Siamo nel 2006.
Un gruppo di ricercatori di Stanford decide di fare un esperimento particolare.
Prendono un gruppo di russi e uno di inglesi, e li mettono davanti a uno schermo di un computer. A questo punto, fanno apparire davanti a ogni soggetto tre quadrati: due hanno la stessa sfumatura di blu, mentre il terzo no. Le persone che partecipano dell’esperimento devono riconoscere il quadrato diverso tra i tre presentati.
Entrambi i gruppi ottengono un ottimo punteggio, con una precisione del 96%. Ma i russi risultano decisamente più veloci nel riconoscere i colori rispetto ai loro colleghi britannici.
E il motivo… è la lingua.
I ricercatori non hanno selezionato le nazionalità dei soggetti a caso.
L’inglese comune ha un’unica parola per il blu, ovvero blue. Sotto questo termine va praticamente ogni sfumatura di questo colore.
Il russo invece ha due parole specifiche per questa sfumatura, come noi in italiano. Nello specifico, hanno la parola goluboy per indicare l’azzurro e sinyi per il blu scuro.
Questo significa che per gli inglesi è meno facile percepire le sfumature di questo colore, che sono più visibili per i russi.
In altre parole, il loro modo di parlare influenza la loro percezione del mondo.
Scusa Mastino… ma cosa c’entrano l’azzurro, i russi e gli inglesi con il mio successo?
Molto semplice: ti insegnano che per raggiungere il successo devi modificare il tuo vocabolario!
Lascia che mi spieghi meglio.
Ogni volta che comunichi con altri esseri umani sei influenzato da una serie di cose che vedi o senti, che influenzano la tua percezione.
Una stretta di mano può farti pensare che una persona sia forte oppure debole, la camminata di una persona ti parla della sua sicurezza di sé… gli esempi sono infiniti.
Il fatto è che non lo fai solo con gli altri… ma anche con te stesso.
E la tua percezione del mondo è influenzata anche dal modo in cui parli!
Il linguaggio è uno strumento potentissimo per guidare la nostra mente.
Modificare il modo in cui parliamo può influenzare positivamente o negativamente il nostro comportamento.
Il Sarto sa bene questa cosa, e già da anni sostituisce alcune particolari forme verbali o parole che usiamo nel quotidiano con altre più adatte al suo percorso come imprenditore.
E nell’articolo di oggi voglio darti una guida veloce su alcune parole ed espressioni da eliminare dal tuo vocabolario per migliorare il tuo approccio a ogni sfida lavorativa!
La prima parola è problema.
Rientra tra le 100 parole più usate dell’italiano, praticamente un passepartout per qualsiasi tipo di difficoltà.
Ma il fatto è… che non è una parola adatta a tutte le situazioni.
Pensaci bene: usi la parola problema sia quando non trovi la tua marca di birra preferita al supermercato, sia quando scopri di aver perso degli importanti documenti.
Allo stesso modo la usi davanti a clienti difficili, o quando devi affrontare un nuovo progetto.
Ma quando usi la parola problema ogni volta che stai per affrontare una nuova sfida lavorativa, ti prepari ad avere un approccio automaticamente negativo alla situazione.
Questo perché predisponi la tua mente a delle preoccupazioni inutili. Di conseguenza rischi di rovinare la tua performance e non ottenere i risultati che desideri… prima ancora di iniziare!
Fortunatamente, la lingua italiana ti offre decine di soluzioni diverse per evitare di ripetere questa parola.
Una di queste è sfida, un’altra occasione, un’altra ancora opportunità. A seconda della circostanza troverai la parola più adatta alla situazione, in modo tale da cambiare la prospettiva su molte cose che vivi ogni giorno.
Insomma: comincia fin da subito a sostituire la parola problema con altre espressioni. Basterà questo semplice cambiamento per vedere il tuo approccio alle opportunità lavorative cambiare enormemente!
Poi c’è il verbo sperare, e in generale tutto il ramo dei verbi al condizionale.
Perché quando facciamo una richiesta molto gentile di solito preferiamo usare il condizionale? Vorrei un caffè, potrei avere un bicchiere di vino…
La risposta è semplice: perché il verbo al condizionale ha un significato preciso. Offre una scelta alla persona con cui parliamo, e per questo risulta meno forte e più gentile.
Il problema di usare queste forme verbali quando parli del futuro della tua impresa è che in questo modo anche la tua comunicazione risulta incerta.
Di conseguenza, usando il condizionale per parlare della tua impresa affronterai le future sfide lavorative con incertezza, basando il tuo successo sulla fortuna e la speranza.
Ma per avere successo il tuo approccio non può essere incerto. Devi essere sicuro, pronto ad affrontare il futuro.
Solo in questo modo la tua mente sarà impostata verso il successo, e ti permetterà di raggiungere meglio il tuo obiettivo.
Elimina dal vocabolario i pensieri legati allo sperare, ai vorrei, e ai potrei, e sostuiscili con forme verbali chiare e dirette, più vicine ai tuoi obiettivi!
Lo so che questo discorso può sembrare vago.
Ma il linguaggio ha un potere infinitamente più potente di quello che puoi immaginare!
Pensa alle descrizioni del cibo.
Quando parliamo di cose da mangiare, la nostra percezione è influenzata moltissimo dal linguaggio che usiamo quando parliamo.
Possiamo utilizzare la parola dolce, oppure stucchevole. Possiamo dire che qualcosa è succulento o viscido, possiamo dire che è fresco o ghiacciato.
Le nostre parole influenzeranno inevitabilmente il modo in cui percepiamo un particolare piatto, e potrebbero fare la differenza tra mangiarlo con gusto o lasciarlo nel piatto.
La tua mente funziona nello stesso modo. Quando viene alimentata dalle parole giuste riesce a farti cambiare la prospettiva con cui affrontare le future sfide lavorative.
Questa settimana ti invito a prenderti del tempo per riflettere sul vocabolario che usi ogni giorno.
Pensa alla natura delle parole che usi, e decidi dove e come cambiare il tuo modo di parlare a te stesso. In questo modo potrai cambiare anche il modo in cui gestisci ogni aspetto della tua impresa!
E per gestire al meglio la sfida della comunicazione online e trovare sempre le parole giuste per conquistare i tuoi clienti…
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Come sempre sarò qui per parlare di valore, di saperne di più e di crescita costante!
Il Mastino
P.s: QUI trovi tutti i dettagli sull’esperimento di cui ho parlato all’inizio!
2 ommenti
Cara Rebecca,
Il tema mi appassiona e ora ti racconto un aneddoto.
Abbiamo riflettuto per una sera intera a riguardo, con amici.
Ad esempio, in uno degli Stati scandinavi, esiste una parola unica per definire “ubriacarsi a casa da solo in mutande”.
Dopo aver riso per un po’, abbiamo convenuto sulla necessità di questa parola, e forse è un fenomeno più frequente di quanto succeda forse in Italia.
Ad esempio, invece, l’espressione “fare la scarpetta” non esiste in tedesco.
O ancora, esiste un verbo in arabo per esprimere le situazioni in cui si indugia nei saluti sulla porta.
Per creare un nuovo vocabolario ci vuole l’azione, e viceversa ci si aiuta con le parole per creare nuove azioni.
Buona giornata!
Vera
Buongiorno Vera,
Grazie per avermi raccontato di queste espressioni, non le conoscevo.
Dato che come me ami questo tema, ti rimando a un articolo pubblicato qualche anno fa sul sito della BBC, in cui si parla del collegamento tra espressioni italiane e salute: https://www.bbc.com/news/magazine-15987082
Buona giornata anche a te 🙂