NOTIZIA ANSA: tasso di disoccupazione giovanile raggiunge livelli allarmanti.
Siamo al 33.8% a gennaio 2021.
Prima era il 28,7%.
Un giovane su tre non lavora!
Una crescita velocissima, preoccupante, legata all’innumerevole mole di disagi conseguenti al Covid-19.
Gli esperti dicono che torneremo “alla normalità” (cioè a un tasso di disoccupazione giovanile allarmante, ma un pelino meno) solo alla fine del 2022.
Ferma tutto: non è un articolo per piangerci addosso, né per proporre soluzioni alla crisi del lavoro, né tantomeno per criticare chi licenzia o non assume.
Oggi parliamo di chi, invece, nonostante la crisi, ASSUME PERSONALE…
…e nonostante l’ampia scelta, non riesce mai a trovare le persone giuste!
Sì, è un argomento che mi sta a cuore, e il motivo è presto detto:
i Sarti sono SEMPRE alla ricerca di nuovi collaboratori.
SEMPRE!
Abbiamo criteri di selezioni rigidi – specialmente sui valori etici – e il Sarto non è uno che si fida facilmente.
Quindi quando devo selezionare qualcuno perché provi a lavorare con noi nel Laboratorio (se regge alla mole di cose da studiare), so che ho una scelta talmente ampia di persone pronte a mandare un CV e cimentarsi in chissà quali nuove avventure che… se non sto attento:
- Perdo un sacco di tempo
- Leggo migliaia di curricula a caso
- Alla fine seleziono altrettanto a caso
- Perdo ancora tempo a cercare di formare personale non adeguato
- Sono costretto a cambiare
- Ricomincio il giro
Praticamente: se cerco di “approfittare” dell’elevato tasso di disoccupazione, pensando che avrò una platea enorme di persone tra cui trovare esattamente ciò che mi serve, cercare nuovi collaboratori diventa un lavoro immane e senza prospettive di riuscita (salvo qualche colpo di fortuna).
Sai che chi cerca lavoro arriva ad inviare anche 100 CV al giorno?
Praticamente a chiunque…
Lo so che non ci hai mai pensato, ma la selezione del personale può essere una di quelle vicende che fa arenare la tua azienda, per lungo tempo, creandoti enormi difficoltà e facendoti sperperare tempo e denaro.
La fortuna è che c’è una soluzione. E oggi ti porto le prove.
Perché è abbastanza ovvio che tu sia scettico.
Mi rendo conto che potresti non credermi, rimanere ancorato a quei pensieri da imprenditore medio italiano, che finiscono sempre per spiegarsi con la frase “i giovani non vogliono lavorare”.
Che, attenzione: è abbastanza vero. Non per tutti, non sempre, ma non è solo una diceria.
Quindi, per capirci ben bene, facciamo un piccolo tuffo nel passato!
Te li ricordi gli anni ’80 e ’90?
Ah, i bei vecchi tempi.
C’era ABBONDANZA. Se ci pensiamo ora sembra una favoletta. E probabilmente chi non li ha vissuti stenta a crederci.
Ma le cose stavano così davvero. Un sacco di richiesta, a fronte di un’offerta limitata, e tanti (tanti) soldi regalati dalle banche a tassi d’interesse talmente bassi che, ancora oggi, la stiamo pagando tutti.
C’era lavoro. C’erano soldi.
E chiaramente si facevano un sacco di figli.
Persone che (magari come te, non so quanti anni hai) sono nate in un periodo in cui lavorare pagava molto bene.
Se ai loro genitori era stato insegnato il valore del duro lavoro e del sacrificio, ai figli è stata data l’opportunità di vivere nel benessere economico, raggiunto senza troppa fatica, e nell’abbondanza.
Ora quei giovani, che stanno crescendo, si trovano in un mondo del lavoro che non gli permette di vivere quella stessa abbondanza in cui sono nati.
Che richiede sacrifici a fronte di entrate che, per quello che è il costo della vita, permettono di togliersi pochi sfizi.
E quindi… beh, davvero molti non hanno voglia di lavorare. O magari vorrebbero un lavoro migliore, o una paga più alta… e sicuramente fra questi ci sono quelli senza speranza, quelli a cui la famiglia ha insegnato che possono avere qualunque cosa senza fare nulla in cambio, che si aspettano di non dover fare fatica e avere grandi risultati.
e… beh, non è colpa loro.
Io, ad esempio, sono nato proprio nell’80.
E ricordo quando, a 16 anni, passai l’intera estate a lavorare in catena di montaggio.
Quell’azienda assumeva ogni anno 60 giovani come me a fare il lavoro sporco, per due mesi, preparando così tutto il necessario per fare il resto dell’anno senza dover assumere nessuno.
Eravamo una mandria di adolescenti brufolosi molto variopinta.
Nessuno era realmente felice di avvitare bulloni mentre gli amici erano al parchetto ad ascoltare i Back Street Boys con lo stereo a pile, ma bene o male ci davamo tutti da fare. Il titolare dell’azienda era un essere burbero e senza cuore. Non l’ho mai sentito parlare: lui urlava e basta.
E ricordo il giorno in cui arrivò GIACOMO.
Me lo ricordo come fosse ieri.
Arriva e immediatamente va dal suo capo reparto, dopo meno di 10 minuti di lavoro, e CHIEDE UNA SEDIA.
Già, eravamo oltre 100 persone in piedi, lui voleva stare seduto. Con un sorriso maligno il capo reparto ha inviato Giacomo a parlarne immediatamente col titolare.
Le urla di quell’uomo risuonano ancora nei miei incubi. Ma probabilmente di più in quelli di Giacomo, che da quel momento in poi ha cambiato ruolo: è stato messo a raccogliere la spazzatura lungo i vari reparti e portarla sotto il sole al bidone.
Non solo senza sedia, ma trasportando pesi. Tutto il giorno. Tutta l’estate.
Questo è un ottimo esempio di come il salto generazione, in Italia, sia stato così netto.
Da una parte l’imprenditore che è abituato a vedere i suoi dipendenti come delle macchine da lavoro, che non devono lamentarsi di nulla altrimenti vengono puniti, e che una volta presa la paga sono appagati.
Dall’altra un giovane, probabilmente figlio di persone che non hanno fatto in modo che capisse come comportarsi al lavoro, che arriva con una richiesta totalmente fuori dai canoni, inaccettabile: lavorare (e guadagnare) comodamente.
Ad oggi, se ci pensi, il “lavorare poco e guadagnare tanto comodamente da casa” è un vero e proprio sistema consolidato (spesso truffaldino) che fa breccia nel cuore di giovani e meno giovani…
Una sorta di mito credibile, motore di un mercato enorme di formazione, corsi, libri e – prima di tutto – truffe (l’ho già detto? Meglio ribadire: soldi facili, veloci e in abbondanza = truffa)
Quindi, sì: ci sono TANTISSIMI giovani che non hanno voglia di lavorare.
Ma al contempo ce ne sono tanti altri (forse di più? Chissà) che invece non hanno questi atteggiamenti. Che non solo sono disposti a lavorare, ma che non vedono l’ora di farlo… e di farlo bene!
E ora potresti pensare: ok, Modellista, ci sono i giovani che hanno voglia di lavorare. Ora devo solo scovarli quando voglio assumere!
NO.
Qui il discorso si fa complicato, ma tu seguimi, perché quanto leggerai può cambiare per sempre la tua azienda, a partire da come cerchi collaboratori e dipendenti.
Circa 33 giovani su 100 sono senza lavoro.
Una parte di questi cerca lavoro attivamente, altri fanno passare il tempo con la paghetta di papà assicurata!
E fin qui ci siamo.
Di quei 33 FORSE qualcuno fa al caso tuo.
La tattica media italiana per trovare nuovi collaboratori è:
- Faccio l’annuncio online
- Aspetto i CV
- Li leggo tutti con scarsa attenzione
- Faccio i colloqui a quelli che sembrano meglio
- Scelgo a simpatia.
E poi…
Poi tendenzialmente la gente si lamenta. Non ha trovato il dipendente giusto, in automatico è colpa dei giovani che non vogliono lavorare nonostante la disoccupazione a mille.
Io posso garantirti che questo modo di fare è SBAGLIATO.
Ti fa perdere tempo.
Assumere persone sbagliate.
Quindi soldi, e magari clienti, visto che i dipendenti sbagliati fanno casini e di solito a pagarla sono proprio i clienti!
E allora, come si fa a scovare i giusti dipendenti?
È esattamente come per i Clienti.
Come devi trovare i Clienti Su Misura, devi trovare anche i Dipendenti Su Misura.
Quei dipendenti che rispecchiano in maniera perfetta il tuo modo di approcciarti al lavoro e che sapranno dare la giusta spinta di crescita alla tua Azienda.
Se sei su questo Blog sai che ho già parlato di questo argomento e ho già parlato di come la Comunicazione Su Misura abbia cambiato TOTALMENTE il modo in cui Paolo, un cliente dei Sarti del Web, seleziona i dipendenti.
Trovi alcuni dati in questo articolo.
L’idea di parlare nuovamente di questo argomento… me l’ha data proprio Paolo, mandandomi uno screen su WhatsApp qualche giorno fa.
Sì, perché l’attività di Paolo continua a crescere e lui, giustamente, ripropone l’annuncio preparato dal Laboratorio dei Sarti tutte le volte che cerca personale.
Nell’annuncio non chiede solo il CV, ma anche una lettera di presentazione.
Ed ecco cosa gli hanno scritto proprio qualche giorno fa:
Leggi con attenzione le parole di questa candidata.
Non le trovi anche tu sincere e oneste?
Ti posso garantire che queste sono parole che sembrano proprio scritte dalla persona il cui profilo è PERFETTAMENTE adatto al lavoro con Paolo.
Paolo è davvero una persona di cuore… ma anche un titolare con alte pretese di rendimento!
Il suo annuncio porta un messaggio molto chiaro. E non è una questione di orari, giorni di lavoro, paga, ecc (cose fondamentali, certo, ma non bastano).
L’annuncio di Paolo porta fuori uno stile. Un modo. Una serie di differenze tra lui e gli altri!
E, ancora una volta… un annuncio fatto bene può bastare?
Beh, magari ti riduce l’effetto “valanga di CV”!
Ma se lo abbini alla Comunicazione Su Misura (come quella che facciamo per l’azienda di Paolo), che succede?
Che, come attiri i migliori clienti…
ATTIRI I MIGLIORI DIPENDENTI!
Perché, per quanto ne dica la gente comune o per quanto lo urlino i titoli allarmistici dei giornali, tra quei 33 disoccupati ogni 100 giovani, sicuramente si nasconde proprio quello che fa al caso tuo.
E per trovarlo, spingerlo a scriverti e farlo finalmente lavorare per te, non basta il contratto o lo stipendio.
Non bastano le mansioni chiare. Gli orari ben definiti, la paga certa, ferie e tredicesima compresi.
E questo vale sia per il lavoro non specializzato, come fare il cameriere (che poi, ti puoi specializzare, ma non è questo il punto), e vale ANCORA di più per i lavori specializzati, dove oggi c’è più richiesta che mai!
e… non si trovano i professionisti!
Sai quanti imprenditori ho sentito dire “la parte più difficile per la mia azienda è trovare dipendenti che si impegnino davvero”?
Beh… è vero.
È così anche per i Sarti e sono sicuro sia lo stesso per te.
Ed è esattamente uno dei problemi che Paolo mi raccontò al primo incontro, ad inizio 2020.
Oramai possiamo dire che Paolo ha risolto il suo problema.
Lo ha risolto definitivamente abbinando un annuncio che sappia trasmettere i veri valori dell’azienda a una costante e strategica Comunicazione Social che valorizza tantissimo il lavoro del suo personale!
Questa cosa piace molto ai clienti… e agli aspiranti dipendenti!
Sei pronto a farlo anche tu?
Ma… da dove devi partire?
Certo, l’annuncio è importante. Cosa scrivi e come lo scrivi fanno davvero la differenza.
Ma, prima ancora dell’annuncio, devi risultare attrattivo e interessante per i dipendenti esattamente come per i clienti.
E la fortuna è che per ottenere questi due risultati… devi fare la stessa identica cosa!
Cioè…
Iniziare OGGI STESSO il processo che porterà la tua azienda ad essere ricercata non solo dai clienti, ma anche dai migliori dipendenti e collaboratori!
E se non sai da dove partire…
Ringraziamo il Sarto!
Nel suo primo libro – VESTITI BENE E PRENDI IL WEB A MAZZATE –ha riassunto tutto ciò che ti serve pertrasformare la tua Comunicazione in un magnete attira clienti… e dipendenti!
È appena uscita la seconda edizione: rinnovata, aggiornata e con un pezzo in più!
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A giovedì prossimo
Il Modellista