Trasforma le tue parole in soldi 45 – Come scrivere Newsletter che vendono – Parte 7: le tre regole d’oro per scrivere Newsletter

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Eccoci finalmente, dopo sette settimane, all’articolo conclusivo sulle Newsletter. Ben sette settimane di approfondimento concreto. Sette articoli che, se studi e applichi a dovere, possono permetterti di trasformare OGNI tua Newsletter in un vero e proprio esercito di venditori!   E oggi, per concludere in bellezza, voglio rispondere alle TRE DOMANDE CHE MI FANNO PIÙ SPESSO SULLE NEWSLETTER AZIENDALI   Ma prima di rispondere, una breve riflessione: le Newsletter non sono il tuo nemico. Men che meno un “impegno pesante”. Né una di quelle cose che devi fare e ti scoccia ma le fai comunque. Puoi parlarmi così delle tasse, delle bollette, di un sacco di cose. Ma NON delle newsletter! E ti dico subito perché: Sono il tuo miglior alleato nella Comunicazione Online; Sono facili da fare (lo so che questi articoli non dicono esattamente questo, ma con il giusto allenamento diventa davvero una passeggiata); Sono GRATIS! (quasi).   Per capirci: tutto il sistema di acquisizione clienti che puoi costruire necessita di SOLDI, spesso TANTI SOLDI per essere portato avanti. Soldi che investi tutti i giorni e che sono la benzina del motore della tua Comunicazione. Le newsletter, invece, ti costano sì e no due spicci. E possono farti crescere il fatturato di percentuali che neanche nei migliori sogni! Quindi… AMA LE NEWSLETTER Scrivile con passione. Dedicaci l’attenzione che meritano. E se senti che inizi a viverle come un impegno fastidioso… …vedi di trovare il modo di cambiare rotta. Stai mettendo sassi enormi, ostacoli granitici, sulla strada che ti porterà al successo.   Ora, visto che SONO CERTO che ti stai preparando a iniziare la tua avventura come scrittore di newsletter che vendono, preparati a quest’ultimo blocco della rubrica. Rimboccati le maniche e imbraccia carta e penna: si parte!   LE TRE DOMANDE CHE MI FANNO PIÙ SPESSO SULLE NEWSLETTER Ovvero… LE TRE REGOLE D’ORO DELLE NEWSLETTER AZIENDALI   #1 QUANTO DEVE ESSERE LUNGA UNA NEWSLETTER? La risposta è… La giusta lunghezza! Eh, lo so. Avresti voluto il numero di righe. O di parole. O addirittura di caratteri! La ricetta magica della Newsletter perfetta, però, ha gli ingredienti con scritto di fianco, a tutti: QB Quanto basta. Il motivo non è semplice. Anzi: da spiegare è pure facile. Applicarlo, invece, prevede l’impiego di un alto livello di attenzione. E non sulle parole, sul testo, sulla mail… Ma SUL CLIENTE! Il peggior nemico della tua Comunicazione è LA NOIA. Se un lettore si annoia lo hai perso! Ma questo non deve portarti a fare la scelta di scrivere testi più brevi possibile: in questo modo, ahimè, il lettore si annoia comunque. Se gli scrivi mail di due righe non sarai MAI interessante. Allora, quando deve essere lunga una Newsletter? Abbastanza lunga da dire tutto quello che vuoi dire (e spingere il lettore ad agire) Abbastanza breve da non annoiare! E questo lo fai in due modi, uno più facile e uno più difficile (ma devi farli entrambi) [FACILE] quando hai finito di scrivere, in fase di correzione, elimina tutte le frasi che non sono necessarie a comprendere il significato e stimolare una reazione. Frasi ridondanti, ripetitive o di troppo possono rallentare la lettura e ridurre (anche a zero) l’attenzione del lettore! [DIFFICILE] devi conoscere il tuo Cliente Su Misura meglio di come conosci il tuo migliore amico. Sapere con precisione cosa lo muove, cosa lo emoziona, cosa lo fa incazzare… Te l’ho detto che non è facile… ma non ti ho ancora detto che il Laboratorio dei Sarti del web ha creato per te uno strumento perfetto per aiutarti in questa importante missione: la CHECK LIST Clienti Su Misura. E puoi averla SUBITO e GRATIS. Ti basta cliccare qui e scaricarla!   #2  OGNI QUANTO DEVO MANDARE UNA NEWSLETTER ALLA MIA LISTA? La risposta non ti piacerà. Non piace mai a nessuno. Ma solo per un motivo: non hai ancora iniziato a fare le cose per bene e, quando pensi a quanto tempo devi dedicarci, accampi scuse per non farlo. Lo so, succede sempre così. Ma io non sono qui a renderti la Comunicazione meno impegnativa: io devo aiutarti a renderla efficace e redditizia! Quindi… se hai poco tempo, basterà una newsletter al giorno. Ma non preoccuparti a farne anche di più. Due, tre al giorno sono un buon numero.   Ecco che ti vedo: sconcertato, incredulo, spiazzato. Non vuoi crederci. Stai pensando che una newsletter al giorno è un fastidio per i clienti. Che è troppo. Che nessuno avrà piacere di ricevere 365 mail all’anno.   E sono tutte scuse. Sul serio: il mio compito non è convincerti. È dirti come si crea un sistema di vendita scritta grazie alla Scrittura Persuasiva applicata alle newsletter. Se quello che dico non ti piace: amen. Se non ti piace l’idea di guadagnare con le tue newsletter, non è un problema mio.   Ma se invece vuoi che le newsletter diano una vera sferzata al tuo conto in banca, beh, mandane almeno una al giorno. E qui la domanda nasce spontanea: ma quanto tempo devi dedicare alla stesura delle tue newsletter? Non ti arrabbiare. Ma qui devo essere rigido: devi arrivare a non aver bisogno di più di 30 minuti per scriverne una perfetta. Non più di mezz’ora! Fino al giorno in cui non raggiungerai questo traguardo, considerati un principiante.     #3 PER QUANTO TEMPO DEVO MANDARE NEWSLETTER ALLA MIA LISTA? E qui, spero, non ti stupirai della risposta. Se mi segui anche solo da poco, dovresti già aver chiaro quali sono i fondamenti della Comunicazione Su Misura. Come detto al primo articolo di questa rubrica (se non lo hai letto, lo trovi qui) Le newsletter servono per costruire e mantenere vivo un rapporto. Ora, parliamoci chiaro: quella col cliente è una RELAZIONE. Di pochi giorni fa è la notizia che in Italia i single hanno superato, in numero, gli sposati/fidanzati. E sai perché? Perché mantenere una relazione a lungo è DIFFICILE e IMPEGNATIVO. Ci vuole DEDIZIONE, ATTENZIONE e COSTANZA. Ecco, lo stesso vale per le tue newsletter da inviare

Da speranza a obiettivo a fatturato!

Blog del Mastino

“Tu sogna e spera fermamente… dimentica il presente… e il sogno realtà diverrà…” Questo era un pezzo della canzone di Cenerentola all’interno del cartone della Disney. E crescendo ho imparato a ODIARE queste parole, scegliendo una strada completamente diversa. Certo, forse una parte di te pensa che siano solo parole innocenti di una bella favola… Ma se desideri il successo e vuoi il meglio per la tua azienda è fondamentale capire che cosa nasconde di tanto pericoloso questa canzone. Perché sono in tanti quelli che crescendo restano intrappolati nella filosofia del sogno, nell’idea che come per Cenerentola le cose andranno meglio solo perché riesci a sognare un futuro migliore. E mentre continuano a sperare, la realtà e la concorrenza arrivano sempre più in fretta… e solo a quel punto si rendono conto che la speranza non era la chiave giusta per salvare la loro azienda! Intendiamoci: avere visioni e progetti per il futuro è alla base del percorso che ti permetterà di raggiungere il successo. Ma questi progetti devono essere alimentati nel modo giusto e non attraverso sguardi sognanti mentre aspetti l’arrivo della Fata Madrina! Quindi via le bacchette e le formule magiche ed ecco il Mastino, con cui oggi scoprirai come rendere i tuoi sogni più concreti e reali di quanto non lo siano mai stati. Per spiegare il concetto di oggi, ti mostrerò una citazione che il Sarto mi ha inviato alcune settimane fa, e analizzandola pezzo per pezzo capiremo come rendere le tue speranze degli obiettivi raggiungibili! Partiamo dalla prima parte della citazione. Un sogno scritto con una data diventa un traguardo. Un sogno è per sua natura qualcosa di intoccabile, che non esiste nella realtà. Continuando a guardare ai tuoi progetti futuri come se fossero sogni, continuando a riempirti la bocca di vorrei e se potessi, e soprattutto continuando a usare verbi come sperare e desiderare, i tuoi sogni resteranno semplicemente dei castelli in aria. Il modo migliore per portarli sulla Terra? Semplice: scrivili, e dagli una data in cui devono realizzarsi. In questo modo il sogno assumerà una forma molto più concreta… e potrai iniziare a lavorare per raggiungere il traguardo che hai stabilito! E ora… procediamo con la seconda parte. Un traguardo diviso in passi diventa un piano. Un traguardo da raggiungere nel tempo non può essere posizionato a caso. Sarebbe come organizzare una maratona senza indicare ai corridori un punto di arrivo: la maggior parte di loro si muoverà alla cieca e non arriverà neanche lontanamente vicino al suo obiettivo! Per questo, è importante definire con attenzione tutti i passaggi che ti separano dall’obiettivo che vuoi raggiungere. Il mio consiglio è di non partire dal primo passo, ma di cominciare dall’ultimo e poi andare al contrario: in questo modo otterrai un percorso preciso che ti permetterà di arrivare al tuo obiettivo più velocemente di quanto tu abbia mai sognato! E ora… procediamo con l’ultima parte della citazione. Un piano che applichi e in cui agisci costantemente diventa realtà! Questa è la parte finale della frase, ma anche la più difficile da mettere in pratica per arrivare a toccare il tuo sogno. E la parola che rende tutto questo particolarmente complicato è costantemente. In questa parola infatti si nasconde la differenza tra chi riesce a realizzare i suoi sogni e chi invece continua a vederli come stelle che non raggiungeranno mai. La costanza è una dote che solo in pochi riescono a coltivare. Abituati come siamo a sentire promesse di risultati facili e veloci, essere costanti ormai è una capacità sottovalutata. Per questo, tantissimi imprenditori decidono di trasformare il loro sogno per un’azienda migliore in un traguardo, si preparano a fare tutti i passi che li separano dal raggiungimento del successo… ma poi si bloccano. Non è esattamente colpa loro, ma dei meccanismi mentali che si portano dietro da sempre. Anche in questo caso infatti il cervello lavora per proteggere il corpo che lo ospita, evitando il più possibile dolori e sofferenze di vario tipo. Un sogno non è doloroso da affrontare. È come un dipinto: resta bello, ma distante, dove resterà sempre al sicuro da ogni rischio. Il traguardo invece toglie quella sicurezza, perché mette a rischio il sogno in diversi modi: Il sogno potrebbe cambiare forma, perdere la sua lucentezza e diventare molto meno attraente di quanto era prima Il sogno si deve realizzare con grandissima fatica, e durante la strada perderà parte della sua bellezza, fino a diventare parte della realtà Per finire, nella strada per raggiungere il sogno il rischio di fallire è presente, e di conseguenza la possibilità di dover riprovare, e magari sbagliare ancora prima di capire la direzione da prendere. Tutte cose pericolose per la mente, che cerca di tenerci al sicuro da tutti i pericoli. Davanti alla fatica della costanza quindi alcuni si fanno sedurre dai loro peggiori meccanismi mentali, per poi tornare a fare le cose come le hanno sempre fatte. E come Cenerentola, sognano e aspettano il tocco della Fata Madrina. Se fai parte della categoria, puoi tranquillamente finire di leggere qui: mi dispiace, ma la rubrica del Mastino non fa per te. Ma se invece fai parte di quegli imprenditori disposti a lottare pur di vedere il suo sogno realizzarsi… allora resta pure. Sfrutta l’insegnamento del Sarto, e agisci subito. Ricorda che: un sogno scritto con una data diventa un traguardo. Un traguardo diviso in passi diventa un piano. Un piano che applichi e in cui agisci costantemente diventa realtà! Quindi: Prendi quel sogno di crescita che nascondi da anni nel cassetto, e scrivilo su un foglio per portarlo alla luce Fai un percorso all’indietro, dall’ultimo al primo passo, per capire come arrivare a raggiungere quell’obiettivo a cui aspiri Lavora ogni giorno con impegno per trasformare quella che per molti è solo una speranza in qualcosa di reale e raggiungibile. E in mezzo a un mare di Cenerentole mancate, sarai proprio tu a raggiungere l’obiettivo che cerchi con la tua azienda! Per portare avanti il tuo percorso verso il successo, resta aggiornato

Ecco cosa devasta il tuo sito – parte 2

cosa devasta il tuo sito parte 2

Ciao e bentornata/o sulla rubrica del Fabbro, Questa è la seconda parte di un articolo su tutte le cose che non voglio vedere sul tuo sito. Se stai cercando la parte introduttiva puoi fare click qui e raggiungerla. In questo momento siamo nel 2022 eppure, navigando alcuni siti web, mi sembra di fare un salto indietro nel tempo di almeno 15 anni. È il caso soprattutto dei siti dei nostri comuni italiani, i quali mi lasciano alquanto basito. Spesso questi non sono responsive, e cioè se li navighi con il tuo cellulare vedrai cose strane, tipo testi minuscoli e illeggibili, immagini che escono dai bordi della schermata e altre stramberie. Oggi comunque non ci soffermeremo particolarmente sul responsive, ma sfrutteremo questa tipologia di siti come esempio da non replicare. Se hai letto solo la prima parte sappi che all’interno di questa guida abbiamo ancora diversi argomenti da affrontare: blog. Se non ce l’hai ancora non hai più scuse; se ne hai uno non devi assolutamente replicare l’errore che ti mostrerò; contenuti. Quali sono le informazioni sulla tua azienda che non devono assolutamente mancare sul sito? Navigazione e CTA. Perché chi naviga il tuo sito non ti contatta? Come aumentare il numero di contatti provenienti dal sito? Mettendo mano a tutte queste cose renderai più utile il tuo sito per i tuoi utenti e, di conseguenza, otterrai più fiducia e conversioni. Prima di iniziare un consiglio: leggi questo articolo tenendo la scheda del tuo sito aperta sul browser. Dimenticati per un paio d’ore chi sei e fingi di essere un utente che non conosce la tua azienda e sta navigando il sito alla ricerca di informazioni. Adesso raccogli tutta la concentrazione che puoi e afferra una tazza del tuo caffè preferito: cominciamo! Il tuo blog è attivo… ma con un solo articolo datato 2019 Voglio iniziare con questa affermazione: il blog è uno strumento meraviglioso. Grazie a degli articoli dalla formula chiara e contenuti interessanti puoi intercettare le ricerche degli utenti e portarli sul tuo sito. Ma non è solo questo il beneficio di avere un blog. Parliamoci chiaro: la maggior parte dei siti in circolazione magari sono più bellini di un tempo, però la loro struttura è rimasta perlopiù immutata. Mi spiego meglio. Quando ho iniziato a fare questo lavoro (quasi 10 anni fa) la maggior parte dei siti che potevi navigare avevano in comune una cosa in particolare: erano costituiti da 3 pagine. Queste tre pagine erano: l’homepage, ovvero la schermata iniziale del sito. All’interno di questa pagina venivano collocate delle immagini e (raramente) una CTA. Nota: se non hai idea di cosa sia una CTA ti consiglio di andare a leggere subito un articolo che ho scritto a riguardo tempo fa. Puoi raggiungerlo facendo click qui. La pagina “chi siamo”. All’interno di questa pagina solitamente potevi leggere la storia dell’azienda e la mission. La pagina “contatti”. All’interno di questa pagina potevi trovare i recapiti dell’azienda, spesso accompagnati da un modulo di contatto. PS: i più ambiziosi esponevano una quarta pagina, chiamata “cosa facciamo”, ma non si trattava della maggioranza. SPOILER: chi ha fatto i soldi veri in quel periodo e adesso dorme sull’oro mostrava sul suo sito una cosa in più. E cioè il Blog. Proprio così. Ma su questo torneremo poi. Quello che volevo dire è che ancora oggi moltissimi siti presentano la classica struttura “Home, chi siamo, contatti” e mettono a disposizione degli utenti pochi contenuti. Come se non bastasse, le informazioni che pubblicano sui social sono le stesse identiche a quelle del sito… copiate e incollate. Solo che questo poteva essere accettabile (e neanche tanto) nel 2010, adesso non lo è più. Se lo fai adesso chiudi! Ora che ho la tua attenzione ricapitoliamo, sul web trovi: chi ha un sito ma non un blog; chi ha un blog e pubblica articoli con costanza nel tempo; chi ha un blog… ma l’ultimo articolo pubblicato è del 2019. Ora non fraintendermi, su questa rubrica troverai scritto ovunque che avere un blog (anche se si pubblica solo una volta al mese) è meglio che non averlo, ma c’è questa condizione per cui a volte averlo è una condanna a morte. Ti sto dicendo che avere un blog non aggiornato è ancora peggio che non averne uno e adesso te lo dimostrerò! Se navigando il sito di un’azienda ti capita di scorgere e cliccare la voce “blog” con su scritto che l’ultimo articolo pubblicato è datato 2019 cosa pensi? Dimmi la verità. Te lo dico io: che quell’azienda non esiste più; o che sono sfaticati perché non pubblicano più articoli; o che è un’azienda che con pochi articoli ha esaurito tutto quello che aveva da dire; o che il loro sito non è una fonte attendibile per ricercare informazioni sull’azienda; o banalmente che c’è un grosso problema. Una qualsiasi di queste spiegazioni che cercherai di darti farà in modo di non farti mai acquistare nulla da loro e di guardare altrove. Ecco: questo è quello che sta succedendo sul tuo sito in questo momento se non pubblichi un articolo da 3 anni. Che poi io dico 3 anni, ma a volte possono bastare pochi mesi per insinuare quel dubbio nella testa dei tuoi potenziali clienti. Ma tranquillo, non si salva neanche chi non ha mai pubblicato un articolo di blog: non è affidabile e neanche tu compreresti mai da loro. Perciò dammi retta e apri il tuo blog se non l’hai ancora fatto. Se invece l’hai fatto, considera di aumentare la frequenza di pubblicazione. Crea un appuntamento settimanale sul tuo blog e butta fuori almeno un articolo ogni 7 giorni. Ti sei convinto ma non sai da dove iniziare? Coraggio! D’altronde WordPress è nata proprio come una piattaforma di blogging, è assurdo pensare che lo utilizzi per gestire il tuo sito senza sfruttare una funzionalità base come questa. Gestire articoli e categorie su WordPress è sempre più facile, non ti resta nient’altro da fare che metterti a scrivere! Se ti stai chiedendo su cosa dovresti scrivere ti

Come chiedere Assistenza ai Sarti del Web?

Come chiedi assistenza ai Sarti del Web

COME RICEVI ASSISTENZA DA I SARTI DEL WEB? Ecco la risposta breve e semplice: vai su www.assistenzasartiweb.it! Come sai perfettamente se hai una partita iva, le cose spiacevoli capitano… A volte non è neanche colpa di qualcuno, l’importante è sistemare la situazione il prima possibile. Se sei cliente dei Sarti, quando succede qualcosa, ma tipo QUALSIASI cosa, la scelta migliore è andare su www.assistenzasartiweb.it e scrivere sul modulo tutto quello che ti capita per la testa… Ti spiego il perché attraverso 3 semplici motivi. MOTIVO 1 La prima tentazione della maggior parte delle persone quando hanno un problema è: Non fare nulla Questo è un problema perché magari hai un problema nell’azienda e non ce ne siamo accorti, magari un cliente vorrebbe comprare di più se solo gli risolvessimo il problema… ma se non lo sappiamo, come fare? La risposta è semplificare e rendere palesi le modalità di contatto, in modo che non ci siano ostacoli fra il cliente e la soluzione! Ecco perché ho preso il dominio www.assistenzasartiweb.it e ci ho fatto installare un form per semplificare il processo MOTIVO 2 La seconda tentazione della maggior parte delle persone quando hanno un problema è: Contattare il capo O comunque la persona che conoscono meglio Questo è normale, siamo abituati a farlo perché la maggior parte delle imprese italiane sono familiari o comunque composte da pochi membri e non c’è la partizione dei compiti I Sarti del Web no, sono strutturati secondo una logica precisa che ne facilita la crescita Detta in parole povere, raramente chi vedi girare sulle pagine Social si occupa di risolvere i casini tecnici! Abbiamo tantissimo da fare in aree aziendali ben più importanti e strategiche… Ci sono persone pagate per fare questo, sono bravissime, competenti e soprattutto RAPIDE ed il modo migliore per entrarci in contatto è, appunto, cliccare su www.assistenzasartiweb.it MOTIVO 3 La conseguenza più sgradevole e frequente del MOTIVO 2 è: Si rallenta tutto Non so se lo sai, nel caso lo ripeto: sono una persona molto impegnata. Gestire i Sarti del Web è un casino, per usare un termine volgare, e non è neppure la mia unica azienda quindi ti lascio immaginare quanto tempo libero ho da passare sui Social! La stessa cosa vale per il Modellista Umberto Masiello, per il Mastino Rebecca Guardianelli, per la Penne Rossa Sara Gianotto e per qualsiasi altro membro del laboratorio che vedi passare per queste parti… ABBIAMO DA FARE! E i nostri compiti sono tutto tranne che quelli prettamente tecnici, di norma vari e complicati ma comunque questione di manovalanza Ecco, hai l’abitudine di vedere il proprietario del ristorante che va a pulire i tavoli? Purtroppo si Ed è (anche) per quello che quelle aziende non cresceranno mai Tornando a noi, ti mostro quello che succede in genere: – mi scrivi un messaggio e/o mi tagghi in un post – io non ho le notifiche sul cellulare (mi distraggono, le ho levate e consiglio vivamente a te di fare la stessa cosa) – passano probabilmente ORE tra il momento in cui mi hai scritto e quello in cui me ne accorgo – giro il messaggio a chi di dovere ed il problema viene sistemato… Ma se tu avessi scritto da subito su www.assistenzasartiweb.it tutto questo tempo perso lo avresti recuperato! Come vedi hai tutti i vantaggi di questo mondo ad usare il modulo apposito quindi salvatelo fra i preferiti!   Buona giornata, buon lavoro e buona Comunicazione Online!

Trasforma le tue parole in soldi 44 – Come scrivere Newsletter che vendono – Parte 6: i tre elementi di una Newsletter che vende

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Dopo aver visto come si scrive l’Oggetto delle tue Newsletter, nelle ultime settimane, oggi finalmente vediamo che succede quando il tuo lettore APRE quella tua dannata mail!   Eh sì, ci siamo dati da fare così tanto per scegliere l’Oggetto perfetto per far aprire la nostra mail che ora… …non dobbiamo bruciarci tutto nei primi tre secondi! Abbiamo la nostra occasione: vediamo di fare bella figura! Partiamo da un presupposto: se qualcuno ha scelto di aprire la tua mail ti ha dato un’opportunità. Ti ha detto “tieni, questo è il mio preziosissimo tempo, usalo a dovere”. Quindi… ha delle aspettative.   Non ha aperto per “vedere se è una cosa noiosa”. Se ha fatto click ha un reale interesse a leggere quello che scrivi. Ma se tu ti culli su questo aspetto, rischi di fare un grande danno. Per capirci: un cliente che apre, scorre due parole e va via perché deluso, DIFFICILMENTE aprirà nuovamente una tua mail.  Quindi se sei arrivato a questo punto, non abbassare la guardia. Anzi. Rimboccati le maniche e imbraccia carta e penna: oggi andiamo a vedere assieme cosa devi scrivere nella tua mail per non farla chiudere al lettore dopo la prima riga!   Per aiutarmi nella spiegazione, dividerò il testo della mail in tre parti: Introduzione/incipit Corpo CTA (chiamata all’azione)   #1 INCIPIT Le prime righe del tuo testo sono fondamentali per il raggiungimento del tuo obiettivo: spingere il lettore a leggere fino in fondo con la massima attenzione (e possibilmente emozione!). Ne ho parlato abbondantemente in un articolo del 14 ottobre 2021 (che puoi trovare qui), in cui ti spiego che il modo in cui inizi il tuo testo dipende al 100% dal “livello di consapevolezza” del tuo Cliente. Oggi non riprenderò interamente questo argomento e, anzi, ti semplificherò la vita. Ti darò due tecniche infallibili, sempre efficaci, che ti risolveranno una volta per tutte il problema. Solo che per applicarle, devi conoscere   LA REGOLA DELLE PRIMA CINQUE RIGHE! Come potrai intuire, la regola delle 5 righe afferma che se un lettore supera le tue prima cinque righe di testo, allora ha voglia di leggere fino alla fine.   Questo implica che hai uno spazio di 5 righe per: Ammaliare il lettore e fare in modo che non stacchi lo sguardo dalle tue parole; Incuriosire il lettore, facendogli sentire che in quelle parole c’è qualcosa scritto proprio per lui.   Per ottenere questi risultati, ecco due tecniche belle fresche direttamente dal Modellista AMMALIA IL LETTORE CON UNA STORIA Inizia il tuo testo con una storia. Può essere tua, di un tuo cliente, di un personaggio famoso. Dipende da quali sono gli argomenti che più colpiscono il tuo cliente! Le storie sono SEMPRE un buon modo per intrattenere ed educare i tuoi lettori. E ottime anche per portarli all’acquisto!   IPNOTIZZA IL LETTORE CON I SEGRETI Il trucco, il segreto, la rivelazione, la notizia sconvolgente… tutto ciò che può alimentare la curiosità morbosa del tuo lettore può essere usato nelle prime cinque righe della tua newsletter per incuriosirlo: promettendogli, infatti, che nelle righe successive “svelerai l’arcano”, lo porterai a non poter scollare gli occhi dal testo!   #2 IL CORPO Effettivamente per descrivere bene le tecniche da applicare per scrivere in Scrittura Persuasiva il corpo della tua newsletter ci vorrebbe almeno un libro. E per fortuna sta per uscire, ma questo è uno spoiler e non proseguo nei dettagli. Quello che mi interessa dirti è che qui si gioca la Scrittura Persuasiva. TUTTA. Qui devi applicare tutto quello che insegno nel mio Blog. Senza esclusione di colpi! Qui devi dimostrare tutta la tua conoscenza delle tecniche e la tua abilità. E… le prime volte sarai un po’ deluso. Non preoccuparti. È normale. Ci vuole costanza e allenamento. Per cui scrivi, invia, testa e scopri – giorno dopo giorno – quanto sei in grado di migliorare! Ma prima di passare al punto successivo, voglio lasciarti due trucchetti: Velocizza la lettura; Guida la lettura.   VELOCIZZA LA LETTURA Le tue mail vengono lette, nella maggioranza dei casi, dal cellulare. E spesso in “ritagli di tempo”. Capita, così, che molti tuoi lettori “leggeranno in fretta” e si perdano i punti essenziali e più importanti. Allora tu aiuta il tuo lettore rendendogli chiaro ciò che vuoi che venga ricordato maggiormente. Una tecnica infallibile è quella dell’ELENCO PUNTATO. I tre/quattro punti che vuoi che vengano ricordati riassumili in un elenco puntato composto da frasi brevi, semplici e dirette.   GUIDA LA LETTURA Il lettore farà scorrere casualmente gli occhi sul tuo testo, dal basso verso l’alto, facendone una lettura veloce. Non è sempre così, ma è più spesso di quanto vorresti! Ma tu puoi “sfruttare” questo modo bastardo di non rispettare la fatica che ci hai messo a scrivere e SCEGLIERE quali frasi leggerà il tuo lettore frettoloso. Si chiama DOPPIA LETTURA ed è una tecnica su cui dovrei farci un intero articolo, quantomeno. Oggi te la riassumo in questo modo: lungo il testo che hai scritto seleziona alcune brevi frasi (o parti di frasi), senza abbondare, e evidenziale in grassetto. L’occhio del lettore si soffermerà molto più facilmente proprio su quelle e comprenderà il testo (se avrai selezionato le frasi giuste!)   E ora veniamo all’ultimo punto. Il mio preferito:   #3 LA CTA (chiamata all’azione) Se, per un qualche motivo al mondo, stai pensando di mandare anche solo una tua newsletter senza invitare il lettore a compiere un’azione non siamo più amici. La CTA è il punto esatto in cui convogliano tutti i tuoi sforzi. La Scrittura Persuasiva raggiunge il suo apice qui. Qui esprime tutto il suo potenziale. Qui trasforma le tue parole in soldi! Quindi, al momento giusto del tuo testo, ZAC! Colpisci! Invita il lettore a fare qualcosa! Cliccare sul link Lasciarti del dati Rispondere alla tua mail Rispondere ad un sondaggio Ecc   Esistono forme diverse per impostare una CTA che funziona. Oggi te ne presento tre particolarmente efficaci: 1_SE… ALLORA… Quando inviti il lettore a compiere un’azione, evidenzia il

Misura la strada per il successo!

Blog del Mastino207

Cambiare è difficile. Questo è un dato di fatto: accettare di cambiare qualcosa nella tua routine, nel tuo modo di pensare o semplicemente nell’ambiente che ti circonda è complicato. La cosa peggiore è che anche quando si tratta di piccole differenze la tua mente cerca in tutti i modi di riportarti al punto di partenza. Il risultato è che molti imprenditori e imprenditrici si affacciano timidamente verso la strada per la crescita della loro azienda… ma poi al primo insuccesso crollano. All’inizio tentano di portare decine di modifiche al loro modo di pensare tutte in una volta, e quando non vedono i risultati arrivare velocemente si fermano. Per evitare anche a te di finire in questa situazione, oggi ho deciso di aiutarti a misurare il successo. Scoprirai le strategie per ottenere un successo costante nel tempo, e ottenere risultati misurabili nella tua crescita personale, e ovviamente in quella della tua azienda! Forse adesso ti aspetterai di trovarti davanti una serie di calcoli astronomici e complicati, di quelli che ti lasciano con il mal di testa e la confusione di una sbornia adolescenziale… ma ti sbagli, perché ho già tra le mani la misura del successo. E questa misura è 37. Sì certo Mastino… e la risposta all’universo è 42! Non sto sparando un numero a caso! Se prendi il numero 1 (anzi per la precisione 1,01) e lo elevi a potenza di 365, scoprirai che il risultato ottenuto è 37.8. 365, esattamente come i giorni dell’anno. Questo significa che facendo un piccolo cambiamento dell’1% ogni singolo giorno per ogni giorno dell’anno, alla fine dell’anno avrai migliorato di 37 volte una tua abilità, avrai ottenuto 37 volte di più di quanto avevi all’inizio. E se lo applichi alla tua azienda, un cambiamento dell’1% ti permetterà di ottenere 37 volte tanto quello all’inizio dell’anno! Ora, esposto in questo modo sembra molto lineare: la matematica non mente, e mostra che una piccola azione moltiplicata nel tempo porta a grandi risultati. Nonostante questo, non solo sono in pochi a riuscire a ottenere cambiamenti spettacolari… ma la maggior parte delle persone si arrende poco dopo aver provato a cambiare! Come mai? Per cercare il colpevole basta guardare alla cultura del tutto e subito in cui viviamo da qualche decennio. Siamo abituati ad avere ciò che desideriamo velocemente: un acquisto su Amazon richiede pochi secondi, una ricerca su internet fornisce le risposte a praticamente ogni nostra domanda. Questo porta a un’impazienza generale che si fa particolarmente sentire quando si inizia a cambiare. Cominci un nuovo progetto per la tua impresa, aspetti con ansia di vedere i frutti dei tuoi sforzi… e quelli non arrivano. Anzi, in realtà ti sembra che non sia cambiato nulla! Di conseguenza una buona parte degli imprenditori lascia perdere. Questi post non servono a nulla, fare i video è inutile! In realtà hanno buttato via senza rendersene conto la loro occasione di raggiungere il successo. Perché quello che a loro sembra essere uno sforzo inutile non è altro che l’inizio della scalata verso i risultati che stanno cercando. Progredendo dell’1% ogni giorno non puoi aspettarti di vedere risultati dopo una settimana. Prima di vedere gli effetti del lavoro che stai facendo potrebbero volerci diversi mesi, e probabilmente quando arriveranno il sistema di cambiamenti che hai attivato sarà già così inserito nella tua routine che farai fatica ad accorgertene. Se non ti arrenderai e porterai costantemente avanti il cambiamento, sarà solo dopo molto tempo che ti guarderai indietro e scoprirai finalmente i frutti del lavoro che hai fatto! La seconda ragione è il modo in cui affronti i cambiamenti. Un errore comune quando si parla di cambiare qualcosa infatti è affrontarla direttamente, buttandocisi contro per spostarla dalla nostra strada. Nella maggior parte dei casi questo tipo di approccio porta solo a un calcio nei denti e delle fortissime delusioni. Un cambiamento di successo non parte direttamente dalla cosa che vuoi modificare, ma da una serie di azioni laterali. Prendiamo come esempio quello di un imprenditore che decide di creare un blog per la sua azienda. Un’idea sbagliata sarebbe quella di iniziare da un giorno all’altro a mettersi in testa di scrivere un articolo alla settimana. Magari ci riuscirebbe una, o forse due volte… ma non vedendo risultati, presto la voglia di proseguire se ne andrebbe, così come la possibilità di usare lo strumento del blog nel modo giusto per la crescita della tua azienda. La verità è che un cambiamento dell’1% non parte da quello che vuoi modificare, ma da tutte le abitudini laterali. Per il blog un punto di partenza può essere quella di creare nella giornata uno spazio libero da dedicare alla scrittura, oppure la creazione una cartella dentro il computer in bella vista e pronta per essere usata. E quando sarà il momento di scrivere, le piccole abitudini possono essere di tenere il telefono lontano e spegnere internet, oppure di darsi 30 minuti prima di prendere una pausa. Come vedi, nessuna di queste cose riguarda direttamente la scrittura dell’articolo, ma solo l’ambiente che ti circonda prima di iniziare a digitare le prime parole. Ma facendo in questo modo avrai già attivato la macchina dell’1%, e il cambiamento che stai cercando arriverà più velocemente di quanto pensi! Come ho detto qualche riga più sopra, la distanza tra te e la vita che desideri è un semplice 37… ma sta a te fare l’1% di sforzo in più ogni singolo giorno per arrivare a raggiungere quel numero in soli 365 giorni! Hai già scelto quale sarà l’1% di oggi? Quello che ti porterà ad avere tra solo un anno l’azienda che desideri? Se non lo hai fatto, ecco due suggerimenti per te! Il primo è acquistare Comunicazione su Misura – La strategia digitale che porta la tua azienda al successo. Con il secondo libro del Sarto otterrai tanti strumenti preziosi per la tua crescita. Inoltre, CLICCANDO QUI lo potrai acquistare insieme al suo primo libro… e con una serie di bonus inclusi nell’acquisto! Il secondo è quello di non perdere i

Ecco cosa distrugge il tuo sito – parte 1

ecco cosa distrugge il tuo sito parte 1

Ciao e bentornata/o sulla rubrica del Fabbro, Di recente ti ho suggerito delle funzionalità da implementare sul tuo sito e-commerce. Oggi invece ti voglio parlare di cose da NON aggiungere al tuo sito e di evitare come la peste se non vuoi far scappare via i clienti o… farlo esplodere! Spesso mi ritrovo a dover aggiustare siti web creati da altre persone, agenzie e professionisti. Non ti nascondo che delle volte mi metto le mani nei capelli da quanto questi sono incasinati e pieni zeppi di errori. Il brutto è che spesso molti imprenditori scoprono che il loro sito non funziona come dovrebbe soltanto dopo diversi mesi dalla sua realizzazione. Sì, perché quando gli viene consegnato magari sembra girare bene, però poi nel tempo si presentano vari problemi che: fanno scappare i clienti dalla concorrenza; fanno perdere tantissimo tempo; disattivano importanti funzioni del sito; ti penalizzano su Google (cioè chi ti cerca non ti trova); generano errori che fanno esplodere il sito. E non è tutto! Ci sono anche imprenditori che non se ne accorgono mai. Come dici? Non ci credi? Allora ti rivelo una cosa: il tuo sito potrebbe sembrarti in forma ma… probabilmente non lo è. Così come esistono persone che all’apparenza sembrano normali ma in realtà sono matte come un cavallo. Grazie alla guida di oggi capirai se il tuo sito sta bene o se è il caso di correre ai ripari al più presto, perciò afferra subito una tazza del tuo caffè preferito e partiamo con le cose che non voglio assolutamente vedere! Non voglio vedere una schermata di caricamento infinita sul tuo sito! Questa la metto in cima perché è la prima cosa in cui ci si può imbattere visitando un sito. Eccoti un’immagine precisa di quello che intendo:   Quante volte ti è capitato? Hai bisogno di reperire un’informazione e ti ritrovi a fissare ‘sta cosa che gira come uno scemo per… stavo per scrivere 10 minuti ma in realtà si tratta probabilmente di secondi. Sai perché? Perché giustamente dopo pochi istanti ti annoi, chiudi la scheda e cerchi da un’altra parte. Le statistiche dicono 3 secondi. Ma posso assicurarti che a volte anche due sono troppi! Odio dannatamente questo tipo di schermate, nonostante in qualche modo ci sia affezionato e vale la pena spiegarti il perché. Quando ero bambino mi piaceva molto un videogioco della PlayStation che intervallava il susseguirsi delle scene con delle schermate di caricamento tipo quella di cui stiamo parlando (credo infatti che questi “spinner” – termine tecnico – abbiano origine dai videogames). All’interno di queste schermate comparivano casualmente i modelli bidimensionali (o pixellati) dei personaggi del gioco intenti a correre. Era un modo simpatico per spezzare la noia tra un caricamento e l’altro e io e mia sorella talvolta scommettavamo davanti a questa tv cicciona (a tubo catodico) su quale personaggio sarebbe comparso. Lo so, allo stesso modo il benedetto spinner serve a far capire all’utente che il sito sta caricando i contenuti in background ma… che ca**o deve caricare?! Oh! Non siamo più nel 1996! Il tuo smartphone e il mio sono 100 volte più potenti della prima PlayStation e processano le informazioni in modo velocissimo, per non parlare di un pc (portatile o fisso che sia)! Ma poi ripeto: cosa c’è da caricare oltre a due o tre foto in croce e un po’ di testo? Il tuo sito si deve caricare in pochi secondi, altrimenti che ci sia un’icona graziosa che gira sullo schermo o una banalissima scritta “caricamento” bye bye, il cliente se n’è andato. Se il tuo sito è messo così sappi che c’è più di una cosa che non va perché non dovresti mai aver bisogno di uno spinner! Queste cose che non vanno potrebbero essere: un hosting o server molto lento. Magari l’hosting su cui gira il tuo sito è messo come una vecchia PlayStation e quindi impiega molto tempo a mostrare su schermo i contenuti; sul tuo sito ci sono tanti plugin, tra cui alcuni che non stanno bene insieme o di bassa qualità. Questi plugin potrebbero essere stati scritti con un codice “pesante”, che mette a dura prova le risorse del dispositivo di chi le naviga. In poche parole stressano i pc e i telefoni; il tema del tuo sito inserisce di default lo spinner sul sito per mettere le mani avanti. Cioè i programmatori che l’hanno scritto sanno che è ingombrante, perciò lo inseriscono per rendere più dolce l’attesa; il sito è pieno di immagini non compresse, che impiegano minuti e minuti per caricarsi. Ma la cosa più scema di tutte è un’altra: lo spinner rallenta il sito ancora di più. Certo, perché il sito per mostrarlo deve caricarlo! Quelli che girano poi succhiano ancora più risorse perché l’animazione è pesante. Se invece chi ha fatto il sito ha inserito lo spinner perché fa figo… sappi che non è così. Come ti ho spiegato prima è una roba anni ’90. Hai proprio bisogno di mostrare tantissimi contenuti ai tuoi clienti ma vuoi velocizzare il tuo sito? Allora: comprimi tutte le foto; carica i video su servizi esterni come YouTube e Vimeo; non usare più di 3 font sul sito; sposta il tuo sito su un hosting/server più performante; utilizza un altro tema e sbarazzati di qualche plugin; diluisci i contenuti su più pagine, non mostrarli tutti in una volta; togli ‘sto cavolo di spinner. La tua bacheca WordPress si droga pesante Osserva bene questa immagine presa dalla bacheca WordPress di un sito fatto da altri a cui ho lavorato: “add_submenu_page è stato richiamato in maniera scorretta. Il settimo parametro passato a add_submenu_page() dovrebbe essere un numero intero che rappresenta la posizione del menu”. Non ti viene voglia di dirgli: “Che è wuagliò, nun stai buon?” Il settimo parametro de che? add_submenu_page? E no, il tasto “Aiuto” posizionato in basso a destra non ti aiuterà davvero, credimi. In verità, nonostante sembri una cosa senza senso, il tuo sito non si droga e se fa così c’è un motivo ben

Trasforma le tue parole in soldi 43 – Come scrivere Newsletter che vendono – Parte 5: Sette trucchi per far leggere le tue Newsletter

Blog del Modellista147

Questa è la quinta settimana che ti parlo di Newsletter. E non ho ancora finito! Ora forse ti starai chiedendo: perché tutta questa attenzione alle Newsletter? Dopotutto… sono solo mail! Che ci vuole a scrivere una mail?   Ed è vero. Non ci vuole nulla a scrivere una mail. Sai cosa, invece, è veramente difficile? Scrivere mail CHE VENDONO. Il mio obiettivo, con questa rubrica, è darti tutte le competenze necessarie per: Scrivere newsletter che vengono lette e apprezzate; Scrivere newsletter che vendono; Scrivere newsletter in pochissimo tempo.   La settimana scorsa ti ho parlato di Oggetto della mail. E ti ho dato ben sette tipologie di oggetto che puoi utilizzare, ognuna con tre esempi pratici. Ma non mi basta. Voglio darti ancora di più. Devi diventare un vero mago delle newsletter se vuoi che la tua azienda raggiunga i risultati che stai sognando da sempre. Quindi: rimboccati le maniche e imbraccia carta e penna! Oggi vediamo insieme   I SETTE TRUCCHI PER SCRIVERE OGGETTI CHE FANNO LEGGERE LE TUE NEWSLETTER   #1 L’ERA DEGLI SMARTPHONE Secondo recenti indagini oltre l’80% delle tue mail vengono lette (se vengono lette!) da uno smartphone. E questa tendenza è in aumento. Supereremo il 90% entro l’anno o poco più. Questo perché? Beh… seriamente, non è una domanda a cui ha senso dare risposta. È una tendenza e continuerà in quella direzione e se noi vogliamo vendere dobbiamo accettare che le cose vadano così e comportarci di conseguenza! La lettura tramite smartphone, per noi che mandiamo Newsletter e usiamo le tecniche di Scrittura Persuasiva, è un bel cazzotto nei denti. Vabbè, puliamo il sangue e proseguiamo cercando la migliore soluzione. Il fatto è che sugli smartphone l’oggetto della tua mail viene visualizzato solo in parte. E questo vuol dire che hai MENO SPAZIO per far capire che vale la pena aprire la tua mail! Quindi non hai molta scelta. Riduci il testo del tuo Oggetto e assicurati che, se non si legge tutto da schermata smartphone, almeno la parte che compare sia chiara e stimoli l’attenzione del lettore!   #2 NOTIZIE Tutte le volte che ti è possibile, usa una notizia recente nell’Oggetto della tua Newsletter. Ma come fare a scegliere quale notizia utilizzare perché stimoli l’interesse e l’attenzione del cliente fino a portalo ad aprire e leggere la tua mail? Ecco alcune regole d’oro che devi SEMPRE rispettare (e se non puoi, per qualunque motivo, evita di usare le notizie!): Deve essere una notizia recente, sulla cresta dell’onda mediatica. Se è vecchia, se è passato troppo tempo, lascia perdere. E troppo tempo vuol dire: la gente non ne sta parlando più; La notizia deve potersi, anche in maniera relativamente fantasiosa, collegarsi al tuo prodotto o servizio, o alla tua azienda, o alla tua narrazione; Più la notizia è “vicina” al tuo Cliente Su Misura, meglio è. Non è una regola rigida, ma è bene tenerla in considerazione; Non limitarti al genere di notizie frivole. Usa pure fatti di cronaca e argomenti “controversi”. Stimoleranno maggiormente la curiosità morbosa del lettore! Ed è ovvio che, se già nel titolo ti riferisci a una notizia… è importante che il testo della tua mail inizi parlando di quella!   #3 I FATTI TUOI Se stai lavorando bene sul tuo pubblico, hai già mostrato chi sei e cosa ti piace fare. Tratti di personalità, opinioni, modi di vivere, aneddoti e storie personali sono fondamentali per creare legame con il tuo pubblico. Non avere timore di esporti! Le persone sono tremendamente affascinate dai fatti privati di una persona di cui seguono “gli affari pubblici”. E le Newsletter che parlano di cose tue personali spesso hanno tassi di apertura molto più alti della media! Non limitarti solo ai tuoi, di fatti personali. Racconta anche quelli che hanno a che fare con il tuo lavoro: rapporti con i dipendenti o con i clienti, racconti divertenti di fatti avvenuti, eccetera. Mettendo “i panni sporchi in piazza” starai dimostrando ai tuoi lettori di essere una persona VERA, con sfaccettature, tratti unici, caratteristiche peculiari. Un essere umano e non solo un venditore di un prodotto o servizio! Questo è anche, quindi, un buon modo per stimolare l’apertura delle tue newsletter: fin dall’Oggetto, in questi casi, dichiara apertamente di cosa stai parlando. Avverti il lettore che leggerà qualcosa di intimo, privato. Lui non saprà resistere e rimarrà chino sul suo smartphone a leggere tutto quello che hai scritto!   #4 SCARSITÀ La Scarsità è una tecnica di vendita molto potente. Quando un potenziale cliente vede di avere poche possibilità per comprare (poco tempo a disposizione, disponibilità limitata, ecc), molto più facilmente si fionderà a scoprire cosa si sta perdendo. Tra le tecniche di Scrittura Persuasiva, sicuramente una delle più efficaci. Tuttavia, se non la si “sbatte in faccia” al lettore, questa passa inosservata e non rende in alcun modo. Ho visto fin troppe newsletter di aziende che dichiarano la scarsità ALLA FINE della newsletter. Nell’ultima riga! Beh… sono qui a dirti che devi fare esattamente L’OPPOSTO! Inserisci la scarsità già nell’Oggetto, subito, ben in vista. Evidenziala in stampatello o tra due parentesi. Fai in modo che salti all’occhio immediatamente. Ad esempio: [ULTIMI 4 POSTI]… [- 2 GIORNI]… [ULTIMA CHIAMATA]…     #5 PERSONALIZZA Chi aprirebbe mai una mail “inviata a tutti” senza criterio di selezione? Chi si sentirebbe incuriosito da un oggetto scritto perché stimoli l’apertura della mail per migliaia e migliaia di persone? Nessuno! Eppure, quando invii le tue Newsletter fai esattamente questo: cerchi di rendere la mail appetibile per più persone possibili! Tuttavia, il tuo lettore deve percepire esattamente l’opposto. Deve vedere l’Oggetto della mail e pensare: hey, ma questo sta parlando proprio con me! E come si ottiene questo effetto? Ci sono due strategie e puoi usarle CONTEMPORANEAMENTE. Identificare dall’Oggetto una forte caratteristica in cui il tuo lettore si identifica (tipo: venditore, imprenditore, artista, timido, determinato, ecc) Chiamare il tuo lettore PER NOME già nell’Oggetto della mail! Con i software in commercio, fortunatamente fare questa cosa è diventata una passeggiata. Un

Esci dagli schemi mentali!

Blog del Mastino137

Oggi ho deciso di parlare di uno strumento fondamentale per il successo, partendo da un fatto molto curioso della storia della medicina moderna. Soprattutto negli ultimi anni, pulirsi le mani spesso con soluzioni disinfettanti di vario tipo è diventata una norma igienica comune e rispettata da tutti. Ma nel 1800, questa operazione è considerata inutile dai medici, che passano da un reparto all’altro senza curarsi di igienizzarsi in alcun modo. A metà secolo tuttavia un dottore ungherese inizia a notare una cosa interessante: se si lava le mani dopo le visite mattutine all’obitorio, giusto prima di andare al reparto maternità per aiutare le partorienti, il numero di donne morte per infezioni dopo il parto crolla drasticamente. Nonostante gli studi a supporto dell’utilità del lavaggio delle mani, ci sono voluti circa altri 20 anni prima che questa pratica tra un’operazione medica e un’altra diventasse sempre più normale, fino a diventare comune come al giorno d’oggi. Il motivo per cui i medici rifiutavano il gesto del lavarsi le mani era legato a uno schema mentale molto preciso. Nella loro testa ritenevano che quel semplice gesto fosse inutile, e che se lo avessero fatto sarebbero passati come persone poco pulite (sembra un controsenso, ma è così!) Questa idea era collegata a una forte paura: quella di perdere prestigio, e di conseguenza la possibilità di lavorare con pazienti più ricchi e influenti. Poco importava che gli studi fornissero una prova concreta dell’efficacia del gesto. I medici, ostinati, trovavano scuse per negarne l’utilità. E in questo modo, una pratica che avrebbe potuto salvare la vita a migliaia di donne in tutto il mondo è stata rimandata per anni. Forse a te sembra che tutta questa storia non c’entri nulla con te e la tua attività… ma la verità è che anche tu rischi che alcuni schemi mentali blocchino per l’eternità la crescita della tua impresa. Per questo, oggi parliamo di schemi mentali, e di come trasformare i meccanismi più pericolosi nella tua mente in strumenti per raggiungere il successo! Come prima cosa, è importante capire che uno schema mentale NON è un’abitudine. Un’abitudine è un singolo gesto che ripetuto nel tempo diventa automatico. Lo schema mentale è una vera e propria mappa: un insieme di concetti e convinzioni che ti permettono di interpretare il mondo che ti circonda, e che influenzano le tue scelte e i tuoi comportamenti in ogni situazione . Mettiamo per esempio che un tuo schema mentale sia legato alla paura di alzare i prezzi. Questo schema, esattamente come una cartina stradale, è composto da una serie di elementi: Per prima cosa ci sono i punti chiave, ovvero le tue credenze e le convinzioni. Nella tua testa quindi si trovano frasi del tipo “c’è la crisi”, “i miei clienti comprano su Amazon”, “se alzo i prezzi perdo tutto” A collegare tra di loro le credenze ci sono le conferme che cerchi dal mondo esterno. Quindi, quando il tuo fatturato è in calo nella tua mente si crea subito il collegamento alla crisi economica. Se senti di un tuo concorrente che ha alzato i prezzi, subito pensi “ah, ma i miei clienti sono diversi…”. In questo modo, le tue convinzioni restano solide, e tu riesci a interpretare il mondo con più facilità. E per finire… c’è il tuo comportamento. Se trovi un video del Sarto che ti invita ad alzare i prezzi ti infastidisci e lo chiudi perché “tanto il mio settore è diverso”, o se un cliente ti chiede uno sconto, arrivi a svendere il tuo prodotto o servizio pur di non mandarlo via, per poi trovarti addirittura in perdita alla fine del mese. Uno schema mentale può fare davvero la differenza per il futuro della tua impresa, sia in positivo che in negativo. Per questo devi cercare di sostituire gli schemi mentali negativi, che ti stanno impedendo di raggiungere grandi risultati con schemi mentali positivi che ti aiuteranno a raggiungere il successo! Il percorso che ti consiglio per raggiungere questo risultato è diviso in 3 step. Step numero 1: riconosci lo schema mentale in atto. Ogni cosa che dici e fai è legata a un preciso schema mentale. Per esempio, le frasi che dici spesso quasi senza accorgertene, o un preciso comportamento che adotti nei confronti di un collaboratore o di un cliente. E se stai pensando a una frase in particolare, e la stai mettendo da parte pensando: ”massì, tanto è una battuta”… beh, non farlo. Magari tu pensi di dire una cosa tanto per passare il tempo… ma in realtà senza saperlo stai attivando meccanismi mentali molto pericolosi! Prenditi del tempo per analizzare le cose che dici e fai più spesso durante la giornata, e troverai l’estremità del filo che ti porterà a scoprire lo schema mentale negativo che ti sta rovinando. Step numero 2: analizza le convinzioni alla base del comportamento. Una volta riconosciuti i modi in cui attivi più spesso un tuo preciso meccanismo mentale, prenditi del tempo e dagli una motivazione. Perché dico questa cosa? Perché  mi comporto in quel modo? Magari la risposta superficiale sarà “perché è divertente”, o “perché ho sempre fatto così”. Ma analizzando più a fondo, forse scoprirai che parli di crisi… perché sai che i tuoi sistemi di vendita non funzionano più. E che magari dici spesso che c’è un problema semplicemente perché è il modo più facile per affrontare una sfida, invece di ammettere di dover cambiare. Lo so, questo passaggio è doloroso. Ma è fondamentale per dare una forma allo schema mentale che hai attivato nel tempo. Quindi serra i denti, procedi con l’analisi… e poi vai al terzo step. Step numero 3: sostituisci il meccanismo alla base del tuo schema mentale. Una volta notati tutti questi componenti, troverai lo schema mentale alla base dei tuoi atteggiamenti. Ma ora che hai smontato pezzo per pezzo ogni componente della mappa, ricostruirla per portare avanti un percorso che ti farà raggiungere il successo sarà molto più semplice! Se alla base del tuo schema mentale c’è una paura, cerca di capire

Come dopare il tuo e-commerce – parte 4

come dopare il tuo e commerce parte 4

Ciao e bentornata/o sulla rubrica del Fabbro, Questa è la quarta parte di un articolo più ampio. Per leggerlo dall’inizio puoi fare click qui. Nelle scorse settimane abbiamo parlato davvero tanto di plugin in grado di dopare all’inverosimile il tuo e-commerce, ma sono convinto che non ne hai ancora avuto abbastanza. Sicuramente avrai un gran da fare nei prossimi giorni per imparare ad usare al meglio Zapier e tutto quello che ti ho fatto vedere lo scorso martedì, però voglio concludere questa guida col botto mostrandoti altri plugin dalle potenzialità mostruose. Bada bene, nella lista di oggi compariranno diversi plugin “non essenziali”, perciò è bene chiarire cosa intendo con questa definizione. I plugin non essenziali non sono plugin che puoi semplicemente ignorare. Si tratta comunque di funzioni molto utili che puoi aggiungere al tuo e-commerce, diciamo soltanto che potresti non avere sempre bisogno di utilizzarle in base al tuo caso specifico, ma ti consiglio caldamente di darci un’occhiata. È arrivato il momento di raccogliere tutta la concentrazione che puoi e di afferrare una tazza del tuo caffè preferito: iniziamo! Checkout Field Editor for WooCommerce (PRO), consigliato Quando un utente decide di acquistare sul tuo e-commerce, prima di inserire i dati della carta (o di PayPal) deve compilare un form con i propri dati. Di solito questi dati sono: nome cognome indirizzo email numero di telefono indirizzo fisico città provincia CAP ecc. Di default, ovvero senza l’ausilio di plugin specifici, non hai modo di modificare o gestire questi campi. Se ad es. volessi chiedere agli utenti qualsiasi altro dato non potresti farlo. Proprio per questo motivo un plugin come “Checkout Field Editor” potrebbe esserti utilissimo. Grazie ad esso, infatti, sarai in grado di creare, modificare ed eliminare tutti i campi del tuo form di acquisto WooCommerce. Il plugin esiste in due versioni: una gratuita e una a pagamento. Ti consiglio fortemente di provare prima quella gratuita e poi di valutare o meno il passaggio a quella a pagamento. Il senso è questo: se con la versione gratuita riesci a creare e gestire tutti i campi di cui hai bisogno sei a posto, nel caso in cui incontri delle limitazioni valuta di passare all’account Premium. Facebook for WooCommerce, consigliato Se sei alle prime armi potresti aver seriamente bisogno di questo plugin per collegare il pixel di Facebook (o Meta) al tuo e-commerce. Come mai il plugin è consigliato e non essenziale? In realtà reputo essenziale sfruttare le potenzialità del pixel di Facebook su WooCommerce, però il plugin è consigliato perché puoi farne a meno. Puoi infatti installare con successo il pixel di Facebook anche senza l’aiuto di questo plugin, ma se non sai cosa stai facendo e dove mettere le mani fatti aiutare dal plugin. Utilizzarlo è piuttosto semplice: ti basta creare il pixel su Facebook e, una volta giunto alla schermata di installazione, selezionare dalla lista partner “WooCommerce”. A quel punto potrai scaricare il plugin direttamente da Facebook e poi seguire la procedura di installazione guidata. WooCommerce Stripe Gateway, consigliato Hai mai sentito parlare di Stripe? È il metodo di pagamento più sicuro ed efficace per accettare sul tuo e-commerce qualsiasi carta di credito. Se ti stai chiedendo: “ma PayPal non fa già la stessa cosa?” Sì e no, e questo è uno dei motivi per cui il plugin compare in questa lista come consigliato e non essenziale. Il problema di PayPal, quando si tratta di pagamenti con carta di credito, è che purtroppo tantissime persone ignorano di poter pagare con la carta di credito anche se non hanno registrato un account PayPal. Quello che ti sto dicendo è che se non hai Stripe rischi che tantissime persone, vedendo soltanto PayPal come metodo di pagamento, decidano di non acquistare presso il tuo e-commerce, credendo di non poterlo fare. Diciamo che è un ostacolo alla vendita di cui è meglio che ti sbarazzi al più presto. Questo plugin è facile da installare e configurare? Sì, e forse la cosa più ostica è proprio registrare un account Stripe, nel senso che ci vuole un po’ di tempo. Comunque sia, armati di coraggio e segui la procedura guidata, vedrai che alla fine ci riuscirai senza troppa fatica. Una volta che hai aperto un account su Stripe potrai installare e attivare il plugin, completare la configurazione su WooCommerce (e abilitarlo come metodo di pagamento) e iniziare a ricevere pagamenti con carte di credito. WooCommerce Dynamic Pricing & Discounts, consigliato Lo so, questi dannati plugin hanno tutti dei nomi in inglese incomprensibili! Dynamic pricing sta per prezzatura dinamica e discounts per sconti, e infatti questo plugin serve a sbloccare sul tuo pannello di amministrazione WordPress una sezione all’interno della quale potrai creare, modificare ed eliminare prezzi e sconti su prodotti dell’e-commerce. Ok, se hai pochi prodotti sul tuo e-commerce sicuramente starai pensando: “Ok Fabbro, questo plugin non mi sembra poi così utile…” Ed è proprio per questo motivo che il plugin è consigliato se hai pochi prodotti ed essenziale se ne hai tanti. Se hai pochi prodotti potresti trovare comunque comodo impostare prezzi e sconti sui vari prodotti o sul carrello senza doverli modificare uno ad uno. In questo modo hai sotto controllo tutto in un’unica schermata e non devi aprire ogni dannata scheda prodotto se vuoi applicare uno sconto del 20% su una categoria specifica (o su più categorie). Questo plugin è disponibile soltanto a pagamento. Attenzione: di default i prezzi e gli sconti che imposti sul plugin vanno a sovrascrivere quelli già esistenti. Ti faccio un esempio: se hai impostato un prezzo di 10€ dalla scheda prodotto e poi sul plugin hai impostato 5€, il prezzo finale che vedrà il tuo utente sul sito sarà 5€. Puoi davvero sbizzarrirti e configurare un sistema di scontistica sempre più complesso, andando ad aggiungere regole che, soddisfate determinate condizioni, andranno a sbloccare altre regole. Potrai ad es. decidere di applicare uno sconto su tutto il carrello se dentro vi è presente un prodotto specifico, oppure sbloccare la spedizione gratuita per il cliente raggiunta una soglia minima

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