Trasforma le tue parole in soldi 32 – E ora che scrivo? Guida pratica per chi ha bisogno di idee per scrivere contenuti – Parte 3
Contenuti! Contenuti! CONTENUTI! Qualunque sia il tuo lavoro, qualunque sia la tua Azienda, devi produrre contenuti con continuità. Non c’è una fine: fino a che avrai la tua azienda, questa dovrà sfornare contenuti. Punto. Potrai delegarli a qualcuno. Che sia personale interno o professionisti esterni, il concetto rimane sempre lo stesso: produrre contenuti è VITALE per la tua attività! Inventare scuse, cercare scorciatoie, convincersi che nel tuo caso specifico non è così, non porterà ad altro che a far arenare la tua azienda lì dove è ora… e non potrai far altro che guardarla mentre affonda. Magari prendendotela proprio con i clienti che, chissà come mai, non comprano! Proprio per questo scrivo la mia rubrica: moltissimi imprenditori e imprenditrici se ne stanno accorgendo. Tuttavia, ci sono ancora dei grandi “buchi neri” nella conoscenza e nella cultura nazionale sul fantastico mestiere di “scrivere per trasformare le parole in soldi”. Molti, infatti, credono ancora alle favole! Pensano che per scrivere basti conoscere bene l’italiano… Ritengono che “un contenuto vale l’altro, basta che ci sia”… Sono convinti che basti aver fatto l’università, magari di lettere, per poter produrre contenuti per vendere… Tutto questo è SBAGLIATO. E chi se ne sta accorgendo per primo sta vedendo le sue casse gonfiarsi, mentre la concorrenza dice che c’è la crisi! Questo articolo è il terzo di una serie (che non finirà oggi) dedicata a tutti gli imprenditori e le imprenditrici che hanno capito che: scrivere per vendere è una tecnica e deve essere padroneggiata a dovere ma anche che… scrivere è un mestiere difficile. La Scrittura Persuasiva, parimenti ad altre specializzazioni, non è per tutti. Solo chi dedica tutto sé stesso a questa fantastica abilità può pensare di raggiungere le vette del mercato! Tuttavia… Anche chi è al top della conoscenza e conosce a menadito ogni sfaccettatura della tecnica, ha ancora un nemico difficilissimo da battere: il FOGLIO BIANCO. Questo mostro alieno e tentacolato che può prendere e gettare al vento intere giornate di lavoro, non può essere sottovalutato. Chi pensa che non lo incontrerà mai, sta solo negando la realtà – e quando gli si parerà davanti, non avrà le armi per combatterlo. Si sentirà solo, sopraffatto, impotente. Ogni sua idea sarà già vista, banale, scontata, inutile. Scriverà parole a caso, sperando in una “illuminazione dell’ultimo secondo” che non arriverà. E questo lo so perché… ci sono passato. E ci passano periodicamente tutti i ragazzi del Laboratorio dei Sarti del Web. È NORMALE. E se tu pensi che a te non succederà… avrai, prima o poi, una triste sorpresa! Ora devi scegliere: Aspetti che succeda anche a te, per poi trovarti in un angolo della stanza, disperato, a ricordare i bei vecchi tempi in cui credevi non esistesse; Oppure segui la rubrica del Modellista e prepari in anticipo il tuo arsenale, così da non dover MAI trovarti, disperato, a non sapere minimamente cosa scrivere! Se fai parte del secondo gruppo… benissimo. Allora imbraccia carta e penna, rimboccati le maniche e preparati e vedere con me altri quattro modi per battere a tavolino la sindrome da foglio bianco! Abbiamo visto i primi sei modi di affrontarla. Li trovi in questi articoli: QUI… …E QUI! e ora procediamo! #7 IL RACCONTO A PUNTATE Non posso certo nasconderti il fatto che questo sia uno dei miei preferiti. Lo sto usando proprio per questi articoli! Il Racconto a puntate è un ottimo espediente quando hai necessità di trattare argomenti complessi, articolati, che necessitano di molte spiegazioni. Quelle situazioni in cui condensare tutto in un unico scritto porterebbe a farlo esageratamente lungo (a quel punto fai un libro, no?) o a dover banalizzare troppo gli argomenti per farli stare tutti in poche centinaia di parole. Come ogni modalità, ha vantaggi e svantaggi… e qualche regolina che è meglio seguire! VANTAGGI: come detto, ti permette di trattare argomenti che altrimenti dovresti condensare in maniera eccessiva. In più, può portare il lettore a leggere più cose tue, magari testi precedenti, o a legarsi a te in attesa del prossimo testo. SVANTAGGI: così composto, il testo rischia di disperdere l’attenzione del lettore che vuole “tutto e subito”, anche quando questo significa avere informazioni parziali. TRUCCHETTI DEL MESTIERE: per massimizzare l’effetto, è bene che applichi quattro semplici trucchetti: Numera gli scritti, in modo che il lettore sappia che si tratta di puntate; Non dare per scontato che il lettore legga in sequenza, quindi ad ogni scritto aggiungi un’introduzione; In ogni testo fai riferimento alle parti precedenti, usando dei link; Al termine di ogni testo, utilizza una parte di testo per stimolare il lettore a rimanere in contatto con te, attendendo la prossima parte. E prima di passare al prossimo punto, un’avvertenza: questa modalità non è un espediente per giustificare pipponi tecnici che capirebbe solo la concorrenza. Ricorda: parla sempre il linguaggio che il tuo Cliente Su Misura può comprendere! #8 LE STORIE Ho perso il conto di quante volte e in quante occasioni ho nominato le storie come tipologia di contenuto! Il motivo è presto detto: le storie sono ESTREMAMENTE efficaci in ogni contesto! Ad esempio, il 21 ottobre 2021 ho pubblicato QUESTO ARTICOLO, decisamente attuale. Allora, perché le inserisco anche in questo articolo? Beh… prima di tutto perché le storie non sono mai abbastanza nella tua Comunicazione! Ricorda che puoi dare dati, descrivere caratteristiche importanti, citare mille ricerche, ma NULLA viene ricordato più di una storia! E poi perché le storie sono un’arma estremamente efficace per combattere il Foglio Bianco! Questo perché le storie… non finiscono mai! Ci sono eventi che capitano a te, alla tua azienda, ai tuoi clienti, che meritano di essere raccontati. E non solo! La tua memoria, quella dei tuoi collaboratori o dei tuoi clienti, è stracolma di storie! Non hai che da attingere cosa ESISTE già e metterlo per iscritto con la Scrittura Persuasiva! Un solo appunto: non è che basti scrivere una storia qualsiasi e in un modo qualsiasi. La storia, oltre ad attivare l’attenzione del potenziale cliente, ha il
In azienda moltiplichi o dividi?
Cosa distingue un imprenditore di successo da un imprenditore che si avvicina ogni giorno di più al fallimento? Una domanda a cui tantissimi cercano di dare una risposta da anni. Studiosi di economia analizzano casi di grandi risultati e di errori colossali di aziende di ogni tipo. Comparano i numeri, analizzano le entrate e le uscite dell’impresa, e cercano la risposta a questa domanda… nel posto sbagliato. Alla base di una qualsiasi attività c’è sempre e solo una cosa: la mentalità della persona che la porta avanti. Un imprenditore con il suo comportamento è come il capitano che guida la nave: sceglie la direzione in cui andare, quali pericoli affrontare per ottenere grandi risultati, e quali evitare per non fallire. E alla fine, sono solo le sue scelte che determinano se la nave riuscirà ad andare avanti o se colerà a picco. Per questo, la prima cosa che devi fare se desideri ottenere grandi risultati è scegliere il tipo di mentalità con cui vuoi portare avanti la tua attività. Nell’articolo di questa settimana analizzeremo i due tipi di mentalità da imprenditore che puoi avere. Analizza con attenzione questi due approcci, e ragiona in modo onesto sui lati della tua azienda in cui scegli il primo e quelli in cui invece segui il secondo. E alla fine di questo articolo troverai le indicazioni per scegliere il comportamento giusto in ogni situazione! Mentalità numero 1: il diminuente. Questo tipo di mentalità è chiusa. Ben sigillato all’interno delle sue convinzioni, incapace di muoversi verso nuove strade, l’imprenditore diminuente non vuole crescere, ma semplicemente sopravvivere e fare le cose come le ha sempre fatte. Non cerca nuove idee, scappa dalle occasioni, cerca scuse per non portare mai nulla di nuovo nella sua impresa. Sono quegli imprenditori che non vedono mai opportunità, ma solo problemi. La guida principale delle loro azioni è sempre e solo una: la paura. Il terrore che qualcosa possa andare male li congela sulle loro posizioni: sono convinti che questo salverà la loro azienda, ma la loro incapacità di vedere le cose a lungo termine gli impedisce di capire che questo li porterà a chiudere. Mentalità numero 2: il moltiplicatore. L’imprenditore moltiplicatore ha un unico obiettivo ben chiaro in mente: la crescita. E non una crescita a caso, ma una salita esponenziale verso il successo! Per loro non esiste un punto di arrivo: una volta raggiunto un obiettivo stanno già lavorando per portare avanti il successivo, con in mente una visione a lungo termine ben precisa. Gli imprenditori moltiplicatori sanno che senza idee nuove un’impresa non può crescere. Per questo vedono le opportunità come delle sfide interessanti. Certo, questo non significa accettare tutte le occasioni che si trovano davanti senza riflettere! Ma il punto è avere un approccio positivo: davanti a qualcosa di nuovo, invece di vedere i rischi gli imprenditori moltiplicatori vedono i possibili risultati. E in questo modo, anche nei momenti più difficili riescono a trovare un modo di crescere, evolvere… e portare avanti a loro impresa, mentre i colleghi diminuenti annaspano! Ora, detto tra noi… sicuramente vorresti essere un imprenditore moltiplicatore, e magari pensi di non avere mai la mentalità da diminuente. Ma la verità è che almeno un aspetto della crescita della tua azienda ti spaventa. Certo, hai trovato dei modi razionali per giustificarti, ma la verità è che probabilmente in una parte della tua attività si nasconde una mentalità da diminuente. Non preoccuparti: scopri subito le 3 azioni che puoi fare per orientare la tua mentalità verso il successo e scacciare la mentalità da diminuente dalla tua azienda! 1) Cambia il tuo linguaggio. La prima cosa da fare è pensare con attenzione alle parole che usi quando affronti la tua giornata in azienda. In quali momenti parli di problemi, e in quali di sfide? Quando usi la parola rischio, e quando invece la parola opportunità? Analizzando il tuo modo di parlare ti renderai conto che mentre in alcuni momenti sei pronto ad affrontare a testa alta una situazione, in altri la tua mente è già orientata verso il fallimento. Cambia le espressioni che usi ogni giorno (magari aiutandoti con QUESTO ARTICOLO)… e anche la tua percezione di ogni situazione cambierà completamente! 2) Non avere un solo punto di vista. L’ho già detto, ma è importante ripeterlo: la realtà non esiste, ed è solo il frutto della tua percezione delle cose. Per questo, quando sei convinto che un’occasione rovinerà la tua azienda, cerchi supporto dal mondo che ti circonda per avere ragione. Ma se cambiassi completamente prospettiva? Guardando le cose da un nuovo punto di vista potresti scoprire vantaggi inaspettati, trasformando un rischio in un’opportunità da non perdere! 3) Non creare problemi che non esistono. Come ho detto in QUESTO ARTICOLO, le nostre paure spesso sono fantasie, e non realtà oggettiva. Questo succede perché la tua mente cerca di difenderti: odia il cambiamento, e vuole che le cose restino sempre uguali. Un imprenditore diminuente asseconda questo meccanismo… e fallisce. Ma se tu vuoi continuare a tenere aperta la tua azienda e farla crescere, devi affrontare questo limite della tua mente! Per farlo, ecco un esercizio pratico: scrivi tutte le paure che ti stanno impedendo di crescere con la tua impresa. A quel punto, cerca i dati a supporto delle tue paure: non esempi, non storie dal tuo passato, ma dati oggettivi che ti spingono a non fare una particolare cosa. Ti renderai conto che buona parte dei blocchi che ti trovi davanti sono solo mentali. E quello che fino a ieri sembrava inaffrontabile sarà semplicemente una frase da cancellare da quel foglio per arrivare al successo! Molti credono che la fortuna di un’azienda sia nascosta solo dietro i numeri, o sul “momento giusto” per fare qualcosa. Ma la verità è che sei tu e la tua mentalità a fare la storia della tua azienda. E a questo punto devi solo decidere: vuoi essere pronto a dividere e distruggere… o moltiplicare e crescere? E se vuoi iniziare da subito le occasioni per moltiplicare la crescita della tua impresa,
I 10 errori che distruggono il tuo sito – parte 2
Ciao e bentornata/o sulla rubrica del Fabbro, Questa è la seconda parte di un articolo più ampio. Puoi raggiungere facilmente l’introduzione facendo click qui. La scorsa settimana ti ho introdotto i primi 3 errori che annientano il tuo sito ma, come ti avevo anticipato, la lista è ancora lunga! Esistono infatti altri 7 errori da non commettere assolutamente sul tuo sito al fine di renderlo efficiente e completamente funzionante e oggi te ne mostro altri 3. Come sempre, prima di cominciare, raccogli tutta la concentrazione che puoi e afferra una tazza del tuo caffè preferito! Errore 4: non curare la SEO del proprio sito e/o usare trucchetti Hai mai sentito parlare di SEO? Devi sapere che Google (e tutti i motori di ricerca in generale) scansiona periodicamente tutti i siti presenti sul web. In questo modo può rispondere alle domande degli utenti presentandogli una lista dei siti web più adatti alle loro esigenze. Al momento in cui scrivo esistono 1.9 miliardi di siti web online e questo numero è destinato a crescere ancora nei prossimi mesi e anni. È un numero gigantesco, eppure Google riesce a scansionare tutti i siti web, senza nessuna eccezione. E lo farà anche col tuo. Ma come diavolo ci riesce? Beh, innanzitutto smetti di pensare ad un numero spropositato di persone all’interno degli uffici Google che aprono centinaia di siti web al minuto per prendere nota di tutti i loro contenuti: non è così che funziona. Questo sistema sarebbe altamente inefficiente e dispendioso sia in termini di tempo che di soldi (per non parlare poi del margine di errore!). Le aziende grandi come Google sfruttano software molto sofisticati per automatizzare gran parte del lavoro e sfruttano il loro organico per migliorare costantemente questi software. Google, infatti, utilizza dei “bot” per scansionare i siti web online. Cosa sono i bot? Degli algoritmi che, in base a dei criteri, scansionano e assegnano punteggi ai siti. Questi punteggi determinano la posizione dei siti all’interno delle pagine di ricerca. Ma perché ti sto dicendo tutto questo? Perché il criterio di valutazione sfruttato dai bot è la SEO. Proprio così, i bot assegnano un punteggio alla SEO del tuo sito. Se ti stai chiedendo perché la risposta è più semplice di quanto pensi: la SEO facilita ai bot la comprensione della struttura di un sito e lo rende più affidabile. Come sempre ti faccio un esempio scemo per aiutarti a comprendere meglio il concetto: facciamo finta che tu abbia un sito che parla di scarpe Nike. Suppongo esistano in rete migliaia di siti che parlano di scarpe Nike, ma il tuo risponde bene ad una domanda specifica fatta da un utente. Oltre al tuo, però, esiste anche un altro sito capace di rispondere bene a questa domanda e Google deve decidere quale dei due far comparire più in alto all’interno della pagina dei risultati. C’è un dettaglio che il bot deve tenere in considerazione: il tuo sito non è ottimizzato in ottica SEO, mentre quello del tuo competitor sì. Secondo te quale comparirà per primo in cima alla lista dei risultati? Quello del tuo competitor, perché ha inviato informazioni più dettagliate al motore di ricerca in fase di scansionamento. Ecco perché è importante tu curi la SEO del tuo sito! Hai deciso di farlo ma non sai da dove iniziare? Don’t panic perché ho scritto molti articoli sulla SEO all’interno della mia rubrica e puoi iniziare da uno in particolare facendo click qui. È importante io ti metta in guardia su una cosa: non barare con la SEO e non utilizzare trucchetti! È solo dannoso per il tuo sito cercare di ingannare i motori di ricerca. Per questo motivo devo rivelarti che non esistono scorciatoie in ambito SEO. Nel tempo devi continuare ad ottimizzare il tuo sito man mano che pubblichi nuovi contenuti. Non puoi pensare di effettuare operazioni SEO una volta e poi smettere e non dovresti mai fidarti di agenzie o professionisti che ti promettono di finire in prima pagina Google in breve tempo. Queste agenzie/professionisti infatti di solito utilizzano delle tecniche proibite da Google e mettono irreparabilmente a rischio il tuo sito. Magari per qualche giorno verrai posizionato in alto e riceverai più visite, ma alla prossima scansione inevitabilmente sarai penalizzato e non vedrai mai più comparire il tuo sito all’interno delle pagine dei risultati di ricerca. E la truffa è servita! E poi lasciami dire che la promessa “ti faremo finire in prima pagina Google” non vuol dire niente. Si finisce in prima pagina sempre in relazione a delle query di ricerca o argomenti specifici, perciò chi utilizza questa promessa non conosce la materia o ha cattive intenzioni. Errore 5: stai disegnando il tuo sito web in base ai trend o al tema WordPress Succede in tantissimi ambiti diversi e quello dei siti web non fa eccezione: esistono dei trend e delle mode. Chi è inesperto, di solito, guarda a questi trend come a un riferimento quando progetta il proprio sito e compie l’errore di svilupparlo adattandolo a questi. Ma perché è sbagliato? Clonare un altro sito non è mai una strategia vincente, ricordatelo! I trend finiscono da un momento all’altro e allora il tuo sito sembrerà semplicemente ridicolo agli occhi degli utenti. Inoltre devi disegnare il tuo sito in modo da rafforzare l’identità del tuo brand e renderti riconoscibile attraverso di esso il più possibile! Soprattutto evita di copiare i siti delle grandi aziende perché non devi competere con i più grandi ma con quelli del tuo livello! Ti consiglio infatti, al massimo, di prendere spunto dai siti più belli dei tuoi competitor evitando però di realizzare un duplicato. Pensa poi a qual è il tuo elemento differenziante e costruisci il sito in base a questo, così nessuno potrà evitare di copiare te e ti renderai unico agli occhi dei potenziali clienti. Un altro errore molto comune è quello di acquistare un tema WordPress e adattare il proprio sito in base a questo. Non farlo, per favore, piuttosto continua a ricercare e presto troverai
Studia le metriche per far decollare la tua comunicazione!
Eccoci ancora una volta nella rubrica dell’Arciere, per conoscere al meglio la foresta dei social! La scorsa settimana ti avevo introdotto all’attività di reportistica, fondamentale per capire l’andamento delle tue campagne. Nel caso in cui avessi perso l’articolo non preoccuparti, puoi recuperarlo CLICCANDO QUI. Questa settimana andremo ancora più nel dettaglio! Come? Ti mostrerò delle metriche fondamentali per te e la tua azienda.Sono dati necessari per valutare oggettivamente l’andamento della tua campagna. In questo modo non rischierai di investire troppo durante un periodo particolarmente buono, e non rischierai di farti scoraggiare da un periodo in cui le tue sponsorizzate sembrano meno efficaci. Come un capitano esperto, saprai guidare la tua nave senza mai perdere la calma, e portare le tue sponsorizzate al successo! Sei pronto a scoprire come fare? Allora andiamo! Per prima cosa ti chiedo di fare l’accesso a Facebook e di loggarti nel tuo Business Manager. Successivamente, dovrai andare nella sezione di Gestione Inserzioni. Come sempre in caso di difficoltà ti basterà fare riferimento a QUESTO ARTICOLO per trovare tutte le istruzioni per accedere. E ora prendiamo una delle campagne di un cliente dei Sarti come riferimento! Per vedere i risultati di una particolare campagna ti basterà spostarti nella sezione “Gruppi di inserzioni”. Qui, oltre agli indicatori che trovi di default, ci sono alcuni indicatori che dovrai inserire. A questo punto è importante specificare una cosa: alcuni degli indicatori ti mostreranno dati pratici, e altri invece mostreranno dati meno tangibili. Ti spiego che cosa intendo: non hai modo di calcolare quanto una tua campagna ha inciso concretamente sulle vendite di una particolare settimana, o scoprire quante persone hanno scoperto per la prima volta il nome della tua azienda. Altri dati invece sono concreti, come per esempio quelli legati alle vendite. Ma in generale, quello che ti interessa sono gli indicatori generali che ti permetteranno di scoprire l’andamento della tua campagna. Il primo indicatore è il ROAS. La sigla sta per Return On Advertising Spend: In altre parole, il ritorno sulla spesa pubblicitaria. Come il ROI (il return on investment), il ROAS ti permette di capire come procede l’investimento che hai fatto online. Per conoscere il ROAS di una tua campagna dovrai fare il seguente calcolo: (Ricavo campagne/Spesa campagne) X 100 = ROAS Facebook non calcola il ROAS in percentuale. Ma niente paura: ti basterà moltiplicare il risultato che hai ottenuto per 100. Per esempio, se il risultato del tuo calcolo è 1.93, allora il ROAS della tua campagna è del 193%. Un risultato ottimale della campagna è quello in cui il tuo ROAS è superiore al 100%, perché vuol dire che hai ottenuto più di quanto hai investito! Riprendendo l’esempio di prima, se il ROAS ottenuto è del 193% significa che per ogni singolo euro investito nella campagna ne sono tornati indietro 1,93. E una volta calcolato il ROAS entra in campo la strategia, per capire come gestire ogni campagna e le modifiche da fare per ottenere i risultati che cerchi! Un altro dato molto importante è il rapporto Impression/Copertura. Questo non è un dato disponibile su Facebook, ma non preoccuparti: sono qui per aiutarti a capire di che cosa si tratta! Le impression rappresentano il numero totale di volte che le tue inserzioni sono state viste da un utente, mentre la copertura rappresenta le singole volte che la tua inserzione è stata vista in generale. Quindi, se la tua inserzione viene fatta vedere DUE volte alla stessa persona, otterrai un “1” di copertura e un “2” di impression. Perché questi dati sono utili? Perché ti permettono di vedere la frequenza con la quale le persone vedono la tua inserzione. Se i numeri sono troppo discordanti, fai molta attenzione! Ci sono persone che apprezzano vedere l’inserzione più volte, e potrebbero addirittura acquistare dopo un certo numero di visualizzazioni. Mentre altre, dopo aver visto il nome della tua azienda su Facebook, non desidereranno più vederla, e anzi saranno irritati se gli verrà proposta. Ma andiamo oltre, e vediamo altre metriche fondamentali per verificare l’andamento di una tua campagna! CPC : Costo per click. Si tratta del costo di ogni click della tua campagna, come per esempio quello di un link presente all’interno di un’inserzione. CPL : Costo per Lead. Nel caso in cui l’obiettivo della campagna sia quello di ottenere lead, questo numero ci indicherà quanto ci è venuto a costare ogni lead. CTR : Click Trough Rate, in italiano “Percentuale di click”. Questo acronimo ci permette di verificare la percentuale di click fatti sull’annuncio. Questa metrica è molto utile in caso di una sponsorizzata con link interni. Per concludere, anche se non è una metrica, è molto utile controllare sempre il “mini funnel”, vale a dire analizzare click sul link -> visualizzazione pagina di destinazione -> conversione. E con quest’ultima voce ecco le metriche fondamentali per riuscire a guidare alla perfezione le tue sponsorizzate! Ma ora che conosci i segreti tecnici… cosa devi scrivere nei tuoi post? Come devi impostare la tua comunicazione? Come parlare ai tuoi clienti per spingerli a comprare da te? Per scoprire le risposte a queste domande e a tante altre, il Sarto ha creato il suo SECONDO VOLUME! CLICCA QUI per mettere subito le mani sulla tua copia di Comunicazione su Misura – La strategia digitale che porta la tua azienda al successo. Avrai a tua disposizione un manuale unico, con cui scoprirai come trasformare la comunicazione della tua azienda per portarla verso il successo! Per non perdere neanche un aggiornamento della nostra newsletter invece non devi fare altro che CLICCARE QUI! Alla prossima freccia, L’Arciere 🏹
Trasforma le tue parole in soldi 31 – E ora che scrivo? Guida pratica per chi ha bisogno di idee per scrivere contenuti – Parte 2
Affrontare la “sindrome da foglio bianco” può essere un vero incubo per chi scrive per vendere i propri prodotti o servizi (o per chi lo fa per lavoro, scrivendo per altre aziende)! Lo sappiamo bene noi, nel Laboratorio dei Sarti del Web, dove la nostra squadra di professionisti della Scrittura Persuasiva, capitanati dall’instancabile Penna Rossa, lotta senza sosta per raggiungere la perfezione dei testi per i nostri clienti. Qualcuno potrebbe pensare che “il foglio bianco” sia un problema solo per chi scrive moltissimo. O magari qualcun altro immagina che sia un problema solo per chi è alle prime armi… Beh: oggi ti svelo un segreto: nessuno è immune da questo annoso problema. E non lo siamo nemmeno noi del Laboratorio! Per questo motivo, nel corso degli anni, abbiamo creato una sorta di “manuale di sopravvivenza” per la nostra squadra di tecnici della Scrittura Persuasiva. Questo oggi è praticamente un testo sacro (consultabile solo se in possesso di bolla papale del Modellista – ndr) che salva la vita ogni giorno ai Sarti. E, visto che il Sarto in persona mi ha INTIMATO di istruire te e chiunque altro segua la mia rubrica, ora mi tocca darti tutte le informazioni, in modo preciso e accurato, affinché questo Manuale di sopravvivenza sia reso pubblico, gratuito e alla portata di tutti. Perché, vedi… il Sarto ha esplicitamente detto che tutti noi DOBBIAMO dare ai nostri lettori, ai nostri fan, TUTTO quello che possiamo dare. Tutte le informazioni utili. Tutti i nostri segreti e le nostre armi nascoste. Tutto ciò che sappiamo, dobbiamo spiegarlo, insegnarlo, descriverlo in maniera chiara e comprensibile. Tutto. Punto. Io non lo contraddico, il Sarto. E, bada bene, non scrivo questa guida controvoglia: tutt’altro. Sono solo un po’ geloso del nostro lavoro interno. Ma il Sarto ha detto che è un problema mio e devo risolvermelo per conto mio. Tu, che leggi questa rubrica, meriti tutto il nostro appoggio! Quindi rimboccati le maniche e imbraccia carta e penna: oggi vedremo insieme altri tre modi per prendere i tuoi argomenti di vendita e farne testi scritti da usare in ogni formato e piattaforma possibile! La settimana scorsa abbiamo visto i primi tre. Se te li sei persi (mannaggiattè!), corri subito a rimediare CLICCANDO QUI! E ora eccoci pronti a continuare con questa (lunga e completa) lista che ti salverà la vita! #4 DATI UFFICIALI Hai a disposizione una quantità di dati pressoché infinita. Tra quelli che puoi raccogliere direttamente con la tua azienda a quelli che puoi reperire su web, le possibilità si sprecano. Consideriamo un fatto: negli ultimi 18 mesi il sapere del genere umano è RADDOPPIATO. Ciò vuol dire che in un anno e mezzo l’umanità ha raccolto informazioni pari a quante ne aveva raccolte in millenni di storia. Agghiacciante, vero? Il sapere umano corre ad una velocità stratosferica e non accenna a rallentare. Questo, nella pratica, significa che è VERAMENTE DIFFICILE (dire impossibile) non recuperare dati utili a dimostrare che quello che stai affermando nei tuoi testi è vero. Per un approfondimento su questo argomento (gli Elementi di Prova), ti consiglio di andare a studiare questo mio articolo di qualche settimana fa CLICCANDO QUI! In questo modo, quando stai per scrivere un testo puoi utilizzare dati ufficiali, che danno forza alle tue parole, per trattare l’argomento che ti serve per spingere il lettore all’acquisto! Nota bene: non ti servono necessariamente dati strettamente correlati al tuo prodotto o servizio. Puoi, ad esempio, utilizzare il meccanismo della “falsa deduzione logica” per collegare i dati di una ricerca (o qualcosa di simile) in maniera indiretta al tuo prodotto o servizio. Per fare un esempio, sceglierò di inventarmi di sana pianta una ricerca. Quindi quanto stai per leggere è frutto della mia fantasia (ho appena scartato diversi kg di uova di pasqua e ingurgitato la mia overdose di cioccolato Kinder, puoi aspettarti di tutto). “secondo una ricerca del 2019 dell’Università del Massachusetts, ben 8,4 persone su 10 prima di addormentarsi immaginano di avere una vita diversa da quella reale: nel 78% dei casi i soggetti si sono concentrati su beni materiali, come Auto, Casa o Tecnologie all’avanguardia. E per la maggior parte di loro questi “sogni prima del sonno” rimarranno fantasie, traguardi irraggiungibili! Vuoi essere un sognatore per tutta la vita o vuoi realizzare i tuoi desideri? Se fai parte del secondo gruppo, sei nel posto giusto: con PRESTITO FACILE ONLINE puoi ottenere fino a 10.000 € in meno di 12 ore con tassi di interesse mai visti sul mercato!” #5 LA FAQ No, non è una parolaccia inglese scritta male. FAQ è l’acronimo per Frequently Asked Questions. Si tratta delle domande più frequenti che ti vengono poste da clienti o potenziali clienti. E tu puoi usarle sua in maniera singola – creando un contenuto o più per ognuna delle domande frequenti – o accorpandole totalmente o in gruppi e costruendo contenuti cha danno tutte le risposte. Questa modalità presenta numerosi vantaggi: Colpisce facilmente il lettore: dopotutto sono domande che vengono poste dai clienti. La maggior parte dei clienti, tuttavia, non esplicita le proprie domande. Anzi: le tiene per sé e, senza la risposta adeguata, facilmente deciderà di non comprare da te. Risponde alle obiezioni dei clienti PRIMA che ti vengano poste, velocizzando il processo di vendita. Tranquillizza il cliente che, come è abbastanza normale che sia, ha moltissime domande da porti e non ha alcuna intenzione di dedicare il suo tempo a chiederti cose. È FACILE: non devi nemmeno decidere l’argomento, ti viene dato direttamente dai clienti! La tua lista FAQ può essere davvero corposa. Le domande che possono farti i clienti spesso sono banali (per te) e il più delle volte numerosissime. Per questo ti sconsiglio pipponi kilometrici di domande e risposte: meglio accorparle a “gruppi tematici” e produrre contenuti in questo modo. Solo sul tuo Sito aziendale, invece, è bene che tu le metta TUTTE, in una sezione apposita. E se non ti vengono in mente, queste domande? Beh… in verità è molto
3 motivi per amare i tuoi difetti… e usarli per vendere!
Siamo nel 1943. Superman è in circolazione dal 1938: il personaggio è conosciuto da tutti, è protagonista di sceneggiati radiofonici… ed è noioso. I ragazzini ormai preferiscono altri supereroi, più interessanti e pieni di personalità. Superman è sempre perfetto, indistruttibile, e in questo modo invece di affascinare i lettori li annoia… e li irrita. Quindi, ecco che gli sceneggiatori radiofonici decidono di creare la prima vera, grande debolezza di Superman: la Kryptonite. Grazie a questo minerale Superman perde i suoi poteri. Questo difetto lo rende umano, e in questo modo i lettori possono finalmente empatizzare con lui. Ed ecco quindi che Superman torna popolare, mentre la Kryptonite diventa in poco tempo sinonimo di debolezza. Perché ti racconto questa storia? Semplice: per dimostrarti che non solo la perfezione non esiste (come ti ho già spiegato in QUESTO ARTICOLO)… ma che è pericolosa per il successo della tua attività! Nell’articolo di questa settimana scoprirai 3 motivi per cui devi abbracciare i tuoi difetti, e di come sfruttare quella che consideri una debolezza come un vantaggio all’interno della comunicazione della tua impresa! Prima di cominciare, parliamo della tua idea di difetto. Siamo giudici estremamente severi di noi stessi, e difficilmente riusciamo a riconoscere alcune delle nostre caratteristiche come un punto di forza. Quindi spesso tendiamo a sotterrare dei lati del nostro carattere o il nostro modo di pensare, per paura che questo possa allontanare le persone che ci circondano. Negli imprenditori, questo significa comunicare ai clienti parlando solo di perfezione e di qualità. Ma questo non solo è completamente privo di senso… ma rischia di farti perdere una grande opportunità di crescita per la tua impresa! Ecco i 3 motivi per cui quelli che consideri difetti sono in realtà caratteristiche preziose, che faranno la differenza nel tuo modo di comunicare con i tuoi clienti! Motivo numero 1: la perfezione annoia i tuoi clienti. La sintesi della storia di Superman è questa: se sei perfetto annoi il cliente. Ma c’è di più: se ti presenti sempre senza difetto, le persone invece di essere attratte da te tenderanno a ignorarti, perché ti vedranno come l’ennesima persona che sta cercando di fargli spendere i loro soldi senza aiutarli. Pensaci bene: quante pubblicità vedi ogni giorno in cui senti parlare di perfezione? E… quanti di questi prodotti sono DAVVERO perfetti come dicono? I tuoi clienti sono abituati a sentirsi parlare di perfezione in ogni angolo, e di ricevere altrettante fregature. Per questo le loro difese sono alzate: quando sentono parlare di perfezione scuotono la testa e si girano dall’altra parte. I tuoi concorrenti ignorano questo concetto… e si vede: quando comunicano con chi li segue, nel migliore dei casi sono noiosi, nel peggiore dei casi sembrano dei truffatori da televendita di quart’ordine. Ma in mezzo a questa comunicazione che urla perfezione e quindi suona falsa… arrivi tu. Che ti presenti in modo onesto, mostrandoti per come sei davvero. Ed ecco che improvvisamente il cliente sarà più interessato a te… e pronto a comprare quello che offri! Motivo numero 2: tenere la maschera non serve. Se ti sforzi di essere sempre perfetto in ogni occasione, prima o poi impazzirai. Non soltanto non sarai mai pronto a fare niente di nuovo (perché troverai sempre un motivo per non lanciare i nuovi prodotti), ma prima o poi avrai un esaurimento nervoso, perché non riuscirai a mantenere la maschera per sempre. E prima o poi, ecco uscire fuori l’incoerenza, nemica di ogni imprenditore che vuole tenersi stretti i clienti. Se improvvisamente cambierai rotta nella tua strategia di comunicazione e mostrerai un lato di te mai visto prima, i tuoi clienti si sentiranno traditi. Ti faccio un esempio pratico. Immagina di seguire una parrucchiera che da anni lotta contro le tinte aggressive sui capelli. E un giorno, all’improvviso… ecco una sua foto con dei capelli blu elettrico! Come ti sentiresti? Immagino non particolarmente felice. Dopo questo episodio torneresti a comprare da lei? Immagino che la risposta sia no. Quindi, non nascondere il tuo modo di pensare. Scegli il tipo di storia che vuoi raccontare, e mantieni questo racconto coerente per tenere stretti a te i tuoi clienti! Motivo numero 3: alle persone piace sentirsi simili. Partiamo da un presupposto: quelli che potresti vedere come difetti in realtà sono delle piccole diversità che ti fanno appartenere a un gruppo. Per esempio alcuni hanno tanti tatuaggi (e non perdono occasione per farsene di nuovi), altri cambiano colore di capelli ogni 4 settimane, altri ancora sono appassionati di gatti (come qualcuno che sia io che te conosciamo bene…) Se hai pensato di nascondere queste caratteristiche per paura di sembrare imperfetto agli occhi dei tuoi clienti… mi dispiace dirtelo, ma hai perso una preziosa occasione per avvicinare persone alla tua azienda! Quando parli con i tuoi clienti, mostrati per come sei: imposta la tua comunicazione in modo da avere delle caratteristiche chiare e riconoscibili per chiunque si avvicini alla tua impresa. Certo, alcune persone non saranno interessate, e non compreranno da te. Che se ne vadano! A restare saranno i Clienti Su Misura: fan sfegatati della tua attività pronti a fare qualsiasi cosa pur di mettere le mani sul tuo prodotto o servizio. La prossima volta che sprecherai energie inutili dietro il tentativo di apparire sempre perfetto, ricorda che quelli che consideri difetti sono la più grande forza nascosta della tua impresa. Quando ti presenti ai tuoi clienti, non avere paura di essere naturale: abbraccia tutte le tue caratteristiche, presentale con orgoglio a chi si avvicina alla tua azienda. E presto vedrai che intorno alla tua attività resteranno i clienti migliori: innamorati tanto di te quanto del tuo prodotto, e pronti a comprare senza mai chiedere lo sconto! Prima di salutarci, un avvertimento importante: per avere successo, la tua presentazione della tua azienda e la tua comunicazione devono essere costruite con grande attenzione, seguendo delle strategie ben precise. E se non sai da dove partire per usare queste tecniche nella tua impresa… non preoccuparti: il secondo libro del Sarto del Web è pronto per aiutarti!
I 10 errori che annientano il tuo sito
Ciao e bentornata/o sulla rubrica del Fabbro, Il tuo sito web è la presentazione digitale del tuo business perché comunica alle persone chi sei, cosa fai, come lo fai e perché lo fai. Le scelte dei consumatori avvengono sempre più dai siti web e il tuo dev’essere in grado di intercettare i loro bisogni e convincerli di essere bravo e affidabile. Oggi voglio parlarti proprio di affidabilità e di come puoi assicurarti di non far scappare via gli utenti dal tuo sito una volta atterrati. Esistono infatti 10 errori molto comuni che affliggono i siti web e grazie all’articolo di oggi potrai scoprire se il tuo è in forma o ha bisogno di cure. Se anche tu hai uno di questi dieci problemi al sito, ti consiglio di leggere attentamente le mie prossime parole. Questi 10 errori generano sfiducia e frustrazione in chi visita il tuo sito e devi correre ai ripari al più presto. Ma perché la maggior parte di chi realizza siti web commette questi errori? A volte per disattenzione, ma spesso per scarse conoscenze dello strumento, ragion per cui è importante approfondirlo per evitare il rischio di cadere in trappola. Naturalmente ti fornirò la soluzione a ognuno di questi problemi, perciò don’t panic se ti accorgi della loro presenza sul tuo sito. È arrivato il momento di afferrare una tazza del tuo caffè preferito: cominciamo! Errore numero 1: URL rotti, ovvero errore 404 In cima alla lista l’errore più antipatico di tutti, quello che tormenta la maggior parte dei siti web, soprattutto quelli più grossi. Sì, perché quando si ha un sito web complesso, con al suo interno tanti articoli, immagini e pagine è molto facile commettere questo errore e spesso puoi trovarlo persino su siti web di aziende importanti. Attenzione però: ciò non vuol dire che se hai un sito web piccolino sei al sicuro! In caso contrario non avrei posizionato questo errore al primo posto. Ma di cosa si tratta? L’errore 404 viene generato dalle pagine del tuo sito web… che non esistono! Curioso, vero? “Ok Fabbro, ma se non esistono come fanno a generare un errore? Sono confuso.” Riescono a generarlo attraverso i link. Se io adesso ti fornissi un bottone cliccabile con al suo interno un link che non esiste, cliccando atterreresti su una pagina con errore 404. Purtroppo non posso creare un bottone per fartelo provare, e il motivo ti farà comprendere la gravità di questo errore: se uso un link rotto sul mio sito Google me lo penalizza. Già! Gli URL rotti generano molteplici effetti negativi: ti fanno sembrare meno affidabile. Se il tuo sito web non funziona come dovrebbe probabilmente non lavori bene come dici di fare. Lo so, le due cose non sono necessariamente collegate e probabilmente sei molto bravo nel tuo lavoro, però devi ammettere che nella testa di uno sconosciuto può farsi strada più facilmente un pensiero del genere; compromettono la navigabilità del tuo sito e sabotano i processi di acquisto. Se le call to action del tuo sito non funzionano gli utenti non possono finalizzare gli acquisti o lasciarti dei dati per essere ricontattati (non sai cos’è una call to action? Nessun problema, puoi fare click qui e scoprirlo subito attraverso un articolo dettagliato); ti penalizzano su Google e gli altri motori di ricerca. La ragione è molto semplice e per comprenderla devi metterti nei panni di un utente che sta ricercando qualcosa. Quando cerchi qualcosa su Google preferisci che quest’ultimo ti indirizzi su siti con URL rotti o su siti con URL funzionanti? “Ok Fabbro, sembra pericoloso. Sono però convinto di non aver mai usato un link rotto sul mio sito, perché avrei dovuto farlo?” Ci mancherebbe, nessuno lo farebbe mai di proposito! I link rotti sono generati per sbaglio e adesso ti mostro un esempio della dinamica più comune: creo un articolo sulla Rubrica del Fabbro; inserisco su una pagina del sito il link a quell’articolo; passano gli anni e quell’articolo non mi piace più, perciò lo elimino dal sito ma mi dimentico di rimuovere il link dalla pagina; un utente visita il mio sito e capita sulla pagina contenente il link, lo clicca e finisce su un’altra pagina contenente l’errore 404 perché l’articolo collegato non esiste più. Visto? Commettere questo errore è facilissimo, soprattutto se il tuo sito ha tanti articoli e tante pagine linkate tra loro. Adesso che hai compreso la gravità di questo errore probabilmente ti starai chiedendo: “Come posso fare per capire se sul mio sito sono presenti degli URL rotti?” Hai ben 2 soluzioni: ti metti a cliccare tutti i link e i bottoni del tuo sito per verificare che siano funzionanti; colleghi il tuo sito a Google Search Console e lasci che sia lui ad occuparsene. La seconda soluzione è sempre la migliore perché ti fa risparmiare un sacco di tempo ma soprattutto… Search Console è preciso e non si sbaglia mai! A te (ma pure a me!) potrebbe capitare di saltare un link o un bottone, lui invece è programmato per farlo e non tralascia nulla. Se non hai mai sentito nominare Search Console o non hai idea di come collegarlo sarai ben felice di sapere che ho scritto un articolo a riguardo tempo fa (fai click qui per leggerlo – link -). Google Search Console ti invierà una notifica via mail ogni volta che, scansionando il tuo sito, si imbatterà in URL rotti, perciò non dovrai preoccupartene mai più. Errore numero 2: il tuo sito è lento da caricare Ebbene sì: la maggior parte dei siti internet è lenta da caricare e probabilmente anche il tuo. Come mai? È normale: questo errore è forse il più semplice da commettere e ti spiego perché. Vogliamo sempre che i nostri siti siano belli e abbiano belle foto, ragion per cui ci preoccupiamo prima di questo e poi (forse) della velocità di caricamento. E credimi, non c’è niente di male se hai iniziato da poco, sicuramente è più divertente curare l’aspetto grafico del sito rispetto a quello tecnico
Analizza i dati Facebook per avere una strategia di comunicazione vincente!
Oggi affronteremo un argomento di vitale importanza per la tua azienda e tutto ciò che riguarda il tuo organismo aziendale: come leggere i report delle tue sponsorizzate su Facebook. In altre parole, come vedere le metriche più importanti per le tue inserzioni sponsorizzate e come riuscire a leggerle correttamente! Non sottovalutare questo passaggio: saper leggere i dati Facebook è fondamentale per capire se la tua strategia di comunicazione sta ottenendo i risultati sperati. Imparando a leggere i dati legati alle tue sponsorizzate saprai sempre cosa aspettarti da quello che pubblichi, potrai far fronte a ogni problema, e riuscirai a lavorare come un finissimo stratega per vincere la guerra del mercato e distinguerti dalla concorrenza! Sei pronto? Allora è il momento di leggere i dati Facebook per pianificare sempre la migliore strategia di comunicazione per la tua attività! Come prima cosa, ti chiedo di fare l’accesso a Facebook e di loggarti nel tuo Business Manager e di andare nella sezione di Gestione Inserzioni. Non sai come procedere? Nessun problema: in QUESTO ARTICOLO trovi tutte le istruzioni per accedere. A questo punto, prendiamo come esempio una campagna realizzata per un cliente de I Sarti del Web. Per riuscire ad avere un’analisi più precisa prendiamo un periodo di tempo ipotetico, nel mio caso dall’1 al 12 aprile. E andiamo a vedere come studiare i dati necessari per capire se le tue sponsorizzate hanno successo! Come prima cosa, per poter vedere i risultati di una campagna, dovrai selezionarla, o in gergo tecnico flaggarla. Più campagne flaggerai, più risultati vedrai nello stesso momento! Un consiglio spassionato: se stai analizzando una campagna, metti come data di riferimento IL GIORNO PRIMA rispetto a quello in cui stai analizzando la campagna. Quindi, se stai analizzando una campagna settimanale che è partita il mercoledì, il tuo report dovrà essere fatto da mercoledì a martedì. Mercoledì sarà il giorno dedicato all’analisi! Mi spiego meglio con un esempio. Nella tua pizzeria hai fatto un campagna “Pesce d’Aprile” con uno sconto del 20% su tutti i tuoi prodotti, e hai deciso di effettuare questa campagna da lunedì 28 marzo a Domenica 10 aprile. Nel momento in cui andrai a valutare i risultati della prima settimana, dovrai necessariamente verificarli a partire dal martedì 29 Marzo. Questo perché non analizzare un’inserzione un giorno in cui è partita. Di conseguenza prima di far partire le tue inserzioni, calcola anche bene i tempi prima di analizzare i report. Altro consiglio importante: anche se non sei soddisfatto della partenza, aspetta, perché modificare la tua sponsorizzata prima di 10/14 giorni non ha senso! Devi lasciarle andare, perché una sponsorizzata che inizia piano potrebbe portarti in pochi giorni a un successo clamoroso. Abbi fiducia e lascia che la sponsorizzata faccia il suo lavoro! Una volta selezionata la campagna che vorrai analizzare, passa alla scheda successiva, ossia “Gruppi di inserzione”. Qui visualizzerai tutti i gruppi di inserzioni che hai voluto inserire. Andando invece nella voce inserzioni, vedrai tutte le inserzioni senza alcun collegamento, solamente suddivise in base ai nomi. Anche in questo articolo ti ripeto il solito consiglio: scegli nomi che possano agevolare il tuo lavoro e aiutarti a distinguere le varie campagne. E ora… andiamo sul pratico, e vediamo come leggere tutti i dati necessari per capire l’andamento delle tue campagne! Una volta selezionato il gruppo da prendere in esame, ti basta scorrere la barra grigia per analizzare i vari dati. Inserire qui TUTTE le metriche fondamentali sarebbe impossibile, e probabilmente in futuro creerò una freccia apposita sull’argomento. Per non perderla non devi fare altro che CLICCARE QUI e iscriverti alla nostra newsletter! Ma torniamo a noi: se non sai che cosa significano le varie metriche, Facebook ti viene in soccorso. Spostando il tuo mouse su ogni metrica, uscirà una piccola scritta dove verrà descritta la sua funzione. A questo punto non ti resta che capire quelle più importanti per te e salvarle in modo da vederle sempre per prime! Ovviamente usare Gestione Inserzioni se devi controllare l’andamento di una campagna lunga mesi può essere un processo molto lungo. Per evitare di passare mezza giornata in questa sezione, ti consiglio di creare un file excel dove riportare i dati man mano che li ottieni, per avere poi dei report mensili da analizzare per controllare come sta andando il tuo investimento in comunicazione! MA…se volessi vedere dei dati che non sono presenti scorrendo la barra? Non ti preoccupare: ti basterà cliccare l’immagine con le 3 colonne e, successivamente, la voce “Personalizza colonne”! Una volta cliccato qui, avrai accesso ad un’infinità (letteralmente!) di voci dalle quale potrai analizzare tutti i dettagli della tua sponsorizzata. Anche in questo caso quando avrai selezionato le voci che ti interessano potrai inserirle nella barra di ricerca per tenerle sempre sotto controllo. Potrai, all’evenienza, creare anche metriche personalizzate, nel caso in cui tu voglia misurare una cosa specifica non evidenziata dal sistema! Una volta che avrai selezionato le metriche per te rilevanti, ti basterà cliccare sul tasto blu “Applica”, aspettare qualche secondo e far scorrere la barra grigia orizzontale verso destra, per vedere le metriche appena selezionate attivate e con risultati (se presenti)! Ora, trascrivendo tutto su un file excel, potrai controllare che tutto sia esattamente come dai report, e capire come strutturare tutta la tua strategia di comunicazione nel modo migliore. In questo articolo hai scoperto come leggere i dati delle tue sponsorizzate, per capire l’andamento della tua comunicazione. Ma ricorda che i dati da soli non bastano. Quello che serve è una Comunicazione su Misura, costruita in base alle necessità dei tuoi clienti e in grado di spingerli a comprare da te. E per aiutarti a costruirla, il Sarto ha ideato il suo secondo libro! Per avere subito la tua copia di Comunicazione su Misura – La strategia digitale che porta la tua azienda al successo non devi fare altro che CLICCARE QUI. Nel libro troverai una vera e propria guida per creare la perfetta strategia di comunicazione per la tua azienda, e
Trasforma le tue parole in soldi 30 – E ora che scrivo? Guida pratica per chi ha bisogno di idee per scrivere contenuti – Parte 1
Siamo arrivati alla trentesima puntata di questa Rubrica. Se mi segui, probabilmente hai già appreso tecniche e sviluppato abilità che ti permettono di scrivere testi ben riusciti per la tua azienda. Ma adesso… che ci fai con la Scrittura Persuasiva? Blog, Post, Newsletter, Landing Page, Articoli di giornale, lettere di vendita, volantini… Eh, sì: è un mare di roba. E per scrivere tutta ‘sto ben di dio di testi avrai bisogno di IDEE. Avrai bisogno di idee CONTINUAMENTE. Eccoci qui: stai per conoscere il tuo peggior nemico. Il mostro di fine livello che ti farà sudare sette camicie. Tutti i maledetti giorni. IL FOGLIO BIANCO. Vero incubo di chiunque abbia a che fare con la Scrittura Persuasiva, questo terribile mostro a sette teste rischia di diventare un tuo fedele collega di lavoro. Senza che nemmeno tu te ne renda conto, potresti trovarti a doverlo fronteggiarlo ogni santo giorno, ogni minuto passato alla tua tastiera. Ti sembra che io stia esagerando? Beh… forse Forse, magari, non è così per te. O forse non lo è OGGI. Ma come sarà domani? Non sai quando arriverà, ma sta certo che prima o poi accadrà. E se non avrai le armi per fronteggiarlo, scoprirai quanto può essere devastante quel foglio bianco, muto, che fa a botte con la tua testa. Hai bisogno di idee sempre fresche? Di novità assolute ogni giorno? Oppure… E se esistesse una TECNICA per affrontare il Foglio Bianco? Se anche le IDEE fossero frutto di un processo tecnico, standardizzabile? Aspetta: non sto dicendo che ho trovato la fonte dell’eterna creatività dalla quale attingere. È tutto molto più semplice di quanto possa sembrare. A volte quello che ti serve non è proprio un’idea su COSA scrivere. Quella, te la danno i tuoi clienti con le domande che ti fanno ogni giorno. Il più delle volte, infatti, quello che ti manca, quell’elemento che ti lascia così, senza parola, di fronte alla schermata bianca è il COME scrivere un testo. In che formula buttare giù l’argomento che vuoi trattare! Perché, per quanto è vero che è IMPOSSIBILE finire gli argomenti, è anche vero che sapere come trattarli ci agevola enormemente il lavoro. Ecco che allora vengo in tuo aiuto. Oggi e nelle prossime settimane scoprirai decine di modi per scrivere contenuti interessanti per i tuoi lettori, con formule che accendano il loro interesse. Quindi rimboccati le maniche, imbraccia carta e penna e partiamo. Questo viaggio ti donerà TUTTE le armi che ti servono per sconfiggere il Foglio Bianco da qui e… per sempre! ASPETTA! Prima di partire, facciamo un patto: per ognuna delle idee che ti elencherò, prova a vederla sviluppata su i diversi strumenti di Comunicazione che puoi utilizzare: Post sui Social Video Articoli Blog Riviste Volantini Newsletter Eccetera… Vedrai che con le giuste modifiche si adatta perfettamente al tuo scopo! (ti prometto che se qualcuna di queste idee non è adatta a formati specifici, avrò la premura di indicartelo) #1 COME SI FA Pur essendo quasi un classico, fa ancora la sua porca figura. Ci sono aziende che hanno basato INTERAMENTE (e con successo) la loro Comunicazione sulla spiegazione dei processi del proprio prodotto o servizio o del proprio settore. Questo formato assume spesso la connotazione di “divulgazione” dalla quale emergono quelle numerose figura che vengono chiamati “guru” e che si trovano in ogni settore del mercato, più o meno presenti. Ma anche al di fuori della divulgazione vera e propria (e di tutto quel sistema di creazione di contenuti che ha la funzione di educare il tuo cliente), questo formato viene utilizzato spessissimo per far comprendere la complessità di un processo, spettacolarizzandola, rendendo così più facile motivare un certo prezzo o una certa modalità di vendita. Faccio un esempio, così da risultare più comprensibile. Prendo ad esempio il settore della ristorazione perché è veramente comodo e comprensibile a tutti. Pensa ad una pizzeria: inondare i tuoi materiali di spiegazioni dei processi di creazione della pizza, può far percepire maggiormente il valore di quanto si sta andando ad acquistare e – ovviamente – la sua unicità. Immagina una pizzeria che ha questo nuovo impasto al carbone. Cosa ne sa un cliente dell’impasto a carbone? Sa che è NERO. Per il resto ZERO. Meno di niente. E magari il pizzaiolo di turno fa la pizza al carbone, la vuole vendere a tre euro in più e i clienti non la comprano. Non pagano tre euro in più solo per avere la pizza NERA! Allora il pizzaiolo può fare questo: CONTENUTI in cui spiega come si fa la pizza al carbone e perché è preferibile all’impasto normale. Spiega la cosa più volte, ponendo ogni volta l’accento su un passaggio diverso. Fa vedere i processi! Dove prende la farina, come sceglie gli ingredienti, come li abbina. Con una spiegazione del genere è ESTREMAMENTE più facile spendere di più per la pizza nera! Certo: se il pizzaiolo diventasse un GURU riconosciuto della pizza, grazie ai suoi contenuti, potrebbe venderla a molto più che tre euro in più. Ma di sicuro non potrebbe farlo senza spiegare “come si fa”. #2 CASO STUDIO Quanti casi studio servono per inserirli nella tua Comunicazione? E devono essere per forza casi di successo? Lo so, la prima domanda magari te la sei fatta pure, ma la seconda penso proprio di no. Procediamo per gradi: un caso studio è un ELEMENTO DI PROVA, cioè una dimostrazione del fatto che stai dicendo la verità. Ne ho parlato in QUESTO ARTICOLO, giusto 10 settimane fa! Un caso studio è un’esperienza della tua azienda con un cliente, raccontata da te (e magari con dentro una testimonianza del cliente stesso) che mostra al tuo potenziale cliente cosa succede NELLA PRATICA quando qualcuno decide di comprare da te. Serve a combattere la barriera di diffidenza del lettore e colpire ai fianchi le sue obiezioni e le sue paure. Quindi, quanti casi studio servono? Ne basta UNO. Ne hai solo uno? Inizia da quello (e magari raccontalo
Formati o… CHIUDI!
Durante il periodo universitario, la scena che si presentava quasi tutte le mattine era la seguente. Nelle aule polverose della sede entrava il professore o la professoressa di turno, un luminare della materia, una gemma del suo settore, autore prolifico di testi eccezionali… congelato a 50 anni prima. Questi docenti arrivavano in aula senza neanche sapere come accendere un proiettore, e considerando la stampa di un documento argomento per ingegneri nucleari. I concetti insegnati a lezione erano anche interessanti… ma datati, obsoleti, spesso riciclati da un anno all’altro. Certo, loro possono stare tranquilli: ancorati alla sicurezza del posto fisso, per buona parte di questi professori restare congelati nel tempo senza aggiornarsi non è affatto un problema. Ma per la tua impresa, smettere di crescere e formarti costantemente significa una sola cosa: CHIUDERE. Formazione e successo della tua azienda sono due argomenti collegati in modo strettissimo: senza la prima, il secondo non può esistere. E se non sei ancora convinto… seguimi, perché oggi scoprirai l’importanza della formazione, e perché studiare costantemente ti aiuterà a rendere la tua azienda il punto di riferimento dei tuoi clienti. Partiamo da un concetto fondamentale: la formazione è un concetto che nel nostro paese è quasi completamente ignorato. In Italia esiste la terrificante cultura dell’essere arrivati. Sicuramente conosci degli imprenditori che la pensano così: fossilizzati in un’azienda che usa ancora sistemi vecchi di decenni per farsi conoscere, non provano mai niente di nuovo, convinti di aver raggiunto il massimo successo possibile. Ecco, la formazione ti mostrerà che non esiste il punto di arrivo. La tua azienda può sempre crescere e andare avanti. E presto ti renderai conto che anche il più grande e terribile dei tuoi concorrenti può essere superato, se resti costantemente aggiornato e cerchi nuove strategie per affascinare i clienti! Ma c’è di più, perché la formazione ti permette di fare anche un’altra cosa: guardare la tua azienda con occhi completamente nuovi. Il tuo prodotto o servizio non è qualcosa di immobile, bidimensionale, banale. Come un diamante, è dotato di tantissime sfaccettature e caratteristiche diverse, che sicuramente conosci bene… ma che la formazione ti permette di esaltare al massimo. Gli esempi da questo punto di vista sono praticamente infiniti. Puoi trovare un sito inglese che parla del tuo prodotto in modo del tutto inedito. Puoi scoprire un libro, pieno di suggerimenti su come costruire la perfetta pagina social, oppure puoi scovare il podcast perfetto per parlare ai tuoi clienti del tuo settore. Formazione significa tante cose diverse. Ma in ogni caso, è un concetto fondamentale per riuscire a far crescere la tua attività! Inoltre, non dimenticare che la formazione funziona non solo per te… ma anche per i tuoi clienti. Ti spiego subito che cosa intendo. Uno dei modi di dire che detesto di più in assoluto è quello che commenta l’insegnamento in modo sprezzante, dicendo “chi sa fa, chi non sa fare insegna”. Ecco, questo è un concetto che devi completamente eliminare dalla tua mentalità e dalla tua azienda se desideri restare aperto nel futuro. Nei miei articoli non parlo a caso del concetto di “generare valore”. Lo faccio, perché è quello che i tuoi clienti cercano disperatamente: non un prodotto, non un servizio, ma un valore aggiunto che li faccia stare meglio. Attraverso la formazione quindi ottieni due grandi vantaggi. Non soltanto hai la possibilità di far crescere la tua impresa, studiando il tuo settore, la tua concorrenza o le migliori strategie di comunicazione da usare nella tua attività… … ma puoi anche portare formazione ai tuoi clienti, educandoli al tuo prodotto o servizio e trasformandoli da semplici acquirenti a fan fedeli e sfegatati della tua attività! Quindi in conclusione, ricorda che la formazione è essenziale per la vita della tua azienda, per 3 motivi molto precisi. Motivo numero 1: ti permette di sbaragliare la concorrenza, che non potrà fare altro che guardarti mentre tu con le tue strategie diventerai inconfondibile agli occhi dei tuoi clienti. Motivo numero 2: è una chiave FONDAMENTALE per conoscere meglio il tuo settore, e di conseguenza studiare sempre nuovi modi di presentare il tuo prodotto o servizio. Motivo numero 3: formarti ti permette a tua volta di formare i tuoi clienti. Se usi quello che stai imparando nel modo giusto, presto potrai offrire contenuto di alto valore ai tuoi clienti, che si trasformeranno in poco tempo in fan della tua attività. A questo punto però forse ti stai chiedendo COME devi formarti per ottenere i massimi risultati. E il mio consiglio è quello di studiare il sistema migliore per te. Non sei più tra i banchi di scuola, e non sei costretto a imparare incollato a una sedia e ascoltando una professoressa. Quindi, sperimenta i sistemi migliori per riuscire a ottenere il massimo dalla formazione. Magari per te la scelta giusta è ascoltare un podcast più e più volte fino a memorizzare i concetti principali. Oppure, come nel mio caso, preferisci leggere avidamente un testo e prendere delle piccole note per ricordare i concetti principali. O forse la cosa che preferisci di più sono videocorsi da cui ricopiare con attenzione ogni parola dello speaker. Trova il sistema di apprendimento migliore per te e poi preparati alla formazione costante per trovare sempre nuovi metodi di raggiungere il successo! E se non sai da dove partire per creare il tuo percorso di formazione… ecco 2 consigli preziosi da applicare subito! Il primo consiglio è di CLICCARE QUI e ottenere subito la tua copia di Comunicazione su Misura – La strategia digitale che porta la tua azienda al successo. Il secondo manuale del Sarto, ricco di consigli pratici per portare la tua azienda a grandi risultati… disponibile con uno straordinario videobonus per completare la tua formazione! Il secondo consiglio è quello di CLICCARE QUI e iscriverti alla nostra newsletter per ricevere in anteprima gli articoli del nostro blog. Il mercoledì alle 7 riceverai puntuale un nuovo articolo della mia rubrica per creare la mentalità giusta per il successo. E come sempre, mercoledì prossimo sarò qui per parlare di