Alla tua campagna su Facebook… serve l’obiettivo giusto!

Benvenuto nella rubrica dell’Arciere. Preparati, perché oggi andiamo sul pratico. La scorsa settimana abbiamo parlato della sezione campagna di Facebook. Oggi invece parleremo di obiettivi! Con questo articolo scoprirai quali sono gli obiettivi della perfetta campagna Facebook, e come usarli nel modo migliore per la tua comunicazione. Per cominciare, non devi fare altro che entrare sul tuo Business Manager, per poi accedere alla sezione “Gestione Inserzioni”! (Non ricordi come fare? Niente paura! Ti basta semplicemente CLICCARE QUI per recuperare il mio articolo su questo argomento) Ora puoi finalmente cliccare su quel tastone VERDE con su scritto “Crea +”! Ti apparirà un quadrato come quello nell’immagine qui sotto. Come vedi ci sono tre macro categorie con le quali puoi stabilire l’obiettivo della tua campagna: Notorietà Considerazione Conversione Forse questi nomi ti sono familiari. E il motivo è semplice. Tutte queste sezioni… fanno riferimento alle tre componenti del Funnel! Notorietà corrisponde a ToFu. In questo caso la campagna serve a far conoscere la tua azienda a un pubblico freddo. Considerazione si lega al MoFu: in questa sezione il pubblico inizia a scaldarsi, e interagisce di più con i contenuti che pubblichi. E ovviamente la Conversione si riferisce al BoFu, quando il pubblico caldo viene spinto a compiere azioni tramite una perfetta Comunicazione su Misura! Sei appena arrivato e non sai come orientarti tra i vari componenti del Funnel? Non preoccuparti: puoi recuperare la mia serie di articoli dedicata a questo argomento partendo da QUI! E ora… è il momento di analizzare i vari obiettivi campagna nello specifico! Notorietà Le due sezioni in questo caso sono notorietà del brand e copertura. Questi due tipi di campagne di solito sono strutturate in modo praticamente identico, e il loro scopo è quello di far vedere il tuo post sponsorizzato a più persone possibili. Per esempio un ristorante che ha aperto da poco e che vuole farsi conoscere, avrà un maggior beneficio a livello economico da questo tipo di campagne rispetto a dei concorrenti che lavorano da più anni nello stesso territorio! Solitamente in questa fase ti consiglio di far lavorare l’algoritmo. Non inserire restrizioni sul tuo pubblico: lascia che Facebook faccia vedere a tutti la tua azienda, e lavora solo poi sulla targettizazione! Considerazione In questa sezione troviamo diverse voci: Analizziamole una per una. Una sponsorizzata traffico ha l’obiettivo di indirizzare chi ci clicca sopra all’interno di una pagina, in modo tale che possa vederla, leggerla e magari lasciarci i suoi dati in cambio di un pdf, un video o una chiamata. Una sponsorizzata con obiettivo interazione ha lo scopo di creare “riprova sociale”. Ti spiego che cosa intendo. Siamo fondamentalmente animali sociali, e in genere se vediamo un qualcosa fatto da tutti, lo facciamo anche noi. Quindi vedere un post con tante interazioni mi spinge ad agire a mia volta. Questo significa che un post con tante interazioni… è un post che permette a Facebook di rendere la mia azienda ancora più visibile! Prendo di nuovo il ristorante di prima. I suoi post riscuotono successo, e diverse persone interagiscono per commentare i suoi piatti e la location. A quel punto Facebook promuoverà quel contenuto in modo da farlo vedere a più utenti, abbassando in questo modo i costi relativi alla sponsorizzazione! Andiamo avanti! Una sponsorizzata che punta all’installazione dell’app permette alle persone di installare l’app della tua azienda (se ne hai una a disposizione) sui loro dispositivi. Una sponsorizzata visualizzazione del video serve a promuovere un tuo post con un video sopra. Generalmente ti consiglio rimanere sempre dentro Facebook quando fai questo tipo di sponsorizzate: l’algoritmo non vuole che i suoi utenti abbandonino il social. Per condividere il tuo video in ogni caso hai due soluzioni: Inserire un’anteprima del video e poi portare gli utenti sul tuo sito o sul tuo canale Youtube. Caricare il video direttamente all’interno del post Facebook. Una sponsorizzata messaggi serve per spingere i clienti a entrare in contatto con la tua azienda, e permette di aggiungere la voce “invia un messaggio” all’interno dei tuoi post. Una sponsorizzata generazione dei contatti è preziosissima, ma è necessario usarla con attenzione. Da sola infatti servirà a poco: devi creare un modulo da cui le persone possano contattarti, in modo che i tuoi potenziali clienti possano lasciarti i loro dati e entrare nel tuo funnel. Conversione (BoFu) In questa sezione troviamo le sponsorizzate migliori per un pubblico caldo! La sponsorizzata traffico nel punto vendita è la versione “avanzata“ della sponsorizzata notorietà usata per il pubblico freddo. Con questa sponsorizzata la tua attività viene geolocalizzata in modo preciso. Per questo motivo, consiglio di usarla solo se hai un negozio fisico in cui far andare i tuoi clienti, o se il tuo prodotto o servizio è legato alla zona in cui ti trovi. La sponsorizzata conversione è quella che punta a un’azione concreta del tuo cliente: in questo caso, il cliente deve semplicemente cliccare su un particolare link per essere spinto a completare il suo acquisto. La sponsorizzata vendita prodotti nel catalogo è un altro sistema per spingere i clienti a completare l’acquisto, ma in questo caso è necessario avere uno shop. Può essere un negozio virtuale interno a Facebook, oppure un tuo sito dove il cliente avrà l’imbarazzo della scelta! Molto bene. Abbiamo appena esplorato insieme i diversi obiettivi campagna! Ora hai tutti gli strumenti per decidere come impostare la tua comunicazione per affascinare tutti i tuoi clienti! Ma attenzione, perché… conoscere gli obiettivi Facebook non basta. Non devi solo sapere i tuoi obiettivi, ma conoscere bene i contenuti da pubblicare. E se non sai da dove cominciare per creare la perfetta Comunicazione per la tua azienda, non preoccuparti. Esiste un manuale prezioso, con al suo interno tutte le strategie migliori per conquistare i clienti migliori per la tua impresa! Sto parlando di Vestiti bene e prendi il web a Mazzate, il primo libro del Sarto del Web! Ora disponibile in una seconda edizione di 393 pagine, dove troverai tante informazioni per strutturare la perfetta Comunicazione su Misura per la tua
Trasforma le tue parole in soldi 15 – I 7 stimoli psicologici che ti permettono di vendere qualunque cosa

Questa è la terza settimana che ti parlo di Emozioni e Vendita: se ti sei perso l’inizio clicca subito QUI per recuperarlo! Il motivo per cui sto dedicando un buon numero di articoli a questo aspetto della Scrittura Persuasiva è presto detto: non puoi trasformare le tue parole in soldi “scrivendo bene” e nemmeno “non facendo errori di grammatica”. E a nulla valgono quelle frasi – che purtroppo sento spesso – tipo: “ma lei è bravissima a scrivere, è laureata in *facoltà a caso*”. Scrivere bene, in italiano corretto, è fondamentale (altrimenti non ci sarebbe bisogno della rubrica della Penna Rossa, che trovi QUI) …ma non basta. Anzi. Scrivere bene può farti diventare uno scrittore professionista. Magari di romanzi, racconti, poesie. Ma non ti farà vendere un prodotto o servizio! La Scrittura Persuasiva, invece, se padroneggiata, ha il potere di vendere qualunque cosa. Tuttavia… Lo può fare SOLO se si riesce ad infilare silenziosamente nel dialogo emotivo interno del lettore. Se riesce a smuovere le sue emozioni e, con esse, guidare le sue scelte. Oggi ti svelo ben SETTE stimoli psicologici DEFINITIVI. Ti consiglio di concentrarti particolarmente su questo articolo: se imparerai a padroneggiare al 100% anche solo uno di questi sette, i tuoi testi diventeranno irresistibili. I tuoi lettori cadranno ai tuoi piedi, pronti a riempirti di denaro. E – anche se al momento non ti sembra vero – scoprirai che ogni volta che schiacci un tasto della tua tastiera, starai aprendo la porta a nuovi guadagni, nuovo fatturato, nuovo utile e grandi soddisfazioni! Quindi rimboccati le maniche, imbraccia penna e carta e preparati a scoprire i 7 stimoli psicologici a cui il tuo cliente non potrà resistere! #1 IL DEBITO EMOTIVO Hai presente quando a Natale ricevi un regalo da un amico o un parente e tu non hai comprato nulla per lui? Come ti senti? In DEBITO. E, se ci pensi, il debito – parola fortemente legata ad un aspetto economico – non ha a che fare col valore in denaro del regalo, quanto piuttosto alla parte emotiva. Un vero e proprio debito emotivo! Come puoi traslare questo concetto nei tuoi testi in scrittura persuasiva? Mostra con chiarezza al lettore la possibilità di avere GRATIS da te qualcosa di valore. Informazioni che gli cambieranno la vita. Può essere un pdf, un e-book, un video, un fascicolo stampato. Un libro! dipende da come è strutturato il tuo business, ma ricorda questo: dai al cliente qualcosa di valore che lui sta cercando e lui si sentirà in debito emotivo con te. E sarà estremamente più propenso a spendere i suoi soldi da te invece che dalla concorrenza! lo so, la maggior parte delle aziende non lo fa. Ed è un grave errore: nella maggior parte dei casi l’imprenditore pensa “se uno vuole queste informazioni viene da me e mi paga!”. Ecco, questo pensiero non fa altro che far arenare le campagne di acquisizione clienti alla prima fase (quella di ricerca delle caratteristiche del Cliente Su Misura): perché, fra tanti concorrenti, io dovrei scegliere te? Fammi un regalo e io non vedrò l’ora di “spacchettarlo” …e poi mi sentirò in debito! #2 LA COERENZA Le persone spesso sono incoerenti, disilluse, incostanti. Prendono un impegno, magari con entusiasmo, e lo mollano al primo ostacolo… …esattamente come tante persone che conosco che hanno iniziato il loro percorso di formazione sulla Scrittura Persuasiva e poi hanno mollato dopo il primo testo che non ha portato risultati! Tuttavia… A nessuno piace sentirsi incoerente! Quindi tu puoi sfruttare questo principio per vendere! Come? Proponi loro di non abbandonare la loro scelta, offrendo loro un’alternativa nuova! Come a dire: “hai fatto di tutto per raggiungere il tuo obiettivo, ma purtroppo ti è sempre andata male. Non mollare! Ci sono qui io, con la soluzione perfetta per te, che ancora non hai mai provato e che finalmente ti porterà dove hai sempre sognato!” #3 RIPROVA SOCIALE Che ci piaccia o meno, siamo tutti pecore nel gregge. Certo, tu che stai leggendo non ti sentirai così. Giuro, nemmeno io. E non ho mai conosciuto nessuno che dicesse: “io faccio le cose perché le fanno gli altri del mio gruppo, perché altrimenti mi sento diverso”. Eppure… l’essere umano è un animale sociale, ed è inevitabilmente portato a seguire la massa! Per questo i tuoi testi possono spingere sul senso di riprova sociale evidenziando come un certo gruppo di persone, simili al tuo lettore, ha acquistato il tuo prodotto o servizio traendone vantaggio. Questo permette al lettore di affrontare l’acquisto tranquillamente, con la consapevolezza che altri “come lui” lo hanno già fatto con soddisfazione. E non solo: questo gli garantisce l’approvazione degli altri, il sentirsi accettato, capito e non giudicato male. Questo principio funziona molto bene anche quando puoi utilizzare, nella tua Comunicazione, personaggi famosi per il tuo lettore. Dire qualcosa come “anche lui/lei ha comprato questo prodotto/servizio e si è trovato/a bene” aumenta in maniera stupefacente i risultati delle tue campagne! #4 SIMPATIA Pensaci: quel negozio vicino casa che vende cose bellissima, ma che è presidiato da una commessa odiosa e antipatica, potrebbe diventare il tuo negozio preferito… se solo la commessa ti stesse simpatica! E invece… non ci vai mai, proprio per via della commessa. Ma puoi vedere la cosa al contrario: se quel negozio non ha esattamente i prodotti migliori di sempre, ma trovi la commessa davvero piacevole, tanto da faticare ad uscire dopo l’acquisto, perdendoti in chiacchiere… …comprerai lì, più e più volte! Ecco: la simpatia è uno stimolo psicologico fortissimo per portare le persone ad acquistare! Questo cosa vuol dire? Che devi fare il simpaticone, rischiando di sembrare un pagliaccio? NO Ma… Devi tenere in conto due aspetti: Se vuoi stare simpatico a qualcuno, devi accettare che inevitabilmente starai antipatico a qualcun altro! La simpatia la crei identificando, evidenziando e sottolineando gli aspetti comuni tra te e il tuo lettore! Questo secondo punto merita una spiegazione importante: le persone vogliono vivere esperienze gradevoli, positive, stimolanti, genuine. Non
Esci dalla zona di comfort!

Nelle ultime settimane ho parlato di desideri, di cambiare le cose, di arrivare dove desideri… e ora che ci avviciniamo al 2022, voglio farti alcune domande. Perché non hai ancora realizzato gli obiettivi che avevi stabilito per la tua impresa? Perché non sei arrivato dove desideravi con la tua attività? Perché anno dopo anno la tua azienda fa minuscoli passi in avanti, senza arrivare mai al grande successo che sogni? Più ci penso più mi sale la rabbia. Sono sicura che tu possa raggiungere risultati molto più grandi di quelli a cui sei arrivato fino a questo momento. Ma che cosa ti sta impedendo di arrivare al livello successivo? La risposta è: LA TUA ZONA DI COMFORT. Il porto di tutti, lo spazio sicuro in cui ci muoviamo ogni giorno. E per un imprenditore…. il più grande pericolo che possa esistere. Con l’articolo di questa settimana ti spingerò a cancellare i confini della tua zona di comfort. Insieme capiremo perché amiamo il porto sicuro e temiamo i grandi risultati che potremmo raggiungere nel futuro, e ti darò dei suggerimenti per iniziare il 2022 abbracciando i grandi risultati che potrebbe raggiungere la tua impresa! La zona di comfort è lo spazio in cui ti muovi a tuo agio. È la strada che percorri ogni giorno, le procedure che segui in azienda da anni, le abitudini lavorative che ti porti dietro da sempre. Tutto questo diventa il piccolo recinto dove ti muovi serenamente. Non cresci, ma non devi neanche sforzarti per fare nulla di diverso dal solito. Nella zona di comfort il tuo cervello entra in pilota automatico: non deve fare fatica, perché sa già che facendo le cose in quel modo non succederà mai nulla di male. Il problema? Se non cambi, muori. Probabilmente ti suonerò brusca, ma pensa alla situazione moderna, con lo sviluppo della Comunicazione Online. Esistono due tipi di imprenditore: Quelli che sono convinti che per il loro settore la comunicazione online non possa funzionare, che restano nascosti dietro sistemi vecchi di decenni, lasciando la loro impresa a stagnare senza crescere. Quelli che si stanno buttando nel mondo della Comunicazione su Misura, facendo costantemente tentativi ed esperimenti per riuscire a restare al passo con i tempi e tenersi stretti i loro clienti. Chi dei due imprenditori secondo te sarà ancora aperto l’anno prossimo? E soprattutto: perché non tutti accettano che per crescere è necessario cambiare le cose? Semplice: perché cambiare è spaventoso. Uscire dalla zona di comfort è un’esperienza faticosissima. Come esseri umani siamo programmati per temere le cose nuove: il nostro cervello tende a ragionare esclusivamente per proteggerci, e quando si parla di uscire dalla strada nota cerca in tutti i modi di evitarla. Ecco quindi che quando devi parlare una lingua straniera ti senti a disagio. Quando ti affacci per la prima volta al mondo della comunicazione online, una voce interiore ti dice di lasciare perdere. Pur di tornare nella zona di comfort sei disposto a fare qualsiasi cosa, anche perdere l’occasione che ti permetterà di far decollare la tua attività. Ma te lo dico ora, che siamo alle soglie del 2022: andare verso il futuro significa necessariamente fare delle cose che non ti piaceranno. Davanti a te troverai una serie di ostacoli apparentemente insormontabili: – La famiglia in cui sei cresciuto. I valori che avevi intorno a te mentre crescevi inizieranno a farti venire dubbi. Potrebbero essere le parole di qualche parente, o semplicemente un ricordo di infanzia. Ma in ogni caso, durante il tuo percorso per arrivare al successo, probabilmente avrai almeno un pensiero di questo genere: Perché dovrei cambiare le cose, se nella mia famiglia tutti hanno sempre fatto così? – Le persone di cui ti circondi. Ogni volta che spingerai per fare qualcosa di nuovo per la tua attività, inevitabilmente arriveranno pareri disfattisti. Persone convinte di sapere quello che è giusto per te e la tua impresa, certe di poterti aiutare con il loro parere non richiesto. Più saranno vicine a te, maggiore sarà la tentazione di restare esattamente dove sei. – Le tue convinzioni più profonde. Siamo il peggior nemico di noi stessi. Quando ti affacci verso l’ignoto il tuo cervello sarà disposto a farti dubitare perfino di te stesso, pur di tenerti all’interno della tua zona di comfort. E a quel punto diventerai incerto, e invece di fare grandi passi coraggiosi preferirai muoverti lentamente, o peggio ancora non muoverti affatto pur di non rischiare di sbagliare. Ma diciamoci la verità: se avessi sempre avuto paura, non saresti un imprenditore. Non avresti la partita IVA, e probabilmente non avresti nemmeno aperto la tua attività. Quello che voglio dire è che lotti già ogni giorno non solo per tenere aperta la tua impresa, ma anche per avvicinarti sempre di più alla vita che meriti. Perché non dovresti prendere il coraggio a due mani per uscire dalla strada nota? Il mio consiglio per il 2022 in arrivo è quello di iniziare a creare la strada fuori dalla tua zona di comfort. Pensa a tutte le cose che non hai ancora avuto il coraggio di fare per la tua impresa, e tutto quello che desideri ma non hai ancora raggiunto. A quel punto… inizia a creare il percorso che ti porterà dove desideri. Crea ogni giorno un’occasione per uscire dalla tua zona di comfort e fare qualcosa di nuovo. E ti avverto già ora: sarà difficile, doloroso, e impegnativo. Ma ricorda che, parafrasando Thomas Jefferson, l’unico modo per arrivare dove non sei mai stato è fare qualcosa che non hai mai fatto. E per iniziare il tuo percorso al di fuori della tua zona di comfort… è il momento di esplorare il mondo della comunicazione online! E quale modo migliore di farlo… se non attraverso il primo libro del Sarto? VESTITI BENE E PRENDI IL WEB A MAZZATE è disponibile, nella sua seconda edizione, semplicemente CLICCANDO QUI! Metti subito le mani sul manuale che cambierà per sempre la storia della tua impresa! Noi invece ci rivediamo nel 2022. Per non perdere neanche
Il tuo sito è un soprammobile – parte 3

Ciao e bentornata/o sulla rubrica del Fabbro, Questa è la terza e ultima parte di un articolo più ampio. Se vuoi leggerlo dall’inizio puoi fare click qui, se invece ti fossi perso solo la seconda parte la trovi qui. La scorsa settimana ti ho salutato con una sentenza inquietante: anche se hai seguito le prime due parti di questo articolo il tuo sito è ancora un soprammobile. Per trasformarlo in un sito che vende devi effettuare ancora un ultimo passaggio importante che sto per mostrarti. Ma prima di cominciare raccogli tutta la concentrazione possibile e afferra una tazza del tuo caffè preferito: go! Perché devi collegare un CRM al tuo sito il prima possibile Sulle pagine di questa rubrica ho già parlato dei vantaggi di possedere un CRM per praticare una comunicazione basata sulla risposta immediata. Se non l’avessi ancora fatto, ti consiglio di dare un’occhiata a questo articolo introduttivo. Oggi invece intendo focalizzare la tua attenzione su tutte le funzioni utilissime che i CRM aggiungono al tuo sito. Nello specifico parlerò di Active Campaign perché è il CRM più semplice da utilizzare per chi è alle prime armi e, nonostante questo, uno dei più potenti in circolazione. Sfatiamo subito una falsa credenza: Active Campaign non serve soltanto a inviare mail. Se sei un possessore di Active Campaign e lo utilizzi soltanto per inviare delle mail ai tuoi contatti allora te ne stai servendo poco e male. Il tuo sito è un soprammobile perché non stai usando i form I form (o moduli di contatto) rappresentano uno strumento fondamentale per ogni sito web. Difficilmente, navigando in internet, ti ritroverai a navigare un sito web sprovvisto di form, che si tratti di un semplice modulo di contatto o di un form da compilare per ricevere in cambio qualcosa e/o per iscriversi ad una newsletter. Come? Pensi di non aver mai visto un form in vita tua? Sono convinto ti ricrederai dopo aver osservato l’immagine qui sotto: Forse non sai che i form di WordPress (e in generale i form che ti mettono a disposizione gli altri tool per realizzare il tuo sito) sono parecchio limitati e ti permettono soltanto di ricevere una notifica quando compilati. In poche parole, se stai utilizzando soltanto i form base di WordPress, cioè quelli generati con il plugin “Contact Form 7” (il più famoso), il tuo sito è un soprammobile. L’unico tipo di form che puoi implementare sul tuo sito senza l’ausilio di un CRM è un form di richiesta contatto. In pratica è un form attraverso cui chiedi all’utente di scriverti un messaggio che poi potrai leggere all’interno della tua casella di posta elettronica. Chiariamoci, non c’è nulla di male ad utilizzare un form del genere, solo che non stai sfruttando a pieno le potenzialità del tuo sito web. I form di Active Campaign, invece, sono molto più potenti e flessibili. Solo per farti un esempio, i form di questo CRM, una volta compilati, riescono ad immagazzinare i dati delle persone che li compilano all’interno di una lista contatti. Inoltre possono applicare in automatico a questi contatti delle etichette (nel gergo chiamate “tag”). Ora è possibile tu ti stia chiedendo: “Ok Fabbro, ma a cosa mi servono queste etichette?” Ottima domanda. Facciamo finta tu abbia 3 form (ognuno dei quali per uno scopo differente) sul tuo sito web. Quando qualcuno compila un form come fai a capire di quale si tratta? Certo, puoi arrivarci a naso aprendo una ad una tutte le mail di notifica, però è una gran sbatta, non trovi? Non sarebbe meglio avere 3 liste differenti in grado di popolarsi di dati in automatico oppure una sola lista che segmenta i contatti al suo interno tramite i tag? E se domani vorrai scrivere una mail soltanto a chi ha compilato in passato un modulo specifico come farai? Lo so che adesso forse non senti il bisogno di avere a disposizione tutte queste funzioni che magari ti sembrano pure complicate, però è grazie a queste se i siti web riescono vendere e a distinguersi da un soprammobile. D’altronde avere un sito web soprammobile è un po’ come avere una Ferrari e tenerla sempre parcheggiata in garage: un grande spreco, non trovi? Il tuo sito web è un soprammobile perché non fa attivare delle automazioni Ti sei mai registrato alla newsletter di un sito web? Se sì, dopo averlo fatto hai ricevuto nel tempo delle comunicazioni via mail? Ecco, probabilmente molte di quelle mail sono state programmate da prima che tu effettuassi la registrazione. Ti stai chiedendo come sia possibile una cosa del genere? Questo processo si chiama “automazione”. Grazie al CRM, ad esempio, puoi creare un’automazione di benvenuto alla newsletter e pianificare 10 mail da inviare nei 10 giorni successivi alla registrazione di un utente tramite form. Per semplificare questo concetto ti faccio un esempio scemo: creo un form e lo piazzo sul mio sito. All’interno del form inserisco i campi “Nome” e “Email”; creo un’automazione composta da 10 mail da inviare nei prossimi 10 giorni dalla registrazione al form; tu compili il form sul mio sito e ricevi ogni giorno una mail per 10 giorni. Adesso prova a immaginare che, oltre a te, altre 100 persone compilino il form. Cosa accadrebbe? La stessa identica cosa: tutti e 100 riceverete 10 mail. La cosa veramente figa di questa automazione non è soltanto il fatto che posso evitare di mettermi ogni giorno per 10 giorni a scrivere e inviare una mail diversa, ma è anche il tempismo con il quale voi utenti le ricevete. Ogni utente, infatti, riceverà la prima mail soltanto dopo aver compilato il form, e io potrei lasciare l’automazione di benvenuto così com’è per tutta la vita; continuerebbe a funzionare autonomamente nello stesso identico modo. Se in futuro decidessi di eliminare una di queste 10 mail o di aggiungerne delle altre, potrei farlo senza ricominciare da capo: semplicemente andando a modificare l’automazione che ho già creato in precedenza. Cominci ad annusare tutte le possibilità che avresti a disposizione collegando il
Quali sono le parole migliori per vendere online?

“Sarto, quali sono le parole giuste, le frasi migliori per convincere le persone a comprare il mio prodotto o servizio?” Bella domanda! Parliamone assieme… Ciao imprenditore! Ciao Imprenditrice… io sono Enrico Cecchini, responsabile dei Sarti del Web. Il mio lavoro è portare clienti alle attività tramite la gestione delle loro pagine social aziendali grazie al Metodo Comunicazione su Misura! Se fino a qualche anno fa potevamo permetterci di fare impresa così, come viene, senza una reale attenzione… oggi la questione si è fatta molto pericolosa! Il Barometro Censis-Cndcec sull’andamento dell’economia italiana dichiara: 460.000 piccole imprese a rischio chiusura. STRAGE ANNUNCIATA: GIÀ OGGI FATTURATO DIMEZZATO PER 370.000 MICROIMPRESE, 415.000 IN CRISI DI LIQUIDITÀ. L’ALLARME DEI COMMERCIALISTI: BASTA CATTIVA BUROCRAZIA O MORIRANNO In pratica la nostra nazione si sta giocando un fatturato complessivo di 80 miliardi di euro e la perdita di quasi due milioni di posti di lavoro! E ancora, un allarme lanciato dalla CONFCOMMERCIO: Con la pandemia persi 40 mila liberi professionisti. Dal 2009 al 2019 il reddito pro capite dei professionisti è diminuito del 25% fermandosi a poco più di 15’900 €uro. Non è una cosa partita col Covid. È un processo iniziato da più di 10 anni! Certo, la pandemia ha accelerato il cambiamento ma questo non cambia la realtà Le aziende e i professionisti non sanno come rivolgersi ai potenziali clienti, usano un lessico totalmente errato e i risultati sono catastrofici Il mercato è cambiato, i tuoi clienti sono cambiati! Non puoi affrontare uno scenario nuovo col metodo vecchio… ti devi adeguare! Oggi vediamo assieme le parole migliori da utilizzare se vuoi vendere online i tuoi prodotti o servizi Sarà un articolo pratico, scaveremo a fondo nella mente del tuo potenziale cliente per capire cosa funziona e soprattutto perché Vedremo quali sono gli accorgimenti da utilizzare e gli errori da non fare per utilizzare una Comunicazione Online estremamente efficace Ed entro la fine ti svelerò un segreto che il 99% della tua concorrenza non conosce! Oggi capirai cosa intendeva Bruce Lee quando diceva: “La maggior parte delle persone parla senza ascoltare. Ben pochi ascoltano senza parlare. È assai raro trovare qualcuno che sappia parlare e ascoltare.” Ne ho parlato anche in questo video! I Social sono un’enorme opportunità per tutte le piccole e medie imprese che vogliono lasciare il segno e raggiungere i propri obiettivi Con la Comunicazione Online anche un’azienda che non dispone di enormi capitali può crearsi un canale per attirare clienti ed aumentare costantemente il proprio fatturato! Vai su www.isartidelweb.it/newsletter e iscriviti! Ti invieremo ogni settimana i consigli più utili per comprendere come il digitale può farti arrivare là dove hai sempre desiderato essere Detto questo, procediamo con l’articolo di oggi che come spesso succede nasce dalle domande che mi fate ogni giorno sulla vendita online C’è una richiesta in particolare che quasi tutti tirano fuori prima o poi: “Sarto: quali sono le parole giuste per convincere il cliente a comprare?” puoi declinare questa domanda come vuoi! Che sia un prodotto, che sia un servizio, che si parli di medie o grandi aziende oppure di liberi professionisti… è un pensiero, un desiderio ricorrente in ogni settore del mercato Andiamo per gradi perché il concetto di oggi è complesso e prima di tutto dobbiamo eliminare una serie di false credenze La peggiore è l’idea che esista una sorta di formula magica, una sequenza di parole che messe nell’ordine giusto ti garantiscono la vendita Fior fiore di ciarlatani hanno sempre approfittato di questa idea, costruendo teorie strampalate su roba impossibile, tipo l’esistenza di una tecnica oscura di Vendita ipnotica o la possibilità di apprendere le magiche Parole del potere. Non sto scherzando, ci sono libri e corsi che si basano realmente su queste cose! Il problema è che qualcuno ci spende i soldi… ma per davvero! Quello di cui ti parlo oggi l’ho vissuto in prima persona, quindi posso prenderti per mano e portarti indietro nel tempo per capire come siamo arrivati alla situazione di oggi Vengo da più di dieci anni di vendita, ho collaborato con alcune delle reti commerciali più grandi d’Italia ed ho visto praticamente gli stessi errori ovunque Può essere che nella tua attività tu non abbia venditori perché non servono al tuo modello aziendale ma seguimi perché lo schema è identico! La radice del problema sta nel fatto che anni fa vendere era FACILISSIMO! Non scherzo, in confronto ad oggi era come tagliare il burro con un coltello rovente Quindi le aziende cosa facevano: prendevano qualche venditore, gli ficcavano un catalogo in mano e li buttavano in mezzo alla strada L’anomalia è che funzionava! Una cosa totalmente campata in aria, una situazione malata generata da una bolla economica destinata a finire E che tra parentesi ci ha lasciato un debito pubblico enorme! Seriamente, potevi assumere anche un bietolone incapace, gli insegnavi il disco vendita, quello lo ripeteva come un disco rotto e a fine giornata tornava coi contratti Che poi… cosa era il disco vendita? Quattro o cinque frasi messe una dietro l’altra con un minimo di senso logico che spiegavano suppergiù quello che si vendeva La stessa cosa il volantino, lo facevi perché portava clienti. O lo spot in radio o i cartelloni per strada Man mano che passava il tempo la magia si perdeva. I contratti erano sempre meno, le persone disposte ad ascoltare sembravano svanite E qui è partita la follia! Invece di capire che il mercato era cambiato e che l’approccio era errato, i direttori commerciali hanno iniziato a urlare: “ci vuole più entusiasmo! Ci vuole più fede!” Un delirio. Migliaia di venditori che si schiantavano contro le porte chiuse dei clienti. Un vaffanculo continuo e terrificante! Il massacro! E lì in mezzo c’ero anche io! Di parecchi anni più giovane che
Come si costruisce la perfetta sponsorizzata

Benvenuto nella rubrica dell’Arciere! Nell’articolo di questa settimana ho deciso di mostrarti la prima cosa che appare una volta che avrai aperto “Gestione Inserzioni”. Sto parlando della sezione Campagna di Facebook! P.s: se non sai che cosa sia una gestione inserzioni ti consiglio di CLICCARE QUI e recuperare il mio articolo di alcune settimane fa. Ma torniamo a noi. Le campagne Facebook sono un enorme contenitore di dati preziosissimi per la tua azienda. Possono contenere tutte le tue inserzioni e dividerle in gruppi. Se impari a gestirle bene, le tue campagne Facebook possono essere le tue migliori amiche quando devi capire come gestire nel modo migliore la tua comunicazione, e possono aiutarti a trovare più dati in uno specifico arco temporale. Ma c’è di più! La campagna oltre ad essere un contenitore di dati, è la base fondamentale per strutturare le tue inserzioni. Oggi scopriremo come è strutturata una campagna Facebook, e quali sono le principali impostazioni che puoi usare al suo interno! Come puoi vedere nella foto, all’interno della tua campagna troverai 4 diverse voci: Obiettivo: qui dovrai capire la direzione in cui stai portando la tua comunicazione. In altre parole, qual è lo scopo della campagna? Portare traffico sulla tua pagina Facebook? Far aprire un modulo? Un click per far arrivare l’utente su una landing page? Scegli il tuo obiettivo con cura per ottenere il massimo dalla tua comunicazione. Approfondiremo questa voce in una freccia futura, e così vedrai chiaramente come usare questa impostazione. Per non perdertela ti consiglio di CLICCARE QUI e iscriverti subito alla nostra newsletter! Nome della campagna: un aspetto che forse ti sembra banale, ma che in realtà non lo è affatto. Un nome campagna a caso non ti aiuterà a tenere sotto controllo le tue sponsorizzate. Anche perché, una volta che apri il tuo Business Manager e vai su Gestione Inserzioni, non sempre avrai uno storico di tutti i dati. Di conseguenza il rischio di fare errori e postare contenuti errati è sempre dietro l’angolo! Ci sono svariati modi di decidere come suddividere il tuo piano di comunicazione a livello di sponsorizzate e quindi di nomi. Puoi decidere di inserire alla fine del nome un “n/n”, che ti indica il numero dei post pubblicati o numero di post da pubblicare rispetto al mese o a un periodo più lungo. Oppure puoi decidere di inserire alla fine del nome SET1, SET2 per indicare la settimana di riferimento! Ma andiamo sul pratico: prendo come esempio una pasticceria. Durante il periodo Natalizio ha deciso di iniziare a sponsorizzare su Facebook per usare nel modo migliore la Comunicazione Online. La prima cosa che deve fare è creare un piano di editoriale, cioè scrivere programma dei vari post che vuole pubblicare, dove all’interno ci saranno le varie sponsorizzate. Può scegliere di pubblicare tutto in un giorno e poi lasciare tutto attivo per un mese, oppure può pubblicare i suoi contenuti periodicamente come se fossero dei post. In certi casi potrebbe anche riprendere dei vecchi post super performanti e riadattarli come sponsorizzate. Facebook offre svariate modalità di gestione delle sponsorizzate, sta solamente a te scegliere quella più adatta alle tue necessità! Tornando alla nostra pasticceria, la prima cosa che dovrà fare è scrivere il numero di ogni sponsorizzata nel nome campagna della campagna. In questo modo potrà tenere sempre sotto controllo la sua comunicazione, e capire quali post hanno generato più risultati e quali invece ne hanno generati meno! La possibilità di fare degli A/B test: tramite questa impostazione ti basterà duplicare una campagna e aggiungere un gruppo di inserzioni, per mandarla in automatico in test A/B. Il Sarto ha già parlato dei test A/B in QUESTO VIDEO, che ti consiglio di recuperare per capire come usarli nel modo migliore! Ma per il nostro esempio torniamo alla nostra pasticceria, che è indecisa tra sponsorizzare i panettoni al pistacchio o al cioccolato bianco. La cosa migliore che può fare è mettere nella sezione “Inserzioni” due immagini che andranno in automatico in test tra loro, rivolgendosi allo stesso tipo di target. Se invece vuole provare un altro target, a quel punto dovrà semplicemente creare un altro gruppo di inserzioni! CBO, o anche Campaing Budget Optimization: questa sezione è quella che permette l’ottimizzazione del budget a livello di campagna. In altre parole, tramite il CBO puoi puoi decidere quanto investire in tutta la campagna, quindi stabilire un budget valido anche per i gruppi di inserzioni e le inserzioni stesse. Questa impostazione è molto utile se hai varie proposte e non sai su quale investire: lascia che sia Facebook stesso a farlo! Tu dovrai solo preoccuparti di controllare i risultati: l’algoritmo manderà ovunque la tua inserzione, e così identificherai più facilmente il tuo pubblico ideale, e il testo e l’immagine più performante. Per esempio, la nostra pasticceria ha deciso di dedicare un budget di 20€ per 10 giorni, ma non sa decidere se investire di più sui post dedicati ai suoi panettoni al pistacchio o al cioccolato bianco. Utilizzando la CBO, le basterà inserire la cifra ed il periodo di durata della sponsorizzata nella prima schermata per avere un budget perfettamente distribuito. Nel caso invece che la pasticceria decida di sponsorizzare due prodotti, come potrebbe gestire il budget? Il mio consiglio è creare un’unica campagna in cui inserire entrambe le inserzioni, in modo che siano i clienti con le loro reazioni a mostrare l’annuncio più efficace! Oggi abbiamo approfondito la campagna nella sua interezza. Nella prossima freccia invece inizieremo a vedere nello specifico il “livello campagna”, una sezione del Business Manager che puoi considerare il primo step per creare correttamente un’inserzione! Se non l’hai già fatto ti consiglio di CLICCARE QUI e iscriverti subito alla nostra newsletter per non perdertela! Ma conoscere alla perfezione l’oscura foresta dei social non basta. Per ottenere grandi risultati la tua comunicazione deve essere solida, e colpire la mente del tuo cliente su misura! E se non sai da dove cominciare per crearla… non preoccuparti. Il Sarto in persona ha deciso di creare un manuale pratico per
Trasforma le tue parole in soldi 14 – Le tre Leve Emotive più potenti per entrare nella mente del tuo cliente e obbligarlo a comprare

La settimana scorsa abbiamo visto assieme come le azioni umane (compreso il comprare) siano mosse dalle emozioni – e supportate dalla razionalità a fini giustificativi – e di come questo meccanismo sia l’arma più potente che puoi utilizzare nei tuoi testi di vendita. In definitiva, la Scrittura Persuasiva non è altro che una tecnica per far entrare le tue parole DENTRO il dialogo mentale del tuo lettore, smuovere le sue emozioni e fargli decidere che questo è il momento giusto per risolvere il suo problema o realizzare il suo desiderio comprando da te. Abbiamo poi identificato le tre Leve Emotive più performanti ed efficaci. Oggi le andiamo a vedere da vicino, scoprendo come si usano, che vantaggi portano e che rischi nascondono! Pronto a scoprire come Paura, Speranza e Sesso possono far schizzare alle stelle le tue vendite? Bene: rimboccati le maniche, imbraccia carta e penna e cominciamo! #1 PAURA Parto dalla paura perché questa è l’emozione più antica e forte del cervello umano. Non starò a farti qui un trattato di neurofisiologia (farei solo arenare qui il tuo interesse, sicuro!), ma devo necessariamente accennarti un aspetto importantissimo di questa tecnica che ha a che fare con la struttura del cervello umano. Quando proviamo paura si attiva in automatico la parte più antica e istintiva del nostro cervello. Non è che si attiva perché lo vogliamo: siamo fatti così, si attiva e basta. Siamo programmati per difendere la nostra esistenza, la nostra vita. E la paura ci porta ad avere tre possibili reazioni: Attacco Fuga Immobilismo E a cosa ci serve sapere tutto questo? Beh… conoscendo le paure del nostro cliente e stimolandole nel momento giusto, possiamo far sì che la sua reazione alla paura sia LIBERARSENE grazie al nostro prodotto o servizio! Se è troppo confuso non preoccuparti, tra qualche riga ti sarà tutto chiaro. Sono convinto che in questo momento, leggendo le mie parole, stai pensando alla “paura di morire”. Molto bene: non è sicuramente la prima né l’unica paura che puoi usare nei tuoi testi, ma rende bene l’idea. Immagina di poter vendere un prodotto o servizio che ELIMINA la paura di morire. Sul serio, pensi che ti ci vorrebbe molto a diventare ricco da far schifo? Soffermiamoci quindi su quelle che sono le PAURE ATAVICHE, ovvero quelle cose che fanno paura a tutti, indistintamente, a livello inconscio. Anche a me, a te che leggi e a chiunque altro al mondo: Paura di morire Paura di invecchiare Paura di rimanere solo Paura di rimanere senza risorse Paura di perdere ciò che si ha Paura di fare la scelta sbagliata Paura di non essere considerato Paura di essere impotente Se impari a padroneggiare queste paure nei tuoi testi il successo delle tue campagne di Comunicazione è assicurato! Ma questo cosa vuol dire? Se tu conosci a fondo il tuo cliente, sai che il tuo prodotto o servizio può essere legato in maniera più o meno diretta ad una di queste paure ataviche. Ovviamente, per poter conoscere DAVVERO quali sono le paure del tuo cliente che tu puoi risolvere con il tuo prodotto o servizio, devi conoscere alla perfezione il tuo cliente: proprio per questo il Laboratorio dei Sarti del Web ha creato la Checklist – Clienti Su Misura (e te la fa avere immediatamente GRATIS cliccando qui). Corri: hai 27 domande vitali a cui rispondere per poter usare la Paura come Leva Emotiva dei tuoi testi! Dicevo, quindi: se conosci la paura profonda del tuo cliente e sai collegarla al tuo prodotto o servizio, ecco che hai appena sfornato la tua idea per un testo che ti farà avere una valanga di clienti! A meno che… A meno che tu non la usi TROPPO PRESTO! Il discorso è un po’ complicato. Seguimi, ti sarà chiaro tra un istante. Quando dico di non usare la paura “troppo presto”, non intendo dire che c’è un punto specifico del tuo testo, definibile a priori, in cui devi usarla. Dipende da cosa vendi e a chi lo vendi! Esiste un punto giusto e dipende caso per caso: trovarlo sta proprio nella tua abilità e conoscenza di tecniche e cliente. Pur non potendoti dare una “formula segreta”, devo dirti che è proprio qui che si gioca tutto: se utilizzi questa tecnica troppo presto il tuo cliente scappa. Per sempre. Addio. In altre parole: non devi usare la tecnica della Paura per “fare paura” al tuo cliente. Devi usarla per RISOLVERE la sua paura! E allora, come si fa a capire quando è il punto giusto? Pensa a quanto il tuo cliente è CONNESSO e consapevole della sua paura. Se stai vendendo un dispositivo per non rompersi le ginocchia ad uno che fa motocross, parlargli relativamente presto del fatto che possa farsi male va bene. Scrivere che potrebbe passare la vita in sedia a rotelle, invece, pur essendo un ottimo argomento di vendita – che stimola la paura di non avere il tuo prodotto e rovinarsi la vita – è troppo forte da mettere, ad esempio, nel titolo! Lo dovrai scrivere più avanti nel testo, quando sei già entrato quatto quatto nel dialogo mentale del tuo cliente. Quindi, per questo prodotto e questo cliente andrebbe benissimo un titolo che dice: “i tre rischi di avere protezioni in plastica” E non “Se non passi al titanio rimani senza gambe”. #2 SPERANZA Serve a poco stimolare la paura del lettore, se poi la nostra soluzione non è in grado di dargli Speranza. La Speranza è un potentissimo motivatore all’azione. Si lega a sentimenti di ottimismo, di proiezione verso un futuro migliore, di risoluzione. Ma non è così automatico far pensare al cliente “questa volta è quella giusta!” Nella stragrande maggioranza dei casi non sarai tu il primo ad offrire una soluzione al tuo cliente. E molto probabilmente il cliente ha provato altre soluzioni prima della tua! Se non tieni in considerazione il fatto che il tuo lettore è tendenzialmente deluso e sfiduciato, non riuscirai mai a
I 4 segreti (+1) per il successo!

La scorsa settimana ho parlato di buoni propositi. Un argomento che verso la fine dell’anno torna spesso nella nostra mente, e che fa parte della vita di ogni persona che desidera il successo. Sfortunatamente, molte persone hanno tanta buona volontà quando si parla di cambiare le cose… ma nessuna idea di come muoversi per farlo veramente. Generalmente preferiscono parlare di sogni, speranze e desideri. Questi sono tutti pensieri piacevoli, che possono motivarti per un periodo, ma che dopo qualche tempo si rivelano completamente inutili. Per evitare propositi e desideri per i quali servirebbe il genio della lampada, è importante conoscere i 4 segreti per un cambiamento che ti porterà al successo. L’articolo di oggi approfondirà questo argomento… e ti darà un piccolo extra per riuscire a raggiungere tutti gli obiettivi che desideri! Segreto numero 1: il cambiamento deve essere sempre misurabile. Generalmente alla base dei cambiamenti le persone mettono delle grandi frasi drammatiche. Qualcosa del tipo “voglio essere ricco!” oppure “voglio una casa più grande!”. Anche se sembrano propositi seri, queste non sono altro che idee senza nessun fondamento. Un cambiamento realistico invece sfrutta sempre la potenza dei numeri. Per esempio, un desiderio del tipo “voglio essere ricco” può diventare facilmente qualcosa come “Nel 2022 voglio fatturare 200mila euro in più”. In questo modo, sfrutterai il potere dei numeri per ottenere due particolari risultati: Il tuo cervello avrà una direzione: un numero permette alla nostra mente di capire dove andare, invece di continuare a dipingere concetti astratti e irrealizzabili. Avrai un progetto chiaro nella tua testa: se alla base del tuo desiderio si trova una cosa che non esiste, sarà difficile capire che forma dargli. È la differenza che c’è tra la frase “ho fame” e “ho voglia di una mela”: nel primo caso abbiamo un desiderio che dobbiamo capire come realizzare, nell’altra un desiderio pratico che possiamo soddisfare subito. Segreto numero 2: il cambiamento deve essere sempre positivo. Ti basta leggere QUESTO ARTICOLO o guardare QUESTO VIDEO per capire una cosa fondamentale: il nostro linguaggio influenza il modo in cui ci comportiamo e guardiamo il mondo. Per questo motivo, è importante che il cambiamento che hai in mente per la tua azienda sia un’azione positiva, e non qualcosa di negativo. Invece di smettere, eliminare e togliere, prova ad aggiungere, cambiare e modificare. Un esempio pratico è quello di evitare di iniziare ogni proposito con un NON. Ti spiego subito il motivo. La frase “non voglio più perdere tempo” nella tua mente ha un peso molto diverso rispetto a “voglio imparare a gestire meglio le mie giornate”. La prima è un proposito che parte già come negativo, ti fa sentire gli errori che hai fatto fino ad adesso e ti porta a pensare alla fatica che dovrai fare per cambiare. In sole 5 parole ci sono tutti gli ingredienti per un proposito che non riuscirai mai a realizzare! La seconda frase invece ha alla base un’azione positiva. Non devi smettere di fare qualcosa, ma iniziare qualcosa di nuovo per riuscire a stare meglio. In questo modo sarai spinto verso il cambiamento e motivato a raggiungere il successo. Quindi abbiamo due frasi simili… che ti faranno ottenere due risultati molto diversi! Segreto numero 3: il cambiamento deve essere concreto. Una volta riconosciuto il tipo di cambiamento che vuoi raggiungere, analizza le azioni concrete che vuoi fare per attivarlo. Per esempio, se il cambiamento che vuoi per il prossimo anno nella tua azienda è “voglio assumere altri 2 dipendenti“, è importante capire quali sono le azioni che ti permetteranno di raggiungere questo risultato. Per ogni cambiamento quindi scrivi su un foglio tutti gli step necessari a raggiungerlo. Possono essere cose molto piccole, come per esempio aggiungere una scrivania all’interno dei tuoi uffici, oppure grandi, come l’organizzazione dei colloqui e la formazione del personale. Ogni volta che scrivi un nuovo passaggio, fatti una semplice domanda: posso inserire questo passaggio nella mia agenda oppure no? Se la risposta è negativa, l’azione che hai in mente non è oggettivamente utile per raggiungere il cambiamento che desideri. In caso contrario… fai in modo di inserirla tra le tue attività quotidiane il prima possibile! Segreto numero 4: il cambiamento deve essere realistico. Ogni cambiamento ha bisogno del suo tempo per essere raggiunto. Non puoi pensare di diventare milionario tra un anno (a meno che il tuo fatturato non sia già di 999.999 euro…), né di prendere mille nuovi clienti nel giro di 2 settimane. Riconosci il tempo necessario per arrivare dove desideri. Non solo: analizza tutti gli step, e il tempo che serve per scalare ogni gradino e arrivare alla meta. Attenzione: forse la parola realismo ti fa pensare che dovrai limitare i tuoi sogni. Non è così! Essere realista non deve essere un freno alla tua ambizione. Riconoscere i tempi entro i quali vuoi raggiungere certi risultati ti permetterà di tagliare i traguardi che desideri nel modo giusto, senza rischiare profonde delusioni e neanche di prosciugarti per lo stress dietro un progetto che non può realizzarsi in fretta. E ora che abbiamo visto i 4 segreti di un cambiamento vincente… è il momento di analizzare l’ultimo. Segreto (+1): motivati sempre. Se non sei motivato, nessun cambiamento può portare al successo. Pensa a quello che raggiungerai una volta arrivato al tuo obiettivo. Coinvolgi tutti i sensi nel tuo proposito e fai in modo di alimentarlo costantemente, ricordandoti che ogni passo che stai facendo ti sta portando verso il futuro che desideri! E per riuscire a restare costantemente motivato nel tuo percorso per raggiungere il successo… ho due piccoli passi da suggerirti. Il primo è quello di acquistare VESTITI BENE E PRENDI IL WEB A MAZZATE. Si tratta del primo libro del Sarto, ma… c’è molto di più. In queste 393 pagine della seconda edizione troverai tanti consigli per la comunicazione della tua azienda, che ti permetteranno di avere sempre nuove idee per raggiungere gli obiettivi che desideri. Per mettere subito le mani sulla tua copia, non devi fare altro che CLICCARE QUI! Il secondo
Il tuo sito è un soprammobile – Parte 2

Ciao e bentornata/o sulla rubrica del Fabbro, Questa è la seconda parte di un articolo più ampio. Se non hai ancora letto l’introduzione fai click qui. Lo strumento di cui ti parlerò oggi è potentissimo e non vedo l’ora di mostrartelo! Prima però ho bisogno di accertarmi che tu abbia installato sul tuo sito il plugin “Insert Header and Footer”, come ti avevo chiesto la settimana scorsa. Fatto? Benissimo, allora afferra una tazza del tuo caffè preferito: si parte! Che cos’è il pixel di Facebook e cosa ti stai perdendo se non lo sai Hai mai sentito parlare del pixel di Facebook? Se non ne stai utilizzando uno sul tuo sito allora quest’ultimo ha l’utilità di un soprammobile e dobbiamo rimediare. Perché il pixel è così importante? Intanto ti chiarisco una cosa: il pixel di Facebook non c’entra niente con l’unità di misura pixel. Te lo dico perché la prima volta che ne ho sentito parlare ho avuto lo stesso dubbio. Il pixel come unità di misura serve a definire la risoluzione di un monitor, quello di Facebook invece ha un compito ben diverso che, come avrai capito, ha a che fare con il famoso social network. “Ok Fabbro, ma cosa c’entra Facebook col mio sito?” I due strumenti sono strettamente connessi perché grazie a Facebook (e i social network in generale) puoi generare traffico per il tuo sito web. Apro una piccola parentesi. Esistono due modi per portare le persone a navigare sul tuo sito: tramite i motori di ricerca; tramite i social network. In verità ne esistono anche altri ma questi sono i canali più importanti e quelli su cui devi concentrarti di più al momento. Entrambi i canali ti offrono la possibilità di generare del traffico organico (gratuito) e del traffico a pagamento. Il traffico organico, sul lungo periodo, è potentissimo e ti permette di acquisire utenti nuovi senza spendere un euro. Per sfruttarlo, però, ci vogliono tanto tempo, costanza e conoscenze SEO. Come se non bastasse, i risultati non sono garantiti e tutte queste cose da sole potrebbero non bastare a generare abbastanza traffico sul tuo sito. Perché? Perché la sua efficacia dipende da svariati fattori, tra cui la concorrenza, che sappiamo essere sempre più spietata sul web. Quindi il problema del traffico organico è il seguente: nel frattempo che ingrani, il tuo sito è un soprammobile. Cioè tu magari scrivi e pubblichi contenuti, li aggiorni nel tempo, li condividi sui social ma non li vede nessuno (e ricordati che parenti e amici non contano, ti servono le visite di potenziali clienti su misura!). Allora come puoi fare? Devi sfruttare anche il traffico a pagamento. Se non sai da dove iniziare ti consiglio di leggere la rubrica dell’Arciere, lui sì che ne sa a pacchi sull’argomento! La trovi a questo link: clicca qui. Il traffico a pagamento ti permette di raggiungere tanti utenti in tempi brevi ma… può essere molto costoso se fatto senza il pixel di Facebook. Quest’ultimo, quando lo installi sul tuo sito, conserva una traccia di tutte le persone che lo visitano e la memorizza su Facebook. Mi spiego meglio. Se sul tuo sito c’è il pixel e io lo visito, Facebook se ne ricorderà. Stesso discorso per tutti gli altri utenti che, come me, navigano il tuo sito. Però chiariamo subito una cosa per i paranoici: non è che in questo modo ti impossessi dei dati dei tuoi utenti. Anche se il sito è tuo, con il pixel non riuscirai mai a leggere nome, cognome, data di nascita e numero di telefono degli utenti che lo visitano. Semplicemente trasmetti questi dati a Facebook che, se ci pensi, ce li ha già: glieli diamo tutti nel momento in cui ci registriamo sul social! Non intendo dilungarmi troppo sull’argomento perché andrei fuori tema, voglio solo farti capire che si tratta di una pratica completamente legale e toglierti preoccupazioni inutili dalla testa. “Va bene Fabbro, ma allora a cosa mi serve?” Per fartelo capire ti faccio una domanda: è più facile che acquisti sul tuo sito una persona informata sul tuo brand e il tuo modo di lavorare o un perfetto sconosciuto? Se hai risposto “un perfetto sconosciuto” allora sappi che sei un tipo un po’ strano e ti sbagli di brutto. Ti ho fatto questa domanda perché il pixel di Facebook ti serve per fare “retargeting”. Retargeting vuol dire far vedere i tuoi annunci pubblicitari a persone che hanno già visitato il tuo sito in passato. “Però se nessuno visita il mio sito come faccio a fare retargeting?” Ottima domanda. La strategia che devi adottare è la seguente: crei il pixel su Facebook; installi il pixel sul tuo sito; paghi Facebook per far vedere degli annunci ad un pubblico di persone (basato su interessi, età, ecc. Più informazioni hai sul tuo pubblico di riferimento e meglio è); parte di queste persone farà click sul tuo annuncio perché interessata e finirà sul tuo sito web; il pixel conserva le tracce di queste persone; paghi Facebook per far vedere degli annunci a pagamento a queste persone usando il pixel. In altre parole fai retargeting. Il primo vantaggio di questa strategia è che hai già catturato in precedenza l’attenzione di queste persone, quindi aumenti le chance di trasformarle in clienti su misura. Nota: se non hai idea di cosa siano gli annunci a pagamento di Facebook consulta la rubrica dell’Arciere e guarda i video del Sarto. Ti garantisco che è un ottimo modo per cominciare! Io stesso prima di conoscerli non avevo idea di come funzionasse Facebook e di cosa fossero gli annunci a pagamento. Il secondo vantaggio di utilizzare il pixel è che abbassa enormemente il costo degli annunci. Se tu fossi ricco come Bezos ti direi: lascia perdere il pixel, spendi 100.000 euro al giorno in annunci Facebook e incassa. Però se stai leggendo questa rubrica immagino tu sia un comune mortale come me e quindi devi ottimizzare ogni centesimo del tuo budget per portare a casa il risultato. Ma non finisce qui! Il
Quanto ti costa il Dipendente che fa Comunicazione Online nella tua Azienda?

Vuoi assumere un dipendente che faccia Comunicazione Online per la tua azienda? Che figure professionali dovresti cercare? Quanto costano? E soprattutto quali sono più utili per te? Parliamone assieme… Ciao imprenditore! Ciao Imprenditrice… io sono Enrico Cecchini, responsabile dei Sarti del Web. Il mio lavoro è portare clienti alle attività tramite la gestione delle loro pagine social aziendali grazie al Metodo Comunicazione su Misura! La Comunicazione Online è ormai diventato un obbligo per le piccole e medie imprese italiane. Non lo dico io, sono i dati a dimostrarlo! Il Sole 24 ore scrive: “Coronavirus, Istat: 73mila imprese chiuse, 17mila non riapriranno. Riduzione delle attività per due terzi delle aziende” È una situazione molto confusa e drammatica quella che l’istat prova a misurare con la sua indagine e i numeri sono preoccupanti. Oltre ad un 19,1% di imprese chiuse che forse riusciranno a riaprire e forse no, abbiamo un 41,4% di aziende che hanno ridotto il fatturato a meno della metà! Poi un 27,1% dei casi di aziende che hanno perso tra il 10 e il 50% del fatturato. Solo l’8,9% delle imprese ha mantenuto un fatturato stabile. Ma sorpresa delle sorprese… il 3,5% delle aziende lo ha aumentato! Ha fatto più soldi! Se pensi che la crisi ha affossato le aziende, ho una brutta sorpresa per te! I soldi continuano a girare… non si sono mai fermati! Anche durante la quarantena! Semplicemente se non utilizzi gli strumenti giusti, non finiscono nelle tue mani Altra notizia! Boom di pagamenti elettronici, con il Covid al 68% C’è stato un balzo di +11 punti percentuale nel 2020 nell’utilizzo dei pagamenti elettronici, il che è sorprendente perché in un solo anno abbiamo avuto un aumento superiore agli otto anni precedenti! Tra il 2011 e il 2019 infatti l’uso dei pagamenti elettronici è passato dal 48 al 57%, cioè solo +9 punti percentuale L’economia non è morta, il mercato non si è fermato! L’unica cosa che sta andando a morire è la tua azienda se non ti muovi ad aprire un canale digitale! Hai ancora tempo perché la maggior parte della tua concorrenza sta dormendo, quindi sbrigati a creare il tuo ufficio di Comunicazione Online! Oggi vediamo le sei figure di cui ha bisogno la tua azienda per attirare frotte di clienti dai Social Ti darò alcuni esempi di schemi di lavoro e ti parlerò di uno strumento utilissimo per far collaborare più persone contemporaneamente Ti devi attrezzare perché il mercato è come il meteo, può esserci il sole o la pioggia, il vento o persino la neve! Ma come diceva Sir Robert Baden-Powell “non esiste buono o cattivo tempo ma solo buono o cattivo equipaggiamento” Ne ho parlato in questo video I Social sono un’enorme opportunità per tutte le piccole e medie imprese che vogliono lasciare il segno e raggiungere i propri obiettivi Con la Comunicazione Online anche un’azienda che non dispone di enormi capitali può crearsi un canale per attirare clienti ed aumentare costantemente il proprio fatturato! Vai su www.isartidelweb.it/newsletter e iscriviti! Ti invieremo ogni settimana i consigli più utili per comprendere come il digitale può farti arrivare là dove hai sempre desiderato essere Detto questo, procediamo con la puntata di oggi che come spesso succede nasce da una domanda estremamente frequente… “Sarto, voglio assumere qualcuno che si occupi della Comunicazione Online nella mia azienda. Chi o cosa mi consigli? E quanto costa?” Come spesso succede, il meccanismo è semplice ma il sistema è complesso! Se ci fosse una singola, semplice domanda saremmo tutti contenti! Se bastasse una sola figura, io non avrei 12 professionisti a lavorare ogni giorno nel Laboratorio dei Sarti del Web… e nell’anno in arrivo sono previste altre assunzioni! Da una parte c’è una necessità: le aziende hanno bisogno dell’ufficio di Comunicazione online per sopravvivere e prosperare Se il tuo lavoro prevede delle spedizioni, avrai un ufficio che si occupa della logistica! Se ti servono molte cose da comprare avrai un ufficio acquisti Ecco, la Comunicazione Online è un ufficio acquisti col compito di acquistare clienti! E come ogni ufficio, per funzionare necessita di personale! Quindi abbiamo capito la necessità, ora vediamo il problema: non c’è cultura e quindi troviamo tantissima ignoranza in merito! Ti porto ad esempio un annuncio di lavoro che ho trovato qualche giorno fa: Cito testualmente: Stiamo cercando un redattore Junior da inserire all’interno della redazione come content editor e seo copywriter. La risorsa dovrà possedere le seguenti caratteristiche: capacità di produrre contenuti editoriali (articoli, interviste, analisi) seo oriented, su qualsiasi argomento: dalla politica alla cronaca, all’economia allo spettacolo, capacità relazionali, rapidità, proattività e attitudine al lavoro in team, significativa esperienza come seo specialist, redattore, copywriter in una testata giornalistica passione per il mondo dell’editoria e del giornalismo. infine flessibilità CV accettati solo con residenza o domicilio in Lombardia Si richiede disponibilità full time. Compenso: 800 euro netti al mese per redattore con esperienza. Si valutano anche profili stage da formare a 400/500 euro. Contratto di lavoro: tempo pieno, lavoro a progetto, partita iva Disponibilità Dal lunedì al venerdì Orario flessibile Turni Weekend Siamo nel filone degli annunci di lavoro mostruosi, come purtroppo se ne trovano tantissimi in ogni settore del mercato! Concentriamoci sulla figura richiesta: content editor e seo copywriter. Il problema grosso è che stiamo parlando di una figura professionale potentissima! Immagina qualcuno che scrive contenuti in grado di tenere incollati i potenziali clienti al tuo sito ma anche di scrivere post sui social che attirano l’attenzione perché utilizza la Scrittura Persuasiva, una tecnica che non ha nulla a che fare con lo scrivere bene o lo scrivere bello. È puro e semplice scrivere per vendere che raggiunge il tuo cliente su misura al cuore e lo convince ad aprire il portafoglio per darti i suoi soldi! In più questa persona sa scrivere in SEO, il