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meglio

Meglio e migliore

Attento agli avverbi!

Sei sicuro di saper usare meglio/migliore sempre nel modo corretto?

 

So che sembra facile, ma…

si tratta di un argomento insidioso, dove i dubbi e gli errori sono dietro l’angolo, come ora scopriremo. 

 

Primo esempio: scommetto che ti è capitato almeno una volta di sentir dire “più meglio” e storcere il naso (almeno, spero che tu abbia sentito che c’era qualcosa che non andava)…

e magari di usare tu stesso la locuzione “meno peggio”.

 

So che sembrano simili, ma la prima è un erroraccio da Penna Rossa, la seconda no.

 

Eppure, in entrambi i casi si tratta di avverbio + avverbio usato in forma aggettivale: perché uno è corretto e l’altro no?

 

E ancora: quante volte capita di vedere meglio/migliore usati come se fossero sinonimi?

Perché non lo sono: i loro usi sono diversi, e usare uno al posto dell’altro e viceversa è sbagliato.

 

E non è finita: “molto migliore” si può usare?

Sì, ma non sempre.

 

Scommetto che ora ti sembra tutto un po’ confuso e inutilmente complicato, ma non disperare: oggi andremo a fare luce su tutte queste domande una volta per tutte! 

Perché? Per rendere i testi per la comunicazione online della tua azienda sempre più corretti ed efficaci: ricorda, loro sono il tuo primo biglietto da visita verso clienti e potenziali clienti. Più saranno ben scritti, più ne conquisteranno!

Perciò,  se non l’hai ancora fatto, CLICCA QUI per iscriverti alla newsletter e non perderti neanche un articolo della Penna Rossa! 

 

E ora… sei pronto a capire come usare meglio/migliore nella maniera corretta?

 

Andiamo a scoprirlo!

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MEGLIO E MIGLIORE

Come sempre, partiamo dalle basi e inquadriamo ciò di cui stiamo parlando con l’aiuto del dizionario:

 

mèglio avv. e agg. [lat. mĕlius, neutro di melior -oris (v. migliore)]. – 1. avv. a. Funge da comparativo dell’avv. bene, e significa perciò più bene, in modo migliore: oggi mi sento m.; riesce m. nelle materie letterarie che in quelle scientifiche; vedo meglio con l’occhio destro che col sinistro; con queste scarpe cammino m.; […]. Si usa anche davanti a participî passati (soprattutto a quelli che sono di solito specificati dall’avv. bene o male, formando con essi quasi un’unica locuzione), per esprimere un concetto comparativo: è m. vestito di te; oggi ti trovo m. preparato; questa volta m’è sembrato m. disposto verso di me; e preceduto dall’art. per esprimere il concetto del superl. relativo: le opere m. riuscite (ma talora equivale a «più»: i m. dotati). Con valore di superl. relativo, anche nella locuz. il m. possibile, nel miglior modo possibile: vedrò di ripararlo il m. possibile. […] 2. agg., invar. Equivale a migliore (o al plur. migliori), con cui tuttavia non sempre si può sostituire, anche perché ha senso più generico.

 

In pratica: meglio è avverbio e aggettivo. 

Quando viene usato con valore avverbiale funge da comparativo dell’avverbio bene (con il significato di “più bene”).

Quando viene usato con valore aggettivale, equivale a migliore, anche se, ATTENZIONE, non sempre può sostituirlo.

 

miglióre agg. [lat. mĕlior -ōris, compar. di bonus «buono»; cfr. meglio]. – 1. È il compar. di buono, molto più com. del compar. regolare più buono in quasi tutti i sign. dell’aggettivo (esclusivam. più buono, però, per indicare la fondamentale bontà d’animo soprattutto nei rapporti con altre persone: lo ritengo più buono di te; ha un animo più buono, e sim.; o quando ci si riferisce al comportamento più o meno tranquillo dei ragazzi, alla disciplina degli alunni in classe, e sim.: vediamo chi di voi sarà più buono). Può essere modificato da avverbî: appena, un po’, assai, molto, infinitamente migliore; preceduto dall’art. determ. ha valore di superl. relativo: è il m. di tutti noi.

 

In pratica: migliore è un aggettivo.

Nello specifico, è il comparativo di maggioranza di buono (decisamente più usato della forma regolare più buono).

Quando preceduto da articolo, ha valore di superlativo relativo.

 

Fin qui, tutto sembra molto chiaro e lineare. Tuttavia…

hai fatto caso a quel valore aggettivale di meglio che però non va bene sempre?

 

Questo e l’abbinamento con più/meno e molto sono i problemi cruciali: quali sono quindi gli usi corretti?

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USI

È il momento di andare a sconfiggere gli errori uno per uno!

Finora non lo avevo ancora specificato, ma tieni a mente una cosa: noi stiamo parlando di meglio e migliore, ma lo stesso identico discorso vale per peggio e peggiore.

 

Meglio per migliore

Ovvero, quando possiamo usare meglio con valore aggettivale?

  • Quando meglio è comparativo di maggioranza retto da verbi come essere, sembrare, parere

 

In questo caso, meglio al posto di migliore è molto comune nella storia della lingua e totalmente accettato dalle grammatiche.

Esempi: Tu sei meglio di lei.
Questo hotel sembra meglio dell’altro.

 

Quando invece è da evitare?

  • Quando meglio viene preceduto da articolo determinativo e prende il valore di superlativo relativo

 

In questo caso, si tratta di un uso popolare e informale: nei testi scritti, evitalo!

Anche se si tratta, infatti, di un uso largamente diffuso nella lingua italiana tra ‘700 e ‘900, rimane un costrutto marcato del parlato popolare. Quindi, a meno che non tu non voglia consapevolmente fare dell’ironia, evitalo sempre.

 

Esempi (da non seguire): La meglio gioventù
Il meglio vino, le meglio cose, i meglio professori

 

Meno peggiore e meno peggio sì; più migliore e più meglio no

 

I primi due sono corretti; i secondi due NO. 

Eppure, la struttura è la stessa: una costruzione con gli avverbi più/meno prima del comparativo.

 

Tuttavia, in questo caso dobbiamo tener conto della componente semantica, ovvero: 

 

  • Più migliore/più peggiore: NO
    Migliore non ha bisogno dell’avverbio più, perché il concetto di “più bene” è già compreso in migliore.
    Stesso discorso vale per più peggiore: è un errore, perché peggiore è già al massimo grado di cattivo, più sarebbe ridondante.

 

  • Più meglio/più peggio: NO
    Semplicemente scorretto, perché in questo caso la forma corretta da usare è migliore/peggiore.

 

  • Meno peggiore/meno peggio: SÌ
    L’avverbio meno invece si può usare davanti a peggiore/peggio perché indica una riduzione di questa maggioranza.
    Esempio: Di questi due saggi, il primo è peggiore, il secondo un po’ meno peggiore del primo.

 

  • Meno migliore/meno meglio: NO
    L’avverbio meno NON si può usare davanti a migliore/meglio, perché sarebbe contraddittorio dal punto di vista del significato.
    Una cosa o è la migliore, o non lo è.

 

Molto migliore/molto meglio

Questo uso è quasi sempre corretto…

 

Esempi: Il secondo libro è molto migliore del primo.

… Tranne nel caso in cui il comparativo venga usato come superlativo relativo, ad esempio in frasi come Il maggiore tra i miei figli non avrebbe alcun senso dire Il molto maggiore tra i miei figli.

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QUINDI…

Ricapitoliamo tutto in un pratico schemino riassuntivo:

 

MEGLIO: si può usare come aggettivo in caso in cui sia retto da essere, sembrare, parere

Più migliore/più peggiore: NO

Più meglio/più peggio: NO

Meno peggiore/meno peggio: SÌ

Meno migliore/meno meglio: NO

 

In caso di dubbio? Consulta sempre il dizionario!

 

Ora tocca a te!

 

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E per scoprire altri errori da NON fare…

… ci vediamo lunedì prossimo!

 

La Penna Rossa

 

BIBLIOGRAFIA

BARATTER P., Il punto e virgola. Storia e usi di un segno, Carocci, Roma 2018.

BECCARIA G.L., Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi, Torino 2004.

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SITOGRAFIA

Accademia della Crusca – accademiadellacrusca.it

Campagna a sostegno dell’uso corretto di Piuttosto che – piuttostoche.com

Treccani online – treccani.it

Zanichelli online – dizionaripiu.zanichelli.it

Bonomi I., Avverbi infidi, redazione Consulenze Linguistiche Accademia della Crusca, 31 luglio 2020

Setti R., Correttezza di molto migliore e molto maggiore, redazione Consulenze Linguistiche Accademia della Crusca, 30 settembre 2002

 

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