera si approcciano all’idea di utilizzare la Comunicazione Social per incrementare il proprio fatturato e utile. Spesso sono persone splendide, coraggiose e con voglia di darsi da fare. Purtroppo, però, la cultura in Italia è ancora molto scarsa. Le conoscenze sulla Comunicazione sono per lo più legate alla percezione comune e per niente alla conoscenza della tecnica. Quindi può capitare con grande facilità che questi bravi imprenditori vengano abbindolati da webbagency fuffa che gli propongono tecniche totalmente fallimentari. Come la Brand Awarness, per esempio. O l’ironia applicata ad cazzum, altro esempio. Ma anche senza scendere nella tecnica specifica, proviamo anche solo a guardarla da esterni. Diciamo, usando semplicemente la logica. Taffo fa funerali. Taffo fa ridere. Perché mai dovrei pensare a Taffo, che mi fa ridere, in un momento in cui piango? Questo è, da un osservatore esterno e anche poco preparato, già un buon motivo per non fare tutta quell’ironia. Anche perché l’ironia è una ottima tecnica di Comunicazione. Ma non sempre e comunque! Ma se proviamo a scendere un po’ di più nella tecnica, le cose stanno anche peggio. La tua Comunicazione Social ha solo e esclusivamente 3 obiettivi: Far crescere il numero dei tuoi Clienti su Misura Far incrementare il numero di acquisti da parte dei tuoi Clienti su Misura Aumentare la spesa media a Cliente su Misura. Poi possiamo aggiungere che deve far compiere un’azione al tuo Cliente: scegliere se compare da te, comprare da qualcun altro o non comprare per niente! Ora, vai a vedere una qualunque pubblicità della Taffo. Guardala con attenzione. Trovi un qualunque argomento interessante? Qualcosa che possa farti pensare, in caso tu abbia bisogno di un funerale, che Taffo sia la soluzione giusta per te? Trovi da qualche parte un invito a compiere una qualunque azione che ti avvicini a trasformarti da “osservatore” a “cliente”? Prendiamo le parole di Mr.Taffo: “Siamo arrivati anche in Inghilterra, ma in verità questo accadeva da sempre. Siamo tanto conosciuti fuori dalla nostra zona ma ti direi una bugia se ti dicessi che abbiamo incrementato il lavoro oltre i nostri confini grazie alla pubblicità”(Giacomo Taffo, fonte: http://tabletroma.it/taffo) e abbiamo già visto che nemmeno DENTRO i confini è andata così bene. Ora voglio essere chiaro con te. Queste cose mi fanno incazzare. E il motivo è presto detto: è da tempo che dedico la mia vita a promuovere e incentivare una cultura sulla Comunicazione. Lo faccio perché è scarsa, scarsissima e tutto questo è davvero pericoloso. Questo perché già non è esattamente il periodo migliore di sempre per l’economia italiana. In più è un momento in cui in molti si stanno affacciando “ai Social” per la loro pubblicità. E webbagency che offrono “visibilità”, “brand awarness”, “condivisioni e like” o addirittura “post virali”

La grande illusione del cliente pagante!

copertina la grande illusione del cliente pagante!

Quando credi che sia un cliente e invece ha solo comprato qualcosa da te Ci sono domande che mettono sempre in difficoltà gli imprenditori. Più o meno tutti. Più o meno sempre. Una di quelle che più di tutte fa vacillare le certezze è quella appena successiva a “quanti clienti hai?”. Procediamo per gradi. Oggi ti parlo di tutti quei compratori che tu chiami clienti e invece sono solo persone che comprano da te… e possono essere trasformati in clienti veri solo se sai come farlo. Hai presente quel momento idilliaco in cui il tuo potenziale cliente apre il portafogli e ti paga? Quel momento in cui si realizza e giunge al culmine il processo imprenditoriale che hai costruito e fa trasformare tutti i tuoi sforzi in denaro? Ecco, quello è il momento in cui tu chiami il tuo compratore CLIENTE e sei soddisfatto del tuo (e suo) operato. Oggi voglio darti una piccola spintarella. Non credo che sia abbastanza per farti cadere nel baratro, anzi… spero ti permetta di atterrare in piedi o, ancor meglio, evitare la caduta che moltissimi imprenditori non riescono ad evitare… ed alla quale non sopravvivono! Perché il problema sta nella SECONDA DOMANDA. Quando un imprenditore o una imprenditrice entra nel Laboratorio dei Sarti del Web subisce una tempesta di domande. Prima di tutto tramite la Checklist del Sarto, ma non basta mai: la fase di Ricerca è lunga, complessa e differenziata. Tuttavia, arriva sempre il momento della fatidica domanda: QUANTI CLIENTI HAI? E qui le risposte sono varie: da chi lo sa con certezza matematica, a chi deve solo “contare” dal suo file excel… fino a chi non ne ha assolutamente idea perché non ha mai preso i contatti dei suoi clienti. Nulla di strano: ci sono abitudini dure a morire e quella di non “inseguire” i propri clienti in Italia è profondamente radicata. Ma il vero dramma arriva alla seconda domanda: QUANTO VALE UN TUO CLIENTE? “eh?” QUANTO INCASSI MEDIAMENTE DA UN CLIENTE SOMMANDO TUTTI GLI ACQUISTI CHE NELLA SUA VITA FA DA TE? “eh?” QUANTO TEMPO MEDIAMENTE UN CLIENTE RIMANE TUO CLIENTE? “eh?” e poi il colpo di grazia: QUANTE VOLTE IL TUO CLIENTE COMPRA DALLA CONCORRENZA E NON DA TE? “aiuto…” Chiariamo che non c’è nessuna presunzione da parte mia. È oggettivamente difficile rispondere a queste domande e solitamente da quando si iniziano a raccogliere i dati a quando si hanno statistiche e numeri può passare qualche anno. Ma questa non è una buona giustificazione per non iniziare. Ci sono svariati motivi validissimi e utilissimi per avere sotto mano questi numeri. Oggi ti parlo solo di uno di questi motivi: DEVI SAPERE COME TRASFORMARE UN COMPRATORE IN CLIENTE. Ma prima di tutto… devi conoscere la differenza tra Compratore e Cliente. Il COMPRATORE è colui che ha comprato da te UNA VOLTA. Quella prima (e per il momento unica) volta può essere la conseguenza di un’offerta a sconto, di un’iniziativa di Comunicazione ben fatta, così come può essere PURO CULO. Perché, oh, a volte capita anche che ci sia una gioia. In tutti i casi… è ancora UN CASO. Che il cliente (compratore) stesse passando di fronte al tuo negozio (o sul tuo sito) e faccia un acquisto è SEMPRE un caso. Anche un Campagna di Comunicazione ben fatta che ti porta un compratore è un caso. Non nel senso che succede casualmente… …bensì è un fatto statistico. Una campagna Social ben fatta ha una determinata percentuale di successo. Una certa percentuale di persone che passa a piedi di fronte al tuo negozio si ferma a comprare. Un numero percentuale dei visitatori del tuo sito compra. Ecc. Sono tutte statistiche che tu puoi (più o meno) calcolare personalmente. Ovviamente una buona azione di Comunicazione Social renderà una percentuale di conversione in compratori più elevata di una fatta male. Così come una bella vetrina in centro converte di più di una brutta vetrina in un vicolo malfamato. In tutti i casi, calcolata questa percentuale… inizia il lavoro duro. Perché se io ho portato qualcuno a comprare il mio prodotto o servizio, in qualunque modo io lo abbia portato… non posso fermarmi qui. Se mi fermo qui è come montare un motore Panda su una Lamborghini. Non andrò molto forte, anche se ho la carrozzeria fichissima. Il compito di un imprenditore è VENDERE IN MANIERA RICORSIVA. Cioè portare lo stesso cliente a comprare più volte… e non solo. È allo stesso modo fondamentale portare il Cliente a NON COMPRARE DALLA CONCORRENZA. Fino a quando il compratore avrà comprato da te una volta sola non è un cliente. E anche se compra da te più volte ma va ANCHE dalla concorrenza non è un cliente. Un vero Cliente Su Misura compra SOLO da te. A qualunque costo. Affrontando qualunque avversità pur di non andare da qualcun altro! La bella notizia è che un Cliente Su Misura non ti abbandonerà mai (a patto che tu non faccia errori gravi o per fattori esterni, tipo cambio di zona). La cattiva notizia è che NESSUNO diventa Cliente Su Misura da solo: tocca a te prendere la bacchetta magica e trasformarlo. La PESSIMA notizia è che non esiste nessuna bacchetta magica. Si, piacerebbe anche a me, ma niente, non c’è. Però non temere. Una soluzione c’è. Tuttavia, costa fatica e impegno e la maggior parte degli imprenditori ha una naturale avversione per la fatica e l’impegno. Tu, fortunatamente, se stai leggendo questo Blog con tutta probabilità sei uno di quelli che non ha paura ed è pronto a darsi da fare. Che sia chiaro: per me sei un EROE. Sono davvero pochi in Italia gli imprenditori capaci di rimboccarsi le maniche… davvero! Quindi, ecco cosa devi fare. Prepara un PERCORSO per il tuo compratore che lo trasformi in Cliente. Preparalo PRIMA che ti contatti. Prima ancora che ti conosca. Crea un protocollo e applicalo SEMPRE. Mi piacerebbe dirti con esattezza che protocollo applicare. Purtroppo… niente bacchetta magica. Ogni attività è diversa. Ognuno ha il suo Cliente Su Misura.

Una maglietta gialla col mio faccione e la corona.

copertina che c'entra la comunicazione?

E cosa c’entra la Comunicazione? Oggi voglio raccontarti cosa mi è successo la settimana scorsa. Lo so, non mi hai mai visto imbarazzato. Ma devo dire che questa volta lo sono. Tuttavia, so che da questa storia (e dal suo imbarazzo) emergono questioni decisamente utili da affrontare su questo Blog. Quindi, bando alle ciance e cominciamo: cos’è sta storia della maglietta gialla? Domenica 26 Gennaio 2020 ho pubblicato il mio primo video su YouTube. Da quel giorno OGNI DOMENICA pubblico un video di 10-13 minuti con il quale cerco di aiutare gli Imprenditori e le Imprenditrici che mi seguono a fare scelte giuste e fruttuose per la propria attività. A volte questi video sono un po’ duri da digerire: a nessuno piace sentirsi dire dove si è carenti. E so che in alcuni casi certi video possono “allontanare” da me e dai Sarti qualche potenziale cliente. Tuttavia, so di avere un validissimo motivo per farli. Anzi, numerosi e validi motivi. Credimi: non è un’impresa facile. A parte il tempo necessario per scriverli, girarli e montarli – che immaginerai non essere poco – ci sono altri aspetti che rendono complicato fare questi video: l’imbarazzo di fronte alla telecamera il sapere che centinaia di persone ogni settimana li seguono la necessità di trovare sempre argomenti interessanti ecc… e allora, perché continuo a farli? Sono così fondamentali per i Sarti del Web? La risposta è semplice: non sono fondamentali ai Sarti del Web, che esistevano anche prima dei video. Ma sono VITALI per quella che è la mia missione. Ed è proprio questo l’argomento di questo articolo: la tua MISSIONE. Facciamo qualche passo indietro. L’assunto di base è: NESSUNO COMPRA PRODOTTI O SERVIZI DA AZIENDE. TUTTI COMPRANO REALIZZAZIONE DI DESIDERI O SOLUZIONI DI PROBLEMI DA PERSONE. Non dobbiamo dimenticare mai che il nostro potenziale cliente, qualunque mestiere facciamo, è prima di tutto diffidente. Lo è per autodifesa, per esperienza, per cultura. Siamo il paese delle truffe. Tutti si aspettano che ci sia qualcosa di nascosto, di non detto, di losco. Nostro dovere di imprenditori è MOSTRARE e DIMOSTRARE al nostro potenziale cliente che si può fidare di noi. E in questo senso il primo passo fondamentale è METTERCI LA FACCIA. Mostrarsi è un gesto necessario. Nessuno si fida di un marchio (ora non pensare ai big player mondiali che hanno dinamiche diverse, anche se con molti collegamenti). Ma non basta. Infatti, se ci limitassimo a far vedere il nostro volto avremmo risultati diversi. Quello che dobbiamo fare è MOSTRARCI TOTALMENTE, il che significa avere un’idea chiara, prendere posizione ed esporla con determinazione. Questo a qualcuno non farà piacere. Amen, siamo 60 milioni in Italia, ci sarà qualcun altro a prendere il posto di chi se ne va. Quando mostriamo le nostre idee ed opinioni, facciamo qualcosa di molto più utile che il semplice descrivere la nostra attività o il nostro prodotto: iniziamo a fare EDUCAZIONE. Che magari detta così suona male, ma seguimi che ci capiamo. Viviamo nel primo periodo della storia in cui c’è un problema di eccesso di informazioni. Una volta ci bastava scendere sotto casa, chiedere al negoziante cosa avrebbe risolto il nostro problema e via, pronti all’acquisto. Ci fidavamo di lui perché non c’era alternativa. Non avevamo altre informazioni. Ora possiamo trovare tutte le informazioni che vogliamo, su qualsiasi cosa, con una manciata di click su un apparecchio che abbiamo sempre in tasca. E troviamo tutto e il contrario di tutto. Sempre. Su ogni cosa. Se dovessimo dar retta a tutto quello che possiamo trovare su internet ci esploderebbe il cervello. Quindi siamo costretti a SELEZIONARE le informazioni e scegliere quelle che ci sembrano migliori. È qui che però entra in campo il nostro caro cervello pieno di BUG che invece di ragionare in maniera coerente cerca sempre le strategie per fare meno fatica. Ed ecco che riteniamo immediatamente più credibili le informazioni che confermano le nostre idee pregresse, magari basate su poche notizie e nessuna esperienza, frutto di nostre fantasie, senza contatti forti con la realtà. Quindi se cerchiamo un’aspirapolvere perché abbiamo deciso che la scopa deve andare in pensione, non daremo credito alcuno a quell’articolo che dice che rispetto all’aspirapolvere la scopa pulisce meglio gli angoli! Se, al contrario, vogliamo evitare l’acquisto dell’aspirapolvere, quell’articolo sulle magie della scopa ci sembrerà più credibile. Questo è un meccanismo in atto SEMPRE quando dobbiamo selezionare le informazioni che ci servono per scegliere se fare un acquisto o meno. A meno che… …c’è sempre l’eccezione, no? Sempre perché il nostro cervello odia la fatica, se abbiamo una strategia più veloce e meno faticosa per fare questa selezione, siamo prontissimo ad applicarla immediatamente. Questo avviene quando scegliamo di dare meno ascolto al nostro senso critico e ci fidiamo di qualcuno. Se ci fidiamo abbastanza, basta ascoltare lui e ci liberiamo per sempre del tempo e della fatica di fare una ricerca prima di scegliere. Se quel qualcuno per noi è autorevole, siamo a posto. Se è un’autorità nel suo settore, siamo a postissimo, sereni e liberi di non scegliere mai più. Seguendo il nostro “maestro”. Se abbiamo un punto di riferimento affidabile abbiamo risolto un sacco di problemi. Quando ho deciso di far nascere i Sarti io avevo un problema. Ero incazzato nero. Vivevo pieno di rabbia. Già da diversi anni vivevo a stretto contatto con moltissimi imprenditori. Studiavo e applicavo la Comunicazione Social con attenzione e precisione. Direi ossessione. Ma GIORNALMENTE vedevo attorno a me imprenditori ritrovarsi nei guai, con la merda fino al collo, e webbagency che gli bruciavano gli ultimi risparmi promettendo miracoli a suon di post. Vedevo aziende finire tra le grinfie di veri e propri truffatori travestiti da “smanettoni” gettando al vento soldi in investimenti senza speranza. E mi chiedevo perché… Perché queste persone non riuscivano a difendersi? Perché ci cascavano tutti? E a quel punto mi sono accorto che il motivo era CULTURALE. In Italia non c’è una vera cultura imprenditoriale sulla Comunicazione. Anzi, è relegata a spesa quasi inutile, da fare giusto perché la

Il grande INGANNO del miglior rapporto qualità prezzo

copertina pensa povero

Oggi cito qualcuno fra i più grandi dei nostri tempi: Quanta verità in così poche parole! Ma andiamo per gradi… Ho deciso di parlarti di come fai i prezzi. Come decidi i prezzi del tuo prodotto o servizio. E per farlo… parlerò di come COMPRI. Cioè di come decidi se per te un prezzo è adeguato o meno. Tutto è nato qualche giorno fa, quando mi è capitata sotto gli occhi questa sponsorizzata. Te la spezzo in due immagini, per farti leggere tutto il testo… Come immaginerai, il Sarto è abbastanza immune alle pubblicità, specie quelle non esattamente fatte bene. Ma questa mi ha proprio colpito. Più o meno come un colpo di bastone dritto sui reni. L’ho letta, riletta. L’ho quasi imparata a memoria. Non riuscivo a crederci. Pensavo: “quante brave persone scivoleranno in questo buco nero e inizieranno a pensare che la Comunicazione Social non funziona?” Non erano esattamente queste le parole che avevo in mente, pensando a questa OFFERTONA, ma oggi non è un buon giorno per essere querelati. Non mi soffermerò sulla frase “primo prezzo del mercato italiano” usata come leva di vendita perché non si spara sulla croce rossa. Nemmeno sul “malgrado l’incredibile offerta lancio” che mi ha fatto rizzare la barba. Quello di cui voglio parlarti è di cosa VERAMENTE mi fa PAURA di questo genere di messaggi (in tutti i settori, non solo il mio): il fatto che sono APPOSITAMENTE scritti per persone IGNORANTI. Dal vocabolario Treccani: Che non conosce una determinata materia, che è in tutto o in parte digiuno di un determinato complesso di nozioni: essere i. di chimica, di grammatica, ecc.; in fatto di musica moderna sono completamente ignorante. Sto parlando di tutti noi, me compreso. Ogni persona al mondo è percentualmente più ignorante che competente. Sono davvero poche le cose che conosciamo, mentre la nostra ignoranza sugli argomenti del mondo è abissale. Se non lo accettiamo, facciamo un grande danno a noi stessi e alla nostra crescita personale! Quindi… torniamo sul pezzo. Quando decidiamo di comprare un prodotto o servizio, ci approcciamo, nella stragrande maggioranza dei casi, a un argomento che non conosciamo (o che conosciamo pochissimo). Quindi implicitamente stiamo cercando qualcuno che ci insegni il VALORE di quello che stiamo comprando. Il Valore ovviamente non è solo quello monetario, ma oggi mi soffermo su questo. Per intenderci, io non saprò dare un valore in denaro a qualcosa che non conosco, a meno che io non me ne interessi e vada a cercare di capire più o meno quanto costa. Vale se devo comprare casa, se mi serve l’auto nuova, se devo andare dal dentista, ma anche se devo comprare un panino in un bar: è l’azienda da cui compro a spiegarmi “quanto vale” il suo prodotto o servizio. Da questo meccanismo nascono i terribili “prezzi medi sul mercato”, che altro non sono che la media percepita del prezzo del tal prodotto o servizio al mondo (o in una zona). I prezzi sul mercato non sono necessariamente il VERO valore di un prodotto (pensa a un abito firmato), ma si fondono con il Valore Percepito dal cliente. È quando un imprenditore deve dare un prezzo ad un suo prodotto o servizio che iniziano i casini! Questo perché tutti noi sappiamo che “lì fuori” le persone non sanno dare il giusto valore alle cose, ci mettiamo a cercare di capire quanto possono essere disposti a pagare. L’idea è: non pagheranno mai quello che io ritengo giusto, pagheranno quello che loro ritengono giusto in base alle informazioni che hanno. E quindi ecco la soluzione geniale! Andiamo a vedere che informazioni hanno i clienti! Giubilo! Nonostante il caldo, ho i brividi mentre scrivo sta roba. L’imprenditore quindi che fa? Guarda i prezzi dei suoi concorrenti. Prende il più alto e il più basso e si piazza al centro. Sulla media. E poi si lancia sul mercato… con un servizio di alta qualità! Ed ecco che è caduto nell’inganno più pericoloso: il rapporto qualità/prezzo. Dando un buon prodotto o servizio ad un prezzo medio di mercato ci illudiamo di essere magicamente diventati appetibili per il cliente. Dimenticandoci TOTALMENTE che nessuno di noi compra tenendo conto di queste cose! Cioè: invece di fare un prezzo adeguato alla qualità di ciò che fai, cerchi un prezzo adeguato per il tuo cliente SENZA PENSARE COME IL TUO CLIENTE. Ora rifletti con me. Tu, quando devi comprare una cosa, qualunque cosa sia, fai così? Cerchi il più alto e il più basso sul mercato, poi guardi quello in mezzo, poi confronti la qualità con gli altri e alla fine decidi? No. Nessuno fa così, nemmeno tu ed io. E allora perché noi piazziamo il prezzo dritto nel mezzo? Per PAURA DI NON VENDERE! Solo che poi, nonostante la strategia della qualità/prezzo… i clienti non arrivano. Le casse alla sera non sono belle cicciotte come te l’aspettavi. I fornitori iniziano a chiamare troppo spesso. Anche il direttore della banca ti fa uno squillo…. E quindi cosa si fa? Per vendere si ABBASSA IL PREZZO, andando a toccare il minimo del mercato o addirittura piazzandosi sotto, limando magari la qualità, perché… Oh, bisogna fatturare! Ed io sono d’accordo con te. Bisogna fatturare. Ma non basta fatturare: bisogna anche fare dell’utile, investire, vivere bene ed essere felici del proprio lavoro. Eppure non succede così spesso… Perché qui abbiamo un PROBLEMA. Tuttavia… il problema non è nel prodotto o servizio che abbiamo. Non è nel mercato. Non è nemmeno nella crisi o nel cliente cattivo che compra su Amazon o va dai cinesi. Il problema è NELLA TESTA DELL’IMPRENDITORE Facciamo un passo indietro: cosa fai tu quando devi comprare qualcosa di cui non conosci nulla, men che meno il valore? TI INFORMI. Da amici, conoscenti, e soprattutto su INTERNET. E cosa trovi su Internet? TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO Decine, centinaia se non migliaia di aziende che hanno qualcosa da offrirti. Una quantità di informazioni ESAGERATA, che ti confonde. E quindi che fai? Qui le opzioni sono diverse, ma tre

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