Vai Online… O MUORI!

(anche se nei tuoi sogni ad occhi aperti ti sembra di poterne fare a meno) “mi serve solo un video da mettere sugli schermi dell’azienda… sai? Per quando entrano i clienti” “i miei clienti non vanno su Facebook” “il mio prodotto non si compra su internet” “il mio concorrente però non ha mica il blog” “io devo vendere, mica perdere tempo in ‘ste cose…” Sai quante ne ho sentite di frasi del genere? E non parlo di anni fa. Succede quasi tutti i giorni. Una fetta consistente, enorme, delle imprese italiane lavora come se fossero ancora gli anni ’80. Il loro fatturato è in calo, il metodo utilizzato da 30 anni non funziona più, ma la resistenza ad evolversi è forte. E puoi riconoscerle a prima vista! Sono quelle Aziende che tendono a passare il tempo a lamentarsi. La crisi, il Covid, i clienti sono sempre meno, la gente non ha soldi, le tasse sono alte, è colpa di Amazon… Non nego che su certi punti potremmo anche discutere. Ma se fosse davvero così non ci sarebbero aziende in crescita, registreremmo solo chiusure. E invece, stando ai dati raccolti dal Sole 24 ore per il suo dossier “leader della crescita”, non sono poche le aziende in forte crescita, anche nel 2020… (La trovi qua, se ti interessa) Sono cresciute nonostante una pandemia globale, lockdown multicolori e crisi del mercato mondiale! Ora tu potresti pensare che stiamo parlando di grandi marchi, nomi conosciuti o famosi che non temono alcun tipo di avversità. E invece… Abbiamo settori trasporti, costruzioni, viaggi, arredamento, alimentari e bevande, automobili, ristoranti e così via. E non si parla di realtà enormi, multinazionali o simili. Sono aziende, probabilmente non tanto dissimili dalla tua. Alcune partono con un solo dipendente! E già qui dovremmo chiederci come mai il presente è così florido per alcuni e così terribile per altri. Ma a me piace guardare al futuro. Incrociare dati. Prevedere. Più possiamo prevedere cosa succederà in futuro, più faremo le scelte giuste per far crescere la nostra azienda. Ci viene in aiuto We Are Social che, insieme a Hootsuite, ha raccolto dati molto interessanti, di cui ti do una veloce fotografia: Al mondo ad inizio 2021 siamo 7,83 miliardi di persone, con un tasso di crescita dell’1%… che sembra poco, ma sono 80 milioni di persone all’anno. Più della popolazione italiana. Di queste, 5,22 miliardi usano il cellulare ogni giorno. È il 66,6 percento della popolazione mondiale, che se inizi ad escludere i troppo giovani o le popolazioni del terzo mondo… significa TUTTI. Non solo: nell’ultimo anno ben 93 milioni di persone in più rispetto al precedente hanno avuto accesso ad un cellulare per la prima volta. Per capirci: l’utilizzo dei telefoni con connessione continua cresce più velocemente della popolazione. Quel 66,6%… è destinato a crescere! 4,66 miliardi di persone accedono giornalmente ad internet, con un tasso di crescita del 7,3% rispetto all’anno precedente. Se questo dato non ti sembra spaventoso, sappi che quel 7,3 significa 316 milioni di persone. Cinque volte la popolazione italiana. E qui viene il bello: 4,2 miliardi di persone utilizzano i social ogni giorno. Con un tasso di crescita del 13%! Un valore ENORME, 490 milioni di persone in più in un anno! 1,3 milioni di persone al giorno. 15 al secondo. In altre parole, il 53% della popolazione mondiale usa quotidianamente le piattaforme Social. E non ci fermiamo certo qui. Andiamo a vedere più in profondità! Dalle ricerche di AppaAnnie e GlobalWebIndex emerge un dato davvero sconcertante. Occhio perché sto per dirti una cosa che ti sembrerà poco credibile. Sono numeri, ricordalo. I numeri non mentono. Che ti piaccia o meno, le cose stanno così e non puoi scegliere un nuovo mondo. Ok, Marte sembra una buona idea ma il biglietto per trasferirsi non è ancora in vendita L’utente medio passa giornalmente 7 ore al giorno online. Il 42% della sua vita. Più o meno quanto dorme. Negli ultimi 12 mesi c’è stato un incremento statistico di 15 minuti giornalieri. Fai 15 minuti per 4,66 miliardi. Sul serio, fallo. E fino a questo punto dell’articolo ti ho bombardato di numeri. Ma non l’ho fatto a caso. Voglio che tu capisca che se sei qui e ti stai informando, sei sulla buona strada per capire cosa fare per far si che questi dati non diventino la morte della tua attività. Andiamo avanti: tutti queste ore online, dove va la gente? Cosa fa? Potresti essere portato a pensare che tanto tempo su internet sia motivato dalla grande capacità di connessione tra amici e parenti. Che la maggior parte del tempo la si passa proprio sui social a cazzeggiare. Non sei molto lontano dalla realtà. Tuttavia… I social media e gli amici virtuali sono solo a SECONDO posto. Al primo… La ricerca di informazioni! Cioè la maggior parte del tempo che le persone passano su internet è motivato dalla ricerca di risposte a domande. Soluzioni a problemi. E tu sai che nella stragrande maggioranza dei casi questo significa che il tutto sfocia in un acquisto. Non so se sono stato abbastanza chiaro: sempre meno persone comprano senza essersi prima informati sul web! E, bando alle ciance, andiamo anche a vedere DOVE questi miliardi di utenti passano la maggior parte del loro tempo. Se è vero che il motivo è la ricerca di informazioni, è anche vero che i Social Media sono oramai lo strumento più utilizzato per “passare il tempo”, “tenere contatti” e… proprio per cercare informazioni! E quale è stato il Social più utilizzato nel 2020? Ecco la classifica: Al primo posto Facebook Al secondo YouTube Al terzo WhatsApp …e Instagram è solo a quinto (questo per rispondere a tutti quelli che dicono “io però uso Instagram, nessuno usa più Facebook, voglio solo sponsorizzate Instagram”… ascolta il Sarto e impara a leggere i numeri, prima che
Rispondi spesso, rispondi adesso

(ma non comprare Infusionsoft, mi raccomando) Avvertenze: articolo fortemente sconsigliato a un pubblico algoritmo-fobico. Se sei uno di quelli che “ci rubbbano i dati” pussa via all’istante o MORIRAI! Ti apparirò in sogno per chiederti il cognome da nubile di tua madre e (spoiler) tantissimealtrecosedicuinonfreganullaanessuno, ti ho avvertito. I ritmi sul web sono sempre più veloci, così come le nostre vite al di fuori dello schermo. Di conseguenza, per comunicare efficacemente devi rispondere alle domande/richieste dei tuoi clienti all’istante, altrimenti andranno a cercare altrove ciò di cui hanno bisogno. Non ci credi? Lo fanno loro, lo faccio io e lo fai anche tu. D’altronde mettersi in contatto con le aziende online è facilissimo: basta usare un cellulare connesso ad internet. Puoi non essere d’accordo con me se finora hai vissuto su un altro pianeta, ma sulla terra è così! Ti sto suggerendo di adottare strategie di comunicazione al passo coi tempi, se non vuoi finire dietro la concorrenza. In ogni strategia online di successo il timing è una componente basilare e, bada bene, non ho scelto di usare questo termine a caso. Non puoi fare comunicazione online se non la basi sulla risposta immediata. Che ci fai col web se non riesci a rispondere ai tuoi clienti all’istante? Se oggi ti sembro molto aggressivo, tranquillo: tivvibì e lo faccio per il tuo bene. Voglio farti compiere un level up leggendario, perciò armati di pazienza e prendi una tazza del tuo caffè preferito. Cosa intendo con risposta diretta La risposta immediata è letteralmente immediata. Analizziamo questi casi: L’utente X scarica una risorsa dal tuo sito. Devi scrivergli subito una mail. L’utente X atterra sul tuo sito e si ferma a leggere i tuoi contenuti. Devi comparirgli subito nel feed di Facebook per ricordargli chi sei e cosa fai. L’utente X ti scrive un messaggio su WhatsApp Business. Devi ringraziarlo immediatamente di averti contattato. “Fabbro ma è impossibile, stai delirando!” Stai pensando questo? E se ti dicessi che dovresti farlo per ogni singolo utente senza mai saltarne uno? Credimi, è possibile. Se potessi aggiungere la tua call to action ad ogni risposta, quante vendite in più realizzeresti? Tantissime. Sei d’accordo con me? Se grazie alla risposta immediata potessi convertire tutte le lamentele del tuo cliente in vendite? Sarebbe fantastico, non trovi? “Certo Fabbro, sarebbe una figata totale. Ma come faccio a rispondere subito a ogni utente che mi contatta o visita il mio sito? È fantascienza!” E invece adesso possiamo farlo tutti! Ovviamente tutto questo non sarebbe possibile senza uno strumento potentissimo in grado di automatizzare le risposte. Lascia perdere un attimo le cose iper-tecnologiche; non sarebbe neanche possibile rispondere immediatamente a tutte le richieste su WhatsApp senza uno strumento del genere. Basterebbe essere contattati da due persone in simultanea per perdere il timing, anche se sei velocissimo a scrivere o hai una risorsa dedicata alla gestione del customer care. Uno strumento per domarli, uno strumento per trovarli Ce n’è uno e uno soltanto. MailChimp è come il Molise, Active Campaign è il pezzotto napoletano, Zucchetti è stato creato per dare agli esseri umani una rappresentazione quanto più realistica possibile dell’inferno… si alza il sipario e fa il suo ingresso trionfale Infusionsoft: inchinatevi e tremate al solo pensiero di dover pronunciare il suo nome (seriamente, sarebbe tipo “Infuscionsoft”, prova a dirlo veloce! Se poi sei di Benevento come me è tipo hardest mode). PS: la software house ha deciso di cambiare il nome in Max Classic, però continuerò a chiamarlo Infusionsoft nei miei articoli perché i più ormai lo conoscono così. Mi piace pensare che si siano trovati in difficoltà a pronunciarlo anche loro (afammòcc)! Grazie a Infusionsoft puoi fare tutto quello di cui ti ho parlato più su e tanto altro ancora! Imposti le automazioni e “plin!” risolvi i problemi dei tuoi clienti mentre dormi. Imposti le automazioni e “plin!” fai soldi mentre dormi! Ti sta venendo la bavetta? Bye bye clienti insoddisfatti, addio per sempre recensioni negative: tutto questo grazie a un solo strumento e uno soltanto: Infusionsoft. Durante le scorse settimane ti ho martellato il cervello su quanto è importante la raccolta e l’analisi dei dati e ti ho spinto a iniziare subito, ricordi? Se ti stai già abituando a questa pratica e ci stai prendendo gusto, su Infusionsoft ti piacerà da morire scoprire la possibilità di poter: Tracciare ogni campagna. I report del software sono chiarissimi e analizzare le performance delle tue campagne sarà facilissimo. Segmentare il tuo pubblico. Così da poter indirizzare campagne/offerte diverse in base alla profilazione dei tuoi clienti. Calcolare i profitti. Dividi il costo delle tue campagne per il numero di conversioni e scopri il ROI (ritorno dell’investimento) generato. “Tutto molto bello, Fabbro. Però mi sembra una roba complicata!” E lo è. Infatti Infusionsoft fa proprio schifo… se non sai come usarlo. Quanto è complicato Infusionsoft? Io stesso ho difficoltà a gestire tutte le sue funzioni: sono un’infinità! Ma c’è una buona notizia. Sei pronto? Non hai bisogno di usare tutte le funzioni di Infusionsoft. Se come me non sei a capo del dipartimento sviluppo di Microsoft o Apple, ti servono pochissime funzioni per generare profitti da capogiro. In che modo? Automatizzando i tuoi processi di assistenza, vendita e fidelizzazione clienti. Hai mai sentito parlare del “Principio di Pareto”? “Il principio afferma che circa il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti.” (cit. Wikipedia) Mettila così: ti basta utilizzare il 20% delle funzioni di Infusionsoft per generare l’80% dei profitti in più. “D’accordo, Fabbro. Ma quel 20% come lo imparo?” Ottima domanda. Se hai intenzione di acquistare Infusionsoft oggi stesso e iniziare a smanettarci da solo: ti prego, non farlo. Lo sai che non ti consiglierei mai male perché tivvibì, perciò dammi retta: desisti, non ce la puoi fare. Io stesso qualche anno fa ci ho provato ed è andata a finire così: L’ho comprato e mi sono liberato dagli impegni per qualche giorno, in modo da potergli dedicare all’apprendimento tanto tempo e concentrazione. Ho fatto il login e la dashboard (schermata iniziale)
YouTube è SOLO intrattenimento…

…o forse no? Ecco perché tra poco non potrai vendere senza video YouTube è il canale più in crescita e – forse – il più sottovalutato dei nostri giorni. Le statistiche sull’utilizzo di YouTube riportano numeri impressionanti! La quantità di utenti che ogni istante è collegato e guarda video è decisamente spaventosa. Tuttavia, questi sono dati rilevanti… solo in parte. Ciò che invece interessa, per una campagna di Comunicazione Web, è l’IMPORTANZA che i Video stanno assumendo sempre più nella vita delle persone. In tutto il mondo come in Italia. Quindi oggi mi prendo qualche ora per scriverti alcune cose su YouTube – e ancor più sui video – che probabilmente ancora non sai. Ho un obiettivo enorme oggi e credo proprio che non lo raggiungerò, se non con una piccolissima parte delle persone che leggono i miei articoli. E ti dico anche perché: lavorare con i Video è ancora più impegnativo che gestire in maniera corretta e fruttuosa la propria pagina Social. Spesso anche l’investimento, economico e temporale, è molto più alto quando si parla di video. E poi per fare i video ci vuole molta organizzazione… …ecco, tutte scuse che ti faranno dire che: Non hai tempo Non hai soldi Nel tuo settore i video non funzionano …e altre stronzate! Quello che sto per dirti oggi prende tutte queste tue motivazioni, le accartoccia e le dà in pasto al tritadocumenti. Caro imprenditore, cara imprenditrice, non hai scelta. Il futuro è già scritto, lo dicono i numeri ed io oggi te lo dimostro. Secondo una recente indagine di We Are Social, i video sono indiscutibilmente i contenuti più efficaci per tutto il web. Come mai il pubblico cerca e guarda i video? Per divertimento? Dopotutto YouTube è una piattaforma di intrattenimento, no? Andiamo a vedere quanto sono importanti i video per il tuo pubblico: In Italia il 92% degli utenti web utilizza TUTTI i propri strumenti tecnologici per vedere video. Per capirci, in Italia guardiamo video online con ogni mezzo possibile! Se lo scolapasta potesse connettersi a internet, useremmo pure quello per consumare video… Ma non finisce qui. Perché siamo abituati a pensare ai Video come una forma di intrattenimento… eppure il vero successo di YouTube si ricava da un crescente e sempre più diffuso ben diverso. Guarda questa immagine: Youtube è il terzo sito per numero di visite ma la gente vi rimane sopra in media IL DOPPIO DEL TEMPO rispetto al primo sito (Google) ed al secondo sito (Facebook) Inoltre, YouTube viene utilizzato sempre più per la ricerca di informazioni su ogni genere di prodotto o servizio e non solo per la musica e l’intrattenimento. La tendenza è sempre più diffusa, al punto di piazzarsi appena sotto Google nella classifica mondiale dei Siti utilizzati per la ricerca di informazioni. Ribadisco per chiarezza: YOUTUBE VIENE USATO PER CERCARE INFORMAZIONI! Ed è proprio qui, su YouTube, che sempre più utenti riversano ogni giorno i propri dubbi, alla ricerca di risposte. Se ci pensi, è probabile che sia capitato anche a te. Hai bisogno di capire come funziona un determinato prodotto, o come risolvere un problema con la lavatrice… o come superare l’ostacolo di un videogioco, cucinare una torta senza burro… su YouTube trovi tutto. L’anno scorso ho imparato ad usare il mio termostato con un video su youtube perché il manuale cartaceo non lo trovavo… Su youtube trovi tutte le informazioni che ti servono. Gli esempi sono potenzialmente infiniti! Ma il dato che ci interessa è che gli utenti Web stanno via via cercando la soluzione ai loro problemi sempre più su YouTube rispetto a quando fanno con Google. Il primato di quest’ultimo è ancora intoccabile, ma che succederà in futuro? È semplice: le persone si affideranno sempre più ai video che alle immagini o ai testi. Avranno sempre un’attenzione in più per chi spiega loro le cose con i Video. La gente vuole i Video. E tu devi darglieli. E devi farlo il prima possibile! Perché fare un video quando la tua concorrenza ha iniziato molto prima di te… non ti salverà. Seguimi perché su questo ti porto un esempio dritto dal Laboratorio dei Sarti. Ma prima… qualche altro numero: In Italia c’è un dato è molto interessante: secondo Comescore, ben 34,6 milioni di persone (il 50% della popolazione) fa l’accesso a YouTube almeno una volta al mese! Questo potrebbe farti pensare che YouTube sia un buon posto dove trovare Clienti e quindi investire… Se ti sta venendo questo pensiero, guarda qui: Ecco un ultimo dato ci dà la conferma definitiva che i Video siano il miglior investimento per rendere sempre più visibile e apprezzato il proprio Brand: Secondo l’ultima ricerca HubSpotben il 54% dei consumatori si aspetta che il proprio Brand preferito mostri i propri contenuti in formato Video… perché li ritiene più coinvolgenti. Questo vuole dire PER ORA solo il 50% circa dei tuoi potenziali clienti usa YouTube e si aspetta di vedere informazioni sul tuo prodotto in formato video. Ed io ti ho già detto che la tendenza è in crescita. Quindi, se ancora non ti è proprio chiaro, lo scrivo in stampato maiuscolo: DEVI FARE I VIDEO PER LA TUA AZIENDA ALTRIMENTI PRIMA O POI TI PORTERANNO VIA TUTTI I CLIENTI! Siamo ad una svolta epocale e siamo ancora alla “linea di partenza”. Questo è il momento più adatto per essere tra i primi a imporsi strategicamente con il giusto linguaggio, i giusti canali… verso i clienti più interessati e affezionati. I Clienti Su Misura! Questo è il momento di agire. Perché se aspetti ancora un po’… potrebbe essere troppo tardi! Per esempio, inizia facendo qualcosa di ottimo per il tuo business: tieniti sempre informato e aggiornato! Clicca qui e iscriviti alla mia Newsletter per non rimanere mai indietro! Ecco allora come promesso un bell’esempio di come una
Che cos’è Google Search Console e perché devi installarlo proprio ora

Nelle scorse settimane abbiamo parlato molto dell’importanza dei dati e dell’analisi delle statistiche del tuo sito. Spero che tu abbia già iniziato ad attivarti! Nel caso contrario… non perdere altro tempo! puoi e devi rimediare al più presto, perciò ti invito a rileggere questo articolo. Oggi ti presento un altro tool di Google gratuito, ma comunque molto potente, per migliorare la SEO e il posizionamento sui motori di ricerca: Google Search Console. Finalmente con questo strumento puoi rispondere a molte domande fondamentali: il mio sito riesce a trasmettere correttamente i dati a Google? ci sono degli errori penalizzanti che non riesco a individuare da solo? quali potrebbero essere delle parole chiave efficaci sul mio sito web? Proprio così. Questo è lo strumento ideale per te se ti poni costantemente queste domande. Ma non solo… Adesso ti faccio qualche domanda io: ti sei impegnato molto nel ricercare un design accattivante e hai curato nel dettaglio il lato mobile-responsive del tuo sito? Hai già scelto qualche parola chiave per i tuoi contenuti? Hai già pianificato di pubblicare articoli di blog a cadenza settimanale o quotidiana? Se hai fatto tutto questo bravissimo, ti sei davvero impegnato molto e sei avanti rispetto a molti tuoi concorrenti, però potresti fare ancora molto di più. Al di là di questi aspetti che ho citato, esistono dei fattori tecnici, di comportamento e usabilità degli utenti che impattano fortemente l’ottimizzazione SEO del tuo sito. Non puoi essere in grado di gestire tutti questi aspetti se non colleghi al tuo sito Google Search Console, e il motivo è molto semplice: il tool lo analizza di continuo, senza stancarsi mai, attraverso un algoritmo. Questo algoritmo è più efficiente di qualsiasi essere umano nel farlo, soprattutto se hai un sito in continua espansione. Diciamoci la verità: nessuno di noi ha il tempo e la concentrazione di monitorare costantemente il proprio sito alla ricerca di errori o di sezioni migliorabili. Siamo esseri umani e abbiamo energie limitate, dovremmo delegare agli algoritmi le operazioni complesse più spesso possibile. Ottimizzare, analizzare, controllare Per farla molto breve, Google Search Console si occupa di ottimizzare, analizzare e controllare lo stato del tuo sito web senza sosta, 24 ore su 24. Anche mentre tu dormi, stai lavorando o sei in vacanza. Ma questa è solo la punta dell’iceberg, il software ha degli strumenti in grado di: capire se i motori di ricerca sono in grado di accedere senza problemi alle pagine del tuo sito e indicarti cosa correggere in caso di problemi; capire se ci sono errori di configurazione SEO sulle pagine del tuo sito; capire se il tuo sito è sotto attacco da parte di hacker o malware; mostrarti il posizionamento dei contenuti del sito sulle pagine dei risultati dei motori di ricerca; raccogliere dati e statistiche sulle parole chiave; mostrarti se i visitatori atterrano sulle pagine del tuo sito attraverso parole chiave appropriate o meno. I miei clienti spesso mi hanno domandato: “Fabbro, se non uso Google Search Console il mio sito riceve meno visite?” Non è una domanda casuale. Forse lo hanno sentito dire da qualcuno o letto in giro… La risposta è… NI Ricevi visitatori sul tuo sito lo stesso ma sul lungo periodo te ne perdi per strada parecchi. Perché? Se hai già letto il mio articolo sull’importanza di controllare spesso dati e statistiche sul tuo sito sei in grado di rispondere alla domanda da solo. Rispondo con contro-domande: ricevi visite lo stesso senza utilizzare Analytics e Search Console, ma come fai a capire se i tuoi contenuti/annunci funzionano e se le parole chiave sono appropriate? E se non sei in grado di capire questo, come ti muovi per attirare più utenti? Non puoi, fine. Al massimo puoi brancolare nel buio, fare salti nel vuoto, lavorare alla Boris (un po’ a ca**o di cane). Se sei deciso a lavorare così, preparati a buttare soldi! Oppure puoi iscriverti alla newsletter del Fabbro e imparare ogni settimana le tecniche migliori per realizzare e gestire in autonomia tutti i tuoi siti web. Valuta tu… io sono qui per darti una mano! Continuando a leggere l’articolo capirai quanto questo tool è in grado di semplificarti (e non poco) la vita. Collega il tuo primo sito a Google Search Console Stai pensando “Mi hai convinto Fabbro, voglio usare Search Console, come faccio?”, vero? Tranquillo, non sono un mago, ovviamente lo so perchéhocollegatoilmiopotentissimocomputeraltuocervelloevedoletueconnessionineuronali. Scherzi a parte, è un procedimento molto semplice: procurati un po’ di pazienza e una tazza del tuo caffè preferito. Accedi al sito di Google Search Console tramite ricerca sul tuo browser di fiducia o fai click qui. Nella prima schermata, il tool ti chiederà di effettuare l’accesso con le tue credenziali Google. Utilizzi già Gmail, Google Fogli o Drive? Allora complimenti, sei già in possesso di un account Google. Non hai mai usato uno di questi strumenti? Forse sei l’autore di alcune teorie del complotto ma hai anche tu la possibilità di usare Search Console, devi solo accettare di creare un account Google. Io stesso possiedo un account Google da anni e per ora mi sento piuttosto in salute, perciò vai tranquillo. Sei dentro? Fantastico. Tutto quello che devi fare ora è cliccare sul bottone “Aggiungi una proprietà”. Come Google Analytics, anche Search Console utilizza il termine “Proprietà” quando si riferisce ad un sito web. Se ti domandi il perché non ci dormi la notte, perciò evita! Inserisci ove richiesto il nome del tuo dominio e… bloccati un attimo lì. Il prossimo passo è far capire a Search Console se sei il proprietario effettivo del tuo dominio. “Ma come, Fabbro! Mi hai fatto tutto il pippone su quanto è intelligente ‘sto coso e sul perché è meglio degli esseri umani e poi mi cade sull’uccello?” Non è come sembra e soprattutto è per il tuo bene. Il dominio lo puoi acquistare su provider come OVH, GoDaddy, Bluehost ecc. non su Google. Questi provider, per tutelare la tua privacy, non dicono espressamente a Google il tuo nome. Occhio: non ho detto “non c’è modo di sapere dove hai
Vabbè ma io c’ho i FOLLOWERZ

Ecco perché devi pagare Zuckerberg anche se hai millemila like alla pagina e il tuo prodotto è bellissimo Oggi parliamo di Social Media. Si, Sarto, parli sempre di Social Lo so, ma anche se ne parlo sempre, gli scogli contro cui vanno a sfasciarsi ed affondare i progetti di business in Italia sono sempre gli stessi. E siccome ANCHE QUESTA SETTIMANA m’è arrivata la solita richiesta (o quasi)… mi tocca spiegare le basi! Ecco l’antefatto: i Sarti, vuoi o non vuoi, entrano in un sacco di uffici. Aziende di vario tipo, da quella familiare con qualche dipendente ad aziende ben strutturate, grandi e solide. Magari ti starai chiedendo come fa il Laboratorio a trattare con tipi diversi di aziende… ma la spiegazione è semplice: la Comunicazione funziona SOLO se è costruita perfettamente Su Misura. Quindi il compito della mia squadra è di costruire, di volta in volta, il progetto più adatto per chi ci ha chiesto aiuto. Ma vediamo a cosa è successo. In questo caso si parla di una grande azienda, con più di 100 anni di storia, un nome conosciuto e un mercato internazionale florido, con un lancio negli Stati Uniti andato molto bene. L’azienda è in crescita, il Covid ha dato i suoi problemi ma non ci sono sofferenze. Un bel progetto per i Sarti! Allora, come di consueto, mando il Modellista e parte della squadra a presenziare ad un lungo colloquio conoscitivo finalizzato alla costruzione del progetto preliminare. L’azienda in questione ha scoperto, finalmente, che i Social sono fondamentali per andare a cercare, trovare e fidelizzare i Clienti Su Misura. Il Modellista mi riferisce che l’incontro è andato molto bene, l’azienda ha le idee chiare e ci sono tutti i presupposti per fare un ottimo lavoro. E fin qui siamo col vento in poppa. Poi, però, arriva la botta! Una di quelle cose che mi ha convinto, oramai da tempo, a non andare quasi mai personalmente a conoscere nuovi clienti. “noi non abbiamo mai fatto sponsorizzate…” Profondo respiro… Prima di continuare passo un quarto d’ora a giocare coi gatti o mi piglia male. Ok, te la dico tutta: questa volta in realtà non è andata così male. L’azienda in questione conosce abbastanza bene le dinamiche dei Social ed ha già capito che non può più lavorare senza sponsorizzate e PER QUESTO ha chiesto un aiuto a noi. Stavolta è andata bene, tutto liscio. Ma ho ripensato a tutte quelle volte che è andata ben diversamente. A tutte quelle infinite volte in cui la frase completa che è arrivata alle mie orecchie è stata “non abbiamo mai fatto sponsorizzate e non vogliamo farne, abbiamo tantissimi like alla pagina!” Imprenditore, imprenditrice… ascoltami bene. Che magari hai un’idea simile ed è il caso di scardinarla velocemente! Il Social Media è lo strumento più potente in assoluto per raggiungere giornalmente migliaia di potenziali clienti in maniera costante. Il 79% degli Italiani è sui Social… di cui il 98% si connette almeno una volta al giorno! (dati Hootsuite) E ci passa dalle 2 alle 6 ore… ogni giorno! È come avere una vetrina in una piazza infinita. Tuttavia, pur essendo molto popolata, la piazza è composta in gran parte di “passanti distratti”, che non hanno alcun interesse nel guardare proprio la tua vetrina. Lo so, fa male. Perché ognuno di noi pensa che il proprio prodotto/servizio sia il migliore al mondo, che piacerà ai clienti, che la gente si strapperà i capelli per comprarlo. Ma la realtà è ben diversa, per due motivi: Al cliente non piace il tuo prodotto/servizio quanto piace a te. Mai! Anzi, è proprio tuo compito fargli capire quanto vale quello che vendi, non solo mostrarglielo. Perché lui è distratto continuamente dai tuoi concorrenti e ti vede come uno dei tanti… Anche se mostri bene il tuo prodotto/servizio… lo notano pochissimi. Anche quelli interessati. La tua vetrina magari è bellissima, ma nessuno la degna di uno sguardo. E come mai? Beh… perché Zuckerberg vuole i tuoi soldi. Semplice. E ti dirò di più: nemmeno bastano i soldi. Per far funzionare bene la macchina, devi anche gestirli con precisione, quei soldi. Tanti o pochi che siano! Cioè: DEVI FARE LE SPONSORIZZATE! E devi farle BENE Qualora non lo sapessi ti chiarisco le idee. Qualcuno pensa che avere tanti Followers o tanti Like alla pagina significhi automaticamente maggior visibilità verso persone palesemente interessate. Come dire: faccio un post, ho 1000 Like alla pagina, quindi ho un pubblico automatico di mille persone che vorrebbero proprio comprare. Ecco, questo non solo è sbagliato, ma è anche un potenziale danno enorme al tuo business. I motivi per cui maggior numero di followers non significa maggior numero di persone interessate che vedono i tuoi post si articola in due parti: Innanzitutto, non credere che chi ti segue sia un potenziale cliente. La gente sui Social cazzeggia, passa il tempo. Ed esattamente come tu guardi quella stessa vetrina dello stesso negozio vicino al tuo ufficio ogni giorno da anni senza comprare mai nulla, lo stesso fa l’utente sui Social. Ti spara un like perché gli è piaciuta una cosa una volta, poi passa il resto del tempo a ignorarti facendo finta di darti attenzioni. In altre parole: solo una parte dei like della tua pagina è frutto di reale interesse. Il resto, gente a caso che si e no fa numero e non ti serve a niente. Ho fatto anche un video su questo: guardalo se te lo sei perso! E poi… Zio Zucky non vuole che la gente veda i tuoi post gratis. E non gli basta nemmeno, perché lui è spietato. Fa proprio la mossa vigliacca: più followers hai, meno visibilità ha la tua pagina. Ora non stare a gridare al complotto o a quanto è cattivo Zucky. Ricorda che è uno strumento… sta a te decidere se usarlo o meno. E se lo usi… non fai tu le
Come collegare Google Analytics al tuo sito

E non lasciare per strada i dati dei tuoi clienti Se la scorsa settimana hai letto la mia rubrica hai capito che è importante che colleghi al più presto Google Analytics al tuo sito per avere sempre a portata di click dati fondamentali per gestire la tua comunicazione online. Se invece ti fossi perso l’articolo per qualsiasi motivo, vallo a recuperare subito o il tuo sito non funzionerà mai come si deve! Esistono diversi modi per collegare Analytics al tuo sito web, ma quello che ti mostrerò in questa guida è quello che fa per te. L’unico requisito fondamentale è possedere un account Google. La buona notizia è che se utilizzi già Gmail, Drive, Google Fogli o almeno uno di questi servizi, vuol dire che sei già in possesso di un account Google e sei pronto a iniziare. Se invece non ce l’hai sappi che sei un tipo strano, ma per fortuna puoi rimediare subito: è gratis! 1. Collegati al sito di Google Analytics Per cominciare, digita Google Analytics sul tuo motore di ricerca preferito oppure fai click qui. La prima cosa che Analytics ti chiede è di digitare il nome utente e la password del tuo account Google. Si tratta delle stesse credenziali che usi per accedere al tuo account di posta Gmail. Se le hai dimenticate, niente paura: succede alla maggior parte delle persone e, soprattutto, puoi re-impostarle grazie ad un procedimento assistito molto rapido e intuitivo. In alternativa, puoi creare un account Google nuovo da associare ad Analytics. Se dimentichi spesso le credenziali del tuo account e non hai mai preso l’abitudine di scrivertele su un foglio o su un blocco note del tuo pc, ti sconsiglio assolutamente di gestire più di un account. Fidati, evita di creare confusione e usa il tuo account principale. Ci vuole un attimo a fare un gran casino! Fatto? Bene! Clicca su “Configura gratuitamente”. 2. Configura l’account di Analytics In Analytics esistono Account e Proprietà. L’account è il contenitore dove metti dentro le proprietà, che sono in tutto e per tutto i tuoi siti web. Puoi collegare ad un account fino a 50 proprietà, parliamo quindi di 50 siti web. La prima schermata ti chiederà di dare un nome al tuo account. Visto che un account può contenere più siti web, dagli il nome della tua attività e non quello del singolo sito. Non sottovalutare questo passaggio! Se dai al tuo account il nome del singolo sito e in futuro aggiungi altri siti all’account, poi non ci capisci più una mazza (o un martello, se preferisci). Dammi retta e crea un ambiente di sviluppo il più chiaro possibile per evitare di complicare inutilmente la gestione di Analytics. Se segui questo Blog, vuol dire che vuoi far crescere la tua azienda e con lei crescerà la tua presenza online. Più te la fai facile, meglio sarà in futuro! Lascia attive tutte le opzioni che trovi nella sezione “Impostazioni di condivisione account” perché ti consentiranno di ricevere dati più precisi e clicca il tasto “Successivo”. 3. Seleziona l’opzione “Web” Qui Analytics ti chiede cosa vuoi monitorare, se si tratta di un sito web, di un’app o entrambe le cose. Le App sono le applicazioni che scarichi sul tuo cellulare per gestire l’home banking o per giocare. Per il momento ci interessa solo collegare il sito web, perciò scegli “web”. Ultima schermata: inserisci il nome del tuo sito, il suo URL, il settore a cui appartiene e il fuso orario. L’URL non è altro che il nome del dominio associato al tuo sito. Se sei stato bravo e hai sempre applicato alla lettera i miei consigli, sceglierai come prefisso dell’URL il protocollo https:// , perché hai installato un certificato di sicurezza SSL sul tuo sito. Se non l’hai ancora fatto, interrompi questa procedura e vai ad acquistarne subito uno! Non puoi fare business online senza un certificato SSL, non mi stancherò mai di ripetertelo. Puoi anche fregartene e andare avanti scegliendo http:// senza installare un certificato, Analytics funzionerà uguale, non te lo nascondo. È doveroso però che io ti presenti lo scenario a cui andrai incontro: scegli di non installare un certificato SSL e di continuare la configurazione di Analytics. cominci a usare Analytics e a leggere i dati degli utenti che atterrano sul tuo sito. raccogli dati inutili perché il motivo per cui il tuo sito non funziona è che viene bollato da Google come sito non sicuro. Il browser del tuo utente gli consiglia di chiudere il tuo sito! Ti rendi conto della gravità della cosa? Non importa quanto tempo e fatica hai dedicato ai contenuti delle tue pagine, non importa se la tua Call to Action è unica e chiara, non importa se il prodotto che vendi risponde a un’esigenza specifica del tuo utente medio, non importa se hai fatto operazioni di SEO avanzate. Quello che importa è che il browser sta dicendo ai tuoi utenti che non devono entrare sul tuo sito Non vuoi che questo succeda, giusto? Allora rimedia subito e compra un certificato SSL per il tuo sito. Molto spesso il provider su cui hai acquistato lo spazio fisico dove è è appoggiato il tuo sito ti mette a disposizione un certificato SSL ad un prezzo vantaggioso o addirittura gratis. Domanda al loro servizio clienti come fare per installarlo se non sai come si fa. Per ogni provider c’è una procedura d’installazione differente e ne esistono tanti in circolazione, ragion per cui non mi è possibile scrivere su queste pagine una guida. Se invece mi stai leggendo ma non hai ancora realizzato un sito web per la tua azienda, valuta di acquistare dominio e hosting su OVH seguendo questa guida che ho scritto un po’ di settimane fa. Facendo così, non avrai bisogno di installare il certificato SSL perché se ne occuperanno loro senza costi aggiuntivi e in tempi immediati. Finito? Andiamo avanti! 4. Adesso ci sporchiamo le mani sul serio Come ti dicevo, Analytics chiama i tuoi siti “Proprietà”, quindi fai click su “Crea” per confermare
PRIMA POSIZIONE SU GOOGLE A 300 €uri ALL’ANNO!

…ed altre clamorose balle Dice il Saggio: “Quando vuoi nascondere un cadavere, il posto migliore è la seconda pagina di Google!” Per questo TUTTI vogliono il primo posto su Google. Lo vuoi anche tu vero? Quanto è bello immaginare il tuo sito in prima posizione con appena pochi click, bello visibile e fiammante a sfoggiare la sua coda di pavone! E che ci vuole? Un po’ di SEO, qualche spicciolo versato… O forse non è tutto così rose e fiori? Ho deciso di scrivere questo articolo perché mi trovo spesso con clienti che chiamano il loro Tutor, a metà tra l’eccitato e l’arrabbiato, perché hanno ricevuto una telefonata fantastica proprio da Google in cui gli hanno detto che, con soli 300 euro all’anno, (in alcuni casi ben 700!) possono avere la PRIMA posizione assicurata su Google! Ora tu immagina la scena: “Tutor, ma perché questa cosa a me non l’hai detta?” “Perché ho il vizio di non truffare i miei clienti” “ma mi ha chiamato proprio Google per dirmi che è possibile! “non è vero, non è Google, è una truffa” “Ma che dici Tutor! È una grande occasione!” “è una truffa” “si ma io…” “è una truffa, una cazzo di truffa!” Ok, la ricostruzione è romanzata. Ma non si discosta troppo dalla realtà. Sai a quando risale l’ultimo tentativo di frode ad un mio cliente? Meno di un mese fa… Esistono agenzie di TRUFFATORI DA GALERA che, sfruttando la scarsissima conoscenza che c’è in giro sui costi della Comunicazione Web, si spaccia per Google e fa proposte indecenti (e insensate) per prendere qualche spicciolo e poi… non dare nulla in cambio. Non starò qui ora a spiegarti i meccanismi di questa truffa. Ma è una roba che va avanti da molto, usa nomi importanti ed ha fregato una marea di persone (tra cui alcuni miei clienti, naturalmente PRIMA di essere miei clienti). Perché questi banditi riescono così bene in questa truffa? Molto semplice: sfruttano il senso di sicurezza e familiarità che ci da Google. Tutti lo conosciamo, lo usiamo tutti i giorni, ci è utilissimo… e sembra molto facile. Per cui la bellissima idea di essere “i primi della classe” ci fa venire le farfalle nello stomaco in un attimo… e per due spicci ne vale la pena no? Guardiamo insieme qualche numero di Mister G. (amorevole nomignolo che affibbiamo a quel mostro che è Google) giusto per faci un’idea. Non esiste al mondo uno strumento di ricerca più diffusamente e massicciamente usato. Nel solo 2019 la piattaforma Google è stata visitata 62,19 miliardi di volte, rendendola leader mondiale indiscussa. Se li mangia tutti, senza esclusione di colpi. Non sono chiacchiere, i dati parlano chiaro: Mister G. si accaparra il 92,18% delle ricerche totali, agli altri rimangono le briciole… ad esempio Bing detiene il 2,23% delle ricerche, mentre Yahoo! l’1,6%. La cifra di ricerche effettuate su Mister G. è sbalorditiva: il motore di ricerca elabora 3,5 miliardi di ricerche ogni giorno per un totale di ben 40.000 domande al secondo. Un dato che è cresciuto in modo impressionante se pensiamo che nel 1998 Google elaborava solamente ¼ delle query di ricerca che elabora oggi… La mole di richieste è quindi spaventosa… e oltremodo interessante se pensiamo che alle ricerche per scopo “informativo” si sono aggiunte le ricerche per scopo “di acquisto”! Online si combatte una guerra di posizione che ricorda molto le battaglie in trincea, dove schieramenti nemici si contendevano il campo di battaglia un metro alla volta. La posizione è TUTTO se consideriamo che il primo risultato su Google ottiene il 31,7% dei click sul link mentre già il secondo posto “solo” il 24,7%. In altre parole, uno su tre clicca sul primo sito presentato da Google. Mica male eh? Ci credo che lo vogliono tutti! Quindi quanto è difficile essere al primo posto? Quanto costa? 300 euro? Il traffico a pagamento ha ottenuto un’importanza sempre più incisiva. Se un decennio fa i risultati di traffico derivanti dalle ADS potevano sembrare marginali, oggi determinano ben il 65% delle visite sui siti più visitati del web. E fin qui sono numeri, importantissimi numeri che devono farci riflettere. Ora andiamo un pochino più a fondo. Ci facciamo delle domande! Abbiamo appena visto una serie di dati impressionanti che possono far sgranare gli occhi, ma vanno analizzati a dovere con la domanda che il Sarto si pone sempre: “Dov’è la ciccia?” Perché possiamo fare anche i sapientoni con i numeri, fare gli schemini, i grafici a torta… tutte cose utilissime. Ma alla fine conta quello che hai in cassa, no? – Alla fine di tutto questo discorso, c’è un ritorno per l’azienda? – Per ogni €uro investito, quanti ne torneranno indietro? – Il gioco vale la candela economicamente parlando o è semplicemente “visibilità” fine a sé stessa? Qui entriamo nell’intricato mondo dell’analisi dei dati perché se è vero che Mister G. processa tutte quelle ricerche, per poterne trarre vantaggio bisogna impostare le ADS in maniera da scremare tutta l’attenzione “inutile” che non porterebbe guadagno all’azienda. Allontani quelli che non saranno mai clienti e, se sei bravo, i terribili clienti a caso, attirando solo Clienti Su Misura! L’algoritmo è talmente “intelligente” da capire se la ricerca è scaturita da semplice curiosità o dall’intenzione di acquistare un prodotto. Lui sa se vuoi comprare o no. Assurdo, vero? Per questo dall’altra parte (cioè fra te e Mister G.) servono esperti di ADS che sappiano dialogare correttamente con questo intelligentissimo algoritmo. Dargli una mano a metterti sotto gli occhi dei tuoi Clienti Su Misura. Su Mister G. troveremo le “ricerche intenzionali” cioè quelle richieste derivate da un bisogno. È un campo differente dal Social, dove si cerca di solleticare una necessità, di farla nascere. Beh ce ne sarebbero da dire molte anche sui
Il tuo sito funziona?

Google Analytics e Google Tag Manager possono letteralmente salvare la vita al tuo sito… e alle tue tasche! Hai già iniziato a realizzare il tuo primo sito internet e hai applicato correttamente gli utilissimi accorgimenti SEO che ti ho segnalato nelle ultime settimane? Complimenti, questo articolo fa proprio al caso tuo! Se invece non hai ancora un sito internet, inizia da qui e scopri come fartelo da solo, dall’inizio alla fine, in maniera professionale e soprattutto… che vende! Oggi ti insegnerò come collegare al tuo sito uno strumento fondamentale per raccogliere una marea di dati importanti come: quante visite ha il tuo sito; quali sono le pagine più visitate del tuo sito; quanto tempo passano gli utenti sul tuo sito; da dove provengono gli utenti che atterrano sul tuo sito. Tutte queste informazioni sono vitali per capire come interagiscono gli utenti col tuo sito e ti aiutano a individuare le aree di quest’ultimo che devi andare a migliorare. Per capirci… Stai investendo in campagne Facebook o Google? Se sì, bravo. La tua Azienda non può crescere senza! Tuttavia… non basta fare le campagne! Devi anche – e soprattutto – capire se stanno funzionando davvero oppure no e non puoi farlo senza Google Analytics e Google Tag Manager. Il rischio è che butti tanti soldi in annunci che potrebbero rendere 10 volte tanto. E questo, nel Laboratorio dei Sarti del Web, è il MALE ASSOLUTO. Tu non vuoi bruciare i tuoi soldi in annunci che non funzionano vero? Bene, allora procediamo! Perché è importante analizzare i dati del mio sito? Perché a meno che tu non abbia budget illimitato, per creare un business di successo oggi devi assolutamente basare la tua Comunicazione Web sul RENDIMENTO. Non puoi permetterti di investire grosse cifre per creare annunci online che non rendono. Devi assolutamente, invece, ottimizzare il budget a tua disposizione e creare degli annunci performanti. Non esiste altra via al mondo! E questo, credimi, senza dati alla mano è letteralmente impossibile. Sarebbe come fare un salto nel buio ogni volta. Poi se cadi e ti fai male non dire che non te l’avevo detto! Cosa mi consigli di fare, Fabbro? Se non l’hai già fatto, collega subito il tuo sito a Google Analytics! Analytics è un software gratuito che Google ti mette a disposizione per raccogliere informazioni dettagliate su chi visita il tuo sito internet. Si tratta di uno strumento di valutazione che risponde alle tue domande sul rendimento degli investimenti che fai in visibilità online. Le funzionalità che Analytics ti mette a disposizione sono tantissime, tra cui: impostazione di obiettivi di conversione e relativo monitoraggio; integrazione con AdWords (strumento che si usa per le pratiche SEM); funzionalità complete per il monitoraggio di tutte le tue campagne online; generazione di rapporti sul tuo e-commerce; monitoraggio di dispositivi mobili (smartphone, tablet, smartwatch); monitoraggio dei social network (Facebook, Instagram e compagnia); monitoraggio delle ricerche interne del tuo sito internet; funzionalità di segmentazione del pubblico avanzata; possibilità di personalizzare di tutti i rapporti; dashboard personalizzabile (si tratta della schermata principale del software); variabili personalizzabili; possibilità di esportare i dati su file CSV; tracciabilità delle varie fonti su base geolocalizzata. Non preoccuparti se non hai capito tutto quello che ho scritto nell’elenco, non c’è bisogno che utilizzi tutte le funzionalità che ti mette a disposizione il software. Quello che cerco di farti capire è che sto parlando di un tool gratuito ma molto, molto potente e versatile. Dato che un esempio non guasta mai, immagina che il tuo sito sia come la tua automobile e che Google Analytics come il suo quadrante. A cosa serve il quadrante nell’auto? Ti fornisce informazioni sull’andamento e il comportamento della tua auto. Analytics fa la stessa cosa per il tuo sito. Accende addirittura delle spie per avvertirti quando qualcosa non va. Attraverso una serie quasi infinita di dati immagazzinati, monitora 24h su 24 l’andamento e il comportamento del tuo sito web. Hai lanciato delle campagne? Bene, Analytics ti dice quali stanno performando e quali dovresti stoppare immediatamente per non buttare i tuoi soldi. Hai scelto delle parole chiave per i tuoi contenuti e hai applicato correttamente tutti gli accorgimenti SEO che ti ho dato negli scorsi articoli? Bene, Analytics ti segnala quali sono le parole chiave che hanno digitato gli utenti sui motori di ricerca per arrivare ad atterrare sul tuo sito. Queste informazioni ti permettono di conoscere il tuo pubblico più da vicino e di capire a quali argomenti che tratti sono interessati. E non solo. Ti permette anche di capire se i tuoi contenuti sono abbastanza interessanti oppure no. Ti basta guardare… la frequenza di rimbalzo! La frequenza di rimbalzo rappresenta un numero percentuale di utenti che sono entrati su una tua pagina e poi sono usciti e spariti per sempre. Ecco, se la tua frequenza di rimbalzo è altissima devi lavorare di più sull’efficacia dei contenuti del tuo sito. Ragionamenti di questo tipo, senza dati alla mano, sono praticamente impossibili. Come sfruttare al massimo Analytics Per far funzionare al meglio Analytics non basta collegarlo al sito e basta, hai bisogno di un altro strumento in grado di fornirgli dati ancora più specifici. È qui che entra in gioco un altro potentissimo tool di Google: Tag Manager. Google Tag Manager, come suggerisce il nome, è un sistema di gestione dei tag. Fabbro! Parla in italiano per favore! Hai ragione, cerco di spiegarlo in modo più chiaro. I tag sono dei codici che installi sul tuo sito per estrapolare dati. Per collegare Analytics al tuo sito devi incollare il codice che ti fornisce il tool (e lo stesso discorso vale per il pixel di Facebook e così via per tutti gli altri strumenti di parti terze). Il risultato è che devi copiare e incollare una marea di codici sul sito per farlo funzionare come si deve. Con Google Tag Manager, invece, sei in grado di gestire tutti i software terze parti per potenziare il tuo sito inserendo un singolo codice. Uno soltanto! E non finisce qui. Grazie a Google