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il superpotere della punteggiatura transformed

La punteggiatura: come si usa? [Parte 2] – Come si scrive un libro 15

La punteggiatura: come si usano i punti

  • Due punti
  • Tre puntini
  • Punto esclamativo e interrogativo

 

Vuoi che i tuoi lettori stiano incollati alle pagine del tuo libro o vuoi che lo usino per attizzare il fuoco?

Allora attento a come scrivi… e a come usi la punteggiatura!

 

Nello scorso articolo abbiamo iniziato a vedere insieme un vademecum su come utilizzare la punteggiatura nei tuoi testi, e quindi nel libro della tua azienda.

 

Ricordiamolo di nuovo: la punteggiatura sembra una minuzia, un elemento quasi di contorno…

ma non è così, anzi!

 

La punteggiatura è lo scheletro stesso del tuo testo, ciò che gli dà ritmo e scorrevolezza e che permette ai lettori di restare avvinti al filo del discorso, oltre a conferire l’intonazione, le pause e l’espressività del parlato:

 

è quell’elemento capace di fare la differenza tra un testo di successo e uno pessimo, se non dannoso.

 

E ogni segno di interpunzione ha una sua funzione ben precisa; ovviamente, NON sono intercambiabili tra loro e ognuno ha le proprie regole per essere usato correttamente.

 

Nello scorso articolo, La punteggiatura: come si usa [Parte 1] abbiamo visto insieme

  • punto
  • virgola
  • punto e virgola

 

Oggi siamo pronti per continuare con altri quattro tipi di punti:

  • Due punti
  • Tre puntini
  • Punti esclamativi e interrogativi

 

A cosa servono esattamente? 

Come si usano correttamente? 

Quali sono gli errori da non fare mai?

 

Vediamolo insieme!

 

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DUE PUNTI

La Treccani riporta che:

 

I due punti introducono una pausa intermedia tra il punto e la virgola e vengono usati per ottenere diverse funzioni sintattiche e testuali, come quelle dichiarativa, presentativa e argomentativa, o per introdurre il discorso diretto.

 

In altre parole, si tratta di una pausa

  • più breve del punto
  • più lunga della virgola
  • più lunga del punto e virgola

che serve ad assolvere funzioni comunicative ben precise.

 

A cosa servono i due punti?

In pratica, i due punti servono a spiegare, precisare, presentare meglio un concetto, una cosa o una persona (di cui si sia appena parlato, o di cui si stia per parlare

 

Come si usano i due punti?

  • Per introdurre una dimostrazione, la conseguenza logica di un fatto, l’effetto di una causa:
    Suonai il campanello: la porta si aprì.
  • Prima di una frase che sia apposizione della precedente:
    Osservai Guendalina: una gatta nera, dallo sguardo vigile.
  • Prima del discorso diretto:
    Gandalf disse: “Andiamo a sinistra”.
  • Prima di un elenco (a meno che l’elenco sia formato dal soggetto o dal complemento oggetto della frase precedente):
    Ho pubblicato diversi libri: un saggio, un romanzo e una raccolta di racconti [corretta]
    Ma non: A scuola ho studiato inglese, francese e tedesco [errata]

 

ATTENZIONE: non usare MAI i due punti due volte nella stessa frase. Si tratta di un errore, che appesantisce inutilmente il discorso.

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TRE PUNTINI

I tre puntini, o puntini di sospensione, hanno una funzione molto particolare; tuttavia, spesso vengono usati più del necessario o in maniera errata, che risulta molto fastidiosa per il lettore.

 

La Treccani dice:

I puntini (detti anche puntini sospensivi) sono una piccola serie di punti (di solito tre: ‹…›) che, nella scrittura, segnalano il luogo in cui un discorso è stato interrotto o lasciato in sospeso (da qui il nome). Sono usati per creare un senso di attesa, introdurre una reticenza o un’allusione, o lasciare sottintesa una parte del significato.

 

A cosa servono i tre puntini?

I puntini di sospensione servono appunto per 

 

  • segnalare una pausa, qualcosa di non detto e sottinteso
  • evocare qualcosa nella mente del lettore, creando un effetto allusivo
  • dare l’idea di imbarazzo o esitazione
  • incuriosire il lettore creando un effetto di suspense

In tutti i casi si tratta di segnalare una pausa forte nel discorso, alla quale però segue qualcos’altro, che venga esplicitato o meno.

 

Come si usano i tre puntini?

La regola d’oro è

  • se ne usano SEMPRE e SOLO TRE
    Non due, non quattro, non cinque: TRE.

 

Altre regole da tenere a mente sono:

  • Si scrivono sempre attaccati alla parola che li precede, senza spazi in mezzo, e con uno spazio prima della parola che segue, se c’è.
    Ma allora… cosa sei venuto a fare?

 

  • Se invece dopo i tre puntini troviamo un altro segno di punteggiatura, come una maiuscola o delle virgolette, allora non ci vuole alcuno spazio.
    “Forse…” disse Lucia.

 

  • La parola che segue i tre punti vuole la lettera minuscola quando è evidente la continuità della frase, mentre negli altri casi, ovvero quando le due frasi sono indipendenti, ci vuole la lettera maiuscola.
    Se proprio devi… fallo in fretta!
    Guarda, cambiamo argomento… Cosa facciamo stasera?

 

  • Infine, abbiamo un uso particolare: i puntini di sospensione inseriti tra parentesi quadre si usano per indicare che stiamo omettendo una parte di testo, ad esempio nelle citazioni.
    Poiché i consigli sono doni pericolosi […] e tutte le strade possono finire in un precipizio.
    – J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli

 

(Vuoi approfondire il discorso? Ne abbiamo parlato in questo articolo: I punti di sospensione)

 

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PUNTO INTERROGATIVO E PUNTO ESCLAMATIVO 

La “serie dei punti” si conclude con il punto interrogativo e quello esclamativo: di solito, non presentano particolari problemi… ma ho visto scappare qualche brutto erroraccio anche qui.

 

Punto interrogativo: detto anche punto di domanda, è il segno di interpunzione che conferisce alla voce il tono ascendente che marca una domanda.

 

Punto esclamativo: è il segno di interpunzione che conferisce alla voce il tono discendente tipico di un’esclamazione; segna una pausa lunga e forte.

 

Questi due segni di punteggiatura sono segni espressivi che marcano il tono di voce e rappresentano fedelmente il parlato; vanno usati con parsimonia, specialmente il punto esclamativo.

Negli scritti informali sono molto più presenti; possono mancare del tutto in scritti molto formali e tecnici (ad es. testi burocratici, legislativi e di istruzioni.

 

Come si usano?

Punto interrogativo:

  • Per porre una domanda, anche retorica (quindi, per chiudere una proposizione interrogativa diretta)
    Come stai? Chi pensi sia stato?

 

Punto esclamativo:

  • Per evidenziare un’esclamazione
    Quegli screanzati dei miei vicini hanno rubato il pacco!

 

I due segni talvolta possono anche combinarsi, in frasi che esprimono stupore o incredulità e hanno un significato a metà tra l’interrogativo e l’esclamativo:
I tuoi vicini ti hanno rubato il cibo del gatto?!?

 

Regole da ricordare sono:

  • Dopo un punto interrogativo o esclamativo, usa sempre la lettera maiuscola
  • Usane sempre uno solo per volta (a meno che non si tratti di un testo molto, molto informale e tu non stia cercando un determinato effetto stilistico)
    Come va? E non Come va??
    Non si fa! E non Non si fa!!

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QUINDI…

Nel primo articolo di questa serie abbiamo iniziato a sviscerare uno dei consigli più importanti per qualsiasi scrittore (ed editor):

 

  • Cura la punteggiatura: Usa correttamente i segni di punteggiatura per scandire il ritmo del testo e facilitare la comprensione.

 

Oggi, insieme abbiamo visto la differenza tra:

  • Due punti: per spiegare meglio
  • Tre puntini: per lasciare in sospeso e creare attesa o allusione
  • Punto esclamativo: per marcare un’esclamazione
  • Punto interrogativo: per marcare una domanda

 

insieme alle regole più importanti da non dimenticare per usarli al meglio.

 

La punteggiatura è un vero e proprio superpotere del tuo testo: usala per avvolgere tra le spire delle tue parole l’attenzione del tuo lettore e portarlo dove vuoi…

 

in questo modo, potrai sfruttare tutto il potenziale nascosto in un oggetto semplice soltanto in apparenza…ma che ti permetterà di far crescere la tua azienda come mai prima d’ora: il TUO LIBRO!

 

Perciò, preparati e impugna la penna: non hai scuse.

 

Ma come si fa?

 

Non è semplice, non è immediato; anzi, è faticoso, impegnativo e se vuoi che funzioni devi seguire delle regole ben precise. Ma alla fine, avrai tra le mani un potentissimo strumento di marketing! (Oltre alla soddisfazione di vederti nella tua libreria, in quella dei tuoi amici e dei tuoi clienti.)

 

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Ti aspetto al prossimo articolo… per scrivere insieme il tuo libro!

 

La Penna Rossa

 

BIBLIOGRAFIA

CECCHINI Enrico, Comunicazione Su Misura. La strategia digitale che porta la tua azienda al successo, I Sarti del Web, Bologna 2022.

CECCHINI Enrico, Vestiti bene e prendi il web a mazzate, I Sarti del Web, Bologna 2021.

FALCINELLI Riccardo, a cura di di, Fare i libri, Minimum Fax, Roma 2011.

GUERRINI Mauro, a cura di, Guida alla biblioteconomia, Editrice Bibliografica, Milano 2009.

GUIDA Diego, Editoria istruzioni per l’uso, Editrice Bibliografica, Milano 2013.

MASIELLO Umberto, Trasforma le tue parole in soldi. La Scrittura Persuasiva che alza il tuo fatturato, I Sarti del Web, Bologna 2022.

PONTE DI PINO Oliviero, I mestieri del libro, Tea, Milano 2008

 

SITOGRAFIA

Accademia della Crusca – accademiadellacrusca.it

Treccani online – treccani.it

Zanichelli online – dizionaripiu.zanichelli.it

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